domenica
20 Luglio 2025

Anche Vasco Brondi a Bagnacavallo al festival delle web radio della regione

L’ex Luci della Centrale Elettrica tra gli ospiti più noti insieme a Maria Antonietta, Fulminacci, Nitro e lo scrittore Distefano

Vasco Brondi
Vasco Brondi

Sabato 12 ottobre una giornata ricca di ospiti e iniziative all’antico convento di San Francesco a Bagnacavallo. Si tratta della seconda edizione del Sonora Radio Fest, il festival delle web radio della Regione Emilia-Romagna, nato da un’idea dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in collaborazione con l’associazione Sonora Social club, che coordina Radio Sonora, punto di riferimento di tanti giovani della Bassa Romagna.

Durante l’intera giornata musicisti, autori, scrittori, artisti, professionisti, protagonisti e stakeholder della radio, oltre a fruitori e produttori della comunicazione radiofonica, si confronteranno per l’intera giornata sui linguaggi della comunicazione.

Gianni Gozzoli, direttore di Radio Sonora, e Yuri Briccolani, del Servizio Educativo, Sociale e Giovani dell’Unione, hanno illustrato in una conferenza stampa il programma del Sonora Radio Fest 2019, sottolineando come non solo questo evento, ma la stessa Radio Sonora «rappresenti un grande centro di aggregazione giovanile che vede il coinvolgimento dei ragazzi in ogni fase, organizzativa e gestionale della “radio dentro e fuori”. La stessa selezione degli ospiti è frutto della condivisione con più di 70 ragazzi, così come giovani designer collaboreranno agli allestimenti e giovani dj intratterranno i partecipanti negli spazi tra gli interventi».

Tra gli ospiti alcuni nomi importanti del panorama radiofonico e non solo italiano, come Marco Villa (Sky Italia), Wad (Radio Deejay), Andrea Borgnino (Radio Rai) Andrea Lorenzon di Cartoni Morti, Space Valley (Youtuber) e poi il rapper Nitro, i cantautori Vasco Brondi (ex Luci della Centrale Elettrica, in dialogo con Matteo Cavezzali), Maria Antonietta e Fulminacci (cantautore) e lo scrittore Antonio Dikele Distefano.

L’edizione 2019 aprirà con un’anteprima martedì 9 ottobre alle ore 20.30, presso il Teatro Binario di Cotignola, con una lezione semiseria di radio con Alfonso Cuccurullo e il concerto di Giungla.

Per il Festival, Radio Web Sonora ha creato una partnership con 13 web radio della Regione Emilia-Romagna.

Il programma del 12 ottobre – Antico Convento san Francesco Bagnacavallo

CHIOSTRO
– 9:30 con replica alle 10:30 Marco Villa (Autore SKY Italia) | E poi c’è l’intervista, come nascono le puntate televisive di “E poi c’è Cattelan”
– 13:00 TYKE live | Dischi e dj set a cura di Radio Sonora
– 14:45 Antonio Dikele Distefano e Moder | Chi sta male non lo dice
– 15:45 Marco Villa (Serial Minds) e Roby Rani (Leganerd) | Quale serie in TV?
– 16:45 Incontri su YouTube: Space Valley
– 17:45 Andrea Lorenzon (Cartoni Morti) | Fantasia al potere
– 18:45 Talk Rap: Nitro con Wad, Giacomo Stefanini e i ragazzi di Radio Sonora
– 19:45 Conversazione tra Vasco Brondi e Matteo Cavezzali: i tuoi discorsi me li lego ai polsi
– 21:00 Maria Antonietta | Sette ragazze imperdonabili
– 22:00 Fulminacci | Concerto in acustico
A seguire Leonardo Passanti dj set & Sleep Concert

ORIANI
– 9:30 replica alle 10:45 Giacomo Stefanini (Editor di Noisey Italia) | Il giornalismo musicale nel 2019, Noisey Masterclass
– 14:00 Marco Villa, Wad, Giacomo Stefanini | Chatting: musica e contemporaneità. Incontro tra web Radio, speakers & radio lovers
– 15:00 Tiziano Bonini, Jonathan Zenti, Andrea Borgnino | Chatting: podcast e streaming. Incontro tra web Radio, speakers & radio lovers

SCALONE
– 9:30 replica alle 10:45 Jonathan Zenti (Indipendent radio producer), Tiziano Bonini (ricercatore e docente di teorie e tecniche delle comunicazioni di massa) | La radio che cambia, farla ed ascoltarla
– 15:45 Moder (Cisim) | A scuola di Rap
– 18:15 Natan Salvemini | L’indie è morto, Kafka no

CAPRIATE
– 9:30 replica alle 10:45 Wad (Speaker e autore Radio Deejay) | Radio personality e urban influencer
– 11:45 Speech e presentazione di Andrea Borgnino (Radio Rai)
Radio Techetè: la radio ieri, oggi e domani | Mostra a cura di Radio Rai salle 11:45 alle 24:00

A partire dalle 9: aperitivi, stuzzicheria, bistrot, pranzi, merende e cene a cura di Chiribilli Mise en place Bistrot. Caffetteria a cura di Antico Convento San Francesco.

