domenica
22 Giugno 2025

Riscatto immediato per l’InfinityBio: a Savona una vittoria senza discussioni

Basket A2 femminile / Contro la penultima della classe le faentine dominano il match dall’inizio alla fine, conquistando un successo che vale il terzo posto in classifica

Savona-Faenza 45-83
(9-22, 14-41, 32-62)
CESTISTICA SAVONESE: Ceccardi 6, Svetlikova 5, Sansalone 7, Villa 2, Vitari, Penz 12, Guilavogui 3, Zolfanelli, Alesiani 9, Roncallo, Pregliasco, Tosi 1. All.: Pollari.
INFINITYBIO FAENZA: Schwienbacher 7, Franceschini 10, Morsiani 8, Minguzzi 6, Ballardini 6, Caccoli 4, Policari 9, Soglia 8, Meschi 11, Preskienyte 14. All.: Ballardini.
ARBITRI: Di Salvo e Fabbri.
NOTE – Uscita per falli: Tosi.

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La “capitana”-allenatrice dell’InfinityBio Simona Ballardini

Dopo la sconfitta inaspettata di Pistoia l’InfinityBio riesce subito a riscattarsi, vincendo in modo molto netto in Liguria contro la Cestistica Savonese. Contro la penultima della classe le faentine dominano il match dall’inizio alla fine, doppiando quasi le avversarie, conquistando due punti preziosi che valgono il terzo posto in compagnia di La Spezia e Matteiplast Bologna, a -4 dalla vetta occupata da Campobasso. Mvp della serata Preskienyte con 14 punti, 14 rimbalzi e 2 assist in poco più di 23 minuti. Basta vedere la valutazione totale della squadra, che ha totalizzato 112, per capire come tutte le ragazze chiamate in campo hanno dato un contributo importante a questa vittoria. Da sottolineare anche i minuti concessi alla giovane Minguzzi, che ha chiuso la partita con 6 punti frutto di un due su sei dal tiro da tre.

Fin dalle prime battute l’InfinityBio ha messo in campo tanta voglia e determinazione e per Savona c’è stato poco da fare. Troppo evidente la differenza fra i due roster sia fisica che tecnica. Nel primo quarto dopo soli tre minuti giocati il risultato era già sul 12-0 frutto di una buona difesa e contropiedi, sfruttando la fisicità di Morsiani e Preskienyte, che ha permesso a Faenza di chiudere il quarto a +13, sul parziale di 22-9. Nel secondo quarto di fatto si è chiusa la partita con le padrone di casa che per lunghi tratti non sono riuscite a trovare la via del canestro chiudendo il parziale con soli cinque punti realizzati contro i 19 di Faenza. Le squadre sono così andate all’intervallo sul 41-14.

Faenza ha sfruttato così l’occasione per dare minuti importanti a tutte le giocatrici a disposizione e tutte hanno risposto ottimamente. Solo nel terzo quarto la partita si è giocata in un sostanziale equilibrio anche se alla fine l’ha spuntata sempre la squadra romagnola vincendo il parziale per 21-18 che è valso 62-32. L’ultimo quarto non ha riservato nessuna sorpresa, Faenza ha continuato a giocare senza risparmiarsi, troppa era la voglia di riscattare la sconfitta del turno precedente e anche l’ultima frazione è stata vinta per 21-13 fissando così il risultato finale su un netto +38 (83-45).

Qualità della vita, balzo di Ravenna: 11esima nella classifica del Sole 24 Ore

La provincia recupera dodici posizioni rispetto al 2017. Nel 2014 era prima

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Il palazzo di giustizia di Ravenna

Balzo in avanti di dodici posizioni della provincia di Ravenna nella tradizionale classifica di fine anno sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore, giunta alla 29esima edizione e vinta per la prima volta da Milano.

Ravenna si piazza appena fuori dalla top ten, all’undicesimo posto. Appena un mese fa invece era sprofondata al 60esimo posto nella classifica di Italia Oggi, che la vede tradizionalmente più indietro rispetto a quella del Sole, dove nel 2014 si era piazzata addirittura al primo posto.

Per il quotidiano di Confindustria Ravenna guadagna 23 posizioni. A spiccare  è la performance di Ravenna per quanto riguarda l’efficienza nei campi «Giustizia e sicurezza» (dove condivide il primato con Ferrara), per i tribunali civili più rapidi. A Ravenna solo il 2,6 per cento delle cause pendenti si è trascinato per più di trent’anni. Rimangono alcuni problemi sul fronte della criminalità: scippi (94esimo posto), rapine (89esimo posto), furti d’auto (50esimo posto).

Per quanto riguarda gli altri indici, la provincia è al 43esimo posto sul fronte della ricchezza: 24esimo posto sul fronte del Pil pro capite, 41esimo per quanto riguarda i depositi bancari. Graduatoria che si interseca con quella che riguarda Affari e Lavoro, dove la città strappa un onorevole 31esimo posto. Sia ricchezza sia lavoro sono in calo rispetto allo scorso anno, tuttavia la città rimane stabilmente nella prima metà della classifica regionale.

