Stoccaggio gas San Potito, sindacato Ugl: «Coniugare sicurezza e occupazione»

Il progetto Edison prevede di utilizzare i giacimenti esauriti di metano come serbatoio per altro gas

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L’impianto di San Potito

In merito all’attività nel giacimento di gas naturale di San Potito di Bagnacavallo, dove sono previste prove di iniezione per valutare l’ampliamento della capacità di stoccaggio, il segretario del sindacato Ugl Chimici di Ravenna, Luca Michieletti, chiede di «coniugare sicurezza , salute e tutela ambientale con la difesa dei posti di lavoro e lo sviluppo economico».

I campi della società Edison a San Potito e Cotignola hanno una capacità di stoccaggio di circa 400 milioni di metri cubi di gas naturale con undici pozzi attivi: i lavori di realizzazione dell’impianto sono iniziati nel maggio 2010 e sono stati conclusi nel maggio 2013. Il progetto di stoccaggio gas metano nei giacimenti esauriti riguarda diversi territori della provincia di Ravenna: Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Faenza, Solarolo e Castelbolognese .

Il sindacato Ugl Chimici di Ravenna, per voce del segretario Luca Michieletti dichiara che «è forte la propria volontà di offrire un fattivo contributo e sostegno, a tutti gli attori sociali ed economici interessati, così come la comunità locale, affinché venga opportunamente prestata la massima attenzione tesa a migliorare le condizioni del lavoro e del luogo dove viene svolto, utilizzando come riferimento gli importanti criteri stabiliti dalla norma vigente che prevede un: “complesso di disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno».

Per concludere l’Ugl reputa «che vadano salvaguardati i posti di lavoro, per il beneficio che creano alle persone e per la promozione dello sviluppo locale, utile ad evitare a livello generale il deleterio incremento del debito pubblico nazionale. Valori, quelli della tutela ambientale e dello sviluppo economico, che non sono affatto contrastanti tra loro, soprattutto in questo particolare momento di difficoltà dovuto alla pandemia da Covid 19 con relativa chiusura di centinaia di attività e la perdita di posti di lavoro».

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