martedì
24 Giugno 2025

Addio superticket in provincia di Ravenna per quasi 85mila persone

Al via da gennaio il nuovo provvedimento della Regione che abolisce anche il ticket base sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico

Locandina Superticket
La locandina della campagna promozionale

Niente più superticket in Emilia-Romagna, a partire dal primo gennaio 2019, per i nuclei familiari con redditi fino a 100mila euro. E addio anche al ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche per le famiglie con almeno due figli a carico. A luglio scorso l’annuncio della decisione assunta dalla Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini, a inizio anno – quindi nei tempi previsti – l’avvio del provvedimento.

Oltre un milione e 200mila cittadini non pagheranno più la quota aggiuntiva sui farmaci e sulla specialistica ambulatoriale, e si aggiungeranno a tutti coloro – più di un milione e 900mila – che già non lo pagano perché hanno un reddito familiare basso (fino a 36.152 euro) e già erano stati esclusi dalla Regione stessa: saranno quindi più di 3 milioni i cittadini esentati dal pagamento.  Contemporaneamente, per più di un milione e 100 mila persone sarà abolito il ticket sulla prima visita specialistica.

Nella provincia di Ravenna, fra gli assistiti dell’Ausl della Romagna (distretti di Ravenna, Faenza e Lugo), fra coloro che non pagheranno più i superticket su farmaci, visite ed esami – 84.600 persone – e le 97.400 interessate dall’abolizione del ticket base sulle prime visite, il beneficio sarà per 182mila cittadini.

Complessivamente, una manovra che fa risparmiare agli emiliano-romagnoli 34 milioni di euro – 23 dall’abolizione del superticket e 11 da quella del ticket sulle prime visite specialistiche per famiglie numerose -e coperta interamente da risorse regionali.

Attualmente pagato sulla base di quattro scaglioni di reddito familiare, il cosiddetto superticket, cioè la quota aggiuntiva sui farmaci (fino a 2 euro a confezione, con un tetto massimo di 4 euro a ricetta) e sulle prestazioni specialistiche (fino a 10 euro a ricetta) sarà abolito, appunto, per tutte le persone il cui reddito familiare fiscale lordo non supera il tetto dei 100 mila euro. Per rientrare in questa misura bisogna essere residenti in Emilia-Romagna, oppure domiciliati sul territorio ma essere seguiti da un medico di base della regione. Continuerà invece a pagare il superticket solo chi ha un reddito familiare fiscale lordo superiore ai 100 mila euro.

Il mantenimento del superticket per i redditi più alti ha consentito di attuare un’ulteriore misura per aiutare le famiglie numerose, cioè le coppie – oppure i genitori separati o vedovi – con almeno due figli a carico: per queste persone (genitori e figli) verrà abolito il pagamento del ticket base da 23 euro sulle prime visite specialistiche. Un beneficio che interesserà circa 330 mila famiglie emiliano-romagnole, pari a 1,1 milioni di residenti. E rimane confermato anche per il 2019 l’intervento regionale a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del 2012 e dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, per i quali è già prevista da alcuni anni l’esenzione totale dal pagamento del ticket e del superticket.

Superticket: come funziona adesso
A differenza di altre Regioni che applicano un’unica cifra uguale per tutti (10 euro), in Emilia-Romagna il superticket per le prestazioni specialistiche è stato introdotto sulla base di fasce di reddito progressive, prevedendo contributi dai cittadini pari a zero fino a 36.152 euro di reddito (R1); 5 euro tra i 36.153 e i 70.000 euro (R2),10 euro tra i 70.0001 e i 100 mila euro (R3), 15 euro oltre i 100 mila euro. Dal primo gennaio 2019 il superticket è abolito per tutti i redditi fino a 100 mila euro.
La Regione aveva introdotto anche una quota fissa per i farmaci, modulata sempre in base al reddito: esente il primo scaglione, contributo di 1 euro a confezione con un tetto massimo di 2 euro per ricetta nel secondo scaglione, pagamento di 2 euro a confezione con tetto massimo per ricetta di 4 euro per il terzo scaglione. Infine, i cittadini con reddito familiare fiscale loro superiore ai 100 mila euro hanno contribuito sinora con 3 euro a confezione e un tetto massimo di 6 euro. In base alla delibera regionale, la quota fissa viene abolita per tutti i redditi fino a 100 mila euro.
Per chi è già esente (oltre 1,9 milioni persone), non cambierà nulla: continuerà a non pagare la quota aggiuntiva e neppure il ticket base per le specifiche esenzioni.

Cosa cambia dal 1^ gennaio 2019
Per quanto riguarda il superticket, le novità che entreranno in vigore dal primo gennaio prossimo non comporteranno, a livello burocratico, nessuna incombenza per i cittadini: tutti i soggetti presenti sull’anagrafe regionale degli assistiti avranno un codice di fascia di reddito che verrà attribuito in automatico, modificando i vecchi codici presenti in anagrafe, che erano stati attribuiti sulla base delle autocertificazioni presentate dai cittadini. In particolare, le fasce RE1, RE2, RE3 saranno trasformate nella fascia QB (redditi inferiori o uguali a 100mila euro), che avrà diritto all’esenzione. Per i redditi superiori a 100mila euro il nuovo codice sarà QM, che sarà anche attribuito inautomatico in caso di assenza di fascia di reddito: nel caso quindi una persona non abbia mai rilasciato una autocertificazione di fascia di reddito, gli verrà attribuita la fascia QM.
Non appena l’Agenzia delle Entrate renderà disponibili le informazioni sulle dichiarazioni dei redditi del 2018 (sui redditi del 2017), saranno anche aggiornate le fasce di reddito presenti in Anagrafe Sanitaria, nel caso in cui vi fossero delle differenze.

Per l’esenzione del ticket base sulle prime visite per le famiglie numerose, le informazioni relative alla composizione del nucleo familiare sono quelle inserite nei modelli di dichiarazione dei redditi, messe annualmente a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. I cittadini possono presentare una autocertificazione in caso di cambiamenti avvenuti all’interno del nucleo familiare: ad esempio, la nascita di un nuovo figlio.

Chi ha attivato il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) potrà verificare la propria fascia di appartenenza e autocertificare, con questo strumento, qualunque cambiamento, di reddito o all’interno del proprio nucleo familiare.

Informazioni utili
Per qualunque informazione si può telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna 800033033, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18 e il sabato dalle 8.30 alle 13.
Informazioni anche a questo link

Calcio, Fabbri diventa internazionale: è il primo arbitro ravennate a riuscirci

La presidente della sezione Aia di Ravenna: «Con impegno, sacrificio e dedizione gli obiettivi si raggiungono. Una vittoria per tutti noi»

Fabbri Valeriani
La presidente Panizza con Fabbri e, a sinistra, Valeriani, assistente can A, anche lui ravennate

Grande festa in casa degli arbitri di calcio bizantini che festeggiano un nuovo traguardo raggiunto dal fischietto della massima serie, Michael Fabbri, ravennate classe ’83, che è stato convocato a fine gennaio, assieme al collega Maurizio Mariani, dall’Uefa al corso introduttivo per arbitri internazionali a Lisbona. Saranno loro i nomi inseriti nelle liste internazionali ed andranno a sostituire gli uscenti, Banti e Mazzoleni.

