venerdì
12 Settembre 2025

Minorenne sorpreso a spacciare hashish a un coetaneo davanti a scuola: denunciato

Altri due giovani segnalati perché trovati in possesso di droga per uso personale

Spinello1Un ragazzo faentino minorenne è stato sorpreso a cedere hashish a un coetaneo nei pressi della scuola, a Faenza. Il giovane spacciatore è stato denunciato alla procura per i minorenni di Bologna (l’altro è invece stato segnalato come assuntore di stupefacenti) dalla polizia locale della Romagna Faentina, impegnata in questi giorni in controlli specifici vicino agli edifici scolastici della città.

Altri due minorenni sono stati segnalati sempre alla Prefettura, perché trovati in possesso di stupefacenti per uso personale nei pressi di un altro istituto scolastico.

I vigili infine hanno denunciato un 19enne marocchino perché trovato in possesso di un coltello a serramanico nelle vicinanze della stazione ferroviaria manfreda, durante gli orari di arrivo dei treni più usati dagli studenti che vengono da fuori città.

La pallavolista faentina campionessa d’Europa con la Nazionale sorde

La storia di Alice Tomat: «Che emozione cantare l’Inno di Mameli con la lingua dei segni»

«Cantare l’inno di Mameli con la lingua dei segni è un messaggio di speranza, non uno spettacolo dove voltarsi e andarsene una volta finito». Alice Tomat, una delle atlete della nazionale sorde di volley, è alla sua seconda stagione a Faenza, dove veste la maglia della Fenix nel campionato nazionale di B2.

La friulana di Gorizia, 26 anni, assieme alle compagne azzurre, l’anno scorso ha vinto l’oro europeo a Cagliari e tutta la sua vita, anche quella personale, gira attorno allo sport.

«Siamo quello che siamo – riprende – con le nostre speranze, i nostri sacrifici, la nostra voglia di riscatto, per comunicare un messaggio ben forte: siamo una squadra, siamo una nazionale anche noi. Perché il nostro punto di forza è l’essere un gruppo straordinario di amiche con una “piccola” caratteristica in comune: la sordità».

Dove è nata l’opportunità di venire a giocare alla Fenix?
«Mi sono trasferita nell’agosto del 2018 per convivere con Marco, portiere della nazionale dei sordi di calcio, conosciuto alle “Deaflympics” (l’Olimpiade dei Sordi, ndr) in Turchia. Qualche mese prima feci diversi provini e Faenza fu quella che mi convinse di più, sia per l’ambiente molto accogliente e allegro, sia perché è una città bellissima. Il pubblico faentino, inoltre, è sempre molto presente e premuroso».

Com’è il vostro gruppo e come sta andando la stagione?
«La squadra è in gran parte quella che l’anno scorso ha conquistato una meravigliosa promozione. Prima di tutto abbiamo creato un gruppo straordinario di compagne, prima che di giocatrici, e i risultati si vedono. Il nostro segreto è proprio questo: è la prestazione collettiva a fare la differenza, a mettere tutte noi nelle condizioni di poter contribuire alla causa».

Quali sono gli obiettivi da raggiungere?
«Siamo partite con l’intento di centrare la salvezza, ma per fortuna stiamo ancora meglio, al punto che siamo in piena zona playoff. Perciò possiamo dichiararci più che soddisfatte».

Quando hai cominciato a giocare a pallavolo?
«Quando avevo quattro anni i miei genitori decisero di farmi provare uno sport di squadra per arginare il mio handicap, da sprono a confrontarmi e integrarmi con dei compagni. Questo intento è stato poi largamente superato, fino a far diventare il volley il mio primo e unico sport. A 15 anni ho cominciato a disputare un campionato senior, in C, categoria in cui ho continuato a giocare prima di trasferirmi a Ferrara per frequentare l’Università. A quel punto ho dato la priorità allo studio, scendendo anche in D, per infine laurearmi e scegliere di trasferirmi a Faenza».

E la tua attività nelle squadre sorde?
«Milito sia nel club del Gruppo Sportivo Sordi-GSS Ancona, con cui partecipo ai campionati nazionali e alle Champions League, sia in nazionale, dal 2009, con cui ho partecipato a diverse competizioni internazionali».

