domenica
20 Luglio 2025

Valle della Canna, caccia sospesa nel raggio di tre chilometri dal parco del Delta

Il provvedimento motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria

Caccia 1200x800Il Parco del Delta del Po ha disposto oggi – 7 ottobre –  la sospensione di qualsiasi forma di attività venatoria in un raggio di 3 km dal perimetro dell’area interessata dalla moria di uccelli anatidi a causa, presumibilmente, dell’intossicazione da tossina botulinica di tipo C, fenomeno riscontrato la scorsa settimana in Valle Mandriole, o Valle della Canna. Va ricordato che nell’area interessata dal fenomeno l’attività venatoria non è mai consentita, a differenza delle zone contigue.

Tale provvedimento, “assunto anche dalla Regione Emilia-Romagna per le aree di competenza, risponde a un triplice obiettivo: in primis, permette consentire la permanenza degli uccelli in acque non contaminate, evitando la migrazione dalla zone contigue all’area di criticità. In secondo luogo, evita il potenziale abbattimento a un numero consistente di esemplari sani che, presumibilmente, a fronte dell’anomala presenza umana nell’area interna della Valle per la rimozione delle carcasse, si sono spostati nelle zone contigue ove vi è minor disturbo; infine, tale provvedimento è motivato dalla necessità di non causare un’eccessiva pressione sulle specie già interessate dalla moria”.

La sospensione dell’attività venatoria è immediatamente in vigore nelle AC (aree contigue) del Sub comprensorio n.4 “Ravenna- Alfonsine- Cervia” denominato PP Ravenna, in un raggio di 3 km dal perimetro della Valle Mandriole, e resterà valida fino a specifica revoca.

Il Parco del Delta del Po comunica che tale provvedimento è stato condiviso con Ispa e con tutti gli enti competenti che si sono attivati immediatamente a partire dalla segnalazione del Comune di Ravenna e l’immediata convocazione del tavolo emergenziale di giovedì 3 ottobre. “Il Comune nel frattempo, insieme a tutti gli enti competenti, ha favorito azioni straordinarie per il ricambio delle acque della valle in maniera rapida e per fornire così ossigeno all’area e limitare la proliferazione del botulino con l’auspicio di uscire dall’emergenza”.

Teatro come scuola di vita: 7 incontri con gli studenti, saggio finale all’Almagià

I laboratori di Panda Project che si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo” rivolto alle elementari e alle medie

Laboratori Panda ProjectIl teatro come scuola di vita, come luogo privilegiato per imparare le regole di convivenza con i propri compagni; il teatro come spazio dello stare assieme, ognuno con i suoi difetti e con le sue stranezze, senza chiudere le porte a nessuno. A questo, e a molto altro, serve il teatro nelle scuole: uno spazio di libertà nel quale essere se stessi, che può aiutare nella gestione dei conflitti interni ed esterni alla classe. Lo spirito dei laboratori teatrali di Panda Project sta tutto qui. Si chiamano “Le nostre città invisibili” e “Rosso Malpelo”: sono i due progetti scolastici dei Panda, compagnia romagnola che quest’anno festeggia i 10 anni di attività, e s’ispirano ai classici della letteratura italiana per affrontare temi difficili assieme ai ragazzi.

Il primo, rivolto alle scuole elementari, è finalizzato alla gestione del bullismo e del cyber-bullismo; il secondo, pensato per le scuole medie, affronta lo spinoso tema del razzismo con l’aiuto dell’indimenticabile personaggio creato da Verga. Quest’anno, per il quinto anno consecutivo, i Panda Project – al secolo Beatrice Cevolani, Hendry Proni e Delia Trice – affiancati dai due attori professionisti Annalisa Salis e Denis Campitelli, propongono i loro laboratori freschi e ironici alle classi delle scuole di Ravenna, realizzati in collaborazione con l’Assessorato alle politiche giovanili e con la Fondazione del Monte. Articolati in sette incontri settimanali della durata di 2 ore, i laboratori quest’anno prevederanno la possibilità di un momento di resa finale all’Almagià di Ravenna, a fine maggio 2020.