La presidente degli arbitri della sezione di Ravenna, Barbara Panizza, prevede per lui un’ulteriore brillante carriera dal momento che «Michael ha tutte le qualità per fare sempre meglio, ancora di più di quello che ha dimostrato fino ad ora. È la conferma che con impegno, sacrificio e dedizione, gli obiettivi si raggiungono; e lui se l’è proprio meritato!». E Panizza aggiunge: «Michael è il primo ravennate a ricevere la nomina da arbitro internazionale di calcio a 11. Prima di lui, infatti, solo l’ex presidente Mauro Fiori lo era stato da assistente (dal 1994 al 1999), per quanto riguarda il calcio a 11 e Michele Conti, attualmente membro del Comitato Nazionale, come arbitro di Beach Soccer (dal 2004 al 2008). Siamo tutti fieri di lui e la sua conquista è la vittoria della nostra intera sezione e di tutti i miei ragazzi, anche di quelli che, purtroppo, non ce l’hanno fatta ad avere le stesse soddisfazioni».

Infortunio sul lavoro al petrolchimico: 52enne cade a terra dopo un volo di metri

Trasportato con il codice di massima gravità al Bufalini di Cesena

INFORTUNIO PETROLCHIMICOInfortunio sul lavoro nella zona del Petrolchimico di via Baiona a Ravenna. Per cause ancora da accertare, intorno alle 15.20 di domenica, un uomo di 52 anni è precipitato nel vuoto cadendo a terra dopo un volo di diversi metri.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 con un autoambulanza e un’automedicalizzata e i Carabinieri per gli accertamenti del caso.

L’uomo è stato trasportato alll’Ospedale ‘Bufalini’ di Cesena in codice 3, ossia di massima gravità. (Ansa.it)

La Consar prova a contrastare Trento, ma un solo set vinto non basta per fare punti

Volley Superlega / Con una prestazione di valore e di sostanza la squadra di Graziosi gioca a lungo alla pari con l’Itas che, ispirata da Giannelli, sfoggia una partita di grande livello e si impone 3-1

Ravenna-Trento 1-3
(21-25, 25-23, 13-25, 21-25)
CONSAR RAVENNA: Saitta 1, Rychlicki 20, Russo 3, Elia 11, Lavia 6, Poglajen 11, Goi (L), Di Tommaso, Raffaelli, Argenta 1, Marchini. Ne: Verhees, Smidl. All.: Graziosi.
ITAS TRENTINO: Giannelli 7, Vettori 7, Candellaro 8, Lisinac 13, Kovacevic 15, Russell 15, Grebennikov (L), Van Garderen 2, Nelli 6, Cavuto, De Angelis (L). Ne: Daldello, Codarin. All.: Lorenzetti.
ARBITRI: Venturi di Torino e Zavater di Roma.
NOTE – Ravenna: 4 bv, 14 bs, 8 muri, 11 errori; Trento: 10 bv, 15 bs, 11 muri, 12 errori. Durata set 29’, 31’, 24’, 29’ (tot. 113’). Spettatori: 3.000. Mvp: Giannelli.

RAVENNA 9/12/2018. VOLLEY PALLAVOLO. CONSAR RAVENNA ITAS TRENTINO TRENTO
Daniele Lavia cerca di contrastare a muro l’mvp Giannelli

Ci vogliono un’Itas in formato “mundial” (50% in attacco, il 52% in ricezione, 11 muri e 10 ace) e un Giannelli super in regia, con anche 7 punti e il premio per l’mvp al suo attivo, per avere ragione al Pala De André di una Consar coriacea, grintosa, scesa in campo convinta di fare una grande partita e capace di mettere in pratica i suoi propositi. Finisce 3-1 per gli ospiti ma la squadra ravennate si tiene stretta una prestazione che conferma tutto il buono di questa squadra, in cui accanto al solito Rychlicki, che chiude con 20 punti, 3 ace e un 46% in attacco, spicca la prova di Elia. Chiamato a sostituire Verhees, a riposo per una distorsione alla caviglia destra, il centrale di Tarquinia non spreca la chance sfoggiando una prestazione maiuscola (11 punti e 6 muri, con i quali batte il primato dei 2100 punti in carriera sia il record di 400 muri in regular season, e 64% in attacco).

Sestetti titolari Detto di Elia, Graziosi si affida a Saitta in regia, Rychlicki opposto, Russo al centro, Lavia e Poglajen in attacco con Goi libero. Lorenzetti risponde con lo stesso sestetto che ha iniziato la finale del Mondiale per club, con Giannelli in regia, Vettori opposto, Candellaro-Lisinac al centro, Kovacevic-Russell schiacciatori e Grebennikov libero.

Primo set Con il turno al servizio di Candellaro, Trento piazza un break di cinque punti (da 1-1 a 1-6) mandando fuori giri la ricezione della Consar. Graziosi è costretto al time-out, che ha l’effetto di scuotere i suoi perché al rientro in campo Rychlicki ferma la serie con un attacco e un ace, e Lavia rosicchia un altro punto (4-6). L’Itas allunga ancora, sorretta da una ricezione molto efficace, salendo a +4 (Vettori ed ace di Giannelli) ma la Consar, con un Rychlicki subito efficace (alla fine del set 9 punti per lui), non molla e ha il merito di tenersi aggrappata al set. Lorenzetti chiama il time-out sul 19-21, imitato da Graziosi sul 20-23 (il videocheck conferma fuori un attacco di Lavia) per l’Itas. Ancora videocheck su una ricezione in campo opposto di Lavia: questa volta c’è il sì. Un errore al servizio di Lavia e un ace di Kovacevic scrivono il 21-25 finale.

Secondo set Show di Rychlicki a spezzare l’equilibrio iniziale (da 4-4 a 7-4), con Poglajen che trova il muro fuori avversario. Dopo il time out di Lorenzetti, l’Itas si scuote e si riavvicina forzando molto al servizio con Kovacevic e Lisinac: pareggio a quota 10 sul muro di Russell su Poglajen e sorpasso con muro su Rychlicki. Graziosi stoppa il ritmo ospite col time-out (10-12). Nuova parità a quota 13. Poi col turno al servizio di Rychlicki, che manda in tilt la ricezione ospite, la Consar vola sul 19-14 e poi sul 24-18, poi si blocca sul turno al servizio dell’ex Van Garderen, subentrato a Russell, che piazza un break di 5 punti. E‘ il solito Rychlicki a chiudere il punto del set e a scacciare la paura di una beffa.

Terzo set Punto a punto all’inizio, poi la prima accelerata è di Trento, tornata in campo con la faccia feroce, con un break di 4 punti (6-10), propiziato da Russell, che fiacca l’entusiasmo e il coraggio della Consar, in difficoltà a costruire il suo gioco. In questo frangente del set, in cui Nelli subentra a Vettori, l’Itas dilaga (10-18) con Kovacevic scatenato, fino a chiudere sul 13-25 contro una Consar sfiduciata.