Quali le soddisfazioni più grosse in azzurro?
«Partono nel 2017, l’anno dell’esplosione della pallavolo sorda italiana, con l’argento alle Deaflympics e l’attenzione finalmente posta su di noi, per arrivare all’oro europeo di Cagliari in giugno. Con un solo set perso all’esordio».

Quali i prossimi impegni in nazionale?
«Ora continua il difficile: riconfermarsi a livello mondiale. Dal 3 all’11 luglio ci saranno i mondiali a Siena, prove generali in vista delle Olimpiadi del prossimo anno in Brasile».

Secondo te la nazionale sordi dovrebbe godere di maggiore visibilità?
«L’inno d’Italia ci ha aiutato a farci conoscere, ma non è ancora abbastanza: ci piacerebbe raggiungere l’intera platea dello sport. È giusto che il nostro movimento sportivo sia conosciuto quanto gli sport paralimpici (le Paralimpiadi e le Deaflympics sono due competizioni indipendenti l’una dall’altra, ndr) al fine di permettere a dei ragazzi di vivere esperienze straordinarie con altre persone con le loro stesse difficoltà. Conoscere altri tuoi “simili” ti apre la mente e ti offre una nuova visione delle cose, senza contare le emozioni di confrontarsi con altre culture e altri mondi. Non dimentichiamo che spenti i riflettori ricominciano gli estenuanti giri su e giù per l’Italia alla ricerca di realtà che ci ospitino, nuove atlete e sponsor. Il nostro è un handicap invisibile, ma rispetto a dieci anni fa lo è di meno, e dovrà continuare fino a che smetterà di esserlo, fino a che non ci sentiremo più una “Nazionale di serie Z”».

Tu e le tue compagne come comunicate durante le partite?
«È vietato portare protesi in campo, pena l’espulsione immediata, pertanto le indicazioni vengono già assimiliate prima della partita, mentre eventuali nuove indicazioni vengono distribuite durante i time-out. Fra noi ragazze, grazie soprattutto a quell’amalgama che si è ormai instaurato negli ultimi anni, ci basta un’occhiata per capirci al volo».

Con il tuo compagno Marco, invece, si parlerà spesso di sport in casa…
«Lo sport ci ha fatto conoscere e fa parte della nostra vita. Siamo orgogliosi l’uno dell’altra perché sappiamo quante belle possano essere certe esperienze, sia con gli udenti sia con i sordi. Specie quando sfogli l’album dei ricordi anni e anni dopo».

Quali sono i tuoi obiettivi personali e i tuoi sogni da realizzare?
«Concludere in bellezza la mia carriera, con o senza risultati, ma con la giusta serenità. Ormai mi mancano solo poche stagioni e sarei felicissima di togliermi altre soddisfazioni con la nazionale, il club sordi e la Fenix».

Raccolti 5.800 euro con manicure e pieghe per le parrucche alle malate di cancro

Iniziativa promossa da Ior e Confartigianato

parrucchiere generica

Per fornire gratuitamente parrucche alle donne che affrontano la caduta dei capelli come effetto collaterale più visibile e temuto di tutto il percorso di cura dal cancro, l’Istituto oncologico romagnolo (Ior) ha lanciato una raccolta fondi con la collaborazione di professionisti di estetica e acconciatura: gli artigiani donano il loro tempo per una domenica e i clienti che vanno donano almeno 10 euro per la prestazione. Una maratona di bellezza e solidarietà: oltre 30 professionisti hanno partecipato come volontari all’iniziativa di domenica 26 gennaio a Lugo e più di 300 persone hanno aderito con oltre 5.800 euro raccolti. L’evento “Una piega per lo Ior” si è svolto con la collaborazione di Ior e Obiettivo Bellezza, l’academy di estetica e acconciatura di Formart, ente di formazione di Confartigianato.

I 5.800 euro raccolti saranno presto utilizzabili per il Progetto Margherita che lo scorso anno ha aiutato 471 pazienti. Nel solo territorio di Lugo sono state donate 49 parrucche: «Una cifra che fa capire come sia sempre più un’esigenza avvertita, e non semplicemente una mera questione estetica», spiega Fabrizio Miserocchi, direttore generale dello Ior.

