Lo scrittore ha trionfato al festival con il racconto “Il cacciatore di mercenari”. Ex equo con Irene Rossi nella sezione romanzi
Il vincitore Marco Marinoni tra Nevio Galeati, direttore artistico di GLNN, e la scrittrice Anna Maria Fassio
Nei giorni scorsi Marco Marinoni si è aggiudicato la settima edizione del premio GialloLuna NeroNotte per inediti, indetto con la collaborazione del Giallo Mondadori, con il racconto “Il cacciatore di mercenari”. La giuria lo ha scelto con questa motivazione: «Una serie di delitti, un’investigazione puntuale, ritmi ben scanditi, personaggi credibili; e una soluzione in linea con la storia, sobria e sempre contenuta». Il racconto sarà pubblicato in appendice al Giallo, a inizio 2020.
Il secondo posto è andato a Mattia Cuelli per “Lacasa nella nebbia”, definito dai giudici «Un racconto pulp alla Quentin Tarantino, cattivo, visionario e splatter»; infine è salito sul podio anche per Maurizio Polimeni con L’ostaggio, una «storia intrigante su un tema, purtroppo, molto attuale. Meccanica del sequestro proposta in modo credibile, con un colpo di scena di tutto rispetto».
Per la sezione romanzi inediti, si è raggiunto l’ex equo tra Qualcuno dal passato di Irene Rossi e L’immagine divisa di Marco Marinoni, che ha così realizzato l’en plein. I due lavori sanno pubblicati da Clown Bianco Edizioni nel 2020 e presentati alla 18esima edizione di “GialloLuna NeroNotte”.
Alla vista della volante ha invertito la marcia della sua auto ma è stato intercettato e controllato dalla polizia
Ha tentato di fuggire al controllo della polizia perché aveva un tasso alcolemico superiore al doppio del consentito. Un 29enne è stato denunciato per il reato di guida in stato di ebbrezza alcolica. Il giovane era alla guida di un’Audi A4 che, alla vista del posto di blocco della polizia in via Romea, ha effettuato un’inversione di marcia tentando di sfuggire al controllo. Non è servito perché la volante lo ha seguito fermandolo poco dopo. I due occupanti dell’auto sono stati portati in questura per accertamenti e il conducente sottoposto ad alcol test. Due le prove, entrambe con esito positivo (tasso alcolemico di 1,12 e 1,19). Il 29enne è stato denunciato.
Le temperature sotto i venti gradi permettono tranquillità dal punto di vista sanitario. Dal 7 novembre si può tornare a sparare nella zona che era stata inibita all’attività venatoria
La caccia riapre nella Valle della Canna. Il Parco del Delta ha revocato il provvedimento con il quale, in seguito all’epidemia di botulino che aveva causato la morte di migliaia di uccelli, aveva chiuso l’attività venatoria in un’area limitata attorno alla zona. La decisione – si legge nella nota del Parco – segue le indicazioni contenute dal parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra), trasmesso allo stesso Parco lo scorso 25 ottobre.
«Dal punto di vista della gestione idrica, la fornitura in via eccezionale di acque dal fiume Reno ha consentito un innalzamento del livello della valle con conseguente presumibile contributo al miglioramento dell’evoluzione epizootica a seguito della diluizione degli agenti di propagazione». In altre parole la situazione delle acque è migliorata e, come richiesto da più soggetti ed enti (Regione compresa), il Parco ha revocato il suo provvedimento.
«Se le azioni intraprese di comune accordo tra tutti gli enti, tra cui l’immissione di abbondante acqua pulita nella Valle, hanno permesso di superare la fase critica dell’epidemia, il livello di vigilanza rimarrà comunque alto nei prossimi mesi, e l’area verrà costantemente monitorata al fine di scongiurare recrudescenze del fenomeno». Il via libera alla riapertura, come suggerito dall’Ispra, è arrivato dopo una settimana di temperature massime al di sotto dei venti gradi. Una condizione ritenuta sufficiente «a inibire lo sviluppo larvale degli insetti su carcasse o altro materiale biologico presente in loco». Sono infatti queste larve il vettore principale per la dispersione della tossina botulinica. Dal 7 novembre sarà dunque possibile cacciare tutte le specie previste dal calendario venatorio nelle aree pre-parco.
