venerdì
18 Luglio 2025

Energia elettrica col moto ondoso: a Ravenna il via ufficiale alla società

Accordo tra Eni, Terna, Cdp e Fincantieri: ora si metterà a punto il modello di business, definendo il piano di realizzazione

Attachment 2019 10 28T190148.879Il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte era a Ravenna in occasione dell’accordo tra Eni, Terna, Cassa Depositi e Prestiti e Fincantieri per la costituzione di una società per lo sviluppo e realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da moto ondoso. L’accordo è il seguito di un’intesa arrivata lo scorso 19 aprile: , la collaborazione tra le società entra in una fase più operativa che consentirà di trasformare il progetto pilota Inertial Sea Wave Energy Converter (Iswec), l’innovativo sistema di produzione di energia dal moto ondoso, in un impianto realizzabile su scala industriale e, quindi, di immediata applicazione e utilizzo.

L’accordo di partnership si svilupperà in due fasi: nella prima fase, si metterà a punto il modello di business, definendo un vero e proprio piano di realizzazione in Italia. Parallelamente, verrà completata la prima installazione industriale di ISWEC presso la piattaforma Eni Prezioso nel Canale di Sicilia al largo delle coste gelesi, con avvio previsto nella seconda metà del 2020. La seconda fase sarà, invece, dedicata da un lato alla vera e propria costituzione della società, e dall’altro alla conseguente esecuzione del piano di realizzazione e sviluppo delle attività, a partire dalle applicazioni per le isole minori in Italia e successivamente all’estero.

Si tratta di un sistema molto innovativo, caratterizzato da una elevata complementarietà che può consentire di superare i vincoli che hanno fin qui limitato un diffuso sfruttamento delle tecnologie di conversione dell’energia del moto ondoso. Infatti, si tratta di un sistema ibrido smart grid unico al mondo composto da fotovoltaico e da un sistema di stoccaggio energetico idoneo sia per l’alimentazione di asset offshore di medie e grandi dimensioni sia per la fornitura di energia elettrica completamente rinnovabile in luoghi non interconnessi alla rete, come le isole minori, dove si prevede concentrarsi il piano di deployment.

I vantaggi per l’Italia sono notevoli in quanto l’energia da moto ondoso può essere realizzata sfruttando lo sviluppo costiero del Paese, con un impatto ambientale inferiore rispetto a quello delle altre principali fonti rinnovabili terrestri già in uso, e creando una industria nazionale ed un indotto a elevato sviluppo tecnologico e valore aggiunto. L’accordo sarà oggetto di successivi contratti vincolanti che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili, ivi inclusi quelli in materia di operazioni tra parti correlate e antitrust.

De Carli alle libraie di Momo: «Non educate i bimbi secondo stereotipi ideologici»

Il consigliere del Popolo della Famiglia ritiene sbagliata anche la scelta di accogliere i bambini con il cartello «no omofobia»

Mirko De Carli
Mirko De Carli

Mirko De Carli, uno dei dirigenti nazionali del Popolo della Famiglie e consigliere comunale a Riolo Terme, commenta la nostra intervista alle ragazze che gestiscono la libreria Momo ritenendo «diseducativa» la scelta di non proporre alle famiglie libri “per maschi” e “per femmine”.  Per De Carli «un bambino non può essere educato secondo stereotipi ideologici ma rispetto la verità della loro natura (biologica in primis). Pensare poi di accogliere queste creature con un bel cartello “No Omofobia” fa ancora più riflettere, soprattutto lascia attoniti sentirsi dire che i bambini sono limitati nelle letture dai propri genitori».

Il politico – pur non volendo «in nessun modo criticare un’iniziativa imprenditoriale nel settore della cultura» ricorda che  «avremo in futuro una buona e capace generazione di giovani è perché avremo avuto buone famiglie che li hanno allevati. Ogni iniziativa imprenditoriale che promuova cultura è positiva e importante ma non usiamo i facili entusiasmi per diseducare i più piccoli con l’ideologia gender e un rapporto distorto con i propri genitori. Ci sarebbero conseguenze negati per tutta la nostra comunità».

A Bagnacavallo un workshop per imparare l’arte della xilografia

Il 4 e il 25 novembre due incontri per bambini dagli 8 ai 12 anni in occasione della mostra di Dürer al Museo Civico

Xilografia 1In occasione della mostra Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine, visitabile fino al 19 gennaio 2020, il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo offre ai bambini e ai ragazzi tra gli 8 e i 12 anni la possibilità di imparare i segreti delle tecniche di incisione su legno.

Lunedì 4 elunedì 25 novembre si terranno due workshop gratuiti della durata di tre ore, dalle 15.30 alle 18.30, in cui il maestro xilografo Enrico Rambaldi, di Ink33, svelerà e approfondirà le tecniche del celebre incisore di Norimberga, capostipite della moderna xilografia. I giovani partecipanti avranno l’occasione di realizzare la loro matrice da inchiostrare e stampare e potranno partecipare alla visita guidata della mostra.

