lunedì
11 Agosto 2025

Capra incorna un bambino al parco di Cervia. I gestori: «L’animale è stato isolato»

Mamma spaventata si lamenta su Facebook. La replica: «Primo episodio in quattro anni»

Capra Cashmere 3
Foto di repertorio

Una capra ha incornato un bambino facendolo cadere e poi calpestandolo, attirata da un sacchetto di cibo che il piccolo aveva in mano. L’episodio è avvenuto nella zona (a pagamento) “fattoria” del parco naturale di Cervia e a raccontarlo è stata direttamente la mamma, ancora spaventata, sui social, lamentando il fatto che i sacchetti con il cibo per animali vengano venduti al parco ma sia poi vietato portarli all’interno del recinto (come recita un cartello, si lamenta la donna, “scritto a caratteri piccoli”).

A risponderle è il presidente della cooperativa Atlantide che gestisce il parco, Andrea Quadrifoglio, che sulle pagine del Carlino Ravenna in edicola questa mattina, giovedì 26 aprile, dichiara di aver già allontanato la capra, dicendosi molto dispiaciuto per l’incidente («il primo in 4 anni di fattoria nel Parco e con circa 20mila bambini che la visitano ogni anno»).

Tornano i concerti nelle aziende della Bassa Romagna con Ingranaggi Festival

Cinque appuntamenti con musica e mostre fotografiche. Si parte con Io e la Tigre al Conad di Alfonsine

Io E La Tigre
Io e la Tigre

Parte venerdì 27 aprile la quarta edizione del progetto “Ingranaggi musicali”, che porterà anche quest’anno cinque concerti in altrettante aziende della Bassa Romagna. «Il progetto – scrivono gli organizzatori in una nota – vuole favorire l’incontro tra giovani e imprese, individuando location ideali e utilizzando la musica come strumento di comunicazione efficace e coinvolgente per i giovani». Ma non ci sarà solo musica: accanto a band e cantanti ci saranno anche cinque fotografi, uno per ogni serata. Un filo conduttore di “Ingranaggi musicali” nei diversi territori sarà la mostra fotografica “Notte”, che ha visto il coinvolgimento di Spontanea, un collettivo di fotografi italiani dedicato alla Street Photography. Questo progetto fotografico sarà affiancato di volta in volta da un giovane fotografo locale. Gli eventi live, inoltre, prevedono la realizzazione di “olio per ingranaggi” brevi performance introduttive realizzate dei giovani speaker di Radio Sonora.

Il primo appuntamento è per il 27 aprile nel supermercato Conad di Alfonsine, in via Angeloni 1, con il gruppo Io e la tigre, rock duo voce-chitarra-batteria. Durante la serata saranno anche premiati i tre vincitori del contest fotografico #BassaRomagnaMia, organizzato su Instagram dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.

Venerdì 4 maggio ci si sposterà a Bagnacavallo, presso la Caravita Recinzioni, in via Ca’ del Vento 37. Per l’occasione si esibirà il riminese Duo Bucolico; venerdì 11 arriva ad Alfonsine la musica di Exotico Ensemble, un trio di “cumbia psichedelica e afrobeat da discarica”  che si esibirà nella cooperativa agricola Braccianti di Fusignano – centro aziendale “Il palazzone”, in via Palazzone 33.

Venerdì 18 maggio la tappa del festival sarà a Cotignola, presso la Fratelli Vergnani segheria e imballaggi, in via dell’Artigianato 2. In programma l’esibizione di La stanza di Greta e infine, venerdì 25 maggio il festival si conclude a San Lorenzo di Lugo, presso la Lectron impianti elettrici (via dei Bartolotti 18) con i Youbrass Ensemble, quartetto di ottoni formato dalle prime parti dell’Orchestra Arcangelo Corelli.

Tutti i concerti sono a ingresso libero e iniziano alle 19.