Ambiente e servizi vede invece la città guadagnare posizioni: è 16esima in classifica. In questo settore c’è però l’indice dove Ravenna fa peggio: quello del rischio idrogeologico che prende in considerazione la percentuale di territorio a rischio frane e alluvioni. La città è al penultimo posto in Italia (ultima è Ferrara). Bene invece la spesa sociale per abitante (non in Italia). In crescita pure il fattore Demografia e Società: si risale al 37esimo posto con il fiore all’occhiello del quinto posto sul fronte migratorio interno.  Bene, infine, la cultura e il tempo libero. La graduatoria è dominata da Rimini ma anche Ravenna si difende con un 17esimo posto globale e una quinta posizione sul fronte della spesa al botteghino.

Teodorico l’ariano protagonista di “Storie di Ravenna”, anche a tavola

Appuntamento al teatro Rasi, lunedi 17 alle 18,  con il ciclo sulle storie di Ravenna che vede insieme studiosi, artisti e …chef

Sant Apollinare Pesce
Mosaico a Sant’Apollinare Nuovo

Secondo appuntamento con il nuovo ciclo “Storie di Ravenna”, sei carotaggi nella storia della città, composti in forma di mappe narranti a cura di un attore (Luigi Dadina), uno studioso d’arte (Giovanni Gardini) e uno storico (Alessandro Luparini) e ideati da RavennaTeatro. Attraversamenti a più voci per scandagliare il passato , cercando tracce di racconto nelle archeologie e nelle icone, nelle narrazioni orali e nelle carte alla scoperta del volto antico della città che viviamo. E per l’occasione anche in rapporto al cibo.

Lunedì 17 dicembre, alle 18, il titolo dell’incontro è “Teodorico l’ariano” e vede la partecipazione di Maria Cristina Carile (Dipartimento di Beni Culturali, Università di Bologna), Giovanni Gardini (Museo Diocesano di Faenza-Modigliana), Alessandro Luparini (storico e direttore della Fondazione Casa Oriani) e con Angela Longo e Alessandro Panzavolta (Orthographe).

San Vitale Pane
Mosaico a San Vitale

Inoltre, l’appuntamento segna anche l’avvio della collaborazione fra Ravenna Teatro e RavennaFood (emanazione locale di CheftoChef emiliaromagnacuochi). Sarà Mattia Borroni, cuoco della cosiddetta “cucina d’autore” che guida la brigata del Ristorante Alexander di Ravenna, a iniziare un percorso che punta a collegare la rappresentazione artistica e teatrale con la cucina in modo “leggero”, ma significativo. I mosaici ravennati ispirano cibi poveri per una presenza ecclesiale discreta ancorchè incardinata in potenze imperiali. Pani e Pesci, al di là delle allegorie e dei simboli, sono probabilmente alimenti correnti della popolazione e delle maestranze commerciali, militari e portuali di quell’epoca.

Questa inedita collaborazione fra teatro e alta cucina è destinato a proseguire anche il 26 gennaio 2019 sul tema mistico e monastico di San Romualdo  con lo chef Matteo Salbaroli (osteria l’Acciuga e Cucina del Condominio) e il 25 marzo quando si parlerà del 1848 e della Trafila Garibaldina, e si degusterà il buon “selvatico” ravennate: dai pinoli e alle erbe di pineta, dalla caccigione ai pesci di valle.

Consar non pervenuta a Padova: ko senza attenuanti e fuori dalla zona playoff

Volley Superlega / Netta sconfitta in tre set in terra veneta per i ravennati, che non riscono mai a contrastare la Kione degli ex Torres e Polo

Padova-Ravenna 3-0
(25-19, 25-19, 25-14)
KIOENE PADOVA: Travica 1, Torres 15, Polo 12, Volpato 10, Louati 13, Cirovic 7, Danani (L), Cottarelli. Ne: Bassanello, Merlo, Sperandio, Premovic, Lazzaretto. All.: Baldovin.
CONSAR RAVENNA: Saitta, Argenta 2, Verhees 7, Russo 1, Rychlicki 12, Poglajen 8, Goi (L), Di Tommaso, Elia, Raffaelli 4, Lavia 1. Ne: Frascio (L), Smidl, Marchini. All.: Graziosi.
ARBITRI: Rapisarda di Pagnacco e Simbari di Milano.
NOTE: Durata set: 27’, 24’, 23’ (tot. 74’). Padova: 7 bv, 12 bs, 9 muri, 5 errori; Ravenna: 7 bv, 7 bs, 5 muri, 10 errori. Spettatori: 2686 per un incasso di 7668,48 euro. Mvp: Volpato.

Attacco Polo
L’ex Polo supera il muro di Roberto Russo

La prima brutta Consar della stagione deraglia a Padova e incassa una sconfitta senza attenuanti. Contro una Kioene che scende in campo con l’inerzia e sulle ali dell’entusiasmo per il grande successo di sette giorni prima con Perugia e che sforna una gara di alto profilo, chiusa con 4 giocatori in doppia cifra, tra cui i due centrali, un 60% in attacco e un 52% di ricezioni positive e pure nove muri, Ravenna mostra fin dalle prime battute di non riuscire ad attingere a quelle che sono le sue prerogative riconosciute: la capacità di esprimere una buona pallavolo, di mettere pressione agli avversari, ma anche il cuore, la grinta e un carattere indomito. Ne viene fuori un 3-0 netto e indiscutibile, che fa uscire la Consar dalle prime otto della classifica ma lascia inalterato il vantaggio sulle sue inseguitrici, a loro volta fermatesi tutte.