Il termine per le prenotazioni è il 31 ottobre per il primo appuntamento, il 21 novembre per il secondo. Ciascun laboratorio ha una capienza massima di dodici iscritti.

Per informazioni e prenotazioni: tel. 0545 280911 / 13.

Email: centroculturale@comune.bagnacavallo.ra.it

Ecco il progetto per restaurare il parco della Pace di Ravenna

Il luogo è stato inaugurato nel 1988 per volontà del Comune di Ravenna e dell’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei
Parco Della Pace(1)

Martedì 29 ottobre alle 17, nella Sala Martini del Mar, si terrà un incontro di presentazione del progetto per gli interventi di restauro e valorizzazione del Parco della Pace.

Il luogo, inaugurato nel 1988 per volontà del Comune di Ravenna e dell’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei, è un vero e proprio museo all’aperto che ospita opere di artisti internazionali accomunate dal tema della pace e dell’amicizia tra popoli. Dopo tanti anni, però, necessita di specifici interventi di restauro e di un puntuale programma di valorizzazione che implementi la conoscenza del sito e della sua storia.

Il progetto si è tradotto in un’occasione molto feconda per le istituzioni didattiche del territorio ravennate, per cui nelle attività di restauro – che cominceranno subito dopo la chiusura della VI edizione della Biennale di Mosaico Contemporaneo 2019 –  saranno coinvolti studenti della laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali, dell’Accademia di Belle Arti e del Liceo Artistico Nervi-Severini.

 

 

Conte dopo la sconfitta: «L’esperimento si può ritentare in altri voti regionali»

Il presidente del consiglio da Marina di Ravenna invita i partiti a riflettere e a non archiviare l’alleanza, anche in vista delle elezioni in Emilia-Romagna: «Si può modificare qualcosa e riprovare»

Giuseppe conte visita a ravenna
Conte alla sede dell’Eni

Il premier Giuseppe Conte è a Marina di Ravenna alla sede dell’Eni. Inevitabile un commento sulla situazione politica dopo la sconfitta della coalizione Pd-Movimento 5 Stelle -Leu in Umbria: «Faccio gli auguri di buon lavoro a Donatella Tesei – ha detto il presidente del Consiglio – e oggi sono ancora più convinto di ieri che il governa debba continuare a lavorare, poi ogni partito farà le sue valutazioni interne». Conte non si pente nemmeno della foto di Narni, in cui era accanto al candidato Vincenzo Bianconi e ai leader nazionali di Movimento 5 Stelle, Pd e Leu. Scatto definito da Matteo Renzi “una genialata”: «La farei altre mille volte – dice il capo dell’esecutivo – ero lì per dare una mano».

Conte ha poi aggiunto che in Umbria «l’esperimento è stato partorito tardi e non ha dato i risultati sperati». Ora «lascio ai leader le rispettive valutazioni. Si prendano tempo: un esperimento si può anche modificare e ci sono varie competizioni regionali che ci aspettano». Tra queste anche quella in Emilia-Romagna, dove si ipotizzava un’alleanza che, al momento, sembra improbabile alla luce dei risultati umbri.

Il Riesame annulla la sospensione dei vertici di Ap: disposta dal 25 settembre

Il provvedimento era stato disposto dal Gip di Ravenna il 25 settembre scorso su richiesta della Procura di Ravenna

Daniele Rossi

Il Tribunale della Libertà di Bologna ha annullato nella giornata del 28 ottobre la sospensione dei vertici dell’Autorità Portuale di Ravenna (del Presidente, Daniele Rossi, del Segretario Generale, Paolo Ferrandino e del Direttore Tecnico, Fabio Maletti), disposta dal Gip di Ravenna il 25 settembre scorso su richiesta della Procura di Ravenna.

La sospensione era stata disposta nell’ambito di una indagine condotta dalla Procura di Ravenna per inquinamento ambientale a seguito dell’affondamento di un relitto di nave abbandonato nel porto di Ravenna da molti anni. L’udienza avanti il Tribunale della Libertà si è svolta in contraddittorio fra il Pubblico Ministero di Ravenna dottoressa Angela Scorza ed  i difensori delle parti. Le motivazioni saranno pubblicate successivamente.

La vicenda della sospensioni dei vertici di Autorità Portuale è piuttosto articolata. Il provvedimento era stato disposto all’inizio di settembre  con il governo che aveva nominato Paolo Ferrecchi come commissario. Commissariamento durato però pochi giorni, dal momento che nell’arco di una decina di giorni lo stesso gip, a causa di un vizio formale, aveva annullato la sospensione. A quel punto il Commissario è decaduto per poi tornare in sella dopo meno di una settimana perché – a fronte dell’esito dell’interrogatorio – era stata nuovamente confermata la sospensione con Ferrecchi nuovamente in carica. La difesa ha fatto istanza al Tribunale del Riesame per l’annullamento della misura, di nuovo concessa. Rossi torna quindi in carica e ora è presumibile che ci rimanga, in attesa di conoscere come si evolverà la vicenda giudiziaria.

