giovedì
28 Agosto 2025

Lista per Ravenna: «Le statue dei gorilla al tribunale fanno paura, meglio altrove»

L’architetto Angelo Barboni si esprime a nome della formazione politica di Alvaro Ancisi

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Il cortile del tribunale di Ravenna

«Ho visto dei bambini spaventarsi e piangere in braccio alla madre, che camminava in fretta e a testa bassa per schivare le figure minacciose». L’architetto Angelo Barboni parla a nome di Lista per Ravenna, la lista civica rappresentata in consiglio comunale dal decano dell’opposizione Alvaro Ancisi, per criticare le celebri statue dei gorilla di Davide Rivalta nel cortile interno del palazzo di giustizia di Ravenna. «Trovo agghiacciante questa ubicazione, per il luogo in sé e per come queste figure incombono su chi, per propria necessità o su chiamata, si presenta all’ingresso». Vale la pena ricordare che le opere di Rivalta sono collocate in quel punto da 18 anni.

Per Barboni si tratta di realizzazioni artistiche notevoli. Ma altro dovrebbe essere il contesto per la loro collocazione: «Una Biennale d’Arte, una piazza d’armi o un parco, dove si trovano in effetti massicci animali scolpiti dal medesimo artista bolognese, li avrebbe valorizzati a dovere».

Il tribunale ravennate è stato progettato da Pier Luigi Spadolini ed è simile a quelli di tante altre città italiane: «L’architettura seriale applicata in molte città d’Italia è servita però a renderne più squallide le indifferenziate periferie. Ravenna, coi suoi infiniti anelli utili solo alla costruzione di ingressi a dei supermercati, non sfugge a questa logica, che distrugge l’individualità e unicità delle attività d’impresa della città, rendendola alla fine sempre più simile ad un osso buco».

Barboni definisce le statue come il tocco finale di un incubo: «L’artista italiano è famoso nel mondo per rendere l’essenza agli animali che riproduce a grandezza naturale. Qui, li ha però creati non tanto imponenti quanto minacciosi, espressione di forza bruta che schiaccia e annulla il povero avventore della giustizia umana».

Lo stesso architetto, poche settimane fa, aveva lanciato la proposta di dipingere di blu con nuvole bianche il tetto del forno crematorio di Ravenna.

Ecco come sarà il nuovo incrocio sull’Adriatica per entrare a Milano Marittima

Un’opera da 8 milioni di euro che renderà più facile anche l’accesso al santuario della Madonna del Pino

Svincolo Madonna Del PinoMettere in sicurezza un incrocio già teatro di incidenti stradali, facilitare l’accesso a un santuario, togliere da Cervia il traffico diretto a Milano Marittima, migliorare una delle porte di accesso alla località costiera. Sono gli obiettivi che dovrà soddisfare il nuovo svincolo con bretella sulla statale 16 Adriatica all’altezza della chiesa della Madonna del Pino. Un’opera da 8 milioni di euro: la progettazione è inquadrata in un accordo tra Anas, Regione e Comune.

L’Amministrazione di Cervia, tramite il settore Programmazione e Gestione del territorio, ha espresso ad Anas l’interesse allo sviluppo della progettazione di fattibilità tecnico-economica dell’opera e alla compartecipazione alle spese di progettazione definitiva dell’intervento.

Anas con questa convenzione si impegna alla redazione del progetto definitivo di 120mila euro, a cofinanziarlo per 60mila euro e ad inserirlo nella propria programmazione pluriennale. Dopo aver ricevuto da parte del Comune il progetto di fattibilità tecnico-economica, l’Anas procederà alla redazione di una prima bozza dei principali elaborati del progetto definitivo da sottoporre alla valutazione preliminare degli Enti locali interessati. A conclusione delle valutazioni il progetto definitivo verrà completato e consegnato da Anas al Comune di Cervia e alla Regione Emilia Romagna.

Infine la progettazione esecutiva sarà attivata da Anas dopo l’approvazione del progetto definitivo e all’inserimento dello stesso all’interno della programmazione pluriennale.