Sestetti titolari Smaltita la distorsione alla caviglia destra, Verhees rientra e ritrova un posto nel sestetto titolare, in coppia al centro con Russo. Prima partita nello starting six per Argenta in diagonale con Saitta, mentre Rychlicki va a occupare il ruolo di schiacciatore in diagonale con Poglajen. Goi è il libero. Rispetto al sestetto che ha abbattuto Perugia, nella Kioene non c’è Randazzo, infortunato e sostituito da Cirovic. Per il resto, conferme per Travica-Torres, Polo-Volpato al centro, e Louati in attacco. Danani è il libero.

Primo set Si comincia con Louati al servizio ed è subito 3-0 per la Kioene che punta su una grande pressione in battuta per mettere in difficoltà il contrattacco Consar. Che però pian piano reagisce: Rychlicki accende i motori, Argenta piazza un ace e si va al -1 (8-7). Nuovo allungo Padova propiziato da Louati e da qualche errore della Consar: 12-8 e time-out chiesto da Graziosi. La pausa funziona perché Saitta e compagni si riportano sotto (13-12) prima però di un nuovo strappo, quello decisivo, della Kioene con Volpato (67% in attacco) e Louati sugli scudi (20-14 e sette punti per lui in questa frazione). Finisce 25-19 con due servizi a fil di rete, sfruttati da Polo e Cirovic.

Secondo set Il match, con Raffaelli nello starting six e Rychlicki riportato opposto, si sviluppa punto a punto fino all’8-7 poi la Kioene piazza un mini-allungo di 3 punti, prima che Poglajen salga in cattedra con due ace (11-10) aprendo un’altra fase di punto a punto. Ma sul 13-12 i padroni di casa piazzano un break micidiale (10-4 il parziale) che la Consar non riesce più a ricucire. E’ Torres a chiudere la frazione, sublimando il suo secondo set condito da 7 punti e un 86% in attacco, ben sorretto da un muro efficace (5 punti).

Terzo set Cartellino verde per Louati in apertura per aver ammesso un tocco a muro (2-3) ma il primo allungo è della Kioene (5-3), Graziosi fiuta il pericolo e chiama il time-out per scuotere la squadra. La Kioene, però, con un Torres che vuole farsi rimpiangere dai suoi ex tifosi, un Louati immarcabile e un Volpato sempre lucido (alla fine della sua partita 70% di attacchi positivi e 3 muri, si porta a casa il premio per l’Mvp), non molla la presa, va in fuga (14-7) con un proficuo turno al servizio di Polo, altro ex del match. Graziosi si affida a Di Tommaso in regia ma ormai Ravenna è uscita dal match e per la prima volta in questa stagione non riesce ad attingere al suo capiente bagaglio di carattere e tenacia. La Kioene porta a casa set e match (è la terza vittoria di fila); Ravenna incassa una sconfitta su cui riflettere.

Dichiarazioni dopo-gara
Gianluca Graziosi 
(allenatore Consar Ravenna): «Cosa è successo? Non lo so, non è questa la Consar che conosco, che alleno tutti i giorni. Non siamo mai pervenuti, non solo come atteggiamento ma anche tecnicamente. Dal punto di vista tecnico non siamo così lontani da Padova ma oggi la differenza è sembrata abissale. Di fronte a partite di questo genere, c’è solo da chiuderle in fretta e non starci troppo sopra a meditare».

Non basta una prova generosa all’OraSì per compiere lo sgambetto a Verona

Basket A2 / Giallorossi sconfitti dalla lanciata Tezenis al termine di una partita sempre a inseguire. Gli arbitri fanno arrabbiare più volte i tifosi di casa

Ravenna-Verona 76-88
(12-19, 39-46, 57-63)
ORASI’ RAVENNA: Laganà 15, Smith 22, Cardillo 6, Masciadri 3, Hairston 16, Montano 5, Jurkatamm 3, Gandini 6, Rubbini 2. Ne: Seck, Baldassi, Tartamella. All.: Mazzon.
TEZENIS VERONA: Amato 16, Henderson 7, Severini 3, Udom 9, Candussi 20, Quarisa, Ferguson 27, Maspero 3, Ikangi 3. All.: Dalmonte.
ARBITRI: Salustri, Chersicla, Amerigagna.
NOTE – Spettatori 2400. Ravenna: tiri da due 17/34, da tre 8/32, liberi 18/24, rimbalzi 41. Verona: tiri da due 16/30, da tre 14/34, liberi 14/16, rimbalzi 30.

Foto
Hairston in azione nel match tra OraSì e Tezenis

Niente da fare per l’OraSì contro la lanciata Tezenis, che passa al Pala De Andrè con margine e dopo una gara sempre condotta avanti vince per la sesta volta consecutiva. A Ravenna non è bastata una prova generosa, le percentuali di tiro poco soddisfacenti hanno influito in modo decisivo sul risultato.