I laboratori verranno presentati ufficialmente a chiunque sia interessato il prossimo 14 ottobre, dalle 16.30 alle 18.30 presso l’Informagiovani di Ravenna, dentro a Palazzo Rasponi delle Teste (entrata via Longhi n.9). Gli ideatori dei laboratori – compresa Delia Trice direttamente da Copenaghen – risponderanno a tutte le domande e raccoglieranno le adesioni

Il progetto

«Ci piace tantissimo il confronto con i giovani», racconta Beatrice Cevolani. «Nei nostri laboratori i ragazzi partecipano attivamente e hanno tantissime cose da dire, spesso con punti di vista diversi e inaspettati. Affrontiamo assieme a loro tematiche difficili e sentite, che fanno paura ai “grandi”; e lo facciamo cercando di usare l’ironia, nostra passione da sempre», continua Cevolani.

«Dopo una serie di esercizi e giochi teatrali che servono per fare gruppo e capire i bisogni della classe, affrontiamo gli argomenti con una serie di domande generali. Per esempio: cosa significa per voi prendersi cura di qualcuno? Quanto vi sentite voluti bene? Si tratta di capire, attraverso le loro suggestioni, quando e come il problema si presenta nella quotidianità».

«Poi includiamo i ragazzi a livello creativo, partendo da ciò che li ha colpiti di più dei testi letti e chiedendo nuovo materiale: musica, fumetti, serie tv, ciò che loro sentono più vicino. Quindi si sintetizza tutto, col nostro aiuto, nella creazione collettiva di una vera e propria scena teatrale finale, senza ruoli predefiniti, imposizioni o costrizioni», spiega Cevolani.

«L’intento di “Rosso Malpelo”, dedicato alle medie, è capire quando la diversità diventa un problema. È ovvio che siamo tutti diversi, e questa diversità è una ricchezza. Ma quando c’è paura, ignoranza, pregiudizio, quando non ci si conosce, allora la diversità diventa un problema per tutti. Per questo ci basiamo sul teatro, sul lavoro di gruppo, sul confronto e sulla mediazione».

«Ne “Le nostre città invisibili”, insegniamo ai ragazzi delle elementari a litigare meglio. Dato che è impossibile non litigare, bisogna imparare a gestire la rabbia e le frustrazioni. Partendo dal libro di Calvino cerchiamo di immaginare assieme a loro delle città fantasiose, nelle quali collocare i conflitti reali per imparare a risolverli».

Una vera e propria esperienza di vita attraverso il teatro, che purtroppo è ancora poco diffusa nelle scuole italiane. Come conclude Cevolani: «Il teatro è un’esperienza straordinaria, e le reazioni dei partecipanti ce lo dimostrano. Sulla scena ci sono regole ben precise, che non ti vengono imposte come nella vita reale, ma che devi seguire se vuoi che la scena funzioni. Si impara a seguire le regole stando assieme. A teatro bisogna capirsi, accettare di farsi guardare, ascoltarsi, rispettarsi. Sono le stesse regole della vita, ma vissute e accettate assieme, senza paura».

Duecento concerti e oltre trentamila presenze: il Mei ha festeggiato così i 25 anni

Oltre ai live, sono state discusse anche alcune proposte per favorire l’ingresso della musica indipendente nei locali da ballo e nelle scuole

Attachment 2019 10 07T175005.530
La piazza del Mei

La 25esima  edizione del Mei – Meeting delle Etichette indipendenti si è conclusa ieri, domenica 6 ottobre, confermandosi come un successo. Secondo gli organizzatori ci sono state oltre 30.000 presenze, «un record mai registrato prima», durante le tre giornate di incontri, premiazioni e concerti, un afflusso di persone mai visto per oltre 200 live di artisti e band emergenti!

Dopo l’inaugurazione di venerdì pomeriggio, che ha visto l’apertura di mostre dedicate alla storia della musica e all’arte, mentre la sera e’ stato reso omaggio in un cinema strapieno a Don Gallo con un film che ha visto la partecipazione corale di tutta la musica italiana, nel centro di Faenza sono stati protagonisti tanti artisti, dai giovani emergenti ai talenti premiati con illustri riconoscimenti. Tra i tanti protagonisti i Marlene Kuntz che hanno  ricevuto il Premio Ciampi per i loro 30 anni di carriera. Si sono esibiti e sono stati premiati, tra gli altri, Fulminacci, Morgan, Negrita, Cristina Donà.