Quindi dove si può andare e cosa si può fare per le feste? Un riepilogo dettagliato

Districarsi tra regole e deroge dell’ultimo Dpcm per il Natale non è facile. Proviamo a fare uno schema diviso per giorni con le principali questioni riguardanti spostamenti e ritrovi

confusion chaos dubbiAvete ascoltato Giuseppe Conte ma siete rimasti confusi? Non siete soli. Non sapete quando potete andare a fare shopping, se potete fare il cenone e chi dovete depennare dalla lista degli invitati? Proviamo a mettere ordine.

In sintesi nel periodo tra il 24 dicembre e il 6 gennaio nei festivi e prefestivi l’Italia sarà zona rossa (praticamente il lockdown della primavera) e negli altri giorni zona arancione. Ma ecco il dettaglio.

Dal 21 al 23 dicembre
Emilia-Romagna in zona gialla
È lo scenario in vigore dal 6 dicembre. Negozi aperti fino alle 21, bar e ristoranti chiusi dalle 18 alle 5, centri commerciali chiusi nei weekend, coprifuoco dalle 22 alle 5. La novità è il divieto di spostamento tra regioni (questo valido fino al 6 gennaio) salvo che per motivi di lavoro, salute e necessità, le stesse ragioni che giustificano i movimenti nel coprifuoco. C’è anche il divieto di raggiungere le seconde case fuori regione.

Dal 24 al 27 dicembre
Tutta Italia in zona rossa
Consentiti solo gli spostamenti per motivi di lavoro, salute e necessità. Consentito, una sola volta al giorno fra le 5 e le 22, lo spostamento verso una sola abitazione privata ubicata nella medesima regione e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di 14 anni sui quali tali persone esercitino la potestà genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Consentita l’attività motoria nei pressi della propria abitazione. Consentita l’attività sportiva all’aperto ma solo in forma individuale. Chiusi negozi, centri estetici, bar e ristoranti (consentiti l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza restrizioni). Aperti supermercati, negozi di beni alimentari e di prima necessità, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie, parrucchieri, barbieri.

Dal 28 al 30 dicembre
Tutta Italia in zona arancione
Consentiti gli spostamenti all’interno del proprio comune. Consentiti gli spostamenti dai piccoli Comuni (fino a 5mila abitanti) in un raggio di 30 chilometri senza poter andare nei comuni capoluogo di provincia. Chiusi bar e ristoranti (consentiti l’asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza restrizioni). Aperti i negozi fino alle 21.

Dal 31 dicembre al 3 gennaio
Tutta Italia di nuovo in zona rossa (vedi sopra).

4 gennaio
Tutta Italia in zona arancione (vedi sopra).

5 e 6 gennaio
Tutta Italia ancora in zona rossa.

Nell’ambulatorio di un veterinario uno scatolone con 615mila euro in contanti

Denaro sequestrato insieme a farmaci per l’eutanasia di cani e gatti e alcune carcasse. Riscontrate pessime condizioni igieniche

Pexels Pranidchakan Boonrom 1350591In uno scatolone nell’ambulatorio di un noto veterinario ravennate sono stati ritrovati e sequestrati 615mila euro in contanti. L’intervento della polizia locale e dei carabinieri forestali di Ravenna e Roma (Soarda) si è svolto nei giorni scorsi per le verifiche legate alla morte di un cane. La notizia è riportata oggi, 19 dicembre, sull’edizione locale del Resto del Carlino.

Oltre al denaro, sono stati sequestrati decine di etichette false di fustelle relative al vaccino anti-filaria, farmaci per l’eutanasia degli animali del tipo Tanax non tracciabili sui documenti, altri farmaci in passato usati come dopanti e alcune carcasse di animali. Le autorità avrebbero anche riscontrato pessime condizioni igieniche

Secondo quanto si legge nell’articolo firmato da Andrea Colombari, la questione più delicata dovrebbe riguardare il Tanax, il cosiddetto farmaco per l’eutanasia di cani e gatti. Poche le confezioni rinvenute a fronte della dozzina ricevuta dal veterinario in circa un anno e mezzo ma mancherebbero tracce documentali o carcasse che possano giustificare un uso così importante.