“Ingranaggi musicali” è un progetto di promozione della cultura d’impresa alle giovani generazioni ed è realizzato dal Servizio interarea educativo, sociale e giovani dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e da Radio Sonora, con il supporto delle Attività economiche dell’Unione e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

Con “Terrena” la Bassa Romagna scopre la land art

Cielo Di Spighe In Costruzione Di Stefano BrienzaIl progetto coinvolge i nove comuni del lughese in una serie di percorsi fra cultura e natura, paesaggio e convivialità

La suggestione è quella dell’arena delle Balle di Paglia a Cotignola o del labirinto effimero ad Alfonsine, che ogni estate richiamano tantissimi visitatori, e l’idea è di allargarla a tutti i nove comuni della Bassa Romagna. Lo scopo è quello di creare un percorso di appuntamenti che uniscano land art e performance sia per stimolare le persone del luogo a muoversi alla scoperta del loro territorio sia per attrarre visitatori che possano poi esplorare le bellezze circostanti e scoprire e apprezzare gioielli come il Pavaglione di Lugo o Piazza Nuova a Bagnacavallo o, ancora, la Rocca di Bagnara. Il tutto dal 21 giugno fino al 28 luglio.

È questa un’estrema sintesi di quello che sarà la prima edizione di “Terrena”, una manifestazione di land art che coinvolgerà appunto tutti i comuni dell’Unione della Bassa. A raccontarci qualcosa è Nadia Carboni, dirigente del servizio promozione territoriale governance e comunicazione, nota a Ravenna per essere stata anche project manager di Ravenna 2019, che parla di una sorta di “prova tecnica” per questa prima edizione.

«La direzione artistica è condivisa e collettiva – ci racconta – e gli artisti saranno prevalentemente del territorio perché l’idea è anche quella di creare una rete che possa vederli lavorare insieme. Una modalità partecipata di progettazione che è complessa, ma anche stimolante». Ognuno dei nove comuni avrà un evento che potrà essere per esempio una scultura visitabile per tutto il periodo o un evento in grado di richiamare visitatori in una location magari nemmeno nota ai più (a Lugo per esempio sarà il bacino di Laminazione del Brignani). «L’idea è proprio quella di lavorare su opere che nascono dalla natura, e che poi tornino natura – prosegue Carboni – ma ci saranno anche danza, musica e lavori incentrati sul field recording».

Non ultimo non mancherà la parte legata al cibo, ove possibile, per favorire situazioni di convivialità e incontro. Il programma è ancora top secret e in parte in via di definizione, ma l’idea è sicuramente suggestiva e in sintonia con gli ampi orizzonti della Bassa. Per certo c’è una collaborazione con le Balle di Paglia, appunto, e con il Labirinto, ma anche uno scambio con Cervia e con Faenza, che a settembre ospita la biennale di “Argillà”. Tutti gli eventi di “Terrena” saranno a ingresso gratuito.

Incursione di ladri al Teatro Rasi, rubati oltre 1600 euro

Sottratti anche alcuni cimeli dal valore solo  simbolico. Messi a soqquadro gli uffici di Ravenna Teatro con danni rilevanti. Indagano i Carabinieri

Teatro Rasi

Il ladri non risparmiano neppure il mondo della cultura e dello spettacolo, che peraltro non naviga nell’oro. Al centro  del furto – come riportano i quotidiani locali – gli uffici amministrativi di Ravenna Teatro, al secondo piano del Teatro Rasi , in cui i malviventi sono penetrati, nella notte fra lunedì e martedì, passando per un terrazzo e forzando una porta finestra.
Secondo la denuncia della direttrice di Ravenna Teatro, Marcella Nonni, e i Carabinieri che hanno effettuato un sopralluogo, i ladri hanno preso di mira tre cassaforti, armadi e archivi presenti negli locali amministrativi dell’edificio.
Bottino finale circa 1.600 euro in contanti, a cui si aggiungono poche decine di euro di fondo cassa del bar, e diversi premi fra targhe, coppe, emblemi: prestigiosi riconoscimenti ottenuti dalla compagine teatrale in decenni di attività ma dall’irrilevante valore commerciale.
Ben più consistenti i danni materiali derivati dall’intrusione che secondo la direzione del teatro ammontano fra i 4mila e i 5mila euro.
A quanto pare i ladri hanno pensato di “ripulire” anche un’altra istituzione culturale vicinissima al Rasi, l’Istituto Verdi, conservatorio musicale cittadino, ma senza riuscire nell’intento.
Sui misfatti hanno aperto un’idagine i Carabinieri della caserma di via Alberoni.