Per permettere che sempre più pazienti possano beneficiare del supporto di acconciatori ed estetiste specializzate, l’academy Obiettivo Bellezza è in prima linea per la creazione di un percorso formativo di estetica oncologica. Certificato da Oti Italia, il percorso permetterà ai professionisti della bellezza di ottenere le competenze fondamentali per prendersi cura dei pazienti oncologici.

Alberto Mazzoni, responsabile del Settore Benessere di Confartigianato, nell’unirsi al ringraziamento agli acconciatori ed alle estetiste che con il loro lavoro hanno reso possibile la realizzazione di questa iniziativa, ha voluto rilevare come questo sia «la dimostrazione di quanto siano importanti le imprese nella vita di una comunità e la prova di grande sensibilità nei confronti di coloro che si trovano ad affrontare una battaglia dura e difficile».

«Ringraziamo Lugo, i parrucchieri e le estetiste che, con il loro lavoro, la loro generosità ma soprattutto il loro grande cuore hanno reso possibile questa straordinaria manifestazione di affetto e solidarietà. Siamo fieri di avere ampliamente superato i risultati, già splendidi, dell’anno scorso. Questo sarà uno stimolo per andare avanti e per porci un obiettivo ancora più sfidante per il prossimo appuntamento a Lugo nel nostro laboratorio» ha commentato Giorgia Vailati, responsabile della sede Formartdi Ravenna.

Il discorso del sindaco di Ladispoli è lo stesso di quello di Ravenna del 2007

La gaffe per il Giorno della Memoria. Grando (centrodestra) ammette: «Un mio collaboratore si è ispirato a un testo letto su internet». Che era di Fabrizio Matteucci

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Alessandro Grando, sindaco di centrodestra di Ladispoli (Roma), ha letto (e condiviso sui social) il discorso sul Giorno della Memoria dell’ex sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci.

Ad accorgersi del plagio il Movimento 5 Stelle, con Grando che è stato costretto a scusarsi pubblicamente.

La colpa sarebbe di un suo collaboratore – di cui non ha diffuso il nome – a cui aveva chiesto di preparargli il discorso. «Una volta appresa la notizia di questo “plagio” gli ho chiesto come fossero andate le cose – scrive in un post su Facebook il sindaco – e lui mi ha confermato, scusandosi per l’accaduto, di essersi ispirato ad un testo letto su internet che lo aveva particolarmente appassionato».

MatteucciSi tratta del testo letto da Matteucci nella sua prima celebrazione del Giorno della Memoria, nel 2007, l’anno dopo la sua prima elezione, ancora presente negli archivi del sito del Comune di Ravenna. E quindi facilmente rintracciabile dai motori di ricerca…

Avevano il reddito di cittadinanza ma lavoravano in una casa di riposo

Finto appalto di lavoro allo scopo di eludere i contributi: il caso scoperto dall’ispettorato del lavoro

Casa Famiglia Per Anziani In Via GermanicoL’ispettorato del lavoro e i funzionari ispettivi della sede Inps hanno scoperto due lavoratori che percepivano il reddito di cittadinanza e la disoccupazione lavorando in nero in una casa di riposto cervese. L’indagine, durata cinque mesi, ha riguardato il periodo da febbraio 2018 a dicembre 2019: è emerso che una società di servizi con sede a Roma, aveva stipulato con una casa di riposo per anziani di Cervia, un artificioso contratto di appalto per servizi, che nel concreto consentiva all’impresa di fornire manodopera irregolare alla casa di riposo.

Di fatto un contratto di finto appalto che serviva solo a somministrare manodopera e ad eludere i contributi. L’impresa contraente reclutava il personale che veniva inviato, con mansioni di operatore socio sanitario, nella casa di riposo e per alcuni lavoratori non venivano nemmeno fatte le assunzioni.