Dopo la tripla iniziale di Laganà si mette in moto Verona con un break di 15-2 (tre bombe di Amato) e l’OraSì è costretta al time-out. Ravenna si riprende e riduce il gap anche se nell’ultimo minuto non sfrutta due opportunità per riportarsi più a contatto. Secondo quarto con l’OraSì che non riesce mai a segnare dalla lunga distanza mentre dall’altra parte Ferguson dà il cambio ad Amato nelle bombe realizzate e Candussi non flette mai. Si va allora al massimo svantaggio (23-37) dopo 6’, ma Ferguson è scatenato e si inventa anche un 3+1 per il +15. Scossa OraSì nel finale (39-46) con Jurkatamm, Laganà e Smith, nel mezzo anche un paio di falli abbastanza netti ignorati dagli arbitri. Ravenna, comunque, è in partita all’intervallo lungo.

Terzo quarto con l’OraSì che inizialmente recupera terreno ma la Tezenis fa valere adesso la sua fisicità sotto le plance e torna ad allungare (47-58). Gandini mette un po’ le cose a posto, Hairston e Smith piazzano un 7-0 e riaprono tutto (55-58) dopo 28’. Ultimo quarto con Ravenna che non riesce ad accorciare e subìsce poi tre decisioni assurde arbitrali che scatenano il pubblico, incluso un tecnico inesistente a Mazzon che dopo aver chiamato tempo era andato a prendere in campo Montano che si stava lamentando per un incredibile fallo subìto e non fischiato. E’ l’ultimo segnale negativo di una partita tutta in salita contro un avversario che comunque ha confermato di essere la squadra probabilmente più in forma del campionato. L’OraSì deve ripartire senza eccessivi rimpianti e guardare avanti.

Fuoristrada nel lughese, grave una donna, feriti uomo e piccola di due anni

La sciagura nel pomeriggio di domenica in via Bastia nuova, nei pressi di Santa Maria in Fabriago

Elicottero 118Un auto è uscita fuori strada nel pomeriggio di domenica in via Bastia nuova, nei pressi di Santa Maria Fabriago, frazione di Lugo. Nell’incidente sono coinvolte tre persone, una donna di 38 anni, ferita gravemente, feriti anche un uomo di 40 anni e una bimba di 2 anni,  ma dai primi accertamenti sembra non in pericolo di vita. Nei soccorsi sono intervennuti l’elicottero e le ambualnze del 118 che hanno trasportato i feriti all’ospedale di Cesena. Sul posto anche i Vigili del Fuoco e i Vigili Urbani per i rilievi del caso.

Il mondo del rap a Ravenna sotto choc per la morte del 19enne Manuel Scarafile

Aveva frequentato i laboratori del Cisim di Lido Adriano. Trovato fuori strada dai genitori. Sconvolti gli amici su Facebook

Manuel ScarafileLa comunità di giovani che segue il rap, a Ravenna, è sotto choc per la morte di Manuel Scarafile, il 19enne finito fuori strada nella notte tra sabato e domenica a pochi chilometri da casa, a Borgo Faina.

A ritrovare l’auto, intorno alle 5, i genitori preoccupati per il figlio che non era ancora rientrato da una serata fuori. Inutili i tentativi dei soccorritori di rianimarlo in ospedale.

Sconvolto, in particolare, lo staff del Cisim di Lido Adriano, dove Manuel aveva frequentato i laboratori di rap. «Era un bravo ragazzo, sempre con il sorriso sul volto, mancherà a tutti», è la frase ricorrente che ci sentiamo dire. Sconvolti, naturalmente, anche tutti gli amici che gli stanno lasciando toccanti messaggi sulla bacheca Facebook.

«Per chi ci vive quotidianamente lo sa, il Cisim è una grande famiglia – è il post pubblicato sui social dallo staff del centro di Lido Adriano –. Fatta di volti così meravigliosi e diversi tra loro che siamo come un grande mosaico, e non smettiamo mai di costruirci. Purtroppo, come in tutte le famiglie, dobbiamo prematuramente dire addio a uno di noi. Addio Manuel, sarai sempre nei cuori, col tuo magnifico sorriso».

Muore diciannovenne uscito fuori strada sul Dismano alle 5 di mattina

L’incidente a Borgo Faina. L’auto col ragazzo esanime ritrovata dai genitori, ma ricoverato in ospedale non è sopravvissuto

AmbulanzaLa vittima è il 19enne Manuel Scarafile, appassionato di rap

È uscito fuori strada sul Dismano, poco lontano da casa, poco prima dell’alba, un ragazzo di 19 anni, morto all’ospedale di Ravenna per le gravi ferite. A trovarlo esanime nell’auto, intorno alle 5, e a dare l’allarme per i soccorsi, sono stati i suoi genitori che, non vedendolo rincasare e non ricevendo risposta al cellulare, hanno deciso di ripercorrere a ritroso la via del ritorno fino a imbattersi nella vettura incidentata. Sul posto, oltre a vigili del fuoco e polizia municipale, sono intervenuti gli operatori del 118 che hanno stabilizzato e portato il ragazzo all’ospedale dove però non ce l’ha fatta a sopravvivere ai traumi riportati (fonte 118/Ansa ER)

Nuova strada dedicata a Jacopo Alighieri e corrette altre targhe dantesche

Accolte le proposte delle associazioni culturali impegnate in una riqualificazione delle denominazioni su Dante in città

Tponomastica DantescaAlcune proposte di associazioni culturali ravennati rivolte a riqualificare le denominazioni dantesche di luoghi della città sono state accolte dalla Commissione Toponomastica del Comune di Ravenna.