Il presidente Rossi ha dichiarato : «Avevo riposto grande fiducia nel Tribunale della Libertà e ne ho molto apprezzato l’analisi competente, professionale e tempestiva. Ora ci apprestiamo a  riprendere subito il lavoro interrotto con la determinazione e l’entusiasmo di sempre».

È di nuovo Halloween mania: ecco le principali feste del 31 ottobre in provincia

Dal capodanno celtico di Riolo ai fantasmi nella rocca di Lugo: tante idee per trascorrere la notte più spaventosa dell’anno

Riolo Halloween
Uno scatto di Salvatore Garbo della passata edizione del Capodanno Celtico di Riolo

Il 31 ottobre sarà Halloween e orde di fantasmi e streghette si riverseranno per le strade al grido di “dolcetto o scherzetto”. Per chi volesse prendere parte ai festeggiamenti da brivido, ecco una guida agli eventi – tra quelli in luoghi pubblici e a ingresso quasi sempre gratuito – che le città della provincia organizzano sul tema.

Il Capodanno celtico di Riolo punta sul vampirismo

Ben prima che Halloween diventasse così popolare anche in Italia, Riolo Terme aveva la sua personale festività legata al mondo dell’occulto: si tratta di Samhain, il capodanno celtico, che ripropone riti, maschere, cibo rituale e fuochi di un tempo antico, in cui si credeva che al passaggio dal mese di ottobre a quello di novembre i morti ritornassero sulla terra. La festa va avanti da 28 anni e quest’anno punta sul tema del vampirismo, anche se gli organizzatori invitano a mascherarsi in massima libertà. Il clou resta lo spettacolo finale di mezzanotte, in cui viene bruciato di fronte alla rocca il “male”.

Borgo Montone si trasforma per una sera

Per i ravennati Borgo Montone, la piccola frazione alle porte della città, vicino al centro commerciale Esp, sta diventando di anno in anno il borgo di Halloween, grazie alla grande festa partecipata. Sono infatti i residenti del comitato cittadino a renderla speciale, con addobbi e animazioni, piccoli stand gastronomici e naturalmente chili di caramelle (solo le case illuminate prtecipano – comunque la maggior parte) per il rito del “dolcetto o scherzetto”.

A Ravenna la novità è il pomeriggio alla Rocca Brancaleone. Confermata la festa all’Almagià per i più piccoli

Quest’anno a Ravenna i bambini potranno trovare poi una nuova festa per celebrare Halloween, il 31 ottobre, dalle 16 alle 19.30, alla Rocca Brancaleone, con “truccamostri”, laboratori, caccia al tesoro, letture animate e dalle 19 musica e ambientazione horror. Confermato anche l’appuntamento per i più piccoli all’Almagià, dalle 17, con laboratori, installazioni e uno spettacolo interattivo.

A Cervia anche un corteo di zombie

A Cervia il 31 ottobre mercatini, stand e attrazioni fin dal primo pomeriggio. Al “calar delle tenebre” un corteo di zombie infesterà la via principale della città e tutti potranno partecipare alla “zombie walk” per aggiudicarsi i vari premi in palio. Per i più coraggiosi poi, ci sarà un percorso immerso nell’oscurità, “dove affrontare in prima persona le paure più nascoste”, e dove bisognerà trovare la via d’uscita. In Piazza Garibaldi truccabimbi e in serata sul palco show e spettacoli.

Ad Alfonsine tornano le parate in maschera

Dalle 19 del 31 ottobre si festeggia Halloween anche nelle strade e nelle piazze di Alfonsine, con stand gastronomici, spettacoli, animazioni, un trenino e anche due parate (una per adulti e una per bambini) che saranno il culmine dei concorsi per i migliori travestimenti.

BagnacavHalloween tra streghe e letture animate

Il 31 ottobre dalle ore 18.30 Bagnacavallo ospiterà BagnacavHalloween, la festa promossa dall’associazione L’isola che non c’è in piazza della Libertà. Alle 20 ci sarà il concerto di Jack “Guitar” Manzoni con il Coro dei Rifugiati, mentre dalle 20.30 il “tunnel degli orrori” accoglierà letture animate dell’associazione Comunicando. Per tutta la serata funzionerà uno stand gastronomico e ci saranno mercatini creativi.

A Lugo caccia di fantasmi nella Rocca Estense

A Lugo il 31 ottobre in centro storico grande festa di Halloween a partire dal mattino, con laboratori e bancarelle, oltre a punti ristoro a tema. In serata spazio a spettacoli itineranti di arte di strada e alla novità che sarà alla Rocca Estense, con visite guidate a caccia di fantasmi (dalle 19.30 alle 23) in collaborazione con Irp (Investigazione Romagna Paranormale). Dalle 22.45 spettacolo finale e rogo della “piligrèna”.

