Confindustria Romagna: «Nel nostro territorio nessuna catastrofe economica in vista»

La maggior parte delle aziende ravennati vede una situazione stazionaria. Nel secondo semestre del 2018 fatturato in crescita del sette per cento

OperaioNon vede nuvole nere all’orizzonte Tomaso Tarozzi, vicepresidente di Confindustria Romagna che oggi, mercoledì 13 marzo, ha presentato i dati dell’andamento congiunturale 2018 e le prospettive del primo semestre 2019. «Il 60 per cento delle industrie sul nostro territorio prevede stazionarietà, il 20 per cento è propenso ad investire. Il momento consiglia prudenza e buon senso, ma non ci sono avvisaglie di catastrofi imminenti».  Insomma la recessione tecnica che ha investito il Paese al momento sembra non palesarsi nei dati di Confindustria. Ci sono, certo, questioni che preoccupano. Una è l’off-shore: «Pensare di chiudere i rubinetti ad un settore è folle. Questa volta è capitato alle estrazioni, cosa può pensare un investitore straniero?  Chi gli garantisce che non capiterà in altri ambiti? Col blocco di 18 mesi delle estrazioni già alcune aziende hanno rinunciato ad investire in Italia». A livello locale preoccupa invece la viabilità: «Servono risposte sul medio periodo».

I numeri, dunque. Nel secondo semestre 2018 – evidenza Confindustria –  rispetto allo stesso periodo del 2017 crescono fatturato totale (+7%), produzione (+3,7%), occupazione (+3,7%) e ordini totali in aumento per il 40% del campione. Il grado di internazionalizzazione si attesta al 27,1%. Nelle previsioni la produzione viene vista stazionaria dal 56,6% delle imprese; così come stazionari saranno gli ordini per il 48% del campione; anche l’occupazione non sarà modificata per il 67,9% del campione, mentre il 27% la stima in crescita.

Anche l’osservatorio sugli investimenti evidenzia una crescita in proporzione al fatturato (+3,9%), e in generale rispetto al 2017 (+16,2%).
Gli investimenti si concentreranno su ICT, formazione, linee di produzione e ricerca e sviluppo. La provincia di Rimini – che insieme a quella di Ravenna forma l’area di Confindustria Romagna (il territorio di Forlì-Cesena è ancora autonomo) segna una produzione maggiore di quella di Ravenna (+4 per cento) ma Tarozzi invita in sintesi a non preoccuparsi delle differenze decimali soprattutto su territori a vocazione così diversa.

Gli Industriali hanno sul tavolo anche un progetto dedicato a risorse umane e formazione. Attraverso il Centro studi si vuole costituire un osservatorio sull’evoluzione delle professionalità all’interno dell’industria il fenomeno dell’innovazione organizzativa e delle sue conseguenze, in termini di scelte di gestione del personale, è strategico: la transizione verso approcci gestionali coerenti con una logica di ‘Industria 4.0’ genera infatti sfide e criticità rilevanti nella gestione delle persone, delle loro competenze e del loro benessere. In particolare Tarozzi, affiancato dal professor Francesco Barbini, docente nel corso di ScienzeAziendali a Rimini, invita le imprese a sviluppare le risorse interne con un occhio particolare al fattore umano che non può essere sostituito dalle macchine.

Il progetto di ricerca punta a una ricognizione e valorizzazione delle best-practices adottate in Emilia-Romagna e nel mondo. Nonostante la proliferazione di studi e ricerche condotte sul welfare aziendale negli ultimi anni, vi sono alcuni interrogativi importanti su questo tema che restano ancora aperti.  Ad esempio, vi è scarsa conoscenza della diversa propensione imprenditoriale ad attuare politiche di welfare aziendale, delle ricadute di queste politiche sulla produttività e redditività, delle azioni di welfare più efficaci per il benessere e la soddisfazione delle diverse categorie di lavoratori, delle strategie attraverso cui le aziende realizzano o accedano al welfare. L’sservatorio vuole dare un contributo in questo senso.

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