Le Web radio partecipanti saranno:
USMARADIO – https://www.usmaradio.org;
WEB RADIO GIARDINO – https://www.webradiogiardino.com
RADIO ROXIE – http://www.centroculturaleanzolese.it/anzola/radioroxie.htm
VALMARADIO – http://www.valmaradio.com/
RADIO OFFICINA WEB RADIO – http://radiofficina.it/
RADIO ALTA FREQUENZA – http://radioaltafrequenza.it/
RADIO REVOLUTION – https://www.radiorevolution.it
UNIRADIO CESENA – https://www.uniradiocesena.it/
RUMORE WEB (UNIMORE) – http://rumoreweb.it/
RADIO FLY WEB – https://www.radioflyweb.it
LOOK UP RADIO – https://www.lookupradio.it/
RADIO FREQUENZA APPENNINO – https://www.frequenzappennino.com/
RADIO IMMAGINARIA – https://radioimmaginaria.it

Vigile urbano arrestato in flagranza per estorsione: fermato dopo l’incasso

In manette un 50enne seguito dalla polizia di Stato. L’uomo è in carcere in attesa dell’udienza di convalida

Immagine di repertorio

Un agente della polizia locale di Faenza è stato arrestato per estorsione. Si tratta di un 50enne finito in manette in flagranza di reato nella serata dell’altro ieri, martedì 24 settembre, dopo aver ricevuto alcune migliaia di euro in contanti da una persona. L’operazione è stata portata a termine dalla polizia di Stato con l’impiego di squadra mobile e commissariato locale. Si apprende dell’accaduto dalle cronache dei quotidiani locali, Resto del Carlino e Corriere Romagna. Al momento non molti i dettagli noti. Il vigile urbano è in carcere a Ravenna e presto comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari per l’udienza di convalida e fornire, eventualmente, la sua versione.

Il sindaco di Faenza e presidente dell’Unione della Romagna faentina, Giovanni Malpezzi, ha commentato così: «Nonostante il dovuto rispetto delle prerogative costituzionali per cui una persona è colpevole solo a seguito di sentenze definitive, non posso non esprimere il mio ringraziamento nei confronti delle forze di polizia per la brillante operazione messa a segno, ennesima dimostrazione di grandi capacità investigative e frutto di attenzione per reati particolarmente odiosi, ancora più gravi se chi li commette è una persona che indossa una divisa simbolo del rispetto della legalità. Voglio inoltre esprimere vicinanza e massima fiducia nei confronti del corpo di polizia locale dell’Unione della Romagna faentina: il comportamento di un singolo non deve in alcun modo intaccare l’onore dell’impegno quotidiano svolto con abnegazione e professionalità tali da meritare la piena fiducia dei cittadini».

Sciopero per il clima: cortei e messa a dimora di piante. Scuola, sindacati divisi

Il 27 settembre iniziative a Ravenna, Cervia e Faenza sulla scia della campagna mondiale lanciata da Greta Thunberg. Cisl invita i dirigenti scolastici a giustificare le assenze, Usb accusa il ministro di voler depotenziare un’azione di lotta e protesta

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Ravenna

Torna anche nel Ravennate, domani 27 settembre, la nuova mobilitazione per l’emergenza climatica sotto lo slogan “Fridays for Future” (Fff, letteralmente “I venerdì per il futuro) a cui aderiranno in particolare gli studenti sulla scia della protesta di Greta Thunberg, in questi giorni al centro delle cronache per la sua presenza negli Usa. Si tratta del terzo sciopero globale per il clima.

A Ravenna, si legge sulla pagina Fb del movimento locale, «questa volta non scenderemo in piazza, ma ci dedicheremo ad un’azione concreta per contrastare l’Emergenza Climatica». L’invito è quindi a partecipare venerdì mattina 27 settembre, portando una pianta (alberello o arbusto) da mettere a dimora assieme negli orti dietro le case popolari di via Patuelli (quartiere San Giuseppe), come gesto di solidarietà rispetto a quanto sta accadendo in Amazzonia e in altri polmoni verdi del pianeta. Seguiranno momenti di approfondimento e dibattito per costruire una proposta successiva di riforestazione in città. A Faenza, invece, partirà alle 9 un corteo da piazzale Pancrazi che arriverà fino a piazza del Popolo con interventi e musica. A Cervia sarà organizzato un picnic sit-in sotto la Torre San Michele per stare in compagnia e solidarizzare, fare resistenza e protesta. L’invito è quello di recarsi con il proprio cibo nel piazzale per una pausa pranzo allungata in compagnia di chi pensa che sia l’ora di inviare ai leader globali il messaggio che “la nostra casa è in fiamme”. L’invito è inoltre quello di firmare la la petizione “Voglio Cervia Impatto Zero “su Change.org.