Dalle verifiche è emerso che l’impresa adibiva i lavoratori in turni di 48/72 ore continuative anche di notte, violando le norme che regolano il rispetto del riposo giornaliero e settimanale, omettendo altresì la necessaria sorveglianza sanitaria sulle visite mediche, i lavoratori così adibiti venivano esposti a rischi per la salute e sicurezza. Il meccanismo, che è stato scoperto dagli ispettori, consentiva alle imprese non solo di eludere la contribuzione obbligatoria, ma anche le norme sulla salute e sicurezza.Alla ditta utilizzatrice sono state comminate sanzioni amministrative per un importo totale di  48.786,55 euro, contestate ammende pari a  12.059,25 euro, e sono stati recuperati contributi pari a  45.257,31 euro, mentre alla ditta somministratrice sono state comminate sanzioni amministrative per un importo di 9.949,55 ero, contestate ammende pari a 1.705,00 euro. I trasgressori sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria di Ravenna.

Rocca Brancaleone: ecco come sarà dopo il progetto di recupero

Presentata oggi in Comune la valorizzazione della fortezza quattrocentesca. La fine dei lavori è prevista per il 2023

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Il Comune di Ravenna ha tolto il velo sul futuro della Rocca Brancaleone, destinataria di un investimento di otto milioni di euro ottenuto in gran parte dal Ministero dei Beni Culturali. Da Roma arriveranno cinque milioni, Palazzo Merlato ne metterà a disposizione tre. Per la prima volta viene presentato il rendering della copertura della cittadella, attualmente utilizzata come cinema estivo e per spettacoli del Ravenna Festival. L’ambizione ora è quella di far compiere alla Rocca un salto di qualità, trasformandola in un luogo privilegiato per «eventi di carattere nazionale e internazionale». A lavorare sul progetto un gruppo di lavoro composto da Comune, Soprintendenza e . Ravenna Festival.

Il Comune ha inoltre già finanziato, con un milione di euro, il restauro conservativo dell’apparato murario della cittadella (porzioni ovest, sud ed est) nel tratto compreso fra l’ingresso alla cittadella e il torrione della ghiacciaia escluso (lavori già realizzati) e dal torrione della ghiacciaia all’inizio dell’arce (lavori aggiudicati alla fine del 2019; è previsto che partano entro la primavera).

Il nuovo progetto, con l’attento restauro conservativo delle mura dell’arce (lo spazio che attualmente ospita l’arena cinematografica) e l’intervento di reintegrazione dell’immagine, che attraverso una struttura reticolare suggerirà visivamente la forma perduta del monumento recuperandone i rapporti architettonico-paesaggistici, consentirà l’accessibilità alle parti superiori (battagliera e sommità torrioni) che potranno essere visitate, amplificandone l’attrattività. Grazie alle nuove strutture aumenteranno anche i posti a sedere, che passeranno da 300 a 1.500.  Gli eventi potranno essere realizzati anche all’aperto grazie ad un velario mobile da aprire all’occorrenza. Normalmente la Rocca sarà scoperta. .

Gli interventi saranno suddivisi in quattro lotti: il primo riguarda il restauro conservativo delle mura dell’arce; il secondo, la riqualificazione del parco interno della cittadella e sistema verde circostante; il terzo, la realizzazione della struttura metallica reticolare a reintegrazione delle volumetrie demolite nella parte alta dell’arce alla fine del XVIII secolo, e della struttura mobile di copertura a velario sulla parte dedicata agli spettacoli;il quarto, la sistemazione dell’area sterrata esterna nord e della rampa di accesso ad essa.

Allo stato attuale l’obiettivo e la previsione sono quelli di realizzare i primi due lotti entro la fine del 2021; il quarto e la prima parte del terzo entro la fine del 2022; la copertura mobile entro la fine del 2023.