A Massa Lombarda il tradizionale “dolcetto o scherzetto” per i bimbi

Il 31 ottobre a Massa Lombarda i festeggiamenti per la notte di Halloween arrivano in piazza Matteotti e per le vie del centro, dove dalle 19 i commercianti distribuiranno dolci e caramelle a tutti i bimbi per il tradizionale “dolcetto o scherzetto”. Non mancheranno anche gonfiabili, food truck e giochi.

Musica e spettacoli a Sant’Agata sul Santerno

Sant’Agata sul Santerno festeggia Halloween con tanti appuntamenti in centro, dove dalle 18.30 sarà attivo anche uno stand gastronomico. Alle 19.30 si terrà uno spettacolo dei All’Incirco con musica, giocoleria, trampoli, fuoco e magie, mentre per tutta la serata ci sarà la musica del Black Mirror. Torna anche quest’anno il concorso per premiare la zucca e la maschera più spaventose; l’iscrizione è obbligatoria ai numeri 347 8658389 (Mara) o 370 3525476 (Eleonora).

Alla Torre di Oriolo visite notturne e vini

Alla Torre di Oriolo, sulle colline faentine, il 31 ottobre (dalle 18 fino a notte) è in programma il primo HalloWine Party con degustazioni di vini del territorio, animazioni per bambini e balli. In programma anche visite guidate notturne alla torre.

Circo contemporaneo e locande a Brisighella

A Brisighella il 31 ottobre sessanta ragazzi del territorio animeranno il centro storico (ingresso a 3 euro, bambini gratis) per trasportare il pubblico in una suggestiva e coinvolgente azione scenografica di alcuni gironi dell’Inferno dantesco. Tra le vie e le piazze locande allestite per la serata e spettacoli di circo contemporaneo, tamburi medievali e spazi per bambini. Dalle 23 (e fino alle 2 di notte) la festa proseguirà alla Rocca.

La “battaglia” della libreria per bambini: «Il problema spesso sono gli adulti»

Parla Alice Keller, autrice e tra le titolari di Momo. «Le parole dei bambini sono luci nella notte per noi adulti»

Libraie Momo
Le tre libraie di Momo (a sinistra Alice Keller)

Ha aperto in via Mazzini nel marzo del 2016 la libreria Momo, l’unica esclusivamente per bambini e ragazzi di Ravenna e – insieme alla Bubusettete di Cervia – dell’intera provincia.
Ne abbiamo parlato con una delle tre titolari, Alice Keller, anche lei stessa autrice di libri per ragazzi.

Come si riesce a portare avanti un’attività come la vostra in una città di provincia come Ravenna? Quali sono le difficoltà e quali le soddisfazioni maggiori?
«Abitiamo in una provincia fortunata, in cui biblioteca e scuole lavorano molto per diffondere la lettura e i buoni libri. La sfida del nostro lavoro, che si innesta su un territorio culturalmente vivace, è quella di accendere maggiormente l’attenzione di bambini, ragazzi e famiglie verso libri apparentemente “difficili”, meno in vista dei titoli luccicanti che ammiccano dagli scaffali dei supermercati, che però sono miniere di visioni e parole. Dobbiamo lottare contro l’idea del libro come prodotto continuamente soggetto a sconti e campagne promozionali, contro la rapidità degli acquisti online e le offerte dei siti di e-commerce apparentemente fatte su misura per il cliente. Chi ci frequenta da quasi quattro anni e ci ha dato inizialmente fiducia, ora festeggia con noi la soddisfazione di quello che è sicuramente tra i lavori più belli del mondo: lasciarsi prendere per mano da un bambino per entrare tra le pagine di un libro».

Quali sono i vostri clienti? Riuscite a fare una sorta di identikit?
«I nostri clienti sono bambini e ragazzi da 0 a 14 anni e gli adulti che stanno loro vicino. Certo, capita più spesso di incontrare nonni e genitori, soprattutto nella fascia di età delle scuole elementari e medie e vorremmo per questo incontrare sempre più ragazzi. Abbiamo però tanti “gattonatori” che vengono felici a cavalcare i nostri cavallini e scegliere i primi libri e bambini dai 9 anni in su che frequentano i nostri gruppi di lettura, confrontandosi una volta al mese sul libro letto, accompagnati dalla libraia Sara».

Qual è la difficoltà più grossa dell’avvicinare i bambini alla lettura?
«Spesso gli adulti scelgono al posto loro, o si lasciano guidare da preconcetti che loro stessi hanno sui libri. Molti adulti non sono a loro volta lettori, e questo è l’ostacolo più grande. Cerchiamo di smentire con i nostri strumenti una divisione dei libri in base al genere (non ci sono libri per maschi o per femmine!), così come i libri per bambini non devono essere necessariamente colorati (ci sono meravigliose illustrazioni che giocano con toni scuri) o non devono avere per forza parole (i bambini sanno leggere le immagini, molto meglio di tanti adulti) e possono essere a fumetti (i fumetti sono libri, nonostante spesso ci sentiamo dire: “mio figlio non legge, legge solo fumetti”) e soprattutto non ci sono solo i classici, di cui ogni adulto conserva qualche reminiscenza scolastica, ma tanti bravi autori contemporanei, così come la poesia non è quella materia lontana che qualcuno ancora associa al suo passato tra medie e liceo: ci sono poeti contemporanei per ragazzi capaci di accendere la passione per il verso anche nei più piccoli».

