domenica
24 Agosto 2025

Quali corsi di laurea trovo a Ravenna? La risposta nell’open day in streaming

Appuntamento il 17 novembre dalle 15 con Microsoft Teams. Iniziativa promossa dal campus con la collaborazione di Fondazione Flaminia

UNIVERSITAQuali corsi di laurea posso frequentare a Ravenna? Per rispondere alla più classica delle domande degli studenti di scuola superiore, il campus universitario organizza anche quest’anno un open day dedicato all’offerta formativa: “Scegli Ravenna!” è il titolo dell’appuntamento in programma il 17 novembre dalle 15, ovviamente in via telematica per le note disposizioni contro gli assembramenti.

Scopo dell’evento, come detto, è far conoscere i corsi di laurea dell’Università di Bologna presenti a Ravenna: l’iniziativa è rivolta agli studenti degli ultimi due anni degli istituti superiori. L’evento si svolgerà a partire dalle 15 interamente online attraverso la piattaforma Microsoft Teams. Sarà possibile accedere a tutte le informazioni sui corsi di laurea semplicemente richiedendo le credenziali e registrandosi all’iniziativa.

Il campus ha deciso di privilegiare l’orario pomeridiano proprio per agevolare la partecipazione degli studenti e delle scuole. E quest’anno, grazie al format virtuale, consentirà a tutti gli studenti italiani e all’estero di potersi collegare per assistere alle presentazioni dei corsi di laurea.

L’open day, organizzato con la collaborazione di Fondazione Flaminia, prevede le presentazioni dei singoli corsi di laurea scaglionati nell’arco del pomeriggio. Sarà possibile approfondire contenuti didattici, prospettive occupazionali, modalità di accesso, attività di laboratorio. Nel complesso si tratta dei corsi di laurea in Beni culturali (ore 15), Società e Culture del Mediterraneo: istituzioni, sicurezza ambiente (ore 16), Conservazione e restauro dei beni culturali (ore 17), Scienze ambientali (ore 15), Chimica e tecnologie pe l’Ambiente e per i Materiali (ore 16), Ingegneria Edile (ore 17), Giurista per le imprese e per la pubblica amministrazione (15), Giurisprudenza (16), Logopedia (ore 15), Infermieristica (ore 16), Medicina e Chirurgia (17).

Emilia-Romagna in zona arancione da domenica. Costretti a chiudere bar e ristoranti

Ecco le nuove regole. Vietati gli spostamenti tra comuni

IMG 0998Ora è ufficiale: la nuova ordinanza regionale (che entrerà comunque in vigore dal 14 novembre) non è servita a sventare il passaggio dell’Emilia-Romagna dalla zona gialla a quella arancione.

Alla luce dei nuovi dati e delle indicazioni dell’Istituto Superiore della Sanità, il ministro Speranza si appresta infatti a far slittare l’Emilia-Romagna nella zona arancione. La conferma ufficiale arriva dall’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, che ha informato come comunque l’indice Rt in Emilia-Romagna sia sceso all’1,4. Il problema sono i ricoveri, in continuo aumento.

Queste le principali regole che saranno in vigore quindi anche in tutta la provincia di Ravenna, a partire da domenica 15 novembre:

  • vietati gli spostamenti tra regioni e tra comuni (salvo comprovati motivi di lavoto, studio, salute, necessità: è necessaria l’autocertificazione)
  • bar e ristoranti chiusi (consentito solo asporto e consegne a domicilio fino alle 22)
  • vietato circolare dalle ore 22 alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Si raccomanda di limitare gli spostamenti se non per motivi di salute, lavoro, studio e situazioni di necessità;
  • scuole superiori chiuse, sarà svolta attività didattica a distanza
  • centri commerciali chiusi nei festivi e nei prefestivi (esclusi negozi alimentari, farmacie ed edicole al loro interno)
  • mostre, musei, cinema, teatri, sale scommesse, bingo, piscine e paestre chiusi
  • sospese le prove pubbliche in presenza a parte i concorsi di abilitazione di medici, sanitari e Protezione civile
  •  chiuse le università: attività didattica a distanza salvo alcune attività per le matricole e per i laboratori
  • riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastico

Sono consentiti invece:

  • gli spostamenti all’interno del proprio comune
  • la consegna a domicilio
  • le attività sportive e l’attività motoria all’aperto, anche nelle aree attrezzate e nei parchi pubblici
  • Le scuole dell’infanzia, elementari e medie sono aperte.
  • Sono aperti inoltre negozi, alimentari, tabacchi, farmacie, parafarmacie, parrucchieri e centri estetici.