«Per l’amministrazione comunale – ha dichiarato il sindaco Michele de Pascale – la valorizzazione della Rocca è un’operazione assolutamente strategica. Si tratta di uno dei ‘luoghi del cuore’ di moltissimi ravennati, con enormi potenzialità: come polo di aggregazione per la cittadinanza, attrattore turistico e contenitore di spettacoli di caratura nazionale e internazionale». Ha aggiunto il soprintendente Giorgio Cozzolino: «Il progetto, sviluppato in un eccellente clima di collaborazione dai tecnici di Soprintendenza e Comune di Ravenna, mi pare che abbia saputo cogliere in maniera originale proprio la valenza così particolare di questo luogo. L’applicazione di rigorosi criteri di restauro monumentale, fondata su un’approfondita ricerca storica, fornisce lo spunto per una riproposizione “eterea” dei volumi originari dell’Arce contribuendo così ad una maggiore comprensione del monumento nella sua veste originale e consentendo di sviluppare nuove funzionalità al suo interno». Per Antonio De Rosa, sovrintendente del Ravenna Festival, «Il nuovo velario di copertura e una platea di 1500 posti consentiranno di programmare nella nuova Rocca spettacoli di musica, teatro e danza impreziositi dalla suggestione del sito recuperato nella originaria imponenza architettonica».

Il Comune assume un dirigente dedicato ai progetti per la tutela ambientale

Tre in tutto le figure direttive che saranno assunte e verranno dedicate all’ambiente. Lo ha deciso la giunta comunale

MerlatoIl Comune assumerà tre diverse figure direttive dedicate all’Ambiente. Il primo è il dirigente destinato a sostituire Gianni Gregorio, capo del Servizio Ambiente che andrà a lavorare in Regione, occupandosi di parchi e aree protette. L’assunzione, a tempo indeterminato, avverrà tramite bando con decorrenza dal primo giugno 2020.

La novità – contenuta in una delibera di giunta – è rappresentata da una seconda figura dirigenziale: uno specialista, assunto tempo determinato, con decorrenza dall’1 giugno 2020 per la durata di tre anni, mediante procedura comparativa di cui al Regolamento degli Uffici e dei servizi del Comune, con incarico di responsabile dei progetti di valorizzazione e tutela ambientale e – scrive il Comune – «precisamente per coordinare e dirigere le attività necessarie per l’accrescimento, la corretta gestione, il miglioramento ambientale, il mantenimento della biodiversità e la resilienza delle zone naturali e delle zone verdi, in particolare in rapporto alle necessità legate all’adattamento al cambiamento climatico».  La scelta, spiega il sindaco Michele de Pascale, è stata fatta per «implementare ulteriormente le professionalità destinate a questo settore, investendovi maggiori forze ed energie e mettendo l’ufficio nella condizione di poter attirare sul nostro territorio e gestire le importanti risorse che arriveranno dall’Europa per gli investimenti in questo ambito».

Prevista infine l’assunzione a tempo indeterminato e pieno di un ulteriore istruttore direttivo tecnico (geologo), da assegnare al Servizio Tutela ambiente e territorio, con decorrenza dall’1 aprile 2021, mediante bando di selezione pubblica per esami.

Contro la chiusura dell’ufficio postale di Porto Corsini raccolte 1340 firme

La petizione depositata dalle pro loco dei Lidi Nord e dal comitato cittadino. Ora la raccolta firma seguirà l’iter istituzionale

Ufficio PostaleI presidenti delle pro loco dei lidi Nord (Porto Corsini – Marina Romea e Casal Borsetti) insieme al presidente del comitato cittadino hanno consegnato negli uffici comunale 1340 firme raccolte in pochi giorni contro la chiusura dell’ufficio postale di Porto Corsini, deciso dall’azienda.

Le firme saranno controllate dai funzionari comunali e poi consegnate alla presidenza del consiglio comunale per la successiva discussione. «È ovviamente enorme  – si legge nella nota inviata ai giornali – la soddisfazione delle associazioni del territorio per il risultato e per la risposta avuta da tutti quanti i cittadini. Il piano di riorganizzazione dei servizi postali non può essere sempre fatto “a tavolino” da funzionari che non conoscono la tipologia del territorio e la composizione della popolazione, che come abbiamo già avuto modo di sottolineare è principalmente anziana». Nella petizione si parla di “uffici postali” al plurale per evitare che Poste Italiane non decida, in alternativa alla chiusura di Porto Corsini, di tagliare quello di Casal Borsetti.

Ora la petizione andrà a rinforzare quanto già stanno cercando di fare le istituzioni: «Ringraziamo – scrivono infatti le associazioni – per l’appoggio il sindaco Michele De Pascale e il consigliere Alvaro Ancisi e ovviamente tutti gli organi di informazione locale che sempre ci hanno sostenuto in questa nostra battaglia».