E quali sono i gusti dei bambini ravennati?
«Sono appassionati di libri senza parola, come i meravigliosi Libri delle stagioni di Rotraut Susanne Berner che il nostro pubblico ha accolto con successo. Amano storie di mare, i tanti libri di divulgazione meravigliosamente illustrati, sono voraci lettori di fumetti come Smile e Sorelle, ci stanno seguendo nella nostra passione per Ulf Stark, autore de Il bambino dei baci e altri piccoli romanzi da poco pubblicati per Iperborea».

Libreria Momo Vetrina
La vetrina allestita con le illustrazioni di Manuela Mapelli, di cui parliamo anche nell’intervista

State cercando di rendere la libreria un punto di ritrovo, non solo un negozio, affrontando anche tematiche più complesse, come nel caso della vetrina ricoperta da manifesti in qualche modo politici (vedi foto). Come si concilia tutto questo con il target di riferimento, ossia i bambini e le famiglie?
«Facciamo fatica a pensare la nostra libreria come un punto solamente commerciale. Per noi prima di tutto è una possibilità di veicolare pensieri, anche quando questo significa prendere posizioni nette, che possono creare dissenso o comunque non trovare l’accordo di tutti. D’altra parte crediamo che sempre di più, oggi, ci sia bisogno di fare delle scelte. Da noi si possono trovare alcuni libri e non altri, così come siamo lo specchio di alcuni pensieri e non altri. Sempre, però, veicolati attraverso l’arte e la letteratura e una speciale attenzione al mondo che vogliamo offrire ai futuri adulti. Siamo sempre grate e felici per tutte le famiglie che decidono di camminare un pezzo di strada con noi».

Allo stesso modo ti chiedo, come autrice, come affronti certi temi che vuoi veicolare ai ragazzi?
«Credo che la scrittura sia la possibilità più grande che abbiamo di metterci nei panni degli altri, portandoci dietro una parte di noi. Ogni volta che lavoro a un personaggio, questo mi chiede di immergermi in me stessa e al tempo stesso di immaginare come lui vede il mondo. Pensare di vedere il mondo dalla parte dei ragazzi è l’unica cosa che mi dà fiducia nel futuro, anche davanti agli scenari, e quindi alle trame, apparentemente più complesse, vicine a temi che lasciano noi adulti spesso senza parole, spaventati dall’idea di come raccontarli ai nostri figli. Spesso sono i miei stessi personaggi bambini a indicarmi un’apertura in una trama cupa. A chiedermi di osservare il mondo con rigore e malleabilità. Bambini e ragazzi soffrono enormemente per i nostri errori, ma le loro parole sono piccole luci nella notte, in grado di indicarci sentieri. Scrivere per ragazzi non significa cercare semplificazioni linguistiche o di trama: la scrittura è lealtà ai propri pensieri e spesso, mettersi dalla parte di un protagonista 12enne, offre coraggio in più per immergersi nelle proprie zone d’ombra, mettersi in discussione, trovare più domande che risposte».

Stadio sold-out, il derby si guarda dal balcone: Ravenna-Cesena 1-1, show in curva

Dopo un decennio torna la gara tra giallorossi e bianconeri e il Benelli è tutto esaurito con cinquemila persone, lunghe file ai tornelli per entrare. La convivenza forzata tra tifoserie nella stessa tribuna produce sfottò e insulti ma nessun disordine. Cori dagli spalti per tutti i 90′, la Mero con orgoglio nello striscione: “La Romagna siamo noi”

Alla fine è arrivato il tutto esaurito e qualcuno è rimasto fuori, perdendosi il ritorno del derby di Romagna dopo un decennio. Nel caldo pomeriggio (22 gradi) del 27 ottobre erano in cinquemila (la massima capienza omologata) al Benelli per Ravenna-Cesena della 12esima giornata di Serie C. Il risultato finale dice 1-1 (padroni di casa avanti con Nocciolini al 45’, pareggio ospite con Valeri al 50’) e in parità è finita anche la sfida delle curve: uno spettacolo di colori e cori che raramente si vede dalle parti del rattoppato catino ravennate, un tifo davvero da categoria superiore. E non si sono registrati disordini nonostante l’inusuale scelta di riservare uno spicchio della tribuna al tifo cesenate – vista la grande richiesta di biglietti per una squadra che ha ottomila abbonati contro i 1.200 bizantini – con un cordone di steward per separarlo dal tifo di casa.