Quarto set Si viaggia ancora punto a punto, con una Consar per nulla intimorita e che ritrova grinta e gioco. Sul primo allungo Itas (11-13) Graziosi chiama il time-out. Ma il sestetto di Lorenzetti ha preso il comando della gara e la Consar fatica a trovare la strada per rovesciarne l’inerzia anche perché Giannelli trova molte soluzioni di gioco. Nuovo time out Consar sul 15-19 poi Graziosi sul 20-23 si gioca la carta Argenta e il neo entrato piazza subito il punto della speranza. Ma ormai il corso del match è delineato: l’Itas si aggiudica parziale e partita. La Consar lascia tra gli applausi meritati del suo pubblico.

Dichiarazioni del dopo-gara
Gianluca Graziosi 
(allenatore Consar Ravenna): «Avevo fatto un pensierino all’idea di arrivare quantomeno al tie-break fin dall’inizio anche perché sapevo che questa partita l’avremmo giocata con questo spirito, con questo atteggiamento e siamo stati bravi a crederci. Trento non ci ha regalato e concesso alcunché, ha dimostrato di essere una squadra di veri campioni, hanno giocato da campioni del mondo e col sestetto titolare senza cambiare niente, gli unici cambi sono stati fatti per necessità».

Nuovi orari treni, la Regione: «Mezz’ora al giorno recuperata per 5mila pendolari»

L’assessore Donini (Mobilità) interviene dopo le polemiche per la cancellazione di alcune fermate: «Da Ravenna arrivava da tempo la richiesta di velocizzare i collegamenti con Bologna»

Attachment (1)«La verità è che per cinquemila pendolari della regione si accorceranno e ottimizzeranno i tempi di percorrenza, che passeranno da 82 a 69 minuti». L’assessore regionale alla Mobilità, Raffaele Donini, interviene nelle polemiche scoppiate dopo l’annuncio dei nuovi orari dei treni tra Ravenna e Bologna in vigore dal 10 dicembre e lo fa difendendo le scelte fatte. «Una velocizzazione richiesta da tempo dal territorio ravennate per la quale la Regione Emilia-Romagna ha investito tre milioni di euro». Le polemiche riguardano la soppressione di alcune fermate per alcuni collegamenti.

«Un anno fa – dice Donini – avevamo previsto nel patto per il trasporto pubblico locale un piano di diminuzione dei tempi di percorrenza per i pendolari e da allora ho richiesto ai tecnici della Regione e a Trenitalia di studiare un programma che assolvesse a questo importante obiettivo. Il nuovo orario definito comporta non solo un accorciamento dei tempi di percorrenza per i pendolari che fa recuperare circa mezz’ora di viaggio al giorno, ma prevede anche altri benefici per i treni diretti a Rimini e in Romagna».

Ma secondo l’assessore nei giorni scorsi c’è stata «una comunicazione imprecisa da parte di Trenitalia e per questo abbiamo ricevuto dagli enti locali del territorio e dai pendolari indicazioni di alcune criticità per la soluzione delle quali ho risposto subito aprendo un tavolo di lavoro con gli enti locali stessi, Trenitalia e l’agenzia Tpl locale, individuando alcuni miglioramenti che entreranno già in vigore il 10 dicembre».

Dal canto suo Trenitalia non ci sta a restare con il cerino in mano: «Ricordiamo che l’orario ferroviario regionale, come noto alle istituzioni del territorio, non è deciso da Trenitalia – si legge in una nota diffusa dall’ufficio stampa regionale -. Il contratto di servizio fra imprese ferroviarie e Regioni assegna infatti a queste ultime il ruolo di programmatore, in quanto finanziatore, del servizio. Così è stato anche per la nuova offerta sulle linee per Ravenna, funzionale in particolare alla richiesta di velocizzare e migliorare i collegamenti da e per quella città. Il nuovo orario è il risultato di un confronto fra i tecnici delle imprese ferroviarie e del gestore dell’infrastruttura e quelli della Regione Emilia Romagna e ha ottenuto il nulla osta del committente. Le proteste di una parte del territorio non hanno generato “corse ai ripari” da parte di Trenitalia, ma un ulteriore e  responsabile lavoro da parte dei propri tecnici e di quelli di Regione e del gestore dell’infrastruttura, per condividere le soluzioni ad hoc e le modifiche mirate di cui si sta dando notizia».

Mani al cielo sull’ultimo traguardo della carriera, la favola del gregario Marangoni

In Giappone il 34enne passista di Cotignola ha conquistato il primo successo in dieci anni nel giorno dell’addio ai professionisti: «Dedicata a nonno Renzo che mi mise sulla bici e alla mia ragazza Lisa che mi ha sempre sostenuto»

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Dalla pagina Facebook di Alan Marangoni

È finita nella maniera più bella, con il coronamento di un sogno, la vita da gregario di Alan Marangoni. A 34 anni, gli ultimi dieci dei quali trascorsi nei professionisti, il ciclista di Cotignola ha deciso di appendere la bicicletta al gancio e nell’ultima corsa è arrivato il primo successo personale in assoluto. «Mi sono ritirato come nemmeno avrei potuto sognare – racconta il ragazzo cresciuto a pane e tubolari nelle strade della campagna ravennate, protagonista di una carriera senza macchie – con il primo posto al Tour di Okinawa, in Giappone, il 10 novembre. Se da una parte è vero che si tratta di una gara minore, è però anche vero che un successo resta sempre un successo».

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Dalla pagina Facebook di Alan Marangoni

Portando un’emozione unica, giusto?
«Sì, davvero speciale. La vittoria è stato il frutto di una giornata perfetta, come mai in carriera mi era capitato. Sono entrato nella fuga giusta, a trenta chilometri dall’arrivo, con il gruppo che però nel finale si stava avvicinando. In passato avrei peccato di generosità, “tirando” per portare al traguardo i fuggitivi, invece questa volta ho giocato d’astuzia, risparmiando energie per la volata conclusiva. E sono finalmente riuscito a coronare un sogno, regalandomi una gioia immensa».

Qualche dedica speciale?
«A mio nonno Renzo, che da sette anni mi guarda da lassù. È lui che mi ha messo sulla bicicletta, seguendo i miei primi passi fino all’approdo ai professionisti. E alla mia ragazza, Lisa, che mi ha sempre sostenuto. Mi è sempre stata vicino, anche quando ero lontano da casa a causa delle competizioni in giro per il mondo».

La vittoria all’ultima gara non è che le fa cambiare idea?
«No, anzi. A maggior ragione, chiudere così è stato il modo più bello. Inoltre questa è stata una stagione travagliata, caratterizzata da tanti problemi. Basta fare sacrifici, che tra l’altro non vengono nemmeno premiati dal punto di vista economico. Meglio guardare avanti».

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Dalla pagina Facebook di Alan Marangoni

Resterà nel mondo della bicicletta?
«Sì, ma non come tecnico. A metà dicembre inizierò una nuova esperienza nel settore della comunicazione, lavorando per un network sul ciclismo. Mi piace come opportunità, mi sento più adatto a questo, più che a lavorare sul campo. Non posso dire altro, in quanto è un progetto in partenza che sarà presentato tra poco».