Sempre durante la giornata di sabato si è svolta la prima giornata del convegno Internazionale Digital Day a cura di Stefano Negrin e Giordano Sangiorgi. Durante tale meeting internazionale sono emerse alcune proposte: la prima riguarda la necessità da parte dei produttori indipendenti europei di organizzare una protesta a Bruxelles al fine di chiedere un equo compenso alla filiera creativa musicale da parte delle piattaforme multinazionali monopoliste digitali del settore musicale; la seconda riguarda il nuovo patto, stipulato proprio oggi, tra il Silb (Sindacato Italiano Locali da Ballo) e il Mei per l’ingresso della musica indipendente ed emergente attraverso festival, concerti live e rassegne anche nelle discoteche; mentre la terza ha segnalato la necessita’ dell’ingresso della musica in modo permanente nelle scuole con la presentazione del Corso sui Cantautori Italiani del Novecento che si terra’ con il Mei al Liceo Torricelli – Ballardini di Faenza grazie al sostegno MIbac e Siae presentato dal cantautore Edoardo De Angelis che ha celebrato i 50 anni del suo storico brano “Lella”

«Godiamoci questo straordinario risultato che conferma il Mei come un punto di riferimento nazionale di tutta la nuova musica indipendente ed emergente italiana che da qui porta i nuovi suoni di una nuova generazione e registriamo un aumentato interesse da parte del pubblico visto il record di presenze verso gli artisti e le band agli esordi che propongono nuove proposte musicali»  dichiara il patron Giordano Sangiorgi, ringraziando tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’edizione . «Ora, arrivati al giro di boa, si deve avviare una vera e propria rivoluzione per il nuovo percorso del Mei che gli permetta, di poter attivare la sua ricca rete durante tutto l’anno e poter rispondere ancora meglio alle nuove esigenze dei nuovi giovani produttori indipendenti e dell’attuale filiera creativa musicale, fatta da produttori, artisti, festival e promoter».

Festival Nuove Generazioni in arrivo: da domani all’11 ottobre all’Almagià

Organizzata nell’ambito di Sclab, il progetto vuole avvicinare i giovani alla musica colta ed è stato ideato dal quartetto Fauves

Musica Classica2Saranno le Artificerie Almagià a ospitare dall’8 all’11 ottobre la seconda edizione del festival musicale Nuove Generazioni nell’ambito di Sclab, il progetto ideato da Elisa Floridia e Giacomo Gaudenzi e realizzato dall’associazione quartetto Fauves in compartecipazione con il Comune di Ravenna e con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, per avvicinare i giovani alla musica colta. L’associazione nasce dall’esperienza dei quattro giovani musicisti del quartetto Fauves.

Quest’anno le serate di festival hanno raddoppiato la loro portata, passando da due a quattro: l’8 ottobre con “Vento contemporaneo” si esibirà il duo Di Mario – Bassi (trombone e pianoforte); il 9 sarà la volta de “I tre porcellini e il lupo che aveva perso il vizio”, fiaba musicale del Centro di Formazione e Cultura Musicale di Vinci; il 10 dialogo aperto con Paola Dubini, docente dell’Università Bocconi dal titolo “Con la cultura non si mangia. Falso! Eat Mozart”; l’11 chiude la rassegna “Ciò da sapare le pandore”, melologo su racconti di vita romagnoli con Nevio Spadoni. Tutte le serate sono a ingresso libero, inizio spettacoli ore 21.