«Sei del Cesena o del Ravenna?», ti chiede lo steward. E stava tutto nella vostra risposta a questa domanda – a meno che non indossaste la casacca di un Felice Centofanti o di un Emiliano Salvetti – il meccanismo di filtraggio delle tifoserie all’ingresso. Perché una volta passati i tornelli – al fischio d’inizio la coda era ancora così lunga da arrivare quasi al lato opposto di piazzale Sighinolfi – c’era solo una di quelle fettucce da cantiere a dividere il piazzale sotto gli spalti. Roba che stride un po’ con la rigida applicazione delle disposizioni da parte della questura che fino a qualche settimana fa non consentiva agli ultras giallorossi di portare striscioni e stendardi in curva. Ma al tempo stesso è roba che fa anche onore al grado di civiltà delle due tifoserie: in altri piazze non bastano grate e inferriate a tenere calmi gli animi. Vale la pena ricordare che tutto questo accade perché uno stadio che potrebbe contenere 12mila persone oggi è più che dimezzato perché diversi settori (tutti i distinti e la parte bassa della curva ospiti) non garantiscono le sufficienti condizioni di sicurezza per l’agibilità e i lavori di adeguamento avanzano lenti.

E così lo strano pomeriggio di convivenza forzata, separati da pochi metri nella stessa tribuna, si è sviluppato con il classico scenario di campanilismo e tifoseria. C’è il ravennate che stende la sciarpa e gonfia il petto, c’è il cesenate che risponde con il dito medio. C’è il giallorosso che invita l’avversario ad andare da lui se ha coraggio, c’è il bianconero che urla «Faenza bianconera» come estremo sfregio di una parte della provincia ravennate in mano ai rivali.

Chi non ha dovuto sgomitare per un biglietto, non ha dovuto fare file per entrare e non si è preso insulti sono di sicuro i quattro che hanno assistito alla partita dal balcone di un condominio di via Punta Stilo. A loro va il premio per il messaggio più inclusivo: alla ringhiera le bandiere della pace, dell’Unione europea e una giallorossa che assomigliava molto a quella della Catalogna.

E poi, come detto, ci sono state le curve. Non sono rimaste in silenzio nemmeno per uno dei 95 minuti della partita con un colpo d’occhio che ha fatto onore a una sfida attesa così a lungo. La Mero alzo la testa sin dal principio con uno striscione: “La Romagna siamo noi”. Poi per tutta la partita è stato un alternarsi di sfottò agli avversari e incitamenti ai propri giocatori.

Marco Melandri a 37 anni ha corso l’ultima gara della sua carriera da pilota

Con il gran premio della Superbike in Qatar il ravennate abbandona le competizioni: aveva esordito nel Motomondiale nel 1997

70618041 2465816040150704 6414541705344712704 NSul circuito del Qatar con la gara di Superbike si è chiusa la carriera da pilota di Marco Melandri. A 37 anni il ravennate ha deciso di chiudere con l’agonismo. Il suo esordio al top del motociclismo era arrivato nel 1997 nella classe 125 del Motomondiale. Dal 2011 correva in Superbike.

In questo momento così significativo, la sua compagna Manuela Raffaetà gli ha dedicato una lunga lettera per celebrare la carriera del centauro e il loro rapporto che dura ormai da 15 anni.

«Turisti sempre più autonomi e sul web. Non ci servono crociere da seimila posti»

L’assessore comunale Giacomo Costantini fa il bilancio alla fine di una stagione estiva positiva per la città d’arte e negativa per i lidi

Costantini
L’assessore mostra, in uno Iat, la maglietta dedicata a Dante, uno dei filoni su cui puntare anche per il turismo internazionale

Helsinki e Salonicco sono due delle ultime tappe da cui è reduce l’assessore al Turismo del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini, che porta con sè anche due risultati importanti. In particolare, in Finlandia il Comune di Ravenna è entrato nella top ten delle “smart cities” nell’ambito turistico, classifica stilata dall’Unione Europea tramite un apposito bando.

Assessore, che ricadute concrete potrà avere questo riconoscimento?
«Siamo la città di dimensioni più piccole in una rete di dieci città europee, abbiamo avuto modo di instaurare rapporti importanti con le altre realtà con cui ora potremo scambiare buone pratiche, come prevede il bando europeo. È un risultato particolarmente importante, se pensiamo che le città sono state valutate in termini di sostenibilità, accessibilità, digitalizzazione, nonché patrimonio culturale e creatività».

Da Nord a Est: qual è il “bottino” che arriva invece da Salonicco?
«A Salonicco è in corso la mostra dei mosaici antichi ravennati che sarà prorogata fino a gennaio e ha già superato le 60mila presenze. Ma ancora più importanti sono le relazioni che stiamo stringendo con realtà che hanno un legame con la città bizantina e quindi con la nostra identità, ciò che ci rende unici, il tutto peraltro “benedetto” dal Patriarca ortodosso».