In una nota stampa, i rappresentanti delle associazioni – Maurizio Piancastelli (Casa Matha), Ivan Fuschini (Il tremolar della marina), Ottavio Righini (50&PIÚ Confcommercio), Giuseppe Rossi (Circolo dei ravennati e dei forestieri), Ivan Simonini (Parco Letterario Terre di Dante) – esprimono soddisfazione per una serie di provvedimenti adottati dall’amministrazione comunale in proposito: «Saranno corretti i vari errori attualmente presenti nella targa di Via Guido Da Polenta tra Via Corrado Ricci e la Tomba di Dante. Sarà intitolato nella Zona Dantesca Vicolo Jacopo Alighieri, autore del primo commento alla Divina Commedia, l’unico figlio certo di Dante cui ancora Ravenna non ha dedicato uno spazio pubblico. Sarà ripristinata la targa per Pietro Alighieri in Via Zanzanigola secondo le antiche indicazioni di Santi Muratori. Sarà restaurata l’iscrizione lapidea ormai illeggibile dedicata ad Antonia Alighieri (Suor Beatrice) sulla facciata esterna di Santo Stefano degli Ulivi. Su quest’ultimo punto, ci fa molto piacere che, dopo la nostra richiesta, si sia manifestato uno sponsor disponibile ad investire 5.000 euro per il restauro dell’iscrizione alla figlia del Poeta e che l’intervento, comprensivo della ricollocazione dell’iscrizione, sarà “eseguito da alta personalità del restauro” e “mirato a dare grande leggibilità all’antica iscrizione”. Non ci dispiacerebbe conoscere chi è lo sponsor, chi sarà il restauratore e dove sarà ricollocata l’iscrizione restaurata».

«Pur avendo fatto istanza all’Amministrazione per ottenere alcune delucidazioni sui dettagli operativi dei succitati interventi e pur rimanendo in attesa di notizie sulle altre sei proposte da noi avanzate da tempo – sottolineano le associazioni – esprimiamo la nostra soddisfazione per questi primi risultati raggiunti, risultati che ci incoraggiano a continuare con sempre maggiore determinazione la nostra disinteressata attività di cultura dantesca per Ravenna. Anche per questa ragione, d’ora in poi, le cinque associazioni scriventi avranno recapito e sede stabile presso la Casa Matha sia per le questioni toponomastiche sia per le ulteriori iniziative dantesche comuni che intenderanno promuovere».

In scena il racconto collettivo “Il viaggio di Roberto” da Ravenna ad Auschwitz

Il regista Alessio Pizzech parla della nuova versione dell’opera, rivista per l’esecuzione con orchestra

Viaggio Di Roberto Scena
Una scena de “Il viaggio di Roberto” (foto Zani-Casadio)

Dopo la fortunata esperienza di quattro anni fa, torna al teatro Alighieri di Ravenna la produzione originale di teatro musicale Il viaggio di Roberto, un treno verso Auschwitz, nella nuova versione rivista per orchestra – l’Arcangelo Corelli diretta da Jacopo Rivani – dallo stesso autore delle musiche Paolo Marzocchi.
Domenica 16 dicembre, alle 15.30, l’appuntamento che inaugura la Stagione d’Opera 2018/19 (con repliche per scuole e università in matinée, il 17 e 18 dicembre) riporta in scena la drammatica storia di una delle quarantamila vittime italiane della Shoah, Roberto Bachi, che visse a Ravenna e qui frequentò la quarta elementare alla scuola Filippo Mordani. Il 6 dicembre 1943 Roberto partì dal Binario 21 della stazione di Milano, destinazione Auschwitz.

La sua vicenda è stata ricostruita grazie ad alcuni suoi ex compagni di classe, quali Danilo Naglia, Silvano Rosetti e Sergio Squarzina, sul palco nella rappresentazione, ed è diventata azione scenica su libretto di Guido Barbieri e musiche di Marzocchi. La regia, ieri come oggi, è di Alessio Pizzech.

Pizzech, è vero che per lei Il viaggio di Roberto è molto più di uno spettacolo?
«Sì, è un’occasione per riprendere le fila di un problema ben noto e di dare risposte al presente, alla crisi della contemporaneità. Riallacciando così i nodi di una società in cui siamo sempre più incapaci di ricostruire racconti collettivi, fondamentali per il passaggio intergenerazionale, ossia per far sapere cosa lasciamo a chi viene dopo di noi».

Alessio Pizzech Regista
Il regista Alessio Pizzech

Com’è tornare a lavorare sullo stesso spettacolo dopo qualche anno?
«Il tempo fa vedere cose che prima non si vedevano. Il tempo che viviamo è dell’istante e del presente, quello del teatro è sedimentazione. Si notano sfumature e si ridà forza a frasi che sembravano scontate e invece non lo sono. Purtroppo il contesto di oggi è più imbarbarito rispetto al 2014…».