Le foto della festa del centrosinistra dopo la vittoria alle elezioni Regionali

Le forze politiche si sono ritrovate in piazza dell’Unità d’Italia nella serata del 28 gennaio. Seimila elettori recuperati dal Pd dalle Europee

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Il centrosinistra si è ritrovato ieri sera, 28 gennaio, in piazza dell’Unità d’Italia per festeggiare la vittoria alle regionali. Presenti tutte le forze politiche che hanno contribuito alla conferma di Stefano Bonaccini. All’ultima tornata elettorale il Partito Democratico ha recuperato seimila voti rispetto alle Europee, in gran parte – secondo gli istituti – si tratta di elettori che sono tornati a sinistra dal Movimento Cinque Stelle.

Sapir conferma il terminal container ma per il progetto si dovrà ancora aspettare

A fine anno intanto scade la concessione per lo scalo crociere, ci sarà un bando. Autorità portuale: «Serve una stazione marittima, quell’area oggi è impresentabile»

Tcr ContainerLa volontà di costruire un nuovo terminal container in Largo Trattaroli è confermata e il piazzale «sarà utile per accogliere le navi che arriveranno con l’approfondimento del canale». Lo hanno detto il presidente di Autorità portuale Daniele Rossi e il presidente di Sapir, Riccardo Sabadini. L’occasione è stato il consiglio comunale di Ravenna di oggi – 28 gennaio – sul progetto di approfondimento dei fondali. Il terminal servirà per accogliere navi da 4.500 teu e sarà servito da circa un chilometro di binari. Serviranno però una serie di infrastrutture retroportuali affinché il nuovo terminal sia effettivamente competitivo.

Il progetto del terminal ancora non c’è: «Di per sé non è un progetto complicato, ma vogliamo aspettare ancora perché abbiamo in mente di riuscire a creare sinergie tra ferro, gomma e container con appositi spazi comuni», ha spiegato Sabadini in conclusione rispondendo alle domande dei consiglieri comunali. Per ora quindi il «terminal multipurpose» come lo hanno definito i due manager resta sulla carta, anche perché la priorità è data all’approfondimento dei fondali a 12,5 metri. A giugno dovrebbero essere assegnati i lavori per l’approfondimento dei fondali che dovrebbero essere ultimati – ha ricordato Rossi – «in massimo otto anni» ma nel caso siano trovate nuove aree per le casse di colmata «potrebbero volerci cinque-sei anni».

Secondo  il sindaco di Ravenna Michele de Pascale «deve giocare la sfida dei container, anche se non saremo mai il primo porto: non può rimanerne fuori e vivacchiare». In ogni caso anche con l’approfondimento, come ha spiegato lo stesso Rossi, si passerebbe da 230mila a 400mila teu. «Nessuno ha mai parlato di numeri faraonici», ha aggiunto il numero uno di via Antico Squero rispondendo alle perplessità dell’opposizione sul tema. Ma, in ogni caso, le nuove necessità del traffico portuale secondo Ap e Sapir imporranno uno spostamento del terminal in un’area servita meglio logisticamente.

Durante la discussione sono state fatte considerazioni anche su altri temi: tra febbraio e marzo ci saranno interventi di manutenzione dei fondali per mantenere i fondali all’attuale quota nominale e avere «quei dieci venti centimetri in più che oggi ci chiedono gli operatori». Interventi, quindi, che serviranno a mantenere operativo il porto in attesa dell’escavo vero e proprio.

Parco Delle Dune
Il parco delle dune (rendering paisa.eu)

Sono state dati anche notizie riguardo al terminal crociere di Porto Corsini che da un paio di anni si è ridimensionato notevolmente sempre a causa dei problemi ai fondali. «Oggi le navi possono arrivare», ha spiegato il presidente. A fine anno scadrà però la concessione decennale e partirà un nuovo bando che sarà condizionato alla realizzazione di alcuni investimenti, il primo dei quali è la realizzazione di una stazione marittima. Inoltre sta andando avanti l’iter per la riqualificazione della zona di approdo (il cosiddetto «parco delle Dune») per migliorare il colpo d’occhio dei croceristi. Impatto sul quale Rossi non usa mezze misure: «Oggi quella zona è impresentabile».