Un workshop dell’associazione di categoria insegna alle aziende come cavalcare post e storie per lo shopping
Ai tempi dei social anche i negozi possono fare affari con post e storie e Confesercenti organizza a Ravenna un workshop per insegnare ai commercianti come sfruttare Instagram per attirare clienti durante lo shopping natalizio. Si tratta dell’ultimo appuntamento di “Vitamine per l’e-commerce”, la rassegna organizzata e promossa dal Digital innovation hub (Dih) dell’associazione di categoria. Giovedì 7 novembre alle 15 nella sede di piazza Bernini la creativa ravennate Arianna Testi terrà una lezione dal titolo “Instagram per il Natale”: sarà un pomeriggio interattivo con lo scopo di illustrare le migliori strategie di marketing sul noto social network, come la pianificazione di una serie di pubblicazioni di post o storie allo scopo portare i clienti in negozio per gli acquisti natalizi. È richiesta la prenotazione al numero 0544-292721 oppure mediante l’email provinciale.ravenna@sicot.it.
Venerdì 8 alle 16 nella sede di viale Farini il giornalista Paolo Giacomin dialogherà con Antonio Patuelli e Stefano Domenicali nell’ambito dell’evento “I motori dell’economia”
Due testimonial d’eccezione del mondo dell’imprenditoria e della finanza, Antonio Patuelli e Stefano Domenicali, affiancati dal giornalista Paolo Giacomin, sono gli ospiti dell’appuntamento promosso dalla Camera di commercio di Ravenna e intitolato “I Motori dell’economia, conversazione sulle sfide di un paese che vuole ripartire”, che si svolgerà venerdì 8 novembre nella sede di viale Farini.
Stefano Domenicali, amministratore delegato di Lamborghini
Alle ore 16 nella sala Cavalcoli, dopo il saluto del sindaco Michele de Pascale, il presidente della Camera di commercio di Ravenna Giorgio Guberti introdurrà i suoi ospiti con una relazione sulla situazione economica locale e globale e lascerà poi la parola al giornalista e direttore de Il Resto del Carlino Paolo Giacomin, che dialogherà con Antonio Patuelli, imprenditore, giornalista e studioso ravennate, attuale presidente dell’Associazione bancaria italiana e della Cassa di Ravenna Spa, e Stefano Domenicali, amministratore delegato di Lamborghini.
«L’economia italiana, così come quella provinciale, da oltre dieci anni è in sofferenza, con una crescita sistematicamente inferiore a quella degli altri paesi europei. La Camera di commercio di Ravenna intende aprire al mondo imprenditoriale e alla comunità un luogo di confronto sulle strategie di sviluppo economico, alla luce del patrimonio di dati e informazioni che lo stesso ente camerale possiede» evidenzia Giorgio Guberti. «Antonio Patuelli e Stefano Domenicali, con le loro esperienze imprenditoriali e manageriali, saranno in grado di offrire spunti di discussione interessanti in merito alle sfide che il nostro paese e il nostro territorio dovranno affrontare per ripartire verso una nuova crescita economica».