Diffusione contagio in provincia: in 24 ore 176 nuovi positivi e un decesso

Il bollettino quotidiano con il riepilogo anche regionale

Dall’inizio della pandemia da Covid-19 in provincia di Ravenna (primo caso a fine febbraio) si sono registrati 4.829 casi, di cui 176 (83 sintomatici) nelle 24 ore precedenti al mezzogiorno di oggi, 13 novembre. Nella stessa finestra temporale si è avuto anche il decesso di una donna di 90 anni affetta da coronavirus, è la morte numero 126 in otto mesi.

In Emilia-Romagna il totale dei casi è 83.068 casi di positività, 2.384 in più rispetto a ieri (tra cui i 176 ravennati), su un totale di 20.512 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi dell’11,6 percento, in lieve calo rispetto a ieri. Dei nuovi contagiati, sono 1.155 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 360 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 469 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,5 anni.

I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 48.156 (2.132 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 45.767 (+2.065 rispetto a ieri), il 95% del totale dei casi attivi.

Si registrano 40 nuovi decessi. Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 4.965.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 225 (-3 rispetto a ieri), 2.164 quelli in altri reparti Covid (+70).  Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 13 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 17 a Parma (-1), 23 a Reggio Emilia (+2), 52 a Modena (+4), 56 a Bologna (-11), 5  a Imola (-2), 19 a Ferrara (+4), 12 a Ravenna (invariato), 7 a Forlì (invariato), 2 a Cesena (invariato) e 19 a Rimini (+1).

Le persone complessivamente guarite salgono a 29.947 (+212 rispetto a ieri).

Il ponte di via Corriera Antica a Mandriole sarà rifatto, costerà 600mila euro

Demolizione della struttura attuale sullo scolo consorziale e ricostruzione con una larghezza di 8 metri senza giunti

Man Wearing Blue Hard Hat Using Hammer 544966Il ponte in via Corriera Antica a Mandriole, che attraversa lo scolo consorziale acque basse, sarà demolito e ricostruito con una spesa di 590mila euro a carico del Comune di Ravenna.

Si tratterà di demolire l’esistente e di procedere con la realizzazione del nuovo ponte in calcestruzzo con un impalcato lungo 18,3 metri e largo 8,2 metri costituito da travi prefabbricate secondo la tipologia di struttura “integrale” che consente l’eliminazione dei giunti. Via Corriera Antica è un collegamento della strada provinciale al fiume Reno, che costeggia fino ad intersecare la via Gattolo Inferiore a Sant’Alberto-Mandriole.

I lavori prevedono il ripristino della viabilità nei tratti precedenti e successivi al ponte in modo da garantire l’accessibilità in sicurezza agli insediamenti produttivi che insistono nella zona. L’intervento è stato approvato dalla giunta comunale e rientra nel programma di interventi sui ponti stradali (qui abbiamo fatto di recente una ricognizione generale della provincia).

Altri interventi di manutenzione straordinaria saranno realizzati in diversi tratti delle vie Delta, Bendazza e Canalazzo a Sant’Antonio e prevedono la realizzazione di una nuova pavimentazione in conglomerato bituminoso. La spesa impegnata è di 99mila euro. Analogo intervento sarà effettuato sulla via Canaletta, strada comunale extraurbana in località Piangipane, dove è previsto il rifacimento della vecchia pavimentazione stradale con la posa della  nuova pavimentazione. La spesa prevista è di 35mila euro.

Gli importi di tutti e tre i lavori sono finanziati nel piano degli investimenti 2020.