Come regista, quali difficoltà ha incontrato in rapporto a questo lavoro?
«Questo è in realtà uno spettacolo fortunato che è venuto da sé. C’è stato un grande lavoro di squadra e le cose sono fluite facilmente. La maggiore difficoltà quindi è essere all’altezza del racconto, essere sinceri con se stessi e non barare. Essendo in ballo storie vere e reali delle persone, ho chiesto molto emotivamente a me stesso e, di conseguenza, agli interpreti».

Per questioni anagrafiche avete scelto nuovi “Roberto”?
«Sì, si alterneranno addirittura in tre. Alcuni di loro avevano partecipato anche alle precedenti edizioni, mentre nei cori avremo ragazzini sia delle medie sia delle superiori. È davvero un racconto di tutti».

Una curiosità: lei si è dedicato all’arte circense fino ai 18 anni. Quanto ha influito questo nel suo rapporto col teatro?
«Da ragazzino volevo fare il direttore di circo attirato dall’idea di spostamento continuo, da una vita un po’ zingaresca. Lavorando con clown russi mi sono reso conto della mia inadeguatezza per via di una certa crudezza che non mi apparteneva. Dall’universo circense mi sono portato dietro l’idea che tutto debba funzionare alla perfezione e che qualsiasi imprevisto vada gestito in modo che il pubblico non se ne accorga. Una grande palestra, in cui ho imparato anche che tutto è importante dal numero di punta al tirare il tendone del circo. Ecco, questa è una filosofia che mi appartiene e – ancora oggi – se mi capita un palcoscenico sporco, la prima cosa che faccio è spazzare. Ho una visione artigianale e concreta del teatro».

Lei ha al suo attivo oltre 100 lavori, fra prosa e lirica. A quale spettacolo o incontro più legato emotivamente?
«Certamente ha cambiato la mia vita L’ascesa e la caduta della città di Mahagonny prodotta da Opera Studio. Un’opera che ha segnato il mio incontro con Ravenna e che mi ha costretto a cambiare il rapporto con il cantante e, di conseguenza, il mio modo di fare regia lirica. Un incontro indimenticabile è stato poi quello con il grande autore Bernard-Marie Koltès, che mi ha plasmato e aperto nuovi mondi».

Spinto da capitan Lelj e Galuppini, il Ravenna si rialza a Vicenza e torna quinto

Calcio C / Fondamentale affermazione esterna per i giallorossi in un match lottato in particolare nella ripresa, decisa da un rigore dell’attaccante

Vicenza-Ravenna 1-2
VICENZA (4-3-1-2): Grandi; D. Bianchi (24′ st Bonetto), Pasini, Bizzotto, Solerio; N. Bianchi (34′ st Zonta), De Falco, Laurenti (34′ st Tronco); Curcio (10′ st Zarpellon); Giacomelli, Arma. A disp.: Albertazzi, Stevanin, Mantrovani, Gashi, Rover, Maistrello, Razzitti. All.: Colella.
RAVENNA (5-3-2): Venturi; Pellizzari (35′ st Eleuteri), Ronchi, Jidayi, Lelj, Bresciani (13′ st Barzaghi); Selleri, Papa, Trovade (42′ st Martorelli); Nocciolini (42′ st Raffini), Galuppini (42′ st Siani). A disp.: Spurio, Sabba, Boccacini, Scatozza. All.: Montanari (Foschi squalificato).
ARBITRO: Camplone di Pescara.
RETI: 20′ st Lelj, 30′ st Zarpellon, 34′ st (rig.) Galuppini.
NOTE – Ammoniti: Bizzotto, Pellizzari, De Falco, Ronchi, Giacomelli. Calci d’angolo: 4-3 per il Vicenza. Recupero tempo: 2′ pt, 4′ st. Spettatori: 8000 circa.

Lelj Vicenza
Capitan Tommasi Lelj ha segnato un gol alla squadra della sua città

Bella e preziosa vittoria del Ravenna, che a Vicenza passa 2-1 e interrompe una serie di due sconfitte di fila, riprendendo così il suo tranquillo cammino nella parte medio-alta della classifica. A decidere il match è un rigore trasformato da Galuppini nella ripresa, che di fatto chiude un botta e risposta avvenuto nei minuti precedenti: proprio nella sua città era stato capitan Lelj a segnare la rete che aveva sbloccato il risultato, a cui però aveva risposto il biancorosso Zarpellon.

Entrambe le squadre partono contratte, colpa del terreno e della temperatura ghiacciata, ma anche dei fantasmi delle recenti sconfitte per entrambe le squadre. Prova a rendersi pericoloso il Vicenza con il colpo di testa di Laurenti su corner del recuperato Giacomelli, ma non inquadra la porta. La risposta del Ravenna non si fa attendere con il tiro di Galuppini che genera solo un calcio d’angolo. Brivido per gli ospiti al 20′ quando Bizzotto svetta di testa al centro dell’area, ma non ha fatto i conti con la deviazione decisiva di Venturi che devia il pallone sulla traversa. Passano 10 minuti e il Ravenna si rende nuovamente pericoloso con Galuppini, che colpisce in scivolata sull’imbeccata di Trovade, ma trova solo l’esterno della rete. Ultima emozione di un primo tempo equilibrato la punizione dal limite di Giacomelli che non centra la porta.