La partecipazione all’evento è libera, previa iscrizione online nel sito www.ra.camcom.gov.it e fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Due gli esperimenti d’asta per cedere l’azienda lasciata in eredità: un taxi che è in servizio a Ravenna dal 1998
A ottobre l’Ausl Romagna ha espletato un’asta pubblica per la vendita di un servizio molto particolare: una licenza di taxi. Asta che si è conclusa alla fine del mese e che ha permesso di incassare 115mila euro all’azienda sanitaria. Il motivi per cui quest’ultima si sia trovata proprietaria della licenza vanno ricercati in un lascito testamentario dell’aprile scorso. Un tassista ha deciso infatti di lasciare all’Ausl la sua azienda che consisteva in sostanza in quella licenza ottenuta dal Comune di Ravenna nel lontano 1998. Testamento accettato con l’amministrazione che si è trovata a gestire la questione della vendita della licenza per incassare.
Per cederla si è deciso di procedere con un’asta, con base fissata a 130mila euro e il cui avviso è stato pubblicato sul sito istituzionale, dove di solito compaiono bandi legati alla sanità e servizi connessi. Prezzo giudicato evidentemente troppo alto: nessun compratore. Il giorno successivo all’esito negativo dell’asta l’Ausl ha deciso di procedere con un altro esperimento d’asta, abbassando di ventimila euro il prezzo. Questa volta l’asta è andata a buon fine e il bel gesto del tassista è stato quantificabile in 115mila euro di eredità che ora potranno essere utilizzate per gli scopi medici come probabilmente aveva desiderato il tassista defunto.
Serata conclusiva con Liliana Cavani e il suo “Il portiere di notte”, quindi la premiazione: è “Nathan’s Kingdom” il miglior lungometraggio
Liliana Cavani in dialogo con Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna
Anche quest’anno il Nightmare Film Fest, la rassegna cinematografica di film da brivido di Ravenna, è giunta al termine. Nella serata di sabato 2 novembre sono stati proclamati i vincitori della diciassettesima edizione dei tre concorsi indetti dal festival e il pubblico ha potuto conoscere la regista Liliana Cavani, ospite d’onore dell’edizione 2019 del Festival assieme a Jean Jacques Annaud. Per l’occasione, il Palazzo dei Congressi si è riempito di cinefili e semplici curiosi che hanno partecipato ai tre momenti in cui la serata si articolava: in apertura, le parole di Liliana Cavani, in dialogo con il direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli. La regista ha raccontato al pubblico il suo percorso di regista, dalla scoperta del cinema, avvenuta grazie alla madre, ai film che ne hanno segnato la carriera.
L’attrice Madison Ford riceve il premio per il miglior lungometraggio vinto da “Nathan’s Kingdom”
Alle 21 si è poi sciolta l’attesa per la proclamazione dei vincitori dei Concorsi ed è avvenuta la consegna dei premi, realizzati dall’orafo ravennate Marco Gerbella: l’anello d’Oro al miglior film lungometraggio è andato a Nathan’s Kingdom di Olicer Muños, mentre Skin di Guy Nattiv si è aggiudicato il premio di argento per il miglior cortometraggio. Infine, il premio della critica alla miglior regia del concorso internazionale lungometraggio è stato assegnato a Les Garçons Sauvages di Bertrand Mandico.
Terzo momento della serata, la proiezione del film Il portiere di notte di Liliana Cavani, recentemente restaurato da CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà. Il film, realizzato nel 1974 con Charlotte Rampling e Dirk Bogarde, è la storia di due amanti atipici nella Vienna degli anni cinquanta: un’ebrea sopravvissuta all’Olocausto, sposata a un direttore d’orchestra, incontra alla portineria dell’hotel in cui alloggia il suo amante/aguzzino, ex ufficiale delle SS, con cui intraprende un rapporto sadomasochista.
Nel corso della serata la Cavani ha anche rivelato una curiosità sulla pellicola: in fase di montaggio, la regista si accorse di un filo che spuntava all’interno dell’inquadratura, proprio nella scena di maggior intensità emotiva tra i due protagonisti. Decise di lasciarlo «come portafortuna». Il filo non è stato ritoccato nemmeno con l’avvento del digitale, ed è quinti tutt’oggi presente nel film.