Controlli sui camion in strada: uno su quattro non rispetta i tempi di riposo

Il bilancio annuale dell’attività di controllo sui cronotachigrafi dei mezzi pesanti: in totale fermati 260 veicoli, l’ultimo ha avuto una sanzione di mille euro

Foto Autotrasporto 4Nel corso dell’anno 2020 la polizia locale di Ravenna, con l’ufficio Strumentazione tecnica controllo del trasporto pesante (Stctp), ha effettuato 260 controlli nei confronti di mezzi pesanti di cui 180 ad aziende italiane e 80 ad aziende estere dai quali sono scaturite 60 sanzioni relative al mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo; in 4 casi sono state riscontrate manipolazioni al cronotachigrafo ed in un caso è stato addirittura riscontrato un conducente che guidava utilizzando la carta tachigrafica intestata ad un altro autista dipendente della stessa azienda.

L’ultimo episodio risale a ieri, 18 dicembre. In via Baiona il controllo su un veicolo di un ditta siciliana, effettuato con l’ausilio del software dedicato “Police controller”, ha fatto emergere irregolarità relative al reiterato mancato rispetto della normativa sui tempi di guida e di riposo da parte conducente. In totale quattro verbali di contestazione per un totale di sanzioni pari a circa mille euro. Come previsto dalla normativa, la polizia municipale ha fatto il download di tutti i dati contenuti nel cronotachigrafo del veicolo oggetto del controllo riservandosi la facoltà di compiere ulteriori accertamenti da cui potrebbero quindi scaturire ulteriori sanzioni a carico dell’azienda.

Sempre nel 2020, inoltre, sono stati effettuati controlli mirati alla prevenzione e repressione della guida con veicoli non revisionati e non assicurati attraverso l’ausilio del software “Targa System” in dotazione che consente un controllo massivo dei veicoli in transito e, nonostante le proroghe di validità che sono state periodicamente concesse e rinnovate a causa dell’emergenza da Covid19 relativamente alle revisioni dei veicoli, da quest’ultima attività sono scaturite 60 sanzioni per veicoli non in regola con la revisione periodica e 20 sanzioni nei confronti di veicoli trovati a circolare sprovvisti di copertura assicurativa.

Il Comune ritira gli alberi di Natale dei cittadini e li pianta nei parchi

Iniziativa ambientalista in collaborazione con la Protezione civile. L’assessora: «Idea semplice ma segno importante»

Albero Di Natale 1Si chiama “Natale sempreverde” il progetto ambientale del Comune di Bagnacavallo per queste festività, promosso in collaborazione con il gruppo comunale di Protezione civile e rivolto a tutti i cittadini. Il progetto prevede che chi ha utilizzato un abete per il proprio albero di Natale possa contattare, concluse le festività, la Protezione civile che verrà a ritirarlo per poi ricollocarlo a dimora negli spazi idonei e disponibili dei parchi cittadini. Il numero da contattare per il ritiro è il 333-7103154.

«Siamo sempre più impegnati nella tutela e nella promozione del verde pubblico – ricorda l’assessora all’Ambiente Caterina Corzani – e anche un’idea semplice come quella su cui si basa il nostro progetto può essere un segno importante. Potremo infatti, con la collaborazione dei cittadini, salvare dall’abbandono gli alberi di Natale non più utilizzati e al tempo stesso arricchire il patrimonio verde del territorio a disposizione di tutti».

Sequestrata casa da 160mila euro, l’accusa: «Comprata con i guadagni dello spaccio»

Operazione della guardia di finanza. L’immobile è di un 55enne che faceva solo l’aiuto cuoco in estate: un anno fa era stato arrestato mentre cedeva cocaina

Foto Sequestro ImmobileLa guardia di finanza ha sequestrato un appartamento del valore di 160mila euro a Tagliata di Cervia, di proprietà di un 55enne albanese, perché ritiene che sia stato acquistato con i guadagni di una lunga carriera da spacciatore di cocaina. Infatti l’unica attività lecita dichiarata dall’uomo, residente da oltre vent’anni a Cervia, erq quella di aiuto cuoco negli alberghi della zona nel periodo estivo. L’immobile sarà confiscato e passerà nelle disponibilità dello Stato in caso di condanna definitiva per il 55enne che oggi è ai domiciliari dopo l’arresto di novembre 2019.

Proprio da quell’arresto è partita l’attività di accertamento della Tenenza di Cervia delle Fiamme Gialle. In quell’occasione l’acquirente della cocaina dichiarava che si riforniva dall’arrestato da 15 anni. I Finanzieri hanno avviato mirati accertamenti economico-patrimoniali che hanno permesso di rilevare un’evidente sproporzione tra i beni nella sua disponibilità ed i redditi leciti dichiarati nel corso degli anni. L’acquisto dell’appartamento di recente costruzione era solo l’ultimo tassello.