Il festival si inserisce nell’attività laboratoriale Sclab, iniziata nel 2018, ideata e condotta dall’associazione che ha come obiettivo quello di mettere in pratica un’idea: quella che la musica “difficile” sia una risorsa inesauribile di occasioni di incontro, di modi di stare insieme, di possibilità di parlare una lingua condivisa. Per questo Sclab è dedicato specialmente ai più giovani, sia a quelli che la musica la studiano già, sia a quelli per cui la musica colta è lontana. L’edizione 2019, oltre a potenziare i corsi di formazione sia propedeutica che specialistica in termini di durata dei corsi e numero di formatori, ha visto l’attivazione di un filone progettato su un lungo arco temporale: l’Orchestra infantile Sclab. Il progetto dell’Orchestra infantile nasce dall’esperienza didattica di Elisa Floridia nelle classi della scuola Masih di Lido Adriano, dove la musicista ha interagito con i bambini, offrendo loro la possibilità di imparare a suonare uno strumento musicale, con lezioni sia individuali che collettive, settimanali. Ogni partecipante è stato dotato di uno strumento ad arco e ha frequentato il corso gratuitamente. Ad oggi l’Orchestra infantile Sclab conta quaranta elementi, ma le richieste di partecipazione sono tante di più. L’idea è quella di stabilire un progetto permanente di inclusione e formazione che abbia tutte le facce del mondo – perché tutto il mondo è rappresentato nella cittadinanza – attraverso il quale imparare che saper suonare insieme è saper stare insieme. Il primo concerto dell’Orchestra infantile Sclab si terrà il 18 novembre alle Artificerie Almagià.

«Sclab è un progetto dedicato alle nuove generazioni – dichiara Giacomo Gaudenzi dell’associazione quartetto Fauves – che aspira ad entrare nel tessuto cittadino. La musica da camera, che ne è la protagonista, rappresenta e sviluppa in chi la frequenta un modello cooperativo, rifiutando di per se stessa il modello competitivo che sempre più caratterizza la nostra collettività. Sclab mette a disposizione di tutti, dai bambini agli adulti, le eccellenze della cultura presenti in Itala e all’estero non solo durante il Festival ma anche nell’intenso filone formativo annuale che contraddistingue il progetto, durante i corsi di perfezionamento e le attività nelle scuole».

Il quartetto Fauves – commenta l’assessora alla Cultura Elsa Signorino – «è composto da artisti molto giovani, forse proprio per questo particolarmente interessati a far apprezzare la cosiddetta musica colta a un pubblico il più possibile eterogeneo, sia per età che per interessi. I suoi progetti rappresentano un grande dono alla collettività, che può avvicinarsi a nuovi patrimoni culturali e intessere stimolanti relazioni».

«Questo progetto, di formazione e di inclusione – dichiara l’assessora alle Politiche giovanili Valentina Morigi – evidenzia una preziosa modalità di lavoro nel segno dell’apertura, della cooperazione e della contaminazione tra diversi soggetti coinvolti come il quartetto Fauves, la scuola Masih di Lido Adriano e il Cisim. La base di partenza è costituita dal fatto che la musica è un solo grande mondo dove i generi si incontrano e reciprocamente si arricchiscono».

Mercatone Uno, incontro al Mise sul futuro degli undici punti vendita in regione

Dopo il fallimento di Shernon Holding i negozi, compreso quell di Russi, sono chiusi. Il bando scade il 31 ottobre

Domani, martedì 8 ottobre,nel pomeriggio dalle ore 16, al Mise incontro sulla vicenda del Mercatone Uno dopo il fallimento della Shernon Holding Srl (che aveva rilevato il gruppo lo scorso anno) e la nomina dei Commissari da parte del Governo. Tra gli obiettivi del summit quelli di far luce sul futuro degli 11 punti vendita in Emilia-Romagna , compreso quello di Russi.

Il bando per la vendita del gruppo scade il 31 ottobre prossimo. I centri commerciali occupano 450 lavoratori (su circa 1800 in Italia), per conoscere la situazione della sede logistica a San Giorgio di Piano tutt’ora esclusa dalla procedura di vendita, oltre al futuro della sede amministrativa di Imola. Al tavolo oltre i sindacati nazionali di categorie, i Commissari sono chiamate anche le 12 Regioni in cui hanno sede i punti vendita. La Regione, prima del tavolo romano, ha tenuto (il 24 settembre scorso) un incontro in viale Aldo Moro con la Città Metropolitana di Bologna, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e i sindaci dei comuni emiliano-romagnoli sedi dei punti vendita.