Il primario: «Il Covid non si combatte in ospedale, serve un mese di vero lockdown»

Maurizio Fusari è il direttore della Terapia intensiva in provincia di Ravenna: «Nella seconda ondata si muore meno nel nostro reparto, ora occorrono più letti ordinari». I pazienti positivi al coronavirus occupano un terzo dei posti disponibili: è il tetto massimo

298dca07 Detailed V158394502431057@2xIl Covid non si combatte negli ospedali ma fuori, ostacolando la sua diffusione, e per questo solo la riduzione della circolazione e dei contatti fra le persone può dare risultati. È la sintesi del pensiero del dottor Maurizio Fusari, direttore del reparto Anestesia e Rianimazione per l’Ausl Romagna in provincia di Ravenna. Il medico non ha dubbi: le strutture ospedaliere del territorio non sono in emergenza ma un mese di vero lockdown da subito sarebbe la misura da mettere in atto. Posizione già espressa dall’Ordine nazionale dei medici.

Dottor Fusari, vista da dentro al reparto di terapia intensiva, com’è la seconda ondata rispetto alla prima?
«Ora conosciamo meglio la malattia. Abbiamo capito che non è solo polmonare ma è sistemica, colpisce tutto il corpo. Per questo va affrontata con un approccio multispecialistico. Abbiamo imparato a fare i tracciamenti e abbiamo visto che la maggioranza dei contagiati non ha sintomi, altri li hanno come un’influenza e solo pochi hanno bisogno di ricovero. Interveniamo con più anticipo sui malati sapendo meglio che farmaci non usare. Nella prima ondata i pazienti morivano di più in terapia intensiva dove stavano di più, adesso invece c’è più bisogno di letti di degenza ordinaria».

Com’è l’organizzazione del suo reparto?
«Abbiamo alcuni ambienti a pressione negativa per evitare che eventuali droplet escano dalla stanza. Ci sono ambienti dove possono stare anche due pazienti Covid perché sono intubati e non generano droplet ma non possono stare con altri. Il personale che accudisce un paziente Covid poi non accudisce un non Covid nello stesso turno con gli stessi dispositivi di protezione».

Coronavirus OspedaleCome è variato il numero di letti rispetto allo scenario pre pandemia?
«Un anno fa avevamo 26 posti letto fissi distribuiti tra i tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo. Oggi di fatto abbiamo 8 posti in più: 4 a Lugo e 4 a Ravenna che sono semintensivi o di risveglio post chirurgico. La situazione è molto dinamica e per noi che lavoriamo non è facile ma ci consente di garantire la necessaria assistenza anche alla gente che ha altri problemi. All’11 novembre c’erano 13 casi Covid».

L’aumento dei letti è una risposta sufficiente?
«Non bastano le attrezzature per fare una terapia intensiva, quello di cui avremmo bisogno è altro personale: nei momenti più critici abbiamo avuto il supporto da altri reparti che andavano a velocità ridotta perché potevano procastinare le loro prestazioni senza causare danni alla persona».

La sanità locale ha le forze per affrontare l’inverno che abbiamo di fronte?
«In Romagna non credo che arriveremo al default come è successo in Lombardia o a Piacenza. Abbiamo ancora delle riserve da distribuire. Però il personale arriva stanco a questo momento: ferie e riposi sono saltati in primavera perché c’era da affrontare l’epidemia lancia in resta, in estate sono stati ridotti al minimo per cercare di recuperare i ritardi accumulati su altri fronti e ora torniamo di nuovo sotto pressione».

Ospedale Di RavennaLe indicazioni ministeriali sono di non superare la soglia del 30 percento dei letti di terapia intensiva per i pazienti Covid in modo da avere margini di manovra per il resto dei pazienti. È così?
«Al momento attuale sì. Potrebbe essere necessario modificare questa percentuale perché l’andamento epidemico è variabile».

Le limitazioni attuali alle attività commerciali e alla circolazione secondo lei sono sufficienti?
«I virus non hanno zampe e non hanno ali, non camminano e non volano: li portiamo in giro noi, quindi riduzione spostamenti uguale a riduzione diffusione. Semplice. Per questo penso che servirebbe un mese di lockdown vero, senza gente in giro. La lotta a questo virus ha un aspetto di socialità collettiva che è quasi sessantottina: i dispositivi di protezione sono strumenti di collettività. Il Covid non si combatte e non si vince in ospedale, se fosse così sarebbe una battaglia persa: la tracciatura dei contatti fatta dall’Igiene pubblica e il trattamento dei paucisintomatici fuori dagli ospedali sono sforzi enormi e fondamentali».