Il gip di Ravenna, riconoscendo la provenienza illecita delle risorse finanziarie a base di tale arricchimento patrimoniale, emetteva nei giorni scorsi il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca dell’immobile.

Nella giornata di ieri, 18 dicembre, i militari hanno eseguito il provvedimento e notificato all’indagato la confisca definitiva degli oltre novemila euro in contanti, rinvenuti in casa e sequestratigli in occasione del suo arresto.

Lugo diventa sede universitaria: Ingegneria meccatronica all’ex Iter dal 2022

Il corso di laurea triennale di Bologna si insedierà nel centro ricerca da settemila mq che sta costruendo l’Unitec nell’ambito di un ambizioso progetto di riqualificazione dell’area che ospitava la sede della coop edile in via Provinciale Cotignola

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Un rendering dell’area ex Iter con la riqualificazione voluta da Unitec

L’Università di Bologna si insedia a Lugo con un corso di laurea. Dal 2022 l’area ex Iter in via Provinciale Cotignola, oggi di proprietà della Unitec, ospiterà la triennale in Ingegneria meccatronica.

Si tratterà di un corso professionalizzante di tre anni, che oltre a lezioni in aula, darà forte valore alla formazione connessa al lavoro sul campo, attraverso sperimentazioni in laboratorio e attraverso un anno di tirocinio all’interno delle aziende.

La volontà dell’Unitec è stata determinante per il risultato. L’azienda internazionale, specializzata in soluzioni tecnologiche per la lavorazione e la classificazione della qualità dell’ortofrutta, aveva già presentato un ambizioso progetto per la riqualificazione dell’area dove una volta sorgeva la cooperativa edile travolta dalla crisi.

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Un rendering dell’area ex Iter con la riqualificazione voluta da Unitec

La sede del corso, per la precisione, sarà il nuovo Centro Ricerche che opererà su innovazione e intelligenza artificiale, meccanica, meccatronica e robotica e che sarà realizzato a partire dal 2021: uno spazio che conta settemila mq di laboratori, sale formazione, uffici, sale riunioni e un’area dedicata alla realizzazione di prototipi. Il tutto affiancato a un centro servizi con mensa, palestra, una sala relax, una sala lettura e una foresteria. Un vero e proprio campus dedicato alla ricerca tecnologica.

Oltre alla spinta di Unitec, per la buona riuscita del progetto sono stati fondamentali il sostegno del Comune di Lugo, di Confindustria Romagna e della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte di Lugo. Fondamentale e strategico è stato anche il sostegno di alcune realtà imprenditoriali, tra le principali del comprensorio, come Deco Industrie (Bagnacavallo), Diemme Enologia (Lugo), Eurovo (Sant’Agata sul Santerno), Bucci Automations (Faenza), Madel (Lugo), Marini (Alfonsine), Natura Nuova (Bagnacavallo), Pucci (Lugo), Sica (Alfonsine), Surgital (Lavezzola) e Vulcaflex (Cotignola), che hanno colto fin da subito l’opportunità di rendere concreto nel territorio il forte legame tra giovani e mondo del lavoro, tra formazione e impresa.

Il “pane di una volta” della Fornarina di Ravenna in aiuto a bimbi malati e poveri

Iniziativa all’insegna della bontà in tutti i sensi del panificio di Akami fino a domenica 20

Sacco Pane FornarinaAperto da qualche mese in via di Roma 135, a Ravenna, La Fornarina di Akamì è un panificio nato dal desiderio di riportare in vendita il “pane di una volta”. La sede è quella storica di un forno aperto nel 1908, il nome è lo stesso di sempre, ma l’idea imprenditoriale è tradizionale quanto innovativa: una proposta di prodotti da forno che viene presentata in questo fine settimana fino a domenica 20 dicembre, in maniera semplice ma anche speciale, con “un sacco di solidarietà” a sostegno di chi ne ha bisogno.