Come è nata la passione per le due ruote?
«Sono cresciuto in una famiglia di ciclisti. Oltre a mio nonno, anche mio padre correva e ho voluto portare avanti la tradizione. Dai 9 ai 16 anni ho fatto la trafila giovanile nella Cotignolese, poi a 17 e 18 ho vestito la maglia della Rinascita Ravenna, che è stato il mio trampolino di lancio verso i dilettanti».

Come è stata la sua esperienza nei dilettanti?
«Bella e piena di soddisfazioni. Nel 2006, infatti, ho vinto il campionato italiano a cronometro, categoria Under 23. Ero tra i primi dieci ciclisti dilettanti nel Paese».

Ma la grande chiamata non arrivava. Come mai?
«Io ci speravo, ma per un motivo o un altro il mondo dei professionisti non si apriva. Mi è andata bene nel 2009, quando ormai mi ero quasi rassegnato e non ero più giovanissimo. Mi chiamò Revereberi, anche perché in quel periodo c’erano stati numerosi ciclisti squalificati. Io fui scelto in quanto godevo di buona fama».

Alan Marangoni
Dalla pagina Facebook di Alan Marangoni

Quali sono state le sue soddisfazioni maggiori?
«Di sicuro partecipare alle grandi corse a tappe: Tour de France, primo romagnolo a tredici anni di distanza da Pantani, Giro e Vuelta. Contribuire ai successi di squadra, in particolare di Sagan. Anche piazzarmi per due volte terzo nella cronometro individuale tricolore. A un certo punto, nel 2011, ero nell’orbita anche della nazionale, sempre per le gare contro il tempo, ma alla fine Bettini non mi chiamò. Infine la vittoria di qualche settimana fa in Giappone, che ha rappresentato la classica ciliegina sulla torta».

E le delusioni?
«Una su tutte, nel Giro d’Italia nel 2015, nella tappa che arrivava a Forlì. Eravamo in quattro, tra cui anche Montaguti, che giocava in casa. Io e lui siamo amici, ma nella volata non ci siamo capiti e abbiamo buttato via la vittoria, beffati da Boem. Mi è mancato solo un pizzico di energia in più e ce l’avrei fatta».

Il suo bilancio, quindi, è positivo?
«Sì, molto. Penso di aver fatto una bella carriera da gregario. Quando adesso parlo con i giovani, auguro loro di vivere le mie stesse esperienze ed emozioni. Di questi tempi, infatti, è sempre più difficile trovare una squadra e poter diventare professionisti».

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Dalla pagina Facebook di Alan Marangoni

Cinque volte al Giro, un Tour, una Vuelta e 6 Parigi-Roubaix
Nato a Lugo il 16 luglio 1984, ma da sempre residente a Cotignola, Alan Marangoni cresce nella Cotignolese, dove corre fino a 16 anni, per poi trasferirsi nella Rinascita Ravenna, dove resta fino ai 18. Nel 2003 compie il primo salto nei Dilettanti, passando alla CT Eternedile, mentre nel 2006 va alla Coppi-Gazzera Videa, dove resta tre anni. Nel 2005 vince il campionato italiano nell’inseguimento individuale su pista, nel 2006 si aggiudica il titolo tricolore Under 23 nella gara a cronometro e partecipa a Strasburgo al campionato del mondo su strada, stessa categoria, giungendo 21°. Nel 2009 il grande approdo nel mondo dei Professionisti nel CSF Group Navigare, dove resta un anno, per trasferirsi nel 2010 alla Colnago, nel 2011 alla Liquigas, nel 2013 alla Cannondale e nel 2017 alla Nippo-Vini Fantini, il suo ultimo team. Nel 2011 e nel 2014 vince la medaglia di bronzo nel campionato italiano a cronometro. Partecipa a cinque edizioni del Giro d’Italia (‘10 , ‘11, ‘13, ‘14 e ‘15), a una della Vuelta di Spagna (‘11) e a una del Tour de France (‘13), ma anche a quattro Milano-Sanremo, a cinque giri delle Fiandre e a sei Parigi-Roubaix. Una sola vittoria in carriera, nell’ultima gara disputata il 10 novembre 2018 al Tour de Okinawa, in Giappone.

Nuova piscina: le immagini del progetto Arco. Con biglietto più caro del 30 percento

Le immagini della proposta del consorzio pronto a rifare l’impianto del Comune di Ravenna in via Falconieri (160mila ingressi nel 2017) con un investimento di 13,5 milioni in cambio della gestione per 25 anni con un contributo complessivo dal pubblico di 15 milioni. Resterebbero due vasche (25 e 50 metri) ma con nuove tribune e un centro fitness. Ingresso a 8 euro (oggi 6,10). Critiche dall’opposizione: «Il project financing è un’altra cosa». Nel 2019 atteso il bando di gara

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Un rendering del progetto per la nuova piscina comunale di Ravenna, elaborato dagli architetti di Nuovostudio per il consorzio Arco

L’impianto ha quasi cinquant’anni e la ristrutturazione di cui ha bisogno è talmente profonda che conviene piuttosto radere al suolo tutto e ricostruire da zero. È questa la valutazione da cui parte la proposta per la piscina comunale Gambi di Ravenna presentata dal consorzio cooperativo Arco Lavori. Un intervento da 13,5 milioni di euro (Iva compresa) che lascerebbe invariate le due vasche di via Falconieri (25 e 50 metri) ma le doterebbe di un nuovo involucro, nuove tribune ampliate, un centro benessere e fitness, locali bar e ristorazione. Arcosport il nome che prenderebbe la struttura.

PROJECT FINANCING
Arco si presenta come capofila di una rete temporanea di imprese (Rti) che ipotizza la realizzazione dell’opera in regime di project financing, una opzione prevista dal codice degli appalti: il privato realizza l’opera a sue spese e in cambio dalla proprietà pubblica ottiene la gestione per un certo periodo in cui rientrare dei costi e maturare guadagni. La giunta De Pascale alla fine di novembre, al termine delle valutazioni tecniche fatte dagli uffici comunali, ha accolto la proposta ritenendola di pubblica utilità – condizione necessaria per il percorso di project financing – e ha approvato il progetto di fattibilità perché venga inserito nel programma triennale 2019-21 dei lavori pubblici. Sarà questo il progetto per la nuova piscina? Impossibile dirlo ora. L’iter prevede che si passi ora in commissione consiliare e in consiglio comunale: quello che uscirà diventerà la base per la stesura del bando di gara (atteso verosimilmente nella primo semestre del 2019) a cui sarà invitato il proponente (Arco) ma potrà partecipare chiunque. Se il promotore non risulterà aggiudicatario potrà esercitare il diritto di prelazione se dichiarerà di impegnarsi ad adempiere alle obbligazioni contrattuali alle medesime condizioni offerte dall’aggiudicatario. Insomma, per il momento si può dire che la giunta ha deciso di rifare la piscina. Come verrà fatta è da vedere.