I meccanismi della Bestia di Salvini nel primo libro di una giornalista ravennate

Margherita Barbieri presenta il 12 ottobre il suo lavoro dedicato alla macchina che cura la strategia del leader leghista soprattutto sui social

Matteo Salvini in un momento dietro le quinte in una passata edizione della festa della Lega a Cervia

Come ha fatto la Lega a conquistare così tanti elettori? È la domanda da cui è partita la giornalista ravennate Margherita Barbieri per il suo “La Bestia di Salvini” (Edizioni Girasole, 120 pagine, 10 euro), un manuale della comunicazione del Carroccio che sarà presentato il 12 ottobre alle 18.30 al Circolo ravennate e dei forestieri (via Ricci a Ravenna). Alla serata sarà presente l’autrice, Beppe Rossi (presidente del Circolo), Ivan Simonini (presidente delle Edizioni Girasole) e Michele Marchi (docente di Storia Contemporanea all’Università di Bologna).

Il primo libro della 30enne – moglie dell’assessore regionale e esponente del Pd, Andrea Corsini – si presenta con la prefazione del conduttore televisivo Andrea Purgatori e promette «una risposta precisa e convincente, tramite un’analisi critica della comunicazione del Capitano, vista secondo gli occhi della Bestia», il nome con cui nell’ambiente mediatico viene chiamata la macchina organizzativa dietro alla strategia comunicativa del leader leghista. «Un volume da leggere per scoprire fino a che punto il potere dei social media può influenzare gli italiani e il loro voto. Per comprendere come si è trasformata la politica. Per capire gli errori della Destra, e quelli della Sinistra».

La copertina del libro di Margherita Barbieri

Barbieri è nata a Ravenna ed è cresciuta a Forlì. Giornalista pubblicista, ha lavorato per diversi giornali e tv locali, iniziando nel 2013 con il Corriere Romagna, per poi specializzarsi anche nella produzione video e in quella social. Ha co-fondato nel 2015 Romagna Web Tv. Ha condotto la trasmissione televisiva “Made in Romagna”. Ha curato la comunicazione di alcune campagne elettorali nella sua regione (l’ultima quella di Massimo Medri alle amministrative di Cervia a maggio 2019).

Valle della Canna, per Legambiente serve un risanamento che vada oltre l’emergenza

Secondo l’associazione il proliferare di specie vegetali non autoctone causa il soffocamento dell’area umida. «Ecco perché gli interventi tampone non sono utili»

Ph Oriano Golnelli Valle Canna Agosto 2017 Garzetta
Una garzetta nella Valle della Canna in uno scatto di Oriano Golnelli

Legambiente Ravenna interviene duramente sulla situazione nella Valle della Canna, dove ormai duemila uccelli sono morti a causa el botulino. «Esito scontato ed inevitabile di sottovalutazioni, inadempienza e di misure solo sporadiche ed emergenziali, quanto da scelte gestionali del tutto discutibili», dice l’associazione ambientalista. Le associazioni da tempo parlano di una gestione idraluica insufficiente «a contrastare l’anossia e il ristagno: condizioni favorenti la proliferazione del batterio del botulino, minaccia mortale per l’avifauna».

Per Legambiente da tempo è in atto una evoluzione della vegetazione che dal 2011 starebbe accelerando «ed in particolare stanno aumentando le presenze arboree nei punti più elevati, salici e pioppi bianchi, accompagnate anche dai banali ruderali rovi e sambuchi, mentre nelle bassure si susseguono specie aliene invasive come zigolo nordamericano e porracchia sudamericana. Quest’ultima specie, per i botanici Ludwigia peploides montevidensis, nota in letteratura scientifica tra le più invadenti e combattute pesti d’acqua a livello mondiale, sta espandendosi rapidamente nella Valle della Canna, fenomeno evidente e conosciuto». Anche la presenza di fenicotteri ed oche selvatiche sarebbero «precisi segnali di un mutamento ecosistemico, che coinvolge ovviamente anche flora e fauna, a dispetto dell’impegno formale alla conservazione della biodiversità, sancito dalla inclusione nella rete Natura 2000 della Comunità Europea, come SIC e ZPS».