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Ravenna

Da Cisl e Cgil arriva l’invito ai responsabili della scuola a incoraggiare la partecipazione dei ragazzi alla manifestazione. La segretaria generale della Cisl Scuola Romagna, Maura Consoli, sottolinea il valore dell’iniziativa anche rilanciando quanto espresso dalla segretaria generale nazionale Maddalena Gissi che ha invitato nei giorni scorsi i dirigenti scolastici «affinché giustifichino l’assenza dalle lezioni degli studenti che partecipano alle manifestazioni per il clima, così come avviene in altri Paesi». Il ministro della Pubblica Istruzione ha inviato una circolare alle scuole invitandole a considerare giustificate le assenze. Per il sindacato Usb è un serio segnale di allarme: «Da un lato questa comunicazione pare ignorare che quel giorno anche i lavoratori della scuola potranno essere in sciopero. In secondo luogo questa comunicazione è grave perché toglie ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di protestare, di essere contro, di non condividere le scelte che questa società capitalista opera per loro e per tutti noi, perché citando Chico Mendez, “l’ecologismo senza lotta di classe è giardinaggio”.
Indubbiamente l’azione del ministro depotenzia, edulcorandola, un’azione che deve intendersi di lotta e di protesta».

“Sei di Ravenna se 2.0”, la città virtuale su Facebook dove gli insulti sono banditi

Quasi 19mila iscritti al gruppo nato nel 2014: dalla polemica per i parcheggi alle foto dei tramonti, dalle lamentele agli eventi, dalle notizie dei quotidiani online fino alle litigate sulla politica. Il sindaco dei click è Gianluca Pandolfini, per tutti “il Pando”: «Ci accusano di essere filo-Pd: noi gestori siamo di sinistra ma c’è spazio per tutte le opinioni, se cortesi»

Gianluca Pandolfini, amministratore del gruppo “Sei di Ravenna se 2.0” su Facebook

Con i suoi quasi 19mila iscritti (di cui, nell’ultimo mese, 15mila hanno partecipato attivamente al gruppo), “Sei di Ravenna se… 2.0” è la comunità virtuale più ampia del territorio ravennate sul social network per eccellenza, Facebook. A fare le veci di sindaco è Gianluca Pandolfini, che già era dietro le quinte del “Sei di Ravenna se” originale, quello nato a fine 2013 e che fu anche causa di (pesanti) attriti tra i suoi amministratori. E definitivamente eliminato dallo stesso Pandolfini che al suo posto cinque anni fa ha davo vita a questo 2.0, un gruppo pubblico, i cui contenuti sono visibili a chiunque, dove ci si può trovare di tutto, rigorosamente in salsa ravennate: dalla polemica per i parcheggi alle foto dei tramonti, dalle lamentele agli eventi, dalle notizie dei quotidiani on line fino alle litigate sulla politica.

Access Adult Blur 261628Queste, però, spesso smontate sul nascere, tanto che il “Pando”, come viene ormai chiamato sui social, viene accusato di scarsa democrazia e su Facebook finisce spesso nel mirino dei contestatori, che sono pure riusciti a far chiudere il gruppo per qualche giorno con una serie di segnalazioni “vendicative”. «Non c’è democrazia su Facebook, è un’azienda privata – ci dice al telefono – e noi abbiamo deciso di gestire il gruppo secondo un regolamento in 9 punti il cui principale è quello di relazionarsi con gli altri con gentilezza e cortesia. Se uno, di qualsiasi credo politico, incomincia a insultare, viene eliminato. La gente non si rende conto che sta scrivendo in una piazza affollata, non al bar tra quattro amici». Siete un gruppo di piddini, come dice qualcuno? «Ci accusano di essere filo amministrativi. Io non ho mai evitato di dire come la penso e non ho nessun problema a dire che noi quattro amministratori siamo tutti, in modo diverso, di centrosinistra. Ma al massimo esprimiamo le nostre idee nel gruppo, non facciamo propaganda. E tutti possono esprimere le proprie idee anche naturalmente opposte alle nostre, siamo d’altronde uno dei pochi gruppi ravennati in cui chiunque può scrivere senza che sia necessaria una nostra previa autorizzazione. Noi interveniamo solo quando cominciano le offese, iniziamo a scremare senza farci troppi problemi: non ci interessa perdere dieci, venti iscritti, che tanto continuano ad aumentare ugualmente…».

Adult Business Computer 374720Ma quale sarebbe la vera funzione di un gruppo come questo? «Nel migliore dei mondi possibili basterebbe il nome per renderlo semplicemente un luogo dove condividere ricordi su Ravenna e su quello che ci piace della nostra città. Poi, arrivando all’attualità, ben vengano le notizie postate dai giornalisti, e pure le lamentele, le segnalazioni, anche se mi raccomando sempre di farle prima direttamente agli enti preposti. Facebook – conclude Pandolfini – resta uno strumento utile, per informarsi, fare amicizie, ma di certo ho capito che è inutile perderci tempo a discutere. Qui, sui social, ognuno resta della sua idea, non è possibile far ragionare il proprio interlocutore, come si fa invece a quattr’occhi».

Lpr: «Cibo umanitario gettato in strada come spazzatura. Chi lo aveva in gestione?»