La giocatrice che si è ritirata da poco è il modello a cui si ispira la schiacciatrice di Ravenna arrivata da poco al Club Italia a Milano dopo due anni a Sassuolo: «Sogno l’A1 e le Olimpiadi. Negli allemaneti l’altra ravennate Sara Panetoni mi sta aiutando molto»
Piccole stelle ravennati crescono sottorete, per la speranza per il volley non solo cittadino, ma anche nazionale. Se la 19enne Sara Panetoni è ormai una “veterana”, in virtù di una già notevole esperienza acquisita sul campo, e la classe 2004 Vittoria Balducci è l’ultimo prodotto del sempre florido settore giovanile della Teodora Mib Service, in virtù del trasferimento all’Anderlini Modena, i riflettori sono in questo momento puntati soprattutto su Beatrice Gardini. Nata l’1 aprile del 2003, la schiacciatrice cresciuta sotto gli insegnamenti dei tecnici Pierpaolo Pasini, Maria Grazia Montevecchi e Mattia Focchi ha spiccato infatti il grande salto verso l’azzurro, andando a vestire la maglia del Club Italia Crai dopo due anni vissuti nel vivaio della Volley Academy Sassuolo.
Beatrice, come è iniziata l’avventura nel Club Italia Crai?
«Molto bene, anche perché molte compagne (Frosini, Graziani, Marconato, Monza, Nwakalor e Omoruyu, ndr) le conoscevo dall’esperienza ai recenti campionati mondiali Under 18. Arrivare in questa squadra è un sogno che si realizza, in quanto mi permette di potermi misurare sia in una realtà, sia in un campionato, di alto livello. Per me è un grande onore vestire la maglia azzurra».
A soli 16 anni in una città come Milano: come prosegue l’ambientamento?
«Sto ormai terminando la fase di assestamento dovuta anche all’inizio della scuola. Frequento il Liceo socio-economico e mi trovo bene grazie all’aiuto dei miei compagni di classe e dei professori. Milano è molto grande, ma non ho molto tempo libero per visitarla. Tra Centro Pavesi, dove ci alleniamo, e scuola, sto cominciando a conoscere la zona in cui vivo».
Sulla sfondo Beatrice Gardini, in primo piano Sara Panetoni
In squadra con te c’è anche un’altra ravennate, Sara Panetoni, tra le più “vecchie” del gruppo in virtù dei suoi 19 anni. Come ti trovi con lei?
«La conosco ormai da tanto tempo per via di mia sorella Alessia, con cui giocava assieme nella Teodora. Mi è di grande aiuto e mi dà sempre buoni consigli».
Come è la vita al Centro Pavesi?
«È la nostra casa, facciamo tutto lì, dal dormire al mangiare, fino ovviamente all’allenarsi e al giocare le partite. In pratica stiamo 24 ore su 24 assieme e c’è grande affiatamento tra di noi. Divido la mia stanza con Julia Ituma, con cui mi trovo molto bene».
È stato difficile lasciare una realtà come Sassuolo, dove sei cresciuta negli ultimi due anni?
«Mi sono trasferita a Sassuolo a soli 14 anni e per me rappresentava una grande occasione. Quando però c’è stata la possibilità di passare al Club Italia non ci ho pensato due volte, perché mi dà l’opportunità di crescere meglio. Mi piacerebbe fare della pallavolo il mio lavoro».
Ravenna ti manca?
«È stato difficile soprattutto il primo anno a Sassuolo, in quanto ero più piccola. Adesso che so quello che voglio fare davvero non mi pesa vivere lontano da casa, anche se ogni tanto mi manca un po’ la mia famiglia».
Hai qualche giocatrice come modello?
«Di quelle che hanno fatto la storia del volley italiano non posso che dire Francesca Piccinini, che tra l’altro giocava nel mio stesso ruolo».
Dal punto di vista tecnico, cosa ti aspetti da questa stagione?