Il tutto crea un  «un perfetto ambiente protettivo per zanzare; questo aumenta l’incidenza del virus West Nile e di altre malattie comunemente diffuse dalle zanzare. La Ludwigia peploides provoca anche seri danni alle attività umane quale anche la navigazione. La crescita rapida ed incontrollata della primula d’acqua sovrasta la vegetazione autoctona e danneggia le reti di irrigazione e drenaggio dei corpi d’acqua. I pesci possono incontrare seri problemi a muoversi nei fitti popolamenti di Ludwigia, che oltretutto influenzano gli habitat degli animali di superficie come gli uccelli. Essa ospita popolamenti di culicidi (zanzare), possibili portatori del virus West Nile».

In altre parole, per Legambiente «non basta più ricolmare i chiari solamente quando in stress idrico, ma sono necessarie programmazioni ed investimenti tali da garantirne un livello minimo vitale (il doppio rispetto a soli 2 anni fa) a tutela della salute dell’ecosistema. Una programmazione che è importante tenga conto degli effetti del cambiamento climatico e delle future esigenze idriche dell’area».

Valle Della Canna, Stato Canale Circondariale, 7.8.17Secondo l’associazione, dopo l’intervento da parte degli enti preposti nel ripristinare l’apporto idrico, si dovrà ragionare  «su interventi progettuali a lungo termine riconoscendo una priorità di azioni a tutela del nostro importante patrimonio naturale. Infine, curiosa è la vetrina di esaltazione sulla partecipazione dei soli cacciatori che chiedono dove sono finiti gli ambientalisti e si autoproclamano i veri salvatori dell’ambiente e rivendicano anche la gestione di queste aree.  Intanto sono state coinvolte le sole associazioni venatorie e nessuno si è sognato di coinvolgere la associazioni ambientaliste che già svolgono migliaia di ore di volontariato per gli enti pubblici interessati. Solo dopo che se ne è richiesto il motivo improvvisamente l’amnesia è venuta meno e si è convocato un “Urgente Tavolo coordinamento Valle della Canna” per mercoledì 9 ottobre che invita ed include anche i mai interpellati (fra cui gli ambientalisti e la Polizia provinciale). Forse sarebbe meglio che al mettersi in vetrina con queste presunte passioni, si comprendesse la necessità di tutelare il sito in quanto ecosistema di grande valore e non per seconde mire.” – sottolinea l’associazione».

Infine, «grandi interrogativi sono posti anche sulle operazioni di recupero, al di là dell’encomiabile impegno dei volontari attualmente impegnati, sulla correttezza delle operazioni di recupero della avifauna morta e di quella sopravvissuta. Quale è il numero attuale dei recuperati ? Quanti ancora vivi e quanti morti ? I vivi sono stati regolarmente registrati? Quali specie sono state interessate? È’ stato fatto un censimento di tutti gli animali recuperati diviso per specie e genere? Si sono trovati uccelli particolarmente protetti o protetti fra i deceduti (uccelli che sono certamente presenti nella Valle della canna)? Se non è stato fatto, perché si è già provveduto a portarli all’inceneritore?”.

Si laurea a settant’anni in Giurisprudenza con 110 e lode

Enrico Capoccia per diversi anni ha diretto la sede di Ravenna della banca Comit. Per lui il secondo alloro dopo quello in Economia

Attachment 2019 10 07T162734.519Con il punteggio di 110 e lode si è laureato nel pomeriggio di oggi, 7 ottobre, nell’aula magna di Giurisprudenza Enrico Capoccia, per diversi anni direttore della banca Comit, sede di Ravenna, che a 70 anni ha discusso con il relatore professor Thomas Tassani la tesi di laurea in diritto tributario dal titolo “La fiscalità del Trust nell’ordinamento italiano e in quello sanmarinese”.