Galuppini Vicenza
Francesco Galuppini ha realizzato il rigore che ha deciso il match

Alla ripresa delle ostilità devono passare 20 minuti prima del primo tiro in porta dei padroni di casa, che si affacciano dalle parti di Venturi in contropiede con Arma che cerca Giacomelli, ma anche in questo caso il suo destro è fuori dallo specchio. Il destino di Lelj bussa al 21′, quando il capitano giallorosso esce palla al piede dalla marcatura, si porta ai 25 metri e con un destro imparabile va a togliere la classica ragnatela dall’incrocio dei pali. Gol di fondamentale importanza per il Ravenna, ma che per rispetto delle proprie origini non viene esultato dal 13, vicentino doc. Colella inserisce forze fresche per cercare il pareggio, che arriva al 30′: azione insistita sulla sinistra la palla arriva a Zarpellon al limite dell’area il cui destro passa tra una selva di gambe e si insacca alle spalle di un incolpevole Venturi. I giallorossi però una volta fiutato il profumo della vittoria non si accontentano e ripartono all’attacco, trovando un vantaggio fondamentale solo quattro minuti dopo il pareggio casalingo con un rigore trasformato da Galuppini. L’intervento scomposto di Bonetto su Trovade a centro area è netto e la freddezza del 7 ravennate riportano avanti il Ravenna. I venti minuti finali vedono i biancorossi premere anche grazie alla spinta del pubblico, ma il Ravenna chiude a doppia mandata la difesa e l’unico brivido arriva su un tiro dalla distanza di Arma che sibila vicino all’incrocio dei pali. Al termine del match spazio alla gioia giallorossa, che torna a guardare con soddisfazione una classifica che vede il Ravenna a un lusinghiero quinto posto.

Dichiarazioni del dopo-gara
Marcello Montanari
(viceallenatore Ravenna): «Venivamo da due partite giocate sottotono, però eravamo consci delle nostre qualità, e sapevamo che se le avessimo messe in campo avrebbero portato dei frutti. Abbiamo lavorato molto sull’impostare una partita dove cercare di giocare il pallone per farli correre, ed al di là dell’occasione sul colpo di testa di Bizzotto, non abbiamo concesso molto al Vicenza. Il nostro capitano ha fatto un gran goal ed onestamente devo dire che abbiamo vinto questa partita con merito».
Tommaso Lelj (giocatore Ravenna): «Il destino ha molta più fantasia di noi. Non c’è molto da dire, ho preferito non esultare per rispetto ai colori, però indosso la maglia del Ravenna e porto la fascia da capitano. Devo fare gli interessi della mia squadra e questa per noi è una vittoria fondamentale».

Mendaro non basta: nella battaglia del “Costa” Conad battuta al tiebreak da Trento

Volley A2 femminile / Sotto di due set, le ravennati trascinate dalla cubana rientrano in partita e vanno alla frazione decisiva, dove però la spunta la capolista

Ravenna-Trento 2-3
(13-25, 23-25, 36-34, 25-21, 15-17)
CONAD RAVENNA: Bacchi 17, Torcolacci 10, Mendaro 32, Aluigi 7, Gioli 12, Agrifoglio 1, Rocchi (L); Calisesi, Ubertini, Canton, Vallicelli. Ne: Altini, Fusaroli. All.: Caliendo.
DELTA INFORMATICA TRENTO: Fiesoli 19, Furlan 9, Baldi 1, McClendon 20, Fondriest 19, Moncada 3, Moro (L); Carraro 1, Mason 1, Mazzon G. 1, Tosi 11, Vianello (L). Ne: Mazzon A. All.: Negro.
ARBITRI: Proietti di Terni e Rossetti di Ancona.
NOTE: Durata set: 26’, 30’, 45’, 29’, 21′ (tot. 151’). Conad: bs 11, bv 2, errori 26, muri 11. Delta: bs 12, bv 5, errori 21, muri 14.

ALF 5960
La cubana Yaremis Mendaro ha realizzato 32 punti contro Trento

La Conad lotta con il cuore e, spinta da Mendaro, autrice di 32 punti, gioca alla pari con la capolista Trento, perdendo al tiebreak al termine di un match lungo più di due ore e mezza. Al PalaCosta le ravennati vanno sotto di due set, ma trovano la forza per pareggiare il conto, aggiudicandosi una terza frazione interminabile e piena di emozioni (tre match point non sfruttati dalle ospiti). Nel parziale decisivo, però, le biancorosse si bloccano sul più bello (14-12), mancando due volte l’opportunità di far esultare i propri tifosi. Brutti infortuni al ginocchio per Baldi e Canton.

Sestetti titolari Al fischio d’inizio il coach Caliendo schiera lo starting six più collaudato composto da Agrifoglio al palleggio, Gioli e Torcolacci centrali, capitan Bacchi e Aluigi sulle bande, Mendaro opposto, Rocchi libero. L’infortunio al ginocchio sinistro occorso a Orvieto a Lombardi ha richiesto la convocazione in extremis di Sofia Fusaroli dall’Under 18 dell’Olimpia Teodora. Dal lato opposto del taraflex il tecnico Negro dispone in campo Moncada in regia, Fondriest e Furlan al centro, Fiesoli e Mc Clendon attaccanti di posto 4, Baldi in diagonale, Moro libero.