«Io sono una delle più giovani del gruppo e quindi sono consapevole che non giocherò sempre. Va comunque benissimo così, in quanto il mio obiettivo principale è quello di crescere, migliorando soprattutto in ricezione. Anche Sara mi aiuto molto in allenamento, come del resto tutte le compagne più grandi».
Come ti trovi con il coach Massimo Bellano?
«Vivendo al Centro Pavesi ci sta vicino anche dal punto di vista emotivo e caratteriale, mentre da quello tecnico è sempre pronto a insegnarci e a correggere i nostri errori».
Hai assaggiato l’azzurro questa estate, giocando da titolare i campionati mondiali Under 18. Contenta della medaglia d’argento?
«Era la mia prima esperienza in nazionale e non mi aspettavo di giocare così tanto. È stato bellissimo vestire la maglia dell’Italia: un onore, ma anche una responsabilità. Io e le mie compagne ci siamo divertite molto e il secondo posto vale come il primo, ripagandoci del lavoro e dei sacrifici fatti in tutti quei mesi. È stato anche bello confrontarsi con le altre nazionali, comprendendo quanto sia alto anche il livello delle nostre avversarie».
Qual è il sogno nel cassetto?
«Senza dubbio partecipare alle Olimpiadi e, ovviamente, giocare in Serie A1».
Il portavoce nazionale è il senatore Laforgia di Leu. Il nuovo movimento sarà a Bologna il 9 novembre agli “stati generali” per creare un soggetto in sostegno al candidato Bonaccini
Francesco Laforgia
Nasce anche a Ravenna il comitato promotore di un nuovo soggetto a sinistra che si chiama “È viva” che ha come portavoce nazionale il senatore di Leu Francesco Laforgia. Si tratta, spiegano i promotori locali tra cui c’è Alessandro Perini, di «un movimento politico che nasce con l’ambizione di ricomporre la frammentazione a sinistra, che non intende diventare l’ennesimo micro partitino, ma essere strumento di dialogo, di elaborazione, di costruzione di cultura politica per una sinistra capace di tenere insieme questione ambientale e questione sociale, di incrociare i movimenti che si battono per questi temi, di far uscire la sinistra da una condizione di marginalità. Anche per questo siamo pienamente parte del progetto per l’Emilia Romagna che prenderà avvio il 9 novembre dallo spazio Dumbo a Bologna, un progetto sostenuto da varie personalità civiche e politiche in cui ci riconosciamo, a partire da Silvia Prodi consigliera regionale tra i fondatori del nostro movimento».
Per fare parte del comitato di Ravenna e ricevere informazioni è possibile scrivere alla pagina Fb: E’VIVA RAVENNA o all’indirizzo mail: evivaravenna@yahoo.com
Nel 2010 il Comune di Ravenna affidò il bando, ma il cantiere partì solo nel 2015 e molti sono stati gli slittamenti
I rinvii sono finiti e ora c’è la data ufficiale di inaugurazione: il 5 dicembre riapre il mercato coperto in centro storico a Ravenna dopo una radicale riqualificazione andata avanti per anni. L’immobile fu affidato nel 2010 dal Comune a Coop Alleanza per 35 anni tramite un bando pubblico e a quell’epoca si prevedeva di impiegare due anni per completare i lavori (in project financing) ma addirittura per la partenza – complice anche la trattativa con gli ambulanti storici del mercato, che hanno poi tutti abbandonato il progetto – bisognò attendere fino al 2015.
La nuova veste dello spazio in piazza Andrea Costa è il risultato della collaborazione fra Coop Alleanza e Molino Spadoni.
Nell’edificio inaugurato per la prima volta nel 1922 – nell’area dove una volta scorreva il fiume Padenna e che fin dal Medioevo ha ospitato gli scambi e le botteghe alimentari della città – troverà posto un polo dedicato al cibo, da acquistare o da consumare sul posto, ma anche aperto a manifestazioni culturali in varie forme. A pieno regime sarà aperto tutti i giorni dal primo mattino fino a tarda sera e occuperà circa 40 persone.