Particolarmente emozionato il dottr Capoccia (già laureato in passato in Economia Aziendale) ha ricevuto poi i complimenti dei docenti e di tanti amici tra i quali Giannantonio Mingozzi, presidente Tcr, che fin dai primi passi ha seguito l’insediamento di Giurisprudenza a Ravenna. Il corso di laurea ravennate in Giurista d’impresa e delle amministrazioni pubbliche  «sta ottenendo ottimi risultati – sottolinea Mingozzi – in collegamento con le imprese del porto e con la formazione di quadri e dirigenti in più settori della economia ravennate e mi fa piacere che venga seguito anche da chi vuole perfezionare ulteriormente la propria cultura universitaria come ha fatto Enrico Capoccia; ricordo che questa triennale e la stessa magistrale promuovono ogni anno seminari, master e summer school molto qualificati ad esempio in diritto penale, diritto della navigazione, ambiente e sicurezza su lavoro».

Finanziamenti per la piscina di Casola Valsenio e il campo da calcio di Brisighella

La Regione mette a disposizione i fondi. Il terzo progetto sono i lavori di manutenzione nelle strade di Sant’Agata sul Santerno

PiscinaOltre duecentomila dalla Regione destinati a tre progetti di altrettanti Comuni in provincia di Ravenna: 96 mila euro serviranno per interventi nella piscina comunale di Casola Valsenio, oltre 76 mila euro per il campo da calcio di Brisighella e quasi 31 mila euro per lavori di manutenzione straordinaria nelle strade di Sant’Agata sul Santerno.

Il finanziamento rientra nei progetti di riqualificazione urbana e delle strade comunali, ma anche interventi per completare centri polivalenti e piste ciclabili, spazi per il volontariato e lo sport, per potenziare il turismo fluviale o sostenere i prodotti locali. In totale 2,8 milione di euro sono stati divisi in 31 programmi territoriali selezionati tra quelli presentati dai piccoli Comuni o che si sono fusi attuando le previsioni del programma regionale di riordino istituzionale.

La Giunta ha approvato la delibera che sostiene le opere pubbliche indicate dalle amministrazioni locali: 5 a Bologna per 500 mila euro; 2 a Ferrara per 180 mila euro; 4 rispettivamente a Modena per 339.600 euro, Reggio Emilia per 384 mila euro e Parma per 335 mila euro; 3 a Piacenza per 282.372 euro, Forlì-Cesena per 300 mila euro, Ravenna per 206.576 e Rimini per 196 mila euro.

Artifex Mosaico: gli studenti dell’Artistico a lavoro nei monumenti della diocesi

A partire da martedì 8 ottobre realizzeranno installazioni a San Vitale, Duomo e Sant’Apollinare Nuovo

44 Basilica Sant'ApollinareUn laboratorio d’arte contemporanea, nel cuore di monumenti Unesco della città. Gli studenti del Liceo Artistico “Nervi-Severini”di Ravenna saranno protagonisti, a partire da martedì 8 ottobre, di un progetto che li porterà appunto a realizzare opere, visite guidate ma anche installazione in alcuni monumenti gestiti dall’Opera di Religione, e in particolare a San Vitale, in Duomo, a Sant’Apollinare Nuovo.

Il progetto s’intitola “Artifex Mosaico” e fa parte della Biennale del Mosaico contemporaneo che per la prima volta quest’anno “abita” anche i monumenti gestiti dall’Opera di Religione, assieme alle installazioni di Felice Nittolo, inaugurate la scorsa settimana al Battistero Neoniano, al Museo e nella Cappella Arcivescovile.

Sono una trentina gli studenti del Liceo Artistico che per due mesi realizzeranno dei mosaici moderni nei siti antichi. Al centro del progetto “Artifex Mosaico” ci sarà la figura dell’airone, spiega la professoressa coordinatrice del progetto Elena Pagani: quelli classici raffigurati nei mosaici antichi e alcune reinterpretazioni moderne. «ome Diocesi abbiamo deciso di mettere a disposizione i nostri monumenti – spiega don Lorenzo Rossini, direttore dell’Ufficio Beni Culturali –, perché non sono solo per i turisti, ma sono luoghi di formazione, studio e crescita. I monumenti sono vivi, parlano certamente del passato ma sono un’ispirazione per l’oggi e per il domani».  Il progetto “Artifex Mosaico” sarà presentato martedì 8 ottobre, alle 18 in Duomo. Nei bookshop dell’Opera è disponibile anche un catalogo dei progetti della Biennale del Mosaico che coinvolgono i monumenti diocesani.