Si attende il vaccino. È fiducioso?
«Stiamo correndo verso il vaccino, stiamo cercando di restringere a due anni una procedura che abitualmente ne richiede sette o otto. Questo ha anche dei rischi ma se stiamo fermi stiamo già vedendo cosa succede, non possiamo permettercelo. Se mi verrà ordinato di farlo perché sono un sanitario lo farò per spirito di servizio anche se non saranno ancora disponibili dati di efficacia ottenuti da sperimentazioni su grandi numeri. Tecnicamente, mi aspetto un vaccino affidabile fra giugno e settembre 2021».

Ravenna, mercato aperto. Quelli contadini si trasferiscono al parco Strocchi

Si terranno anche a Castiglione, Mezzano, Piangipane, San Pietro in Vincoli e San Zaccaria

APERTURA MERCATO CONTADINO PARCO STROCCHI VIA VICOLI EMERGENA COVID RAVENNARestano aperti nel comune di Ravenna i mercati di via Sighinolfi/piazza Zaccagnini, Castiglione, Mezzano, Piangipane, San Pietro in Vincoli e San Zaccaria, che è stato possibile adeguare alle prescrizioni previste dall’ultima ordinanza regionale, la quale autorizza le attività di commercio in area pubblica e privata a patto che vengano regolamentate secondo le norme anti-covid.

Per realizzare le condizioni richieste dalla Regione le aree mercatali saranno perimetrate, avranno un unico varco di accesso separato da quello di uscita e saranno sorvegliate, affinchè non si creino assembramenti,  dalla Polizia locale in collaborazione con le associazioni di volontariato che si sono già rese disponibili durante l’emergenza della scorsa primavera e con i volontari dei vari territori.

Il mercato di via Sighinolfi/piazza Zaccagnini continuerà a svolgersi ogni mercoledì e sabato; il mercato di Castiglione il martedì; quello di Mezzano il martedì; di Piangipane, in piazza XXII giugno 1944, il giovedì; quello di  San Pietro in Vincoli il venerdì; di San Zaccaria il lunedì.

Gli orari di apertura previsti per tutti i mercati vanno dalle 8 alle 13.30.

I tre mercati contadini di piazza Della Resistenza, piazzale Farini e piazzale Marinai d’Italia vengono accorpati e trasferiti in parco Celso Strocchi (pista di pattinaggio), in via Ugo Foscolo,  dove si svolgeranno ogni lunedì e giovedì, dalle 14 alle 18, secondo il previsto orario invernale.

Rimane aperto anche il mercato Bio Marché che si tiene in piazza San Francesco il martedì dalle 16 alle 20.

Covid, nuova ordinanza: chiusi nel weekend dighe e moli a Ravenna

L’annuncio dopo le indicazioni del comitato per l’ordine pubblico

DigaL’Autorità portuale chiude le palizzate, spesso affollate in questi fine settimana.

Dopo le indicazioni della nuova ordinanza regionale e in seguito a quanto emerso dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, l’Autorità di Sistema Portuale ha infatti deciso di vietare a partire dal 14 novembre l’accesso a dighe e molti di Ravenna, dalle 22 di ogni venerdì sino alle 5 del lunedì.

Covid, Bonaccini ancora positivo, con polmonite. «Uscire solo se indispendabile»

Il presidente della Regione: «Fermeremo il contagio solo rispettando le limitazioni»

BonacciniIl Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è ancora positivo al coronavirus. E dopo una fase iniziale da asintomatico, vista la forte tosse persistente, è stato visitato e dopo ulteriori accertamenti gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale, sebbene ad uno stadio iniziale. Resterà sotto osservazione a casa.

Lo ha comunicato lo stesso Bonaccini in un post su Facebook in cui rinnova l’appello ai cittadini a rispettare le regole, anche della sua nuova ordinanza.

«Perché è solo dal rispetto di tutti delle limitazioni (anche di quelle non scritte: ad esempio stare a casa se non è davvero indispensabile uscire) che dipende la nostra capacità di fermare il contagio – scrive su Facebook Bonaccini –, di rallentare i ricoveri, di contenere i decessi. E di tutelare il diritto alla salute, al lavoro, alla scuola».