Lista per Ravenna documenta un caso riscontrato da alcuni cittadini nella zona dell’ex macello e chiede che la polizia municipale verifichi la provenienza di quelle confezioni

Alimenti Integri A Terra Vicino Ai Cassonetti Alcune vaschette di cibo parzialmente consumate, parte di un lotto acquistato col contributo della Regione Emilia-Romagna e destinato ad attività sociali di carattere umanitario, sono state trovate gettate a terra nei pressi di un cassonetto Humanas dedicato al recupero degli indumenti usati in via Poggiali, traversa di via Carraie, a pochi passi dal centro storico di Ravenna, zona ex macello. La segnalazione arriva da Lista per Ravenna, forza politica di opposizione. Che ha informato la polizia municipale e chiede al sindaco di spiegare a chi quegli alimenti fossero stati assegnati e in che modo.

Penne Al SalmoneA fare un sopralluogo e a scattare le immagini di questa pagina è stato Stefano Donati, capogruppo di Lpr nel consiglio territoriale del centro urbano. Donati è andato sul posto ieri, 24 settembre, per verificare e oggi quando si è accorto che nulla era stato rimosso ha osservato meglio la situazione: le confezioni ancora sigillate sono di pasta e «l’acquisto del lotto di cui facevano parte è avvenuto col contributo della Regione Emilia-Romagna, attraverso l’Agenzia territoriale per i servizi Idrici e Rifiuti (Atersir), il cui consiglio locale di Ravenna, composto dai Comuni di questa provincia, ha come maggiore azionista quello di Ravenna».

Alimenti Confezionati Tra I Rifiuti Chi Li PagaIl consigliere comunale di Lpr e decano dell’opposizione, Alvaro Ancisi, non sa spiegare «per quali ragioni e modi, sconosciuti anche ai consiglieri comunali di Ravenna, questo servizio sia pagato dai cittadini con le tariffe dell’acqua e dei rifiuti, in conto dei servizi erogati da Hera». Ancisi lamenta che «quei preziosi alimenti avrebbero potuto ricevere migliore accoglienza da molti concittadini che stentano a soddisfare la fame, assistiti o no, italiani e non italiani, dai servizi sociali del Comune di Ravenna. Ne avrebbero fatto migliore distribuzione e gestione, per esempio, la Caritas, le parrocchie e altri gruppi del volontariato sociale non stipendiati e non finanziati con denaro pubblico».

Alla scoperta della relazione tra cammino e creatività: terza edizione di Itinera

Dal 28 settembre al 13 ottobre a Ravenna il festival che unisce podismo e cultura, gastronomia e convivialità: ecco il calendario degli appuntamenti principali

RAVENNA 02/07/17. RAVENNA URBAN TRAIL, CORSA NON COMPETITIVA CON PARTENZA ALL’ ALBA DAI GIARDINI PUBBLICI
RAVENNA URBAN TRAIL, CORSA NON COMPETITIVA CON PARTENZA ALL’ ALBA DAI GIARDINI PUBBLICI

C’è un po’ di podismo, un po’ di cultura, un po’ di gastronomia e un po’ di convivialità: sono gli ingredienti di Itinera, la Festa del Cammino Consapevole pensata, organizzata e promossa dall’associazione Trail Romagna e giunta quest’anno alla terza edizione. Sedici giorni, dal 28 settembre al 13 ottobre, per celebrare la centralità del tessuto umano, ambientale, storico e culturale di Ravenna, con itinerari vecchi e nuovi, ma sempre e comunque tesi a rimettere in discussione il rapporto dei cittadini con la loro città, fuori dai luoghi comuni e dagli automatismi, preferibilmente all’aria aperta. “Arte e cammino” è il titolo della rassegna 2019 «per concentrare l’attenzione sulla relazione che intercorre nell’arte, in letteratura e nel cinema fra cammino e creatività». A questo link il pdf scaricabile e stampabile con il programma completo.

Ad aprire il terzo anno con Itinera è un itinerario civico ed artistico intitolato “Cercare Maria per Ravenna” (appuntamento a Santa Maria in Porto sabato 28 settembre alle 15): Santa Maria del Suffragio, la Torre civica, Santa Maria Maggiore, il Museo Nazionale di Ravenna e Santa Maria del Torrione.

A unire la dimensione fisico-sensoriale a quella creativa penserà invece la camminata narrativa condotta dallo scrittore, biologo e uomo di mare Fabio Fiori – da Marina Romea a Punta Marina domenica 29 settembre – che approfondirà nel corso della passeggiata il suo intimo rapporto con l’Adriatico e il Mediterraneo.

Urban TrailFranco Masotti (giovedì 3 ottobre alle 18), nel teatro naturale della Pineta San Giovanni riaperta per l’occasione da Micoperi, guiderà gli spettatori in un viaggio alla riscoperta dei grandi autori che hanno fatto del cammino una dimensione esistenziale e formale: Cage, Fulton, Calle e Long, per citarne alcuni. L’evento in collaborazione con Ravenna Festival si aprirà con la musica elettronica di Giovanni Lami.

Arte e cammino si uniscono nella mostra fotografica “Londra-Gerusalemme. Il lato oscuro del cammino” (Palazzo dei Congressi, 1-13 ottobre): un ritorno ai giorni dell’impresa escursionistica che Elia Tazzari, autore della mostra, compì nel 2017 per Trail Romagna camminando da Londra a Gerusalemme. La prossima impresa di Tazzari è previsto da gennaio 2021: il giro del mondo a piedi attraverso Europa, Stati Uniti, Australia e Siberia in tre anni.