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Un rendering del progetto per la nuova piscina comunale di Ravenna, elaborato dagli architetti di Nuovostudio per il consorzio Arco

CONTRIBUTO ANNUALE
La proposta di Arco imbastisce già un’ipotesi di convenzione con Palazzo Merlato per la gestione con un canone annuo di disponibilità pagato dal pubblico e definito dal privato «necessario per il raggiungimento della sostenibilità economico-finanziaria»: 625mila euro fino all’undicesimo anno poi 594mila. In totale quindi il Comune verserebbe 15 milioni spalmati su un quarto di secolo. All’attuale gestore (fino a fine anno Nuova Sportiva di Ferrara) il Comune già sta versando un contributo annuale di mezzo milione. Che rappresenta la metà delle entrate con cui l’impianto ha trovato il suo equilibrio fino a oggi: le altre voci sono 265mila euro dai noli vasca (soprattutto società sportive) e 270mila dal pubblico. Riassumendo: la Gambi è gestita da un privato con un milione di euro di ricavi all’anno, metà garantiti dalle casse pubbliche. Tra i dettagli esplicitati dalla proposta di Arco c’è una sostanziale differenza rispetto allo scenario attuale: il consorzio propone che manutenzione straordinaria e ordinaria siano a carico del gestore con una previsione di 165mila euro totali annui dal sesto anno.

INGRESSI PIÙ CARI
Nell’ipotesi firmata Arco verrebbero ritoccate tutte le tariffe: l’ingresso singolo per nuoto libero passerebbe da 6,10 euro a 8 (gli aumenti per le società saranno del 25 percento). Con una rapida occhiata questo è il panorama nei dintorni: a Forlì e Ferrara si entra con 7,50, a Lugo con 7,10, a Cesena con 7, a Bologna e Riccione con 6,90, a Cervia con 6,30. Nel 2017 gli ingressi alla piscina sono stati 160mila di cui un quarto (45mila) di comuni cittadini. Il resto è rappresentato dall’attività agonistica (56mila) e dalle società sportive (36mila giovani e 20mila adulti). Per completare il quadro vanno conteggiate le residue presenze rappresentate da gruppi e scuole, in totale poco meno di duemila. Alla luce di tutto questo, Arco stima che il primo anno di gestione abbia costi per 1,85 milioni di euro e ricavi per 2,5 milioni (compresi i fondi pubblici e i nuovi spazi dell’impianto).

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Un rendering del progetto per la nuova piscina comunale di Ravenna, elaborato dagli architetti di Nuovostudio per il consorzio Arco

IL CONSORZIO
Arco Lavori si è costituito nel 1999 come consorzio di circa 400 imprese artigiane che opera nel mercato delle costruzioni in genere, del facility managment, dell’energia e del medicale. Secondo i dati consultabili sul sito internet, nel 2017 il valore della produzione è stato di 106 milioni di euro e il portafoglio ordini di 210, entrambi in crescita. Il progetto architettonico per la piscina è di Nuovostudio, il progetto delle strutture è di Sarti Engineering e gli impianti di Team Engineering.

CRITICHE DALL’OPPOSIZIONE
La proposta di Arco, per quanto ancora lontana da qualunque approvazione definitiva, non piace alla lista civica La Pigna che da tempo porta avanti la sua battaglia sulla piscina: «Se viene proposta una convenzione che prevede un contributo totale pari al costo totale del nuovo impianto, dov’è il rischio imprenditoriale per il privato previsto dal project financing?». La consigliera comunale Veronica Verlicchi mette in conto anche i sei milioni già finanziati alla gestione attuale e sostiene che «a quelle cifre il Comune potrebbe fare un centro natatorio di livello internazionale e poi trovare un gestore tramite bando senza bisogno di erogare contributi ma anzi chiedendo un canone di affitto».

Critico anche Emanuele Panizza, il grillino in consiglio comunale con il gruppo misto: «Per i prossimi 25 anni Ravenna avrà due sole vasche comunali che già adesso si dimostrano insufficienti alle esigenze di attività agonistica e utenza pubblica. Abbiamo già denunciato che diverse corsie riservate al pubblico, come previsto nel capitolato, sono state invece date in uso alle società agonistiche». La proposta è quella di realizzare una nuova struttura in un’area da individuare.

Il decano dell’opposizione, Alvaro Ancisi di Lpr, coglie l’occasione per concentrarsi sui rapporti tra pubblico e attuale gestore: «La Nuova Sportiva di Ferrara, mandataria della fallita Cmr di Argenta, nel 2004 ha avuto la gestione per la seconda volta: unica concorrente nella gara d’appalto, in 15 anni ha incassato in totale dal Comune 6 milioni lasciando al Comune solo il 3 percento degli incassi sui circa 8 milioni introitati nei 15 anni». Entro dicembre 2004, il Comune effettuò i lavori necessari perché la struttura fosse pienamente agibile e funzionante: «Al Comune sono toccate le spese per la sostituzione delle parti strutturali principali a causa di cedimenti e di quelle impiantistiche di maggior rilievo da sostituire per esaurimento di vita tecnica, nonché tutte le modifiche imposte da nuove norme di legge. Dunque, con l’imminente fine dell’appalto, la piscina andrebbe restituita pienamente efficiente e funzionante come ricevuta. Invece il Comune dice che la vuole buttare giù perché “la vita tecnica delle parti impiantistiche e strutturali dell’attuale struttura si sta esaurendo”. Com’è possibile senza gravi inadempienze?».

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Un rendering del progetto per la nuova piscina comunale di Ravenna, elaborato dagli architetti di Nuovostudio per il consorzio Arco

LA GIUNTA CI CREDE
La proposta di Arco è stata presentata alla giunta da Roberto Fagnani, assessore comunale ai Lavori pubblici: «La struttura è vecchia e bisognosa di interventi, a detta di tutti. Abbiamo deciso che su questo fronte si andrà avanti sulla strada del project financing e la proposta di Arco ci sembra che abbia le caratteristiche per essere ritenuta di pubblica utilità. Al momento non c’è niente più di questo, come è giusto che sia perché ci sono procedure da seguire. Quando si arriverà al bando chiunque potrà presentare la sua proposta e la commissione le valuterà. Le cifre e i piani di Arco sono solo una ipotesi, non è detto sarà quella finale. Questo deve essere chiaro: parliamo di una proposta che avvia un percorso pubblico». Di sicuro il rifacimento della piscina si inserisce in un approccio ormai chiaro della giunta: «In passato il Paese ha trascurato lo sport, noi invece crediamo che sia un settore in cui il pubblico debba investire perché un cittadino che fa sport è un cittadino che pesa meno sulla sanità. Per avvicinare le persone allo pratica bisogna partire dalle strutture, necessarie per l’attività». L’assessore prova a tranquillizzare i frequentatori della piscina su tre questioni: tempi, spazi e costi: «I lavori dovranno partire nel periodo estivo per sfruttare il periodo di minore utilizzo e si cercherà di ridurre al minimo la chiusura totale che secondo Arco sarebbe al massimo di sei mesi. Dalle società non ho avuto segnalazioni di mancanza di spazi in acqua per le loro attività. E per i costi penso che possa essere comprensibile un ritocco a tariffe che sono tra le più basse d’Italia». Infine una riflessione sul contributo erogato finora e su quello che si prevede nella proposta Arco: «Rispetto a oggi il contributo aumenterebbe di poco ma avremo una piscina nuova. E credo sia difficile pensare che un impianto del genere si sostenga da solo. Anche nel caso dello stadio Benelli, ad esempio, c’è un contributo pubblico al Ravenna che ha la gestione».