I ragazzi della Dad: da chi non ne può più fino ai videogiochi durante le lezioni

Le testimonianze di alcuni adolescenti ravennati: manca la normalità. E tutti hanno aumentato le ore di smartphone, computer e tv…

Adolescenti DadImpossibile raccontare lo stato d’animo degli adolescenti in un articolo di giornale, ancor meno nel bel mezzo di una pandemia che nel corso di questi mesi li ha travolti, privandoli spesso della loro routine scuola-amici-sport e tenendoli incollati ancor più di prima ai propri dispositivi elettronici.

Abbiamo però raccolto alcune testimonianze (che lasceremo anonime essendo tutti minorenni) tra ragazzi ravennati che frequentano le scuole superiori – quelle al momento chiuse per decreto in Emilia-Romagna, ma che continuano con la cosiddetta “didattica a distanza” – per cercare di capire come stanno vivendo questi giorni a tratti surreali.

«No, non sono per niente contenta di fare lezione da casa», ci dice senza mezze misure la più piccola tra gli intervistati, che chiameremo Sofia, entrata quest’anno alla scuola superiore. E di motivi ne snocciola parecchi: «Perché non riesco a stare concentrata, al pomeriggio ho sempre sempre mal di testa e sono stanca, in più mi bruciano anche gli occhi. I professori spiegano di più perché si fa fatica a fare degli esercizi insieme come si faceva in presenza. Il telefono poi è una fonte di distrazione e con i miei compagni ci messaggiamo sempre, anche durante le lezioni». A Sofia manca «un sacco» la normalità, anche durante il tempo libero: «Non vorrei avere sempre il terrore di tossire o starnutire e poi vorrei far vedere quando sorrido. Le mie amiche strette le abbraccio lo stesso, ma mi manca il contatto fisico». Al suo posto, molti schermi digitali. «5 ore ogni mattina davanti al computer per le videolezioni, poi al pomeriggio potendo uscire di meno spesso sono in videochiamata con i miei amici e alla sera guardo la tv». Il sabato pomeriggio, prima dell’ultima ordinanza, scattava però il giro in centro: «Era sempre pieno, incontravamo tutte le persone che conosciamo e non tutte hanno la mascherina. Io invece la indosso sempre, più per paura di contagiare gli altri che di essere contagiata».

«È abbastanza pesante per me vivere questa pandemia – dice anche quello che chiameremo Achille, al quarto anno in una scuola superiore della provincia – più che altro per le numerose restrizioni che ci sono imposte, che influenzano fortemente quella normalità a cui ero abituato, ad esempio gli allenamenti di calcio molto diversi da prima perché devono rispettare una serie di norme di distanziamento, e soprattutto il metodo di svolgimento delle lezioni scolastiche». Achille si dice preoccupato anche per l’economia e per «la forte influenza che questa pandemia ha avuto sui rapporti sociali, che secondo me anche dopo il virus non torneranno ad essere come prima. La cosa che mi manca di più invece è uscire la sera, adesso che c’è il coprifuoco». «All’inizio ero “contento” di fare lezione da casa – continua – perché pensavo sarebbe stato più semplice, ma ora preferirei tornare a scuola perché facciamo oggettivamente meno di quando eravamo in presenza ed è più difficile seguire in videolezione».

La Didattica a distanza piace molto invece a Luca, 15 anni: «A scuola facevo fatica a stare fermo – ci racconta al telefono – a casa invece sono molto più comodo. Mi alzo dieci minuti prima dell’inizio, mi metto la felpa sopra il pigiama e poi mi collego, giocando però praticamente ai videogiochi durante tutta la lezione. Non che cambi molto, anche in classe non stavo molto attento – scherza, ma non troppo –. A scuola purtroppo siamo davvero troppi in aule piccole per poter contrastare la diffusione del virus. In Danimarca mi pare di aver letto che ci sono classi da 12 ragazzi, qui è davvero impossibile anche solo pensarlo».
«Quello che mi manca di più? Uscire la sera e fare le partite di calcio, che ora gli allenamenti sono solo in forma individuale. Resto in contatto con gli amici sui social, adesso la novità è Houseparty (un servizio di chat video, ndr), mentre le ragazze sono un po’ tutte su Instagram: sono sempre impegnate a fare foto e a guardare i like».
«In questi giorni (prima della nuova ordinanza, ndr) – continua Luca – sono anche uscito e in via Cavour, a Ravenna, sembrava di essere a un concerto dei Rolling Stones, una folla incredibile. Credo che per bloccare il virus sia inevitabile chiudere tutto, anche se mi dispiace per i commercianti ovviamente. Personalmente non ho paura del Covid, ma di poter piuttosto contagiare i miei famigliari, in particolare i nonni».