Con lo spettacolo teatrale “L’ultimo primitivo” dedicato a Dino Campana (Ca’ Aquara, venerdì 4 ottobre, ore 18) l’attore Lorenzo Carpinelli darà corpo e voce al grande e tormentato poeta e girovago in un monologo scritto da Iacopo Gardelli e Elia Tazzari.

Le proposte legate al tema dell’arte e del cammino continuano con un incontro con il land artist Luigi Berardi, “Earthworks, tra terra e acqua” (foce del Lamone, domenica 13 ottobre alle 9) una creazione artistica in movimento tra fiume e valle che grazie all’uso di materiali e spazi naturali sarà in grado di tracciare nuove mappe geografiche e mentali.

Ogni evento comprende un epilogo culinario al quale si può scegliere se partecipare o meno. L’intenzione è quella di eliminare la barriera relatore-uditore per realizzare un momento di incontro più informale con i protagonisti, un dialogo e un confronto di liberi pensieri. La partecipazione a tutti gli eventi, anche quelli a ingresso libero, è subordinata alla prenotazione on line su www. trailromagna.eu Sul sito, evento per evento, sarà attivo un bottone di prenotazione che collega ad un semplice form di iscrizione. Questo serve a monitorare l’incremento delle adesioni che si fermerà al raggiungimento del numero chiuso (variabile a seconda dei luoghi). Le prenotazioni vanno effettuate entro le ore 21 del giorno precedente nel caso di un evento mattutino o entro le ore 15 del giorno stesso per un evento pomeridiano o serale.

Il Pd chiede a Hera di salvare i posti dei lavoratori dell’inceneritore dopo lo stop

I sindacati segnalano che 29 dipendenti diretti potrebbero essere licenziati (a rischio altri 30 nell’indotto) e il segretario provinciale del partito va in pressing: «Coniugare sviluppo economico, tutele sociali e nuove politiche ambientali è possibile»

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Il segretario provinciale Alessandro Barattoni

«Siamo convinti che un grande gruppo industriale come Hera si impegnerà certamente per ricollocare il personale dello stabilimento». Il segretario provinciale del Pd a Ravenna, Alessandro Barattoni, liscia il pelo alla multiutility per inviare un messaggio chiaro tra le righe: non licenziate i 29 occupati all’inceneritore che verrà chiuso il prossimo 31 dicembre. La posizione del Partito democratico arriva dopo che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno annunciato l’apertura della procedura di mobilità che, in caso di mancato accordo tra lavoratori e azienda, potrebbe concludersi con il licenziamento. Barattoni sintetizza così l’approccio dem: «Coniugare sviluppo economico, tutele sociali e nuove politiche ambientali  è possibile e il Pd farà di tutto per proseguire su questa strada, senza mettere in contrapposizione la tutela ambientale con la tutela dei posti di lavoro».

Come noto, l’inceneritore di via Romea Nord è operativo da un ventennio ed è l’impianto più vecchio della Regione per questo il primo che verrà spento. La spegnimento era previsto per il 31 dicembre 2018 ma due proroghe hanno fatto slittare tutto avanti di dodici mesi. Ora non ci saranno più spostamenti.

Barattoni afferma che la dismissione dell’impianto è un’ottima scelta per la città: «La chiusura del termovalorizzatore più obsoleto della regione, il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, si è ottenuta grazie al risultato virtuoso della raccolta dei rifiuti e a una scrupolosa organizzazione che ha coinvolto tutto il territorio». Vale la pena precisare che al momento gli ultimi dati dicono che la provincia di Ravenna è molto indietro nella percentuale di differenziata e infatti i residui indifferenziati ravennati dall’1 gennaio 2020 andranno nei camini di Forlì e Ferrara. È vero anche che a migliorare la percentuale di differenziata dovrebbe pensarci il nuovo gestore del ciclo di raccolta e smaltimento da selezione con il bando che ha visto una sola domanda (Hera).

 

“Delitto d’onore a Ravenna”: un titolo provocatorio per raccontare il caso Cagnoni

L’autrice Laura Gambi e la storica Laura Orlandini danno alle stampe un libro che mette insieme storia, antropologia, atti processuali e getta una nuova prospettiva sull’omicidio di Giulia Ballestri nel 2016

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Da sinistra Laura Gambi e Laura Orlandini

A pochi giorni dalla prima udienza del processo d’appello esce in libreria un libro che racconta l’omicidio di Giulia Ballestri per cui il marito, Matteo Cagnoni, è stato condannato in primo grado all’ergastolo (qui la cronaca delle 29 udienze). A tre anni da quel fatto che sconvolse l’intera città. E proprio della città, oltreché che dei protagonisti della tragedia, questo libro si occupa con uno sguardo a metà tra lo storico, l’antropologico e la cronaca. Delitto d’onore a Ravenna, il caso Cagnoni è stato scritto da Laura Gambi, narratrice e autrice per il teatro, e Laura Orlandini, storica, pubblicato da Pendragon sarà presentato per la prima volta a Ravenna il 27 settembre alla Feltrinelli di Ravenna alle 18, con le autrici e Raffaella Sutter.