 

In un match da fuoco e fiamme l’OraSì torna al successo superando una nervosa Jesi

Basket A2 / Con il cuore e una positiva prova di squadra l’OraSì si aggiudica una gara ruvida e ostica in cui ha faticato tantissimo in difesa

Ravenna-Jesi 107-101
(17-24, 46-55, 76-73)
ORASI’ RAVENNA: Laganà 16, Smith 38, Cardillo, Masciadri 2, Hairston 20, Montano 9, Jurkatamm 10, Gandini 10, Rubbini 2. Ne: Seck, Baldassi, Tartamella. All. Mazzon.
TERMOFORGIA JESI: Dillard 27, Baldasso 10, Jones 22, Totè 14, Rinaldi 9, Lovisotto 4, Mascolo 11, Santucci 4. All. Cagnazzo.
ARBITRI: Costa, Lestingi, Giovannetti.
NOTE – Spettatori 2400. Ravenna: tiri da due 23/42, da tre 10/24, liberi 31/38, rimbalzi 29. Jesi: tiri da due 28/49, da tre 7/19, liberi 24/27, rimbalzi 36. Usciti per falli Totè al 37’17 (95-92) e Baldasso al 38’43 (97-99), Dillard al 39’35 (100-101). Espulso Rinaldi al 39’45 (101-101).

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Il lungo dell’OraSì Luca Gandini in azione contro Jesi

Torna al successo l’OraSì in volata (107-101), con una coda polemica della Termoforgia Jesi per i tecnici e poi l’espulsione di Rinaldi che regala sei punti in lunetta a Smith che chiudono i conti. L’OraSì ha vinto con il cuore e una prova di squadra una gara ruvida e ostica in cui ha faticato tantissimo in difesa. Benissimo i due americani di Mazzon (58 punti in due), altrettanto bravi gli stranieri di Cagnazzo (49 in coppia).

Novità in quintetto per coach Mazzon: ci sono Rubbini e Gandini invece di Laganà e Masciadri, dall’altra parte invece tutto come previsto. Parte bene Totè in attacco ma l’esperienza di Gandini lo costringe a due falli in tre minuti, però Ravenna sbaglia tanto dalla lunetta e perde tre palloni nella prima fase di gara. Jesi va in ritmo dalla lunga e si stacca (11-18), mantenendo poi il margine anche perché l’OraSì fatica a trovare le conclusioni dalla lunga distanza (0/5 nel quarto). Si riparte ma Ravenna non c’è ancora e Jesi va al massimo vantaggio (19-34) con un 2+1 di Baldasso e Rinaldi dalla lunga. Corri e tira è lo slogan di entrambe le squadre, con difese in verità abbastanza morbide, Jesi tira fuori dal cilindro Mascolo e Ravenna cerca di rispondere con Smith, che sul 33-42 ha già segnato 15 punti. Hairston, in progresso, e Gandini costruiscono una prima rimonta (46-52 dopo 19 minuti) ma Dillard colpisce da tre e dall’altra parte un fallo discutibilissimo fischiato a Gandini chiudono il secondo quarto.

Si rientra dagli spogliatoi con la faccia giusta: segnano in successione Hairston, Smith e Laganà per il 52-55 che riapre i giochi. Laganà è scatenato, canestro, palla rubata e tripla dall’angolo per il pareggio a quota 59. Jesi non si arrende e riprende cinque punti, Hairston però è in grande serata e la svolta potrebbe arrivare a fine del terzo quarto: tripla di Smith per il meno 2, tripla di Montano per il sorpasso, contropiede Montano-Jurkatamm (schiacciata) per il 76-73 alla penultima sirena. Ultimo quarto con Jurkatamm-show, è lui il primo a scavare un buon margine, di là Dillard ci prova ma Smith in entrata mette l’83-76 a 8’20 dalla fine. Il play Usa è l’ultimo ad arrendersi, talvolta con qualche eccesso caratteriale che sfociano anche in un intenzionale. Lo seguono però i compagni e con un 8-0 si riavvicina Jesi, sul 91-88 a meno 5’. Totè dalla lunetta fa 91-90, tutto è in bilico a meno 4’. Tripla di Baldasso e sorpasso a 1’31 (97-99) . Uno su due di Smith dalla lunetta, due invece per Jones (98-101), Laganà ruba palla e segna (100-101), sfondamento di Dillard a 25” dalla fine. Fallo su Smih e tecnico a Rinaldi per proteste, che reitera e viene espulso. Smith dalla lunetta va sei volte e non sbaglia mai, la gara finisce lì.

Dichiarazioni del dopo-gara
Andrea Mazzon
(tecnico OraSì Ravenna): «Visto che la partita è finita con tecnici ed espulsioni, prima per noi e poi per loro, dico che innanzitutto ci sono regole e gli arbitri debbono punire comportamenti non regolari. Se giudichiamo gli ultimi trenta secondi giudichiamo un’altra partita, io ho visto tante simulazioni dall’altra parte e comunque non diremo mai che gli arbitri ci hanno fatto perdere. Tecnicamente parlando loro hanno giocatori bravissimi a costruirsi i tiri, abbiamo iniziato con un quintetto atipico perchè in settimana avevamo avuto piccoli problemi fisici. Dopo aver girato la partita ci siamo fatti prendere dall’ansia, dovremo giocare di più con la testa libera e capire che ci possono anche essere partite da 60/70 punti. Le scorie delle ultime due sconfitte ce le siamo portate dietro nel primo tempo, è stato positivo rimontare e prendere dieci punti di margine stando più attenti ad alcuni dettagli».

La Conad perde la sfida diretta a Torino e vedere allontanarsi il quinto posto

Torino-Ravenna 3-0
(25-20, 26-24, 25-22)
BARRICALLA CUS TORINO: Morolli 1, Fiorio 14, Mabilo 11, Vokshi 7, Coneo 15, Martinelli 8, Lanzini (L); Gobbo, Gamba, Agostinetto 2, Poser 1, Camperi. Ne: Garrafa. All.: Marchiaro.
CONAD RAVENNA: Bacchi 12, Torcolacci 7, Mendaro 12, Aluigi 5, Gioli 13, Agrifoglio 2, Rocchi (L); Calisesi 1, Canton, Ubertini. Ne: Altini, Lombardi, Vallicelli. All.: Caliendo.
ARBITRI: Sabia e Papadopol.
NOTE – Torino: bs 4, bv 2, errori 10, muri 12; Ravenna: bs 5, bv 3, errori 12, muri 8. Durata set: 24’, 27’, 28’ (tot. 79’).

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L’opposta cubana della Conad Yaremis Mendaro

Alla Conad non è bastato l’agonismo per strappare punti alla rivale diretta Barricalla, con le torinesi che escono di nuovo imbattute dal proprio campo e per la quinta volta col netto punteggio di 3-0. Tuttavia il girone di ritorno è ancora lungo e Ravenna attende in casa tutte le squadre più forti del girone (tranne la breve trasferta a San Giovanni in Marignano per il derby di Romagna del 30 dicembre). Da sabato sera, quando al PalaCosta arriverà Trento, non saranno però più permessi passi falsi in campionato.

