È piadina romagnola certificata Igp anche con olio di semi di girasole

Cambia il disciplinare approvato nel 2014

PiadinaCambia il disciplinare che regola la certificazione Igp della piadina romagnola. Si apre alla possibilità di alcune varianti divenute parte integrante nella produzione. Prima di tutto sul fronte delle farine con la possibilità anche dell’utilizzo di farine di farro. Inoltre riconosce materie opzionali come latte vaccino, miele di fiori e l’olio di semi di girasole purché utilizzato insieme e in quantità inferiore all’olio extravergine d’oliva.

Il prodotto simbolo della Romagna ha ottenuto nove anni fa (4 novembre 2014) la certificazione Igp (Indicazione Geografica Protetta) dalla Commissione Europea con lo scopo di valorizzare il prodotto e tutelarlo dai rischi di contraffazione in varie parti del mondo. A condurre la battaglia  per la certificazione è stato il Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola. Da quel momento in poi la “Piadina Romagnola/Piada Romagnola” è solo quella prodotta nel suo luogo di origine, ovvero la Romagna, nel rispetto del Disciplinare europeo. Farina, acqua, sale, strutto o olio d’oliva sono i quattro semplici ingredienti da impastare a dovere.

Così si legge nel Disciplinare aggiornato: “Numerosi produttori integrano gli ingredienti di base per realizzare prodotti più personalizzati, sulla scia di quanto accadeva quando la produzione era casalinga o micro-artigianale, e ogni famiglia ritoccava in modo più o meno evidente la ricetta di base, oggi riportata nel disciplinare. Tra questi ingredienti il latte e il miele sono quelli più utilizzati, e sono anche richiamati più spesso della documentazione storica. Questa modifica potrà permettere a più produttori, in gran parte – ma non solo – piccolissime imprese, di partecipare alla produzione Igp Piadina Romagnola, utilizzando le ricette da essi adottate da molto tempo a questa parte e uniformandole al disciplinare e al sistema di controllo della Igp”.

La produzione certificata Igp lo scorso anno è stata di 23.756 tonnellate per un valore alla produzione che ha sfiorato i 34 milioni di euro. Interessante è il trend di crescita della produzione Igp, che in nove anni ha registrato un incremento del +251% pari a quasi 17mila tonnellate in più: è passata dalle 6.768 tonn del 2014, all’atto dell’adozione della certificazione, alle 23.756 tonn dello scorso anno.

Il Consorzio è nato dalla fusione delle precedenti associazioni promotrici del riconoscimento come Igp, è sostenuto da un gruppo di produttori da Rimini a parte della provincia di Bologna (9 comuni sul tracciato del fiume Sillaro), passando per Forlì, Cesena e Ravenna. Attualmente fanno parte del Consorzio 12 associati: Adp Food L’Angolo della Piada (Riccione); Alimenta Produzioni (Riccione); Deco Industrie (Bagnacavallo); Gastone (Ravenna); Gelosi Giorgia (Cervia); Gitoma (Bagnacavallo); Global Food (Misano); Morato Pane – Artigianpiada (Coriano); Negroni Umberto (Castel Guelfo – Bologna); Pagliacci Marilena (Cervia); Riccione Piadina (Riccione); Riviera Piada (Rimini).

Per potere essere vera piadina romagnola vanno rispettate alcune disposizioni contenute nel disciplinare. Ad esempio: la laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica, la cottura su un piano cottura che varia da 150 a 300°C con un massimo di 4 minuti. Due tipologie: diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e versione riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm).

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