Un libro asciutto che mette in fila gli atti processuali per ricostruire la vicenda all’interno di un contesto più ampio, che racconta anche la storia della famiglia Cagnoni, fondamentale per la città e il Paese, a partire dai primi del Novecento, la storia che incrocia negli anni anche la massoneria e il fascismo. Un libro teso e preciso, senza sbavature, che mette i fatti in una prospettiva più ampia del semplice fatto di cronaca e induce inevitabilmente il lettore a più di una riflessione. Un libro che ha anche il non trascurabile pregio di una scrittura pulita, scorrevole, capace di emozionare pur parlando innanzittutto alla testa di chi legge. Abbiamo incontrato le due autrici per saperne di più sulla genesi di questo libro così sui generis e di cui la città aveva forse bisogno per elaborarare una tragedia che inevitabilmente ha scosso la comunità tutta.

Quando è nata l’idea di scriverlo?
L. Gambi: «Nell’estate 2017 ho pensato che mi sarebbe piaciuto seguire il processo per capire se fosse possibile scriverne, non solo del fatto in sé, ma anche della storia della famiglia. L’evento mi ha molto turbata, credo che sia stato uno shock per molte persone e scrivere era un modo per provare a capire. E così ho coinvolto anche Laura Orlandini».

Orladini, lei è appunto innanzitutto una storica. Perché ha accettato la proposta di Laura Gambi e come avete lavorato al testo?
L. Orlandini: «Abbiamo innanzitutto entrambe seguito tutto il processo, una parte che per me è stata davvero faticosa e dolorosa. Per la parte storica abbiamo attinto a diverse fonti, mi era più volte capitato di incrociare il nome dei Cagnoni durante i miei studi sulla storia del territorio. E tutto ciò che scriviamo è documentato, come mostra la bibliografia alla fine, anche tramite testi scritti dagli stessi Cagnoni».

Perché accostare la storia secolare della famiglia alla cronaca di quell’efferato fatto di sangue? Cosa cercavate di dimostrare? Leggendo il libro, sembra di capire che secondo voi non è tutto casuale.
L. Gambi: «Non c’è alcun collegamento diretto, però diciamo che l’appartenenza sociale dei protagonisti è un elemento che ci ha molto colpito e la protezione di cui ha goduto Cagnoni non è slegata all’autorappresentazione della famiglia. Ci sembrava interessante anche mostrare quale fosse il reale legame con la città della famiglia Cagnoni, nonostante il padre viva da tempo a Firenze. C’è molto di significativo anche in quella villa di famiglia dove si è consumato il delitto».

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La copertina del libro

L’idea è quindi che questo delitto sia maturato in un contesto preciso che ha influito sul volgere degli eventi?
L. Gambi: «La compenetrazione tra cronaca e racconto storico vuole ricosturie un mondo, una mentalità che attraversa una certa parte di questa città. Volevamo mostrare come certi elementi tipici di un contesto e una mentalità patriarcale si siano coniugati con il crescendo di spirale di violenza a cui abbiamo assistitto. Diciamo che di sicuro c’era da generazioni, l’idea di volta in volta di un erede designato, abituato a considerarsi superiore a tanti altri per portare alto il nome della famiglia. Ruolo a cui Matteo Cagnoni non riusciva a far fronte, perché certo i suoi successi professionali non sono paragonabili a quelli del padre o dei predecessori».

Non si rischia in questo modo di far passare anche Matteo Cagnoni come vittima di un sistema? Come a dire che magari, se fosse cresciuto e vissuto in un altro contesto, i suoi comportamenti sarebbero stati diversi?
L. Orlandini: «Porsi questo limite significherebbe non indagare mai il singolo caso, ma fermarsi all’elemento comune e trasversale del femminicidio: un uomo che ammazza la moglie, la compagna, l’ex. Il nostro è un tentativo di indagare quali meccanismi scattino in una precisa storia. E per esempio raccontare come il fatto di appartenere a una classe sociale agiata lungi dall’ essere stato un deterrente ha forse influito nel determinare l’idea di una donna che non può tradire per non intaccare “l’onore” dell’uomo».

E qui veniamo al titolo, chiaramente provocatorio. Il delitto d’onore è stato abolito nel 1981 in Italia, eppure voi lo chiamate esplicitamente in causa…
L. Gambi: «Sì, lo è ed esprime il nostro di bisogno di approfondire dinamiche in un contesto dove c’è una mentalità trasversale, in cui è diffusa l’idea che ci fosse un disonore nel fatto che la moglie potesse voler rompere un rapporto e avesse una relazione con un altro uomo e che arriva quasi a colpevolizzare la vittima».