Nel 2020 a Faenza un concerto speciale di Laura Pausini solo per i fan

Laura PausiniIl 5 settembre 2020 concerto speciale di Laura Pausini a Faenza per festeggiare i 25 anni del suo fan club.

L’annuncio è arrivato sui canali social della cantante di Solarolo, che ha promesso di aggiungere ulteriori dettagli ogni 5 del mese.

La certezza è che potranno partecipare solo i soci del club, a cui ci si può iscrivere consultando il sito internet Laura4u.com

Università: stipendi bassi ai neolaureati, gli infermieri trovano lavoro per primi

I dati del rapporto annuale Almalaurea riferiti al 2018 dei corsi del campus di Ravenna. La retribuzione media a un anno dall’alloro in Italia è 1.095 euro (994 per l’ateneo bolognese)

UNIVERSITASe lo scopo di chi si iscrive a un corso di laurea triennale è quello di trovare lavoro immediatamente dopo il titolo, la scelta migliore a Ravenna è Infermieristica. Il corso – finora l’unico della Scuola di Medicina e Chirurgia in provincia di Ravenna – permette, a un anno dalla laurea, di avere un lavoro al 72,6 per cento degli studenti con 1.384 euro di stipendio. Gli infermieri, che studiano a Faenza, si laureano a poco più di 24 anni con una media di 104. I dati emergono dall’annuale rapporto Almalaurea 2019 che esplora nel dettaglio la condizione occupazionale di tutti i laureati una volta ottenuto l’agognato alloro.

I freddi numeri, che non tengono conto della soddisfazione personale, dicono che a un anno dalla laurea i giovani guadagnano poco. La tendenza, va specificato, non vale solo per i corsi ravennati: in tutta Italia a un anno dalla laurea triennale lo stipendio medio è 1.095 euro, che si abbassa a 994 euro nell’ateneo bolognese. A Ravenna, dopo i “ricchi” infermieri, vengono gli studenti usciti dal corso triennale in giurista d’impresa: laurea anche questa professionalizzante che permette di trovare lavoro al 52,2 per cento degli studenti (in larga parte coloro che non si iscrivono alla specialistica) con uno stipendio medio di 1.286 euro. Poco sopra i mille euro troviamo gli scienziati ambientali (1.059) e gli ingegneri edili (1.058). Poco al di sotto ci sono i laureati in Giurisprudenza (laurea a ciclo unico) che mettono in tasca 967 euro al mese, i logopedisti (972 euro al mese) che sono però quelli che trovano più facilmente lavoro (è occupato l’82,4 per cento). Stipendi bassi nel settore dei Beni Culturali (865 euro) e tra chi si è laureato in Chimica e Tecnologia per l’Ambiente (600 euro). Serve una postilla: negli ultimi due casi i laureati scelgono nella maggior parte dei casi di iscriversi a un corso magistrale (percentuale che arriva fino al 74 per cento tra i laureati in Beni Culturali) e scelgono perciò impieghi part-time che abbassano inevitabilmente lo stipendio medio. Le cose migliorano sul lungo periodo.

Il rapporto Almalaurea presenta i dati a cinque anni dal titolo soltanto per le lauree magistrali o a ciclo unico e in questo caso è interessante notare che i laureati di Giurisprudenza dopo un lustro guadagnano 1.424 euro, con un miglioramento netto di circa 500 euro. I laureati in Beni archeologici e del Paesaggio, magistrale a cui si iscrivono molti laureati in Beni Culturali, guadagnano 1.200 euro, lo stesso stipendio degli specializzati in Gestione dell’Ambiente. Un po’ più alta la busta paga di chi è laureato in Biologia Marina (1.292 euro). La condizione lavorativa migliora con il passare del tempo e dà qualche soddisfazione in più a chi ha sudato sui libri, spesso con ottimi risultati: il voto medio di laurea va da 94 di Ingegneria Edile al 111,3 (evidentemente il 2017 è stato un anno condito da molte lodi) di Beni Archeologici.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi