La preoccupazione di Cna: «Imprese ravennati in calo, in Italia crescono»

Dati 2018. L’associazione di categoria «chiede politiche per la nascita di nuove attività». Premiate le 11 aziende che nel 2018 hanno aumentato i propri occupati

Hanno sviluppato la loro attività nel 2018 con un aumento degli occupati. Questa la motivazione per la scelta delle undici imprese ravennati premiata da Cna per la ventunesima edizione di “Sviluppo e Occupazione”. In totale oltre 280 le aziende premiate in questo arco di tempo. Sono state premiate Autocarrozzeria Ennegi (Massalombarda), Azzurra snc (Faenza), Coop. Pescatori Penso Luigi (Cervia), Eden Frutta da Zio Natale (Ravenna), Energy Service (Ravenna), Gea (Sant’Agata sul Santerno), Mecalfast (Alfonsine), Millimetri (Faenza), Passa Parola (Cervia), Scala Alberto (Castel Bolognese), Sporting Club (Ravenna).

«Vogliamo ricordare – sottolineano il presidente e il direttore della Cna, Pierpaolo Burioli e Massimo Mazzavillani – che questi importanti risultati aziendali sono stati conseguiti in un anno, il 2018, ancora caratterizzato da timidi segnali di ripresa, ben al di sotto della media europea. Con una crescita del Pil nazionale pari allo 0,9 percento abbiamo, comunque,  realizzato il quinto incremento consecutivo, pur rimanendo abbondantemente al di sotto dei livelli di crescita registrati nel 2017».

I dirigenti sono preoccupati per la mancanza di dati positivi per la movimentazione aziendale: «Purtroppo, anche nel 2018, abbiamo registrato una flessione della movimentazione aziendale provinciale sia nel Registro Imprese che nell’Albo delle imprese artigiane. Analoga tendenza è stata registrata su scala regionale. Questi dati, peraltro, sono in controtendenza a quelli nazionali che mantengono invece il segno positivo. A dimostrazione che il trend negativo, purtroppo, non si è ancora ribaltato completamente, soprattutto nei nostri territori e, in particolare, nell’ambito dell’economia reale».

Nel periodo 2008-2018 il Registro Imprese della Camera di Commercio di Ravenna (artigianato compreso) ha perso ben 3.531 imprese con una flessione percentuale dell’8,38 percento, il solo comparto artigiano, nello stesso periodo, ha perso 1.639 imprese con una riduzione in termini percentuali quasi doppia (13,49). «Oggi, pertanto – continuano ancora Burioli e Mazzavillani – risulta fondamentale rimettere al centro dell’azione politica l’impresa, che è la primaria fonte del lavoro e l’elemento indispensabile per aumentare i livelli di produttività e per rimetterci in linea con le più competitive economie europee e mondiali. Perché la ripresa, quella vera, sostenuta dagli indicatori primari,  potrà avvenire solo ridando linfa all’economia reale. Per questo riteniamo strategiche le politiche per la nascita di nuove imprese, per favorire il ricambio generazionale, per dare priorità assoluta ai giovani e alle donne».

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