Invece non parlate mai o quasi di femminicidio. Questo non è un libro classicamente “femminista” nel linguaggio e nell’approccio anche perché sembrate tenere una distanza dalla materia che raccontate.
L. Orlandini: «La battaglia per l’uso del termine femminicidio dal punto di vista giuridico e giornalistico è una battaglia politica che condividiamo, ma non siamo volute entrare in questo dibattito in cui non avremmo potuto aggiungere nulla di importante. Abbiamo preferito privilegiare un’altra dimensione, quella storica e antropologica, che meglio corrisponde ai nostri percorsi».

Tra gli aspetti più inquietanti di questa tragedia e che emerge dal vostro libro, per esempio, c’è il fatto che nemmeno in un contesto così, di persone istruite e con tanti mezzi a disposizione, nessuno abbia capito dove potesse arrivare Cagnoni…
L. Orlandini: «Sì, sicuramente colpisce il fatto che non si trattasse di una coppia sola o isolata, ma che avesse un’ampia rete di relazioni familiari e di frequentazioni e che nessuno sia stato in grado di cogliere la gravità dei segnali che pure negli ultimi tempi lui aveva mostrato».

Cosa vi aspettate dai familiari della vittima? Hanno letto il libro, li avete incontrati?
L. Gambi: «No, abbiamo lavorato solo su ciò che era diventato pubblico al processo. Nel libro non c’è nulla che già non si sapesse e speriamo naturalmente che capiscano che la nostra intenzione era solo contribuire a mettere in luce quanto accaduto, nulla di più di questo. Anche nella scelta di scrivere un libro così, mantenendo una certa distanza, senza romanzare nulla c’è una forma per noi di grande rispetto».

Qual è stata la parte più difficile da scrivere?
L. Gambi: «Per me sicuramente quella relativa a Giulia Ballestri, perché durante il processo è emerso poco di lei come persona, a parte forse nelle dichiarazioni di qualche amico. La madre e la migliore amica nelle loro testimonianze hanno soprattutto ricostruito i fatti e nelle parole delle mogli degli amici del marito sono state ripetute descrizioni come “solare”, “brava” che non dicono in realtà molto di lei come individuo. Abbiamo cercato di ricostruire il suo percorso verso l’indipendenza come donna, tutta concentrata sul timore di perdere i figli, dandole una sua dignità. Speriamo di esserci riuscite».

Variazione del Psc: tornano agricoli 92 ettari di terreni residenziali e produttivi

Lo hanno chiesto i proprietari che non vedono all’orizzonte un’espansione edilizia e pagano tasse molto elevate

Erano stati convertiti in terreni residenziali o produttivi ma a causa della crisi, che ha bloccato l’espansione edilizia, e delle imposte i proprietari hanno chiesto che i  propri terreni tornino ad uso agricolo assai meno caro da mantenere dal punto di vista di Tari, Tasi e Imu. Così la variante in riduzione del Psc ha permesso a 92 ettari di terreno  (53 di residenziale e 39 di produttivo) di tornare  agricoli. Il Piano strutturale comunale, approvato nel 2007, ha visto negli anni seguenti un passaggio da un ciclo edilizio che ha fatto registrare valori di produzione più alti dal secondo dopoguerra, ad un ciclo che ha lentamente segnato un importante calo di investimenti a fronte della riduzione di compravendite, fino all’odierna stasi del mercato immobiliare.

La situazione si è ulteriormente aggravata anche nella direzione della proprietà privata con l’introduzione di imposte quali Tari, Tasi e Imu, a seguito delle quali l’amministrazione ha iniziato a ricevere richieste di cancellazione delle previsioni edificatorie dagli strumenti urbanistici a causa della forte incidenza della tassazione sulla proprietà privata.

Inoltre, le nuove tendenze urbanistiche, con particolare riferimento alla recente Legge urbanistica regionale, vanno tutte in direzione della riduzione del consumo di suolo, in favore del riuso di quello edificato, della rigenerazione urbana, privilegiando il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente finalizzato alla salvaguardia del territorio agricolo e della promozione dell’attività agricola, rispetto al modello urbano basato sull’espansione.

L’assessore all’Urbanistica Federica Del Conte afferma che «con l’approvazione della delibera di variante in riduzione al Piano strutturale comunale proseguiamo nella politica di riduzione del consumo di suolo, in favore del riuso del terreno edificato, della rigenerazione urbana, privilegiando il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente finalizzato alla salvaguardia del territorio agricolo e della promozione dell’attività agricola, rispetto al modello urbano basato sull’espansione».

Nuovo comandante dei carabinieri a Cervia: è il capitano Michele Fiorenzo Dileo

Si è arruolato nell’Arma nel 1997, ha prestato servizio in aree sensibili della Calabria.  Il 9 settembre 2019 ha assunto il comando della Compagnia di Cervia – Milano Marittima

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Il sindaco di Cervia Medi con il nuovo capitano della Compagnia

Il sindaco Massimo Medri ha dato il benvenuto al capitano Michele Fiorenzo Dileo nuovo comandante della Compagnia Carabinieri di Cervia-Milano Marittima. Il capitano  Dileo, nato a Castellana Grotte (Bari) il 27 maggio 1977, è sposato e ha un figlio. Si è arruolato nell’Arma nel 1997, ha costantemente prestato servizio in aree sensibili della Calabria.