Acquistando una pagnotta da 1 kg di farina di grano tenero insieme alla borsa portapane, con un contributo di 10 euro, verranno devolute 5 euro al progetto “In connessione per condividere sorrisi – Wi-Fi in pediatria” dell’Associazione Agebo – Assistenza Genitori e Bambini Ospedalizzati, mentre, con un contributo di 15 euro, 10 euro andranno al progetto “Il Piatto Sospeso” di RavennaFood e Ecologia di Comunità.

Riscoprire il pane come alimento e nutrizione, ritrovare gli antichi sapori, la croccantezza e l’inconfondibile profumo di un tempo, dando valore alla filiera e alla materia prima di qualità, sono la base del modello di sviluppo de La Fornarina, in un’ottica di beneficio collettivo.

«Nella nostra esperienza di ristoratori da Akamì Casa&Bottega ci siamo accorti di non riuscire a trovare pani che rispondessero alle nostre esigenze, così abbiamo iniziato a produrli internamente. L’idea di specializzarci nella lavorazione dei prodotti da forno è scaturita dalla richiesta dei clienti di acquistare per uso domestico il pane e la pizza che trovavano nel nostro ristorante», dichiara Marco Luongo, chef e co-titolare di Akamì e La Fornarina.

Un’opportunità che per passione e intraprendenza Marco Luongo e il socio Jacopo Mutti non si sono fatti scappare. «Il pane tradizionalmente era un alimento così importante da avere significati sociali e rituali. Per due anni abbiamo girato i panifici italiani per capire come poter recuperare il suo gusto, il suo nutrimento e i suoi valori. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare due persone meravigliose che ci hanno aiutato a trovare una nostra strada, Francesca di “Pan  di Fra” di Senigallia e Armando di “Forneria Voglia di Pane” di Brescia. Oggi il nostro pane è preparato con solo farine italiane biologiche macinate a pietra e lasciato lievitare naturalmente non meno di 24 ore», spiega Mutti, che aggiunge: «Abbiamo deciso di puntare sulla qualità elevatissima delle materie prime ma ancora non siamo riusciti ad accorciare al massimo la filiera utilizzando solo prodotti locali. È il nostro prossimo obiettivo».

Ufficiale: 10 giorni di zona rossa e 4 di arancione in tutta Italia dal 24 dicembre

Il premier Conte ha confermato la linea dura, ristori per bar e ristoranti, che resteranno chiusi fino al 6 gennaio

LUMINARIE DANTE E NATALE 2020 CENTRO RAVENNAZona rossa (quindi con ristoranti e negozi chiusi) nei festivi e prefestivi, arancione negli altri. Il premier Giuseppe Conte presenta in conferenza stampa le nuove misure, confermando la linea dura.

Divieti pesanti quindi per il 24, 25,26 e 27, dal 31 dicembre al 3 gennaio e il 5 e il 6 gennaio, quando non si potrà praticamente uscire di casa se non per motivi di salute, lavoro e necessità. Restano in arancione i giorni 28, 29 e 30 dicembre e 4 gennaio, quando la circolazione sarà libera solo all’interno del proprio comune.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio quindi non potranno aprire mai (se non per asporto e domicilio) bar e ristoranti. Per loro nel decreto sono già previsti ristori compensativi, ha detto il premier.

Rimane la deroga di poter invitare in qualsiasi giornata due persone non conviventi a casa, oltre a minori di 14 anni, non considerati, al pari delle persone con disabilità. Ma solo dalle 5 alle 22.

Deroghe per gli spostamenti solo per i cittadini che abitano nei comuni sotto i 5mila abitanti, che potranno muoversi entro 30 km, ma senza andare nel comune capoluogo.

Covid, 131 nuovi casi a Ravenna e altri 10 morti. 17 i ricoverati in rianimazione

 

Sono 131 (di cui 68 asintomatici), su 1.977 tamponi eseguiti, i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore in provincia di Ravenna, come da bollettino regionale di oggi, 18 dicembre. 12 i nuovi ricoverati. 134 le guarigioni accertate.

Oggi la Regione ha comunicato anche altri 10 decessi per la provincia di Ravenna: si tratta di 4 pazienti di sesso maschile di 78, 87, 92 e 93 anni e di 6 pazienti di sesso femminile di 85, 86, 88, 90, 93, 95 anni.

Il bollettino regionale di oggi, 18 dicembre

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 152.204 casi di positività, 1.745 in più rispetto a ieri (di cui 840 asintomatici), su un totale di 16.762 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri scende al 10,4%.