«In questo periodo provo un senso di rassegnazione – sono invece le parole di un altro 16enne ravennate, Filippo – perché comunque non posso far nulla se non rispettare le regole e aspettare che tutto passi. Sicuramente la sensazione più comune che sento tutti i giorni è quella della noia perché comunque qualsiasi cosa mi venga in mente di fare non posso farla. Sono però fiducioso che tutto passi, soprattutto se riusciranno a trovare un vaccino».
«Quello che mi manca di più? Gli amici, poterli vedere liberamente quando voglio – continua Filippo –. Svegliarsi presto per fare colazione e scappare in bicicletta a scuola e poi ancora fare le corse per andare in palestra, beh, quelle cose invece mi pesavano e mi stancavano parecchio. Ora riesco a essere più riposato durante le lezioni, anche se il cellulare a casa è una grande fonte di distrazione. La Dad purtroppo è anche limitata dall’instabilità della connessione, nostra e dei prof».
Per quanto riguarda lo sport, Filippo non può più andare in palestra: «Ora tocca arrangiarmi con quello che ho in casa nella speranza che si possa tornare al più presto. Purtroppo per ammazzare il tempo mi ritrovo a passare molte ore di fronte al telefono, a guardare una serie tv o di fronte alla console, anche se quest’ultima riesce perlomeno a mettermi in contatto con gli amici e persone esterne per fare una chiacchierata mentre si gioca assieme».

Continua gli allenamenti di calcio, ma durante il lockdown ha preso anche l’abitudine di fare palestra in casa, invece, Cristiano, che dice di non aver accusato particolarmente il colpo della pandemia. «Credo che non mi abbia per niente buttato giù, anzi – spiega – mi ha dato modo e tempo di focalizzarmi su obiettivi nuovi, come ad esempio quello di migliorare sempre di più il fisico e di concentrarmi sullo studio. Tutte cose che magari facevo ma senza quell’impegno che sto riponendo ora. Voglio vivere questa pandemia come una vera e propria opportunità per migliorarmi». Sicuramente anche a Cristiano man­ca uscire con gli amici: «In particolare è strano non avere quella libertà di poter andare sui mezzi pubblici, nei locali, all’ora che uno vuole. Con gli amici ci sentiamo sui social e durante tutta la giornata ho sempre lo smartphone a portata di mano…».

Ecco il nuovo parcheggio del Cmp di Ravenna: disponibili oltre 200 posti auto

Investimento da 900mila euro. Lavori rallentati dal lockdown

È stato aperto questa mattina (13 novembre) il nuovo parcheggio del Cmp, il centro prelievi di Ravenna, in via Fiume Abbandonato.

Si tratta di un’area di sosta di circa 7.450 metri quadrati su cui sono stati ricavati 216 posti auto (e non 240 come annunciato inizialmente dalle istituzioni). Di questi 164 sono dedicati all’utenza e 52 alle auto di servizio aziendali, per le quali 20 posti sono predisposti con colonnina di ricarica per automezzi elettrici. L’illuminazione del parcheggio è stata realizzata con lampioni e lampade a led, programmati per la riduzione dell’illuminazione del 50 per cento dalle ore 22 all’alba.

Il costo dei lavori, che sono durati circa 4 mesi (l’inaugurazione era stata fissata per maggio, ma i tempi si sono dilatati a causa del lockdown), è stato di 900mila euro, a carico dell’Ausl. Il progetto prevede, a più lungo termine, il raddoppio del parcheggio stesso, nell’area attigua, creando altri 200 posti macchina circa.