Sino al 1999, è stato impiegato come carabiniere nell’ambito della Compagnia di Roccella Ionica (Reggio Calabria), per poi essere destinato alle stazioni di Gioiosa Jonica e Roggiano Gravina,  nonché alle dipendenze della Compagnia di Petilia Policastro, fino al 2006. Dopo aver concluso nel 2007 il corso per allievi Marescialli dell’Arma dei Carabinieri, è stato assegnato alla stazione di San Sosti, nel Cosentino, permanendovi sino al 2012 e ricoprendovi nell’ultimo anno l’incarico di Comandante.

Dal 2012 al 2013 ha frequentato il 53esimo corso applicativo per ufficiali del ruolo speciale dell’Arma dei Carabinieri e successivamente ha retto la Tenenza di Cassano allo Ionio (Cosenza. Il 9 settembre 2019 ha assunto il comando della Compagnia di Cervia – Milano Marittima. L’ufficiale ha conseguito la laurea in giurisprudenza ed ha ricevuto attestati di benemerenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’impegno prestato nello svolgimento di attività connesse con eventi di protezione civile. Nell’incontro il sindaco ha rivolto al capitano Dileo un caloroso benvenuto a nome della città di Cervia, evidenziando.

L’economia rallenta anche in provincia: crescita di solo mezzo punto nel 2019

Bene l’edilizia dopo anni di crisi e stagnazione, fermi i servizi. Occupazione: meno assunzioni previste nei prossimi due anni

OperaioRallenta la crescita anche a Ravenna: le stime della Camera di Commercio vedono l’economia provinciale crescere di mezzo punto percentuale nel 2019 mentre nel 2020 la crescita stimata è dello 0,8 per cento. Nel 2018 l’economia locale era cresciuta dell’1,6 per cento.

Per quanto riguarda il contributo dei settori economici, solo per l’edilizia provinciale ravennate sono previsti risultati migliori: dal +0,9% del 2018, si dovrebbe arrivare nel 2019 ad un exploit di crescita pari a +12,1%, per poi rallentare, ma sempre con una buona crescita, nel 2020 con un +6,3%. Dopo anni di stagnazione l’edilizia dà insomma alcuni segnali di ripresa.

Nel 2018, il valore aggiunto dell’industria in senso stretto della provincia di Ravenna ha messo a segno un ottimo incremento (+3,5%); nel 2019 dovrebbe far registrare una crescita che però non andrà oltre il +1,1%, confermata nel 2020 (+1,2%). Più modesti i risultati previsti per il valore aggiunto dei servizi: nel 2018 +1,2%; nel 2019 la dinamica decelererà, fino all’insegna della sostanziale stabilità (0%) e riprendendosi poi nel 2020 con un +0,6%.

Più o meno gli stessi valori attesi per il valore aggiunto totale della regione Emilia-Romagna: +1,5% per il 2018, rallentamento nel 2019 con un +0,6% ed in lieve miglioramento nel 2020 salendo a +0,9%. Anche per la nostra regione di appartenenza, la crescita del Valore aggiunto quindi dovrebbe rallentare sensibilmente nel 2019 e riprendersi leggermente l’anno prossimo.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, secondo le proiezioni di Prometeia, in provincia di Ravenna per gli occupati, dopo l’aumento del 2018 pari a +2,8%, continua la crescita nel 2019 (+1,8%), ma con un forte rallentamento nel 2020 (+0,4%); si innalzano sia il tasso di occupazione che quello di attività.

 

Inchiesta Berkan B, il giudice sospende di nuovo i vertici dell’Autorità portuale

Presidente, segretario e direttore tecnico sollevati dall’incarico per una misura cautelare che era già stata emessa ma annullata solo per un vizio di forma

I massimi vertici dell’Autorità portuale di Ravenna – il presidente Daniele Rossi, il segretario Paolo Ferrandino e il direttore tecnico Fabio Maletti – sono stati nuovamente sospesi dall’incarico per effetto di una interdittiva emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta della procura. Il provvedimento cautelare rientra nell’inchiesta sul parziale affondamento del mercantile turco Berkan B alla banchina Trattaroli nel canale Piomboni. I tre dirigenti sono indagati in concorso per inquinamento ambientale, abuso e omissione in atti d’ufficio.

La decisione del gip è arrivata stamani, 25 settembre, dopo che due giorni fa si erano tenuti gli interrogatori di garanzia. Una prima sospensione era già arrivata il 9 settembre poi annullata dieci giorni più tardi per un vizio di procedura: non si era tenuto l’interrogatorio prima di emanare la misura interdittiva. Le difesa aveva sollevato l’eccezione e il giudice non aveva potuto fare altro che accogliere fissando un nuovo interrogatorio per entrare nel merito e prendere una decisione, quello che è accaduto tra lunedì e oggi.

La sospensione dei vertici questa volta non dovrebbe avere ripercussioni immediate sull’operatività di via Antico Squero perché il 16 settembre il ministero aveva nominato un commissario, l’ingegnere Paolo Ferrecchi che aveva presenziato alla decisiva conferenza dei servizi per l’ok finale al progetto da 250 milioni di euro per l’escavo dei fondali.

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