KeysLei parla di internazionalizzazione e progetti europei, però i dati sul turismo non sono particolarmente esaltanti, soprattutto ai lidi. Dopo il -2,2 percento del 2018, i primi otto mesi di quest’anno segnano un -3,5 degli arrivi, compensati solo in parte dal +3,8 della città d’arte. Il saldo è comunque negativo.
«Dipende appunto da che dati si guardano. La città d’arte è in costante crescita e dobbiamo considerare che Ravenna, per numero di abitanti e strutture ricettive, non potrà crescere all’infinito. Questo si può dire in parte anche dei lidi, che sono in lieve calo rispetto al 2017 ma non sono certo tornati ai dati scoraggianti della grande crisi, e questo nonostante una capacità di spesa sempre più ridotta delle famiglie italiane per le vacanze. Dobbiamo quindi lavorare sull’internazionalizzazione e sull’aumentare il valore economico generato dal turismo sul nostro territorio».

Sta dicendo che bisogna un po’ rassegnarsi?
«No, sto dicendo che è un problema di prodotto e non solo solo di marketing o di comunicazione, altrimenti la città d’arte avrebbe lo stesso problema, e così non è. Il turismo è cambiato, e per esempio non si può contare su tour operator che muovono grandi numeri né tantomeno aspettare che le prenotazioni arrivino da sole. Oggi le persone si muovono autonomamente, per periodi brevi, e vogliono provare esperienze che arricchiscono le loro vacanze. Dunque l’hotel che propone l’escursione alla Bevanella o la biciclettata in valle avrà più possibilità di essere attrattivo e riempire le stanze anche a ottobre o aprile e maggio. Non a caso abbiamo unito col recente bando la gestione del Museo Natura a quella di Punte Alberete (la valle della Canna è gestita invece dal Parco del Delta, ndr). In questo senso, nell’ottica di caratterizzare sempre più la nostra identità unica, nasce il Parco Marittimo (cioé i nuovi stradelli retrodunali pedonali, ndr). Riposizionare l’offerta dei lidi abbinando altre risorse e opportunità come Natura e Wellness è un lavoro lungo, ma che deve essere sviluppato per il nostro settore balneare. Basta vedere i quattro punti su cui la commissione europea ci ha valutato per il bando “smart cities” per capire cosa cerca il turismo internazionale».

TuristiDunque la mancanza di strutture ricettive in alcune località non è più da vivere come un problema?
«Come ho già avuto modo dire, a noi mancano l’ostello e il 5 stelle, cioè la fascia più low cost e quella più luxury. Sono entrambi importanti perché danno una risposta a pubblici con aspettative precise: chi sceglie l’ostello non lo fa solo per il prezzo. Al momento l’unica struttura nuova che potrebbe nascere è quella dell’ex Xenos a Marina. Ma Marina è piena di seconde case dove un tempo le famiglie passavano l’intera estate e dove oggi le nuove generazioni invece trascorrono qualche weekend. Credo non sarebbe sbagliato pensare che in futuro possano nascere diversi Bed & Breakfast o Airbnb per un turismo integrato, non solo balneare. E poi non sono andati tutti allo stesso modo: i dati ci dicono che su 116 alberghi nel comune di Ravenna solo 28 sono su Booking, e quelli che lavorano bene online sono quelli che hanno più opportunità per riempire le stanze».

È un modo per dire che il Comune più di tanto non può fare?
«La distribuzione dei pacchetti e la vendita dei posti letto non è competenza dei Comuni. Noi continueremo a curare accoglienza, promozione, organizzazione del territorio e coinvolgimento degli operatori: investiremo sempre più in educational tour per gli operatori che sono lo strumento più utile, come abbiamo fatto l’inverno scorso. Abbiamo inoltre fatto un buon lavoro sull’aspetto naturalistico, basti pensare per esempio alle visite guidate che Atlantide sta organizzando per la pineta Ramazzotti e che gli albergatori e campeggiatori devono imparare a offrire. Siamo ancora indietro sull’experience del cibo, ma ci stiamo lavorando e ora punteremo su quello. E più che tante fiere, che comunque sono concordate con Apt e stakeholder locali, per l’internalizzazione credo che convenga investire, come abbiamo appena fatto, 30mila euro per il Social Travel Summit che ha portato qui persone che non conoscevano Ravenna e che ora invece ne parlano sui rispettivi blog e canali di comunicazione. Inserire Ravenna in reti internazionali. O articoli come quello uscito di recente sul Sunday Times, anche quello frutto di una nostra attiva collaborazione».

D’accordo, non è un problema di marketing. E i grandi eventi? Quelli sarebbero competenza vostra…
«Anche a Helsinki si sono meravigliati di quante iniziative facciamo per una città di queste dimensioni. Spesso gli eventi che generano più presenze si organizzano in collaborazione con privati: Beaches Brew, Maratona e Omc ne sono l’esempio. Oggi grazie agli eventi nella città d’arte copriamo quasi tutti i mesi, eccetto gennaio e febbraio che sono un problema per tutte le città che non hanno un polo fieristico. Ma per il mare è chiaro che nemmeno gli eventi possono bastare. Il turista deve trovare ciò che cerca quando può venire, ecco perché sono altrettanto importanti le visite guidate e le iniziative di valorizzazione del territorio. Non a caso abbiamo finanziato per esempio la coop Atlantide perché faccia partire il battello per l’escursione alla foce del Bevano anche senza il numero minimo di partecipanti».