Primo set Avvio favorevole alle ospiti che si portano 0-2 prima e 2-5 poi. La reazione della Conad vale il 6 pari con Bacchi, ma Trento scappa subito di nuovo sul 6-11. Due muri di Mendaro e Torcolacci valgono il 9-12, ma neanche l’uscita dal campo per un brutto infortunio al ginocchio di Baldi ferma la corsa delle ospiti, che sono implacabili a muro e volano in fuga con l’ace di Mason per il 12-20. Gli ingressi di Vallicelli e Ubertini per Agrifoglio e Aluigi non cambiano l’inerzia del set, che viene chiuso con un netto 13-25 dal l’ace di Fondriest.

Secondo set Trento parte 0-2 anche nella seconda frazione, ma le padrone di casa pareggiano subito i conti a quota 4. L’andamento del set sembra però identico a quello del precedente, con la Delta Informatica che si porta 4-8, Ravenna che torna sotto sull’8-9 e l’allungo ospite sul 12-17 prima e addirittura 15-23 poi. I conti sembrerebbero chiusi, ma nel momento più difficile le biancorosse trovano, sul servizio della neo entrata Canton, un incredibile parziale di 8-0. Segna tre volte Mendaro e ben quattro la capitana Bacchi, e i giochi si riaprono clamorosamente, ma alle padrone di casa ancora una volta manca il guizzo finale ed è Trento a vincere il set in volata per 23-25.

Terzo set La frazione si apre nel peggiore dei modi per Ravenna, che nel primo punto perde Canton, vittima anche lei di un brutto infortunio al ginocchio. La Conad si porta comunque avanti 4-2 con Aluigi e, nonostante vari agganci da parte delle ospiti, mantiene il vantaggio sull’8-6 e sull’11-9. La reazione di Trento non tarda ad arrivare e l’ace di Fiesoli vale il sorpasso ospite sul 12-13. Bacchi riporta avanti le sue compagne sul 16-15 e con Aluigi l’Olimpia Teodora guadagna un break di vantaggio sul 18-16. Nonostante la Delta Informatica ritrovi la parità sul 19-19, Mendaro regala a Ravenna il 23-21, ma Trento annulla due set point consecutivi, prolungando la frazione. Il parziale prosegue ben oltre la soglia dei 30 punti e le ospiti hanno in mano anche tre match point, ma al decimo tentativo è la Conad a portare a casa il set per 36-34.

Quarto set Un parziale di 5-0 chiuso dal muro di Torcolacci scava il solco in favore delle padrone di casa sul 10-5, poi è Mendaro, sempre a muro, a doppiare Trento sul 12-6. Le ospiti rispondono a loro volta con uno 0-5 e tornano a contatto sul 13-12, ma la Conad cambia marcia nella seconda parte del set trascinata da una Mendaro inarrestabile. La cubana mette a terra una spettacolare parallela e con due muri consecutivi lancia la fuga delle padrone di casa, con Aluigi che la imita sempre a muro chiudendo un altro parziale di 5-0 che vale il 22-15. Ci vogliono quattro tentativi, ma l’Olimpia Teodora si guadagna il tiebreak ancora grazie a Mendaro, che mette a terra il 25-21.

Tiebreak Il quinto set è aperto da tre punti di Torcolacci, ma Trento risponde colpo su colpo finché non è Gioli a firmare il break delle padrone di casa sul 7-5. Si cambia campo sull’8-6 e Mendaro con il muro regala l’11-8 alla Conad. Il finale di partita è incredibile: l’ace di Carraro riporta sotto le ospiti che pareggiano subito dopo a quota 11, ma due errori consecutivi permettono a Ravenna di riallungare e conquistarsi due match point sul 14-12. La Delta Informatica li annulla entrambi girando radicalmente l’inerzia della partita e portandosi avanti 14-15. Gioli annulla il match point, ma Trento riesce a chiudere per 15-17 e portare a casa l’incontro.

Le dichiarazioni del dopo-gara
Nello Caliendo (tecnico Conad Ravenna): «Questa volta c’è solo da applaudire l’atteggiamento delle ragazze. Eravamo sotto per 2-0 e abbiamo recuperato poi è stato un peccato non chiudere la partita, però credo che tutto si possa dire tranne che non ci siamo impegnati e che non abbiamo dato tutto. Quindi brave le ragazze sicuramente. Da adesso in poi dobbiamo lottare con il coltello fra i denti: abbiamo dimostrato che sappiamo soffrire e bisogna continuare su questa strada. Se non avessimo le qualità non saremmo mi arrivati al tiebreak con la capolista».
Yaremis Mendaro (opposto Conad): «Non abbiamo iniziato bene, poi siamo riuscite a trovare quel qualcosa che ci mancava e ad avere un atteggiamento diverso e portare avanti la partita. Dal terzo set abbiamo giocato al 100% anche se alla fine il match l’abbiamo perso nei dettagli. L’avversario era di alto livello ma noi siamo riusciti a reagire. Da adesso in poi dobbiamo andare a giocare come se ogni partita fosse l’ultima della vita. Contro Trento abbiamo dimostrato il valore che abbiamo e quello che possiamo fare come squadra. Dobbiamo continuare a lavorare e a crederci e giocarcela fino alla fine dando sempre il meglio».

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