Alvaro Ancisi (LpRa) – che ha presentato a nome dell’opposizione le motivazioni del consiglio straordinario – ha risposto infine alle critiche della maggioranza che accusava la minoranza sostanzialmente di “remare contro” dicendo che «Ravenna non sarà mai un porto hub». Ancisi ha sottolineato come questo sia un dato di fatto: «Ravenna è un porto feeder, non ha la struttura per accogliere le gravi navi panamax, che sono appunto quelle che arrivano negli hub portuali. Si tratta di dati tecnici. Credo che ora si debba procedere all’escavo dei fondali, poi vedere cosa si riuscirà a fare».

Il distretto della ceramica di Modena usa il porto di La Spezia. Ap: «È un problema»

La materia prima arriva e viene stoccata in Romagna ma il prodotto finito è spedito dalla Liguria. L’Autorità portuale a lavoro con la Confindustria della città emiliana

Mercantile NaveIl porto di Ravenna ha un problema ed è legato al comparto delle piastrelle e della ceramica di Modena e Sassuolo. È emerso durante il consiglio comunale straordinario di oggi pomeriggio, 28 gennaio, dedicato al porto di Ravenna. A sollevare il caso è Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna). Secondo quanto segnalato dal consigliere, in sintesi le rinfuse destinate al comparto emiliano restano stoccate per lungo tempo nello scalo ravennate «togliendo spazio a merci più ricche che potrebbero utilizzare quegli spazi». Quando però queste merci vengono trasformate in piastrelle nel distretto emiliano, però, vengono destinate al porto di La Spezia per l’imbarco e l’esportazione.

In altre parole nella filiera della ceramica Ravenna si colloca nella parte più povera perché l’arrivo e lo stoccaggio di rinfuse solide smuove molti meno soldi rispetto ad un container (secondo Confetra un contenitore da un teu vale 2.000 euro di fatturato). Il porto di La Spezia viceversa si colloca nel punto più pregiato della catena logistica, dando una ragione in più a chi individua nel porto ligure il vero competitor di Ravenna.  L’ideale per Ancisi sarebbe che le ceramiche emiliane facessero, oltre al viaggio di andata, anche quello – per così dire – di ritorno.

Il problema sollevato da Ancisi è conosciuto da Autorità portuale. Del resto, la voce “minerali greggi e materiale per l’edilizia” costituisce la seconda voce del traffico portuale (404mila tonnellate il dato movimentato nel 2019, aggiornato a novembre) e come ha spiegato il presidente Daniele Rossi, «da un anno stiamo lavorando con Confindustria Modena per risolvere». Sarebbe quindi stato presentato uno studio agli industriali modenesi «con varie opzioni». Un lavoro a metà tra industria e marketing, ha aggiunto il manager, che dovrebbe servire a convincere le aziende ad utilizzare il porto di Ravenna non soltanto per l’import ma anche per l’export.

Addio ad Elio Venturi, attivista per i diritti della comunità Lgbt

Ex sindacalista, nel 2016 il sindaco aveva celebrato la sua unione civile con il compagno Claudio. La Cgil: «Grazie per la tua sensibilità»

Michele De Pascale Venturi

Era una delle persone in prima fila per il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali: la città piange Elio Venturi, ex sindacalista della Cgil (nel comparto dei bancari), e in prima fila in numerose attività di volontariato. A ricordarlo è anche il sindaco di Ravenna Michele de Pascale che nel 2016 celebrò la sua unione civile con il marito Claudio. Venturi, che aveva lavorato all’Unicredit fino alla pensione, aveva 65 anni.

La Cgil di Ravenna  si unisce al cordoglio esprimendo «profonda commozione per l’improvvisa morte di Elio Venturi. Elio, che in Cgil aveva ricoperto il ruolo di Segretario Generale della Fisac, ha sempre portato avanti i valori in cui credeva, rimanendo in prima linea anche dopo il pensionamento. Grazie per la tua sensibilità e la tua presenza a nome di tutta la Cgil di Ravenna» .

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