Secondo uno studio commissionato dalla Regione Emilia-Romagna, di cui l’ente di Bologna non riporta dettagli a proposito degli autori, per le prime tre tappe del Tour de France in Italia (dal 29 giugno all’1 luglio) si possono prevedere circa 1,8 milioni di spettatori presenti in Italia, di cui oltre 730mila in Emilia-Romagna. Arriveranno a circa 150mila le presenze previste negli alberghi, oltre la metà in Emilia-Romagna. Senza dimenticare le oltre duecento televisioni collegate da tutto il mondo. Importanti le ricadute economiche, con un indotto diretto di 59 milioni di euro, di cui 29 milioni in regione, più l’indotto e i benefici indiretti a livello nazionale per ulteriori 47 milioni, con altri 13 milioni sulle aziende della filiera del ciclismo per un totale che si avvicina a 120 milioni.
Nel 2022 fu la Danimarca a ospitare le prime tre tappe. Il report ufficiale degli organizzatori sull’impatto complessivo parlà di 102 milioni di euro di ricadute (70 dal turismo interno e 32 da quello estero). E ancora: nelle cinque città attraversate dalla carovana di ciclisti la spesa turistica è cresciuta di 45 milioni rispetto alla media del periodo e gli spettatori delle tre tappe sono stati quasi due milioni.
«Il Tour de France è uno dei tre eventi sportivi più importanti sul piano internazionale – ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – e averlo portato in Emilia-Romagna è per noi motivo di grande orgoglio. Davvero un’occasione irripetibile di promozione in tutto il mondo, non solo dell’Emilia-Romagna, ma di tutto il Paese. Tanto più importante per noi ad un anno dalla drammatica alluvione. Grazie, dunque, al direttore generale Christian Prudhomme che ha creduto nella nostra proposta, nata da un’idea di Davide Cassani, grande ciclista e presidente della nostra Apt, la società per la promozione turistica della Regione. E grazie a tutti quanti, Comuni in testa, che si stanno prodigando per garantire un’organizzazione ottimale all’altezza della nostra reputazione di terra ospitale e generosa».
Cassani, ex professionista del ciclismo di Solarolo, parla di sogno che si avvera: «Poter esporre il trofeo nelle località di tappa ci riempie di orgoglio e soddisfazione per essere riusciti in un’impresa già tentata altre volte senza successo. Ho vissuto la Grande Boucle sia da ciclista che da commentatore sportivo e conosco bene l’energia che questo evento è capace di generare tra le persone. Lo sport unisce, crea benessere ed è anche una risorsa turistica e un volano economico, e tutto questo si eleva ai massimi livelli con il Tour, che invaderà pacificamente la nostra regione con la sua contagiosa atmosfera. Tutto il mondo potrà vedere le nostre eccellenze, le nostre bellezze, il nostro mare, il nostro entroterra».
Cervia sarà coinvolta dal tracciato della seconda tappa e cervese è Andrea Corsini, l’assessore regionale al Turismo: «Avere la partenza del Tour in Italia per me significa portare le Olimpiadi per tre giorni in Emilia-Romagna».
Un treno regionale giallo lungo la via Emilia
In occasione del Tour de France in Italia, un treno regionale giallo viaggerà sui binari dell’Emilia-Romagna. Il convoglio, che sulla livrea ha le foto dei campioni della due ruote – a partire dai Gino Bartali, Fausto Coppi e Marco Pantani – coprirà la tratta Milano-Ancona via Faenza. Il treno è stato inaugurato nei giorni scorsi nella stazione centrale di Bologna e viaggerà fino al 21 luglio.
«Per un’occasione unica ci voleva un treno unico – spiega l’ad di Trenitalia Tper, Alessandro Tullio – e il nostro treno Rock è simbolo di modernità, che sposa però la tradizione del ciclismo. Viaggerà tutti i giorni sulla tratta della via Emilia, da Ancona a Milano e lo vedranno in tantissimi». Per Gioia Bartali, nipote di Gino che di tour ne ha vinti due a distanza di 10 anni l’uomo dall’altro (1938 e 1948), «è un motivo di orgoglio incredibile vedere l’immagine del nonno sulla livrea del treno, ne sarebbe molto felice».