Covid, altri due calciatori (e un membro dello staff) del Ravenna contagiati

La squadra prosegue la quarantena all’hotel Mattei in vista del derby di domenica contro il Cesena

Foto Filippo Venturi
Un abbraccio alla fine della partita Ravenna-Gubbio (foto Filippo Venturi per il Ravenna Fc)

Il Ravenna Football Club comunica che nel proseguimento dei controlli prescritti dal protocollo di prevenzione alla diffusione del Covid tutto il gruppo squadra è stato sottoposto a tampone al termine della gara contro il Gubbio di mercoledì sera. Alla ricezione degli esiti sono emersi 3 nuovi casi di positività, un membro dello staff e due giocatori, che si va ad aggiungere al giocatore contagiato la scorsa settimana.

I tre sono asintomatici e sono stati immediatamente posti in isolamento fiduciario, mentre il resto del gruppo squadra prosegue la quarantena presso l’Hotel Mattei.

L’iter prevede un nuovo tampone e test seriologico nella serata di oggi (13 novembre). Al momento, salvo l’emergere di nuove positività, la partita di domenica (il derby di Cesena) avrà regolare svolgimento.

La società in una nota si dichiara «vicina ai quattro membri della squadra in questo delicato momento, ed augura loro una pronta guarigione».

E le biblioteche ora consegnano i libri a domicilio. O con la formula “take away”

L’iniziativa a Ravenna e un po’ in tutta la provincia

Prestito A Domicilio 1200x675
I “rider” della biblioteca manfrediana di Faenza

Da martedì 17 novembre le biblioteche del Sistema bibliotecario urbano di Ravenna effettueranno il prestito con consegna a domicilio. Il servizio viene proposto in via sperimentale fino al prossimo 30 dicembre “per andare incontro all’esigenza di disincentivare gli spostamenti della popolazione sul territorio e tenendo conto dell’importanza della lettura nella vita delle persone”, si legge in una nota inviata alla stampa dal Comune.

Oltre alla Classense saranno coinvolte tutte le biblioteche del territorio (Casa Vignuzzi, Piangipane, Santo Stefano, Castiglione di Ravenna, Marina di Ravenna, Sant’Alberto), alle quali sarà possibile richiedere libri in prestito utilizzando i numeri di telefono e gli indirizzi email di ogni struttura, presenti sul sito www.classense.ra.it.

Per la Biblioteca Classense i numeri sono 0544.482124 e 0544.482117, attivi dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17, mentre l’email di riferimento è domicilio@classense.ra.it.

Sarà poi cura delle biblioteche dare conferma agli utenti via email o telefono, indicando il giorno e le fasce orarie di consegna.

Sono prenotabili fino a 12 documenti di vario genere, come libri, Dvd, riviste e audiolibri. Le restituzioni potranno avvenire solo tramite i box di restituzione presenti davanti ad ogni biblioteca del Sistema Bibliotecario Urbano, ma rimane inteso che tutti i prestiti vengono automaticamente prorogati fino a fine emergenza Covid-19, fatti salvi ulteriori eventuali provvedimenti assunti dalle autorità.

Ulteriori dettagli saranno disponibili sul sito web dell’Istituzione Biblioteca Classense. Il servizio è possibile anche grazie alla disponibilità del personale della cooperativa di servizi e al Servizio edilizia pubblica del Comune che mette a disposizione un’auto da utilizzare per le consegne.

Faenza. Anche la biblioteca comunale Manfrediana ha deciso di riattivare la procedura del prestito a domicilio. Sarà possibile ricevere libri e dvd rimanendo ca casa, grazie ad una nuova disponibilità dei Rioni faentini che, come per il precedente periodo di lockdown, metteranno a disposizione i propri volontari.

Usufruire del prestito a domicilio è semplicissimo. Basta inviare una mail all’indirizzo di posta elettronica: manfrediana@romagnafaentina.it nella quale scrivere nome, cognome e numero di tessera della Biblioteca di chi richiede il prestito (se non si ricorda il numero di tessera basta aggiungere la data di nascita), l’indirizzo al quale consegnare il materiale e ovviamente il titolo libro o del dvd che si vuol ricevere. Per poter scegliere cosa leggere o vedere si può consultare il catalogo all’indirizzo internet: www.manfrediana.it/cataloghi/. Potranno essere richiesti in prestito fino a cinque libri e cinque dvd per ogni tessera. Il materiale verrà consegnato dai volontari dei Rioni rispettando le norme di sicurezza e utilizzando dispositivi di protezione individuali.