Sestetti titolari Il coach delle piemontesi Marchiaro fa scendere in campo Morolli al palleggio, Vokshi in diagonale, Martinelli e Mabilo al centro, Fiorio e Coneo attaccanti di posto 4, con Lanzini libero. Il tecnico Caliendo schiera dal canto suo lo starting six titolare composto da Agrifoglio al palleggio, Gioli e Torcolacci centrali, capitan Bacchi e Aluigi sulle bande, Mendaro opposto, Rocchi libero.

Primo set Parte forte Ravenna con Torcolacci, Aluigi e ace di Calisesi (0-3). Le padrone di casa, mettendo a frutto a muro uno dei loro fondamentali migliori, ristabiliscono la parità sul 7-7. Il primo sorpasso delle piemontesi arriva sul 10-9, poi una bomba di Mendaro riporta l’equilibrio. Torino prova a prendere il largo (13-10) e Caliendo chiama time out. Al ritorno in campo Gioli chiude un lungo scambio con un tocco di furbizia e esperienza. Ravenna si riporta sotto di nuovo con Gioli e ace di Aluigi (14-13). Nella fase centrale del set non cambia il copione con Ravenna costretta a inseguire (18-15). Sono poi Bacchi e Mendaro ad accorciare la distanza (20-19) e a costringere Marchiaro al time out. Si torna in campo e Torino ristabilisce il vantaggio di tre punti, portandolo a quattro (23-19). Una staffilata di Mendaro abbatte il libero piemontese ma è l’ultimo sprazzo delle ravennati in questo primo set. È Torino a chiudere la frazione con l’ennesimo muro di Coneo (25-20).

Secondo set Mabilo e altri due punti delle padrone di casa invertono il trend visto all’inizio del set precedente (3-0). Ravenna rintuzza con Gioli in evidenza (5-3). Si procede punto a punto, con Torino che mantiene un piccolo vantaggio. Mendaro con un doppio attacco, Torcolacci con una fast e alcuni errori delle torinesi, permettono a Ravenna, prima di riportarsi a pari punti (10-10), poi di mettere la freccia e ad accumulare due punti di vantaggio (10-12). Le biancorosse prendono coraggio e con determinazione si portano avanti di quattro punti (11-15). Buona prestazione di Agrifoglio in regia che serve bene le compagne e fa anche punti (15-18). Quando il vantaggio delle romagnole si assottiglia (17-19), Caliendo chiama time out. Si torna a giocare e Mendaro con un pallonetto elude la difesa di Torino. Tuttavia le padrone di casa con Fiorio e la colombiana Coneo (al termine top scorer del match) ritrovano la parità (20-20). Finale di set al cardiopalmo: Mendaro schiaccia, doppio fallo di Torino e Ravenna torna avanti (20-22). Dopo un servizio lungo di Calisesi, Mendaro riconquista la battuta. Gioli trascina la squadra e conquista due set ball (22-24) che vengono però annullati. Ace di Mabilo e un errore in attacco di Ravenna (26-24) permettono poi alle piemontesi di conservare l’imbattibilità in tutti i set giocati sul proprio campo.

Terzo set Torino parte avanti di tre lunghezze. Una parallela di capitan Bacchi scuote Ravenna che con Torcolacci e Bacchi di nuovo si riporta in parità (3-3). La partita è combattuta e nervosa, tanto che l’arbitro Sabia estrae il cartellino giallo per la regista Morolli e il coach Marchiaro che continua a protestare e riceve il cartellino rosso (7-6). Si comincia ad avvertire anche un po’ di stanchezza per i ritmi sostenuti. Ne approfittano le padrone di casa per prendere il largo (11-8). Qualche errore in attacco di Torino e un ace di Agrifoglio (13-11) riportano Ravenna in gara. L’agonismo in campo è ai massimi livelli e ne risente il gioco che si fa confuso da entrambe le parti. Sono più fredde però le torinesi che in casa non temono rivali (19-13). Nel finale Caliendo schiera Canton per un’affaticata Mendaro, da poco tornata disponibile, al rientro da un lungo infortunio. Gioli e capitan Bacchi non ci stanno e suonano la carica (20-19). Ravenna recupera sette punti ed effettua il sorpasso (20-21). C’è poi spazio per Ubertini che rileva Aluigi. Come i precedenti due, anche il finale del terzo set è caldissimo. Bacchi viene ammonita per proteste e sul 23-21 rientra in campo Mendaro per Canton. Tre set point per Torino. Il primo viene neutralizzato dalla rete in battuta, poi Agostinetto ha nelle mani la palla per decidere la partita e non la sbaglia (25-22).

Dichiarazioni dopo-gara
Nello Caliendo (tecnico Conad Ravenna): «Alla squadra è mancata la lucidità nei momenti clou della partita. Abbiamo rincorso perché abbiamo fatto qualche errore nella parte iniziale dei set, poi siamo stati bravi a rimediare. Tuttavia nel momento in cui si doveva concretizzare non lo abbiamo fatto. La chiave di lettura di questa partita sta tutta qui. Soprattutto nel finale del secondo set, quando eravamo addirittura in vantaggio, non siamo riusciti a metterla giù. La svolta arriva nei momenti in cui metti la palla a terra e cambia tutto, altrimenti sprofondi. In certi momenti bisogna avere il braccio pesante e metterla giù. Sicuramente si perde su tutti i fondamentali, però a questo gioco si vince con l’attacco e se non la metti a terra si fa poi fatica a portare a casa il risultato».

Lugo riabbraccia il Pavaglione restaurato. Lavori finiti: 4 milioni in vent’anni

Il sindaco e il presidente della Regione hanno festeggiato la conclusione delle opere con i cittadini

47579114 2191746267524294 6327931885934608384 NLa ristrutturazione, con il rifacimento della pavimentazione grazie alla posa del 30 percento di nuove lastre e il restauro delle altre, è cominciata nel 1997 e negli ultimi tre anni è stata portata a termine con gli interventi sulle volte, le logge, i frontoni e, infine, le facciate e l’intonaco. Lugo ha festeggiato oggi, 8 dicembre, la fine del restauro del Pavaglione, il quadriportico del Settecento simbolo della città. All’inaugurazione, concisa con l’accensione dell’albero di Natale cittadino, era presente il sindaco di Lugo Davide Ranalli, la giunta comunale e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Il taglio del nastro, alla presenza anche della consigliera regionale Manuela Rontini, è stato accompagnato dallo spettacolo della Contesa Estense in piazza Mazzini.

Dopo i lavori di vent’anni fa, nel 2015 sono stati inseriti i tiranti per consolidare la struttura delle logge e delle volte ed è stato riqualificato il piazzale interno, la piazza Mazzini, con un costo rispettivamente di 400mila e 700mila euro. In seguito sono stati restaurati i frontoni e nello scorso anno è stato avviato un lavoro di rimozione dell’intonaco dai 92 pilastri del quadriportico e di finitura delle logge interne del Pavaglione. Infine, è stato portato a termine il recupero delle facciate esterne. Il costo dell’intervento di restauro delle facciate interne ed esterne è di 1,6 milioni di euro.