Costo dell’intervento 12,4 milioni di euro suddivisi fra i due soggetti riuniti nel conosorzio Mercora (10,4 milioni da Coop Alleanza 3.0 per il restauro e l’adattamento funzionale dell’edificio e la realizzazione del punto vendita Coop, e due milioni da Molino Spadoni per l’allestimento degli spazi e la gestione della struttura).
L’azienda di Conselice con ricavi annui da 660 milioni di euro ha acquistato un terminal sulle banchine di Ravenna: «Riduciamo il traffico su gomma da 200 camion al giorno a 60»
Dopo aver acquisito nel 2016 un terminal nel porto di Ravenna, il gruppo agroindustriale Unigrà di Conselice ha investito circa 10 milioni di euro per realizzare sulle banchine un parco serbatoi da 50mila tonnellate per lo stoccaggio degli oli vegetali grezzi diretti allo stabilimento nella Bassa Romagna per la successiva trasformazione. Il nuovo parco serbatoi occuperà cinque lavoratori a cui si affianca il personale di sbarco in occasione dell’arrivo delle navi. Mediamente sono due le navi che approdano ogni mese al terminal per un trasporto totale di circa 380mila tonnellate di oli vegetali l’anno. Unihtà gestisce l’arrivo delle materie prime dai Paesi partner tramite la Italterminali, propria controllata al 100 percento.
«Attraverso questo centro di stoccaggio da 50mila tonnellate – spiega Davide Magnani, direttore di stabilimento dell’azienda – possiamo diluire il traffico in maniera importante, rendendolo meno impattante per abitanti e pendolari del territorio. Se prima nel momento di sbarco della nave arrivavamo a movimentare anche 200 camion al giorno, ora non supereremo i 60. Una risposta concreta alle istanze della popolazione in tema di riduzione del traffico su gomma che quotidianamente interessa la tratta Porto di Ravenna-Stabilimento di Conselice e ritorno».
Unigrà è nata nel 1972 grazie al fondatore Luciano Martini, che opera nel settore della trasformazione e vendita di ingredienti per cibo e semilavorati destinati alla produzione alimentare, in particolare dolciaria. Il gruppo oggi è una realtà internazionale che presenta ricavi per circa 660 milioni di euro, oltre mille dipendenti, ed esporta il 45 percento del suo volume d’affari grazie a 16 consociate estere, 2 branch e una numerosa rete di distributori e importatori in più di 100 Paesi nel mondo.
L’emozione di Livia Zaccagnini al termine della cerimonia per l’anniversario della morte dell’ex leader della Dc: «Mio padre in pubblico era uguale a come era in privato»
Basta guardare il volto di Livia Zaccagnini per capire quante emozioni la figlia dello storico leader democristiano abbia provato al Pala De Andrè stamani, 5 novembre, in occasione delle cerimonia con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il trentennale dalla scomparsa di Benigno “Zac” Zaccagnini. «L’emozione è stata tanta – ammette la 73enne che in passato è stata assessora comunale –. Abbiamo un presidente della Repubblica straordinario e straordinaria è stata anche la città di Ravenna, sono passati trent’anni e molti di quelli che erano al Pala De Andrè non c’erano trent’anni fa. Questo è significativo».
Dal palco il sindaco Michele de Pascale ha ringraziato la famiglia Zaccagnini per la capacità di far convivere ricordo privato e celebrazione pubblica. Come ci si riesce? «Non è mai stato particolarmente difficile – dice la figlia con il sorriso – perché non c’è mai stata differenza tra mio padre in privato e mio padre in pubblico. Quando lo vedevo nelle uscite ufficiali era facile riconoscerlo perché non era così diverso da come era poi a casa».
Un momento della commemorazione dei 30 anni della morte di Zaccagnini a novembre 2019 al Pala De Andrè