Una grossa novità riguarda poi la riconsegna del materiale. La volta precedente era l’utente a doverlo riportare mentre per questo periodo, dopo aver inviato una mail, si può concordare il ritiro. Inoltre come per la volta precedente sul sito internet www.manfrediana.it verranno pubblicati video di laboratori per bambini, consigli per la lettura e un piccolo corso di aggiornamento di formazione rivolto agli insegnanti per orientarsi nel sito internet ‘Scoprirete’, il catalogo online delle biblioteche della Romagna e di San Marino.

Cervia. Dall’11 novembre sono state attivate due nuove formule alternativa del servizio di prestito dei libri della biblioteca comunale di Cervia. Con la formula “take away” sarà possibile ritirare i libri, DVD o CD direttamente all’ingresso della biblioteca, previo appuntamento.

Sarà possibile inoltre richiedere la consegna direttamente a domicilio. Si tratta di un servizio gratuito, rivolto ai cittadini residenti nel territorio comunale, a disposizione delle persone over 65 e di coloro che per problemi di salute sono impossibilitati a recarsi personalmente in biblioteca. La consegna e il conseguente ritiro dei materiali avverranno grazie ai volontari dello sportello CittadiniAttivi del Comune.

Il servizio, che potrà essere richiesto con una cadenza mensile, verrà reso sicuro dalle misure di quarantena a cui verranno sottoposti tutti i libri e dal rispetto dei protocolli sanitari da parte degli operatori coinvolti.

Per informazioni e prenotazioni contattare la biblioteca al n. 0544-979384; 3281505916 (anche whatsapp); biblioteca@comunecervia.it.

Lugo. Da lunedì 16 novembre parte il servizio di prestito a domicilio della Trisi, rivolto agli iscritti alla biblioteca, residenti o domiciliati nel Comune di Lugo (ci si può iscrivere con il modulo scaricabile dal sito oppure richiederlo via mail).

Si possono richiedere libri, dvd, cd, riviste, audiolibri e prestiti interbibliotecari. Si può richiedere il presito tra telefono, mail, WhatsApp, Facebook, Instagram: si verrà ricontattati telefonicamente per concordare data e ora di consegna. Per la scelta è necessario consultare il catalogo on line: https://scoprirete.bibliotecheromagna.it/opac/.do

Conselice. A seguito della chiusura della Biblioteca Comunale, viste le norme emanate dal recente DPCM, riprende il servizio di prestito di libri a domicilio a Conselice e nelle frazioni di Lavezzola e San Patrizio. Le consegne avverranno nella giornata di giovedì in due fasce orarie; la mattina dalle ore 10 alle ore 12 e il pomeriggio dalle 15 alle 17. Per richiedere i libri desiderati, è possibile scrivere una mail all’indirizzo biblioteca@comune.conselice.ra.it oppure chiamare lo 0545 986930/28 entro le ore 13.00 del mercoledì. Nella richiesta dovrà essere indicato nome, cognome e data di nascita del richiedente, nonché titolo e autore del libro. Le richieste  arrivate tardivamente saranno evase il giovedì successivo. Un operatore contatterà gli utenti per concordare la fascia oraria in cui passare al loro domicilio per la consegna e il ritiro dei libri.

È possibile prendere a prestito due alla volta per ogni utente iscritto alla Rete Bibliotecaria di Romagna e San Marino e domiciliato nel Comune di Conselice; i libri possono essere tenuti per il massimo di 1 mese. Chi non è iscritto ma vuole usufruire del servizio può contattare la biblioteca per ricevere l’apposito modulo da compilare.

I libri saranno consegnati in busta chiusa e maneggiati dagli operatori in sicurezza (igienizzati e muniti dei dispositivi di protezione individuale); quelli da restituire dovranno essere consegnati dentro buste o sportine.

Una volta riconsegnati, i libri saranno messi in quarantena prudenziale per 7 giorni. Per la sola riconsegna, è anche possibile recarsi davanti alla biblioteca dove è allestito un apposito carrello per la restituzione. Questi libri saranno prelevati dagli operatori e trattati dopo la quarantena.

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