Le persone complessivamente guarite sono 1.920 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 82.928.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 62.326 (-250 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 59.355 (-214), il 95,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 75 nuovi decessi: 4 a Piacenza (tre donne, rispettivamente di 71, 91e 98 anni; e un uomo di 76 anni), 2 in provincia di Parma (una donna di 87 anni e un uomo di 91 anni); uno in provincia di Reggio Emilia (si tratta di un uomo di 71 anni); 4 nel modenese (due donne, entrambe di 86 anni, e due uomini, rispettivamente di 88 e 90 anni); 41 in provincia di Bologna (24 donne – di 57e 65 anni, due di 77anni, due di 85 anni, due di 86, una di 87, una di 88, una di 90, una di 93, una di 94, due di 95, due di 96 anni, due di 98 anni, una di 100 anni. Le rimanenti 4 donne, dell’imolese, sono rispettivamente di45, 64, 83, 86 anni; e 17 uomini – 66 e 68 anni, due di 74anni, uno di 77, due di 80 anni, uno di 82, uno di 84, uno di 85, uno di 89, due di 90, uno di 91, e tre di Imola: di 78, 83 e 84 anni; 6 nel ferrarese (una donna di 93 anni e 5 uomini, rispettivamente di 73, 83, 85, 91 e 92 anni); 10 in provincia di Ravenna (6 donne – di 84, 86, 88, 90, 93 e 95 anni – e 4 uomini, rispettivamente di 78, 87, 92 e 93 anni); uno a Forlì-Cesena (e precisamente: una donna di 90 anni); 6 nel riminese (due donne di 89 e 91 anni; e 4 uomini, rispettivamente di 69, 75, 85 e 87 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 6.950.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 207 (+1 rispetto a ieri), 2.764 quelli negli altri reparti Covid (-37). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 16 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 15 a Parma (-3), 21 a Reggio Emilia (-2), 39 a Modena (+4), 55 a Bologna (numero invariato rispetto a ieri), 6 a Imola (+1), 15 a Ferrara (invariato), 17 a Ravenna (+1), 4 a Forlì (-1), 1 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 14.147 a Piacenza (+80 rispetto a ieri, di cui 45 sintomatici), 12.105 a Parma (+87, di cui 60 sintomatici), 21.279 a Reggio Emilia (+228, di cui 107 sintomatici), 27.922 Modena (+381, di cui 221 sintomatici), 30.026 a Bologna (+355, di cui 159 sintomatici), 4.829 casi a Imola (+78, di cui 16 sintomatici), 7.703 a Ferrara (+65, di cui 19 sintomatici), 10.895 a Ravenna (+131, di cui 63 sintomatici), 5.347 a Forlì (+57, di cui 42 sintomatici), 5.010 a Cesena (+87, di cui 69 sintomatici) e 12.941 a Rimini (+196, di cui 104 sintomatici).

Entrano per due tazze di tè, poi distruggono il locale: rissa in un bar del centro

Tazze, bicchieri e bottiglie distrutti, sangue ovunque. Il titolare del Costa Cafè: «Li denuncio e chiedo i danni»

“Far west” al Costa Cafè, in pieno centro a Ravenna, dove nel primo pomeriggio di oggi (18 dicembre) è scoppiata una rissa tra due clienti.

Sul posto la polizia e due ambulanze, che hanno portato i ragazzi al pronto soccorso, uno con ferite lievi, l’altro con tagli più profondi. Tanto che tracce di sangue sono sparse un po’ in tutto il bar, messo sottosopra dai due, che erano entrati attorno alle 15 per consumare due tazze di tè.

Si tratta di due persone di nazionalità straniera, un albanese e un nordafricano.

I presenti non sono riusciti a capire il motivo della lite, violentissima, con tazzine, bicchieri e bottiglie mandate in frantumi.

«Non so che fare – commenta disperato il titolare del bar, Dino Dal Fiume –, recentemente sono stato costretto a tenere chiuso il mio bar per colpa di alcuni ragazzi che si erano fermati a consumare fuori, ora ritrovo il mio locale distrutto, con sangue dappertutto, da due che erano entrati per consumare del tè. Cosa dovrei fare? Sicuramente li querelo, se posso. E chiederò i danni, compresa anche la mezza giornata di chiusura forzata di oggi».

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