CrociereLe crociere? Sono una risorsa o un problema? Il terminal va rifatto come chiede l’attuale gestore in scadenza a fine 2020? Lei è stato di recente anche a Miami per incontrare tour operator del settore…
«Io credo che vada fatta chiarezza: mi aspetto che chi vorrà concorrere al bando presenti un progetto calibrato sulla nostra realtà. Noi non abbiamo bisogno di navi da seimila passeggeri o di due navi da tremila in contemporanea, perché ci si intaserebbero il centro storico mandando in sofferenza chi invece pernotta qui. Mi aspetto dal futuro gestore una strategia in tal senso che investa anche su navi di piccole e medie dimensioni del settore alto, luxury, che cercano qualcosa di diverso da Venezia e vogliono un bel terminal, come il nostro. Quando si è attraccati, da lassù, lo spettacolo è unico: mare, pineta, valli, porto turistico. Questo è un valore che non può essere trascurato. Inoltre vorrei che chi vincerà il bando sia anche tenuto a fornire dati concreti su come poi si muovono sul territorio i turisti che sbarcano, che investa sul favorire l’intermodalità per gli spostamenti e la cura dei percorsi disponibili una volta sbarcati a terra».

La Chiesa boicotta Halloween: «Il 31 ottobre meglio mascherarsi da santi»

Un parroco della Diocesi di Ravenna-Cervia: «Gli esorcisti dicono di stare attenti». Il vescovo: «Diseducativo»

BAMBINI OSCURATI
I bambini mascherati da santi, l’anno scorso all’Holy-Ween della parrocchia ravennate di Santa Maria in Porto

Anche a Ravenna, come in questi anni si sta sviluppando un po’ in tutta Italia, si festeggia Holy-Ween, iniziativa nata in ambienti cattolici alcuni anni fa al fine di tentare di riportare l’attenzione sulla vigilia della festa di Ognissanti, cercando in questo modo di boicottare l’ormai sempre più celebre festa di Halloween.

In particolare l’appuntamento è a Santa Maria in Porto, dove al teatrino parrocchiale, dopo un momento di preghiera, il 31 ottobre sono in programma animazioni e giochi per i più piccoli, che per l’occasione si travestono dai santi della Chiesa. «Anche alcuni genitori lo fanno – ci rivela padre Luca Lukanowski, della parrocchia di via di Roma – e la richiesta è arrivata proprio da alcune famiglie che cercavano un’alternativa ad Halloween, che ha un richiamo sempre più forte, a cui noi nel nostro piccolo cerchiamo di reagire. Si tratta di una moda che non appartiene alla nostra cultura, attraverso la quale si perde il valore della festa di Ognissanti, che è la festa della vita, dei nostri santi appunto che sono in Paradiso e che vivono nella gloria di Dio, felici, belli. E non certo scheletri spaventosi che i bambini si ritrovano ovunque il 31 ottobre, rischiando anche di restare traumatizzati. Non capisco perché i genitori e la scuola permettano ai più piccoli di festeggiare in questo modo. Anche diversi sacerdoti esorcisti dicono di stare attenti, di non celebrare il maligno».

Anche in altre parrocchie il 31 ottobre lo si trascorre celebrando i santi, come al Torrione (dalle 20.30), il cui parroco, don Paolo Pasini, avverte: «Halloween rischia di creare grandi confusioni, soprattutto alle giovani generazioni. La gente pensa di festeggiare una cosa e invece è un’altra, si tratta di una festa che ha origine nel nord Europa e che richiama lo spiritismo, forme occulte, invocazione dei morti, che non ha niente a che vedere con la festa dei santi. Si tratta di un fenomeno di neopaganesimo del tutto commerciale: noi cerchiamo di parlarne ma la pressione della cultura dominante è talmente forte che la stragrande maggioranza non capisce e anche le scuole lo promuovono, con grande incoscienza».

A sintetizzare il pensiero della Chiesa ravennate ci pensa poi il vescovo, Lorenzo Ghizzoni: «Alcune nostre parrocchie fanno iniziative per ridare a questo momento un valore un po’ più umano e cristiano. La festa nelle sue origini è legata al ricordo dei morti, ma è stata trasformata in una specie di festa pagana, molto molto commerciale, consumistica, che i nostri ragazzi vivono appunto così. Non credo rappresenti però un danno per la Chiesa, nel senso che noi continuiamo ancora a celebrare i giorni dell’1 e del 2 novembre con un importante giro di persone nei cimiteri, sempre notevolissimo. Per quanto riguarda i giovani, però, Halloween è diseducativo. Forse qualcuno riesce davvero a divertirsi, ma è un evento superficiale, che non lascia niente, che tratta una materia in modo superficiale e pressapochistico. E tirare in ballo gli spiriti, gli scheletri, per celebrare i defunti… Quello che possiamo fare come Chiesa – termina il vescovo – è non partecipare in alcun modo a questi eventi».

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