48371113 2191746344190953 5658043203962535936 O«In questi anni abbiamo lavorato ogni giorno per migliorare il nostro centro storico e renderlo più bello e vivo – ha dichiarato Davide Ranalli -. Tre anni fa, proprio insieme al presidente Stefano Bonaccini, ci siamo trovati a Lugo per inaugurare la piazza Mazzini e lì ci siamo ripromessi di far tornare tutto il Pavaglione al suo antico splendore per restituirlo alla città, ai suoi cittadini e a chi viene a visitare Lugo. Abbiamo voluto che questo quadriportico si trasformasse in un luogo di ritrovo e di aggregazione. Gli interventi per ridare luce al Pavaglione hanno fatto parte di un cantiere lungo e complesso, che orgogliosamente abbiamo portato a termine nei tempi che ci eravamo prefissati. Oggi Lugo e il suo Pavaglione tornano a splendere nel centro di questa città e per celebrare questo luogo così caro ai lughesi abbiamo deciso di regalare ai cittadini questa giornata di festa proprio all’interno del nostro meraviglioso quadriportico».

Corner indigesti per il Ravenna, che finisce al tappeto sul campo del Pordenone

Calcio C / Match deciso nel primo tempo da due reti in due minuti scaturite da calci d’angolo. Nella ripresa Siani accorcia le distanze, ma alla fine esulta la capolista friulana

Pordenone-Ravenna 2-1
PORDENONE (4-3-1-2): Bindi; Semenzato, Stefani, Barison, De Agostini; Gavazzi, Damian (14′ st Misuraca), Bombagi; Berrettoni (29′ st Ciurria); Germinale (14′ st Magnaghi), Candellone. A disp.: Meneghetti, De Anna, Bertoli, Cotroneo, Florio, Bassoli, Cotali. All.: Tesser.
RAVENNA (3-5-2): Venturi (26′ pt Spurio); Boccaccini, Ronchi, Lelj; Eleuteri, Martorelli (16′ st Trovade), Papa, Selleri (1′ st Raffini), Bresciani; Nocciolini (28′ st Siani), Galuppini (28′ st Magrassi). A disp.: Barzaghi, Pellizzari, Scatozza, Sabba, Jidayi. All.: Foschi.
RETI: 24′ pt De Agostini, 25′ pt Candellone, 37′ st Siani.
ARBITRO: Guida di Salerno.
NOTE: ammoniti Barison, Candellone, Martorelli, Ciurria. Angoli 6-3. Recupero: pt 4′ e st 3′.

Raffini
L’attaccante del Ravenna Simone Raffini

Il Ravenna esce sconfitto dal campo della capolista Pordenone, che conquista i tre punti grazie ai due gol nel giro di sessanta secondi realizzati da De Agostini e Candellone, con entrambe le occasioni nate da calcio d’angolo. Nella ripresa i giallorossi provano a reagire e riescono ad accorciare le distanze con il neoentrato Siani, mentre in zona Cesarini sfiorano una rimonta che sarebbe stata incredibile.

Nel primo tempo le squadre iniziano studiandosi a vicenda, con i padroni di casa a controllare il gioco e giallorossi attenti a chiudere ogni possibile spazio. Ci prova Selleri con una conclusione dalla distanza al 10’ a cambiare l’inerzia della gara, ma il suo sinistro è alto sopra la traversa. Match che viene rivoluzionato tra il 24′ e 25′, quando i neroverdi trovano dai corner il doppio vantaggio: dalle parabole disegnate da Bombagi nascono infatti le incornate di De Agostini e Candellone. I giallorossi storditi dal doppio colpo perdono anche Venturi, uscito infortunato per un colpo subito a inizio partita e sostituito da Spurio, all’esordio tra i professionisti. Prova a riaprirla Galuppini con una fuga in solitaria, ma viene steso prima di entrare in area, la successiva punizione battuta dallo stesso numero 7 dà solo l’illusione del gol. Il primo tempo si conclude con il pericoloso cross di Nocciolini che trova l’inserimento di Bresciani la cui conclusione in acrobazia non centra lo specchio della porta.

Alla ripresa Foschi dà peso all’attacco sostituendo Selleri con l’altro ex della gara Raffini. Le emozioni latitano nella prima parte della ripresa, con i padroni di casa che controllano la gara e le iniziative giallorosse, ripartendo non appena possibile. Proprio su due ripartenze Spurio dimostra di essere all’altezza della categoria con due ottime parate, prima su Magnaghi, poi, in contrattempo, su Candellone. Il rischio sveglia il Ravenna che prima mette i brividi al Pordenone sulla combinazione Trovade-Bresciani, il cui cross viene smanacciato da Bindi. I bizantini subito dopo trovano il gol che accorcia le distanze e riapre il match: Papa allarga per Eleuteri che controlla al limite dell’area e fa partire un cross al bacio sul secondo palo che pesca Siani, lestissimo a insaccare il secondo gol stagionale. Il Ravenna ora ci crede e preme sull’acceleratore per strappare un punto che varrebbe oro. E’ proprio sulla testa di Siani che arriva la palla buona a un solo minuto dal triplice fischio, il cross di Trovade nell’area piccola trova infatti il giovane scuola Juventus, ma la sua incornata esce di pochi centimetri facendo respirare il pubblico del “Bottecchia”.

Dichiarazioni dopo-gara
Luciano Foschi (allenatore Ravenna): «Nel primo tempo non abbiamo fatto benissimo, soprattutto in fase di non possesso, ma non abbiamo concesso occasioni se non nei due corner. Siamo stati ingenui, regalando due goal. Nel secondo tempo abbiamo reagito, giocando come spesso siamo riusciti a fare, sfiorando un pareggio che non sarebbe stato sicuramente un furto».

Tragedia di Corinaldo, un precedente anche nel Ravennate. Il cordoglio di Bonaccini

Il presidente della Regione interviene a nome di tutti i cittadini emiliano-romagnoli. Anche all’Onyx di Godo un anno fa spray urticante al concerto di Sfera Ebbasta

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La folla a Corinaldo in attesa di Sfera Ebbasta

«In questo giorno di festa che anticipa il Natale, la tragedia di Corinaldo ci addolora e ci colpisce tutti profondamente. Voglio esprimere la mia profonda vicinanza e solidarietà, anche a nome di tutti i cittadini emiliano-romagnoli, alle famiglie delle giovani vittime e ai feriti con l’augurio di pronta e piena guarigione». Così il presidente della Regione e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, sulla tragedia della discoteca di Corinaldo, nell’anconetano, dove venerdì notte nel corso di una serata di festa hanno perso la vita 5 giovani e una mamma che accompagnava la figlia, mentre sono numerosi i feriti ancora ricoverati in codice rosso. A provocare la tragedia lo spray urticante spruzzato durante l’attesa del concerto del trapper Sfera Ebbasta. Un episodio del tutto simile a quello accaduto un anno fa all’Onyx di Godo, in quell’occasione senza particolari conseguenze, se non alcuni ragazzi finiti all’ospedale per controlli.

«La mia vicinanza e solidarietà al sindaco e alla comunità di Corinaldo e a Luca Ceriscioli, presidente della Regione Marche, per la nuova dura prova cui sono sottoposti i cittadini marchigiani, in attesa che si faccia piena luce sulla vicenda. Questo tributo di giovani morti è assurdo, una tragedia che lascia attoniti e che mai dovrebbe accadere».

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