Archeologia, gli studenti ravennati negli scavi di tutto il mondo

La ricercatrice: «Si può imparare la professione in termini operativi e pratici». A disposizione del campus strumenti innovativi

Arch«Mamma, voglio fare l’archeologo». I sogni di tanti bambini si realizzano anche all’università di Ravenna, grazie al corso di laurea magistrale in Beni archeologici, artistici e del paesaggio, che permette agli studenti usciti dal triennio universitario in Beni Culturali (che oggi conta circa 200 matricole, a Ravenna) di specializzarsi nell’ambito dei beni archeologici.

«Offriamo una formazione abbastanza particolare, estesa, molto complessa, perché ovviamente ci occupiamo di un range cronologico e un ambito geografico molto vasti». A parlare è la professoressa Federica Boschi, ricercatrice dell’ex Dipartimento di Archeologia, ora Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà, che ha una sede proprio nel Campus di Ravenna, a Casa Traversari. «Grazie alle tante opportunità riservate agli studenti di prendere parte a progetti di ricerca condotti sul campo, attraverso scavi archeologici e laboratori dedicati allo studio e alla classificazione dei reperti o alle tecniche di documentazione e indagine archeologica, offriamo la possibilità di imparare la professione di archeologo in termini operativi e pratici e di vivere importanti esperienze formative».

Gli studenti, in particolare, partecipano a campagne di scavo un po’ in tutta Italia e anche all’estero. «Abbiamo progetti praticamente ovunque – continua Boschi – a partire da quelli in Romagna: da Classe a Zagonara, dal sito di Solarolo alla nuova esperienza del castello di Rontana (a Brisighella), per poi proseguire sempre in regione a Marzabotto e poi Suasa, nelle Marche e cantieri anche in siti archeologici patrimonio Unesco come Pompei, Agrigento, Paestum, Tharros. All’estero abbiamo collaborazioni e scavi in Albania, Egitto, Oman, Turchia e in generale nel Medio Oriente…». Gli scavi dell’università durano circa un mese: «Organizziamo turni di partecipazione, con ogni studente impegnato per almeno due settimane, nel corso delle quali viene formato da un punto di vista operativo, concreto. Imparano a documentare, a utilizzare strumentazioni all’avanguardia». Strumenti di cui si è dotata in questi anni pure il Campus di Ravenna, grazie anche agli investimenti di Fondazione Flaminia rivolti in particolare al tema della cosiddetta “archeologia preventiva”, con metodologie innovative, non invasive. «Una sorta di radiografia del sottosuolo – spiega Boschi –, utile per pianificare un eventuale intervento. Un modo per fare entrare l’archeologia nelle operazioni preliminari che possono riguardare le trasformazioni del territorio per evitare che si ripetano situazioni in cui si incappava in ritrovamenti imprevisti nel bel mezzo di un cantiere. Sono strumenti che soddisfano tutti gli interessi coinvolti nell’operazione, compresi quelli legati alla ricerca e alla tutela, senza bisogno di dover scavare. Abbiamo collaborato anche alla redazione di “carte del potenziale archeologico” (non però per quella di Ravenna, di cui parliamo alle pagine 12 e 13, ndr), tra cui anche quella relativa al territorio di Classe, molto utile per poi lavorare sul campo».
Ovviamente, accanto a questo – prosegue Boschi – «cerchiamo sempre di partire dalle nozioni base: i ragazzi non si devono mai dimenticare i metodi tradizionali, dal disegno archeologico alle documentazioni, sempre con il fine ultimo della ricostruzione storica».

E quali sono gli sbocchi professionali? «La nuova legge sull’archeologia preventiva per la prima volta riconosce la figura dell’archeologo, creando una sorta di albo professionale. Si tratta di un’evoluzione importante con una ricaduta positiva sulle possibilità di impiego».

Da pochi anni, infine, a Ravenna esiste anche il corso di Laurea a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei beni culturali, «un percorso diverso da quello propriamente archeologico – sottolinea la ricercatrice –, incentrato sul restauro, ma che si caratterizza e distingue sul piano nazionale per l’aspetto applicativo e pratico, tramite la possibilità di svolgere concrete esperienze formative in cantiere anche in contesti archeologici».

Autorità portuale approva il consuntivo 2017: 11 milioni di spesa in conto capitale

Dato in aumento rispetto al precedente esercizio. In crescita anche le entrate correnti: oltre 24 milioni di euro, più 4 percento

Porto
Un rimorchiatore al porto San Vitale – foto di repertorio

Quasi undici milioni di euro di spesa in conto capitale per pagamenti effettuati nel corso dell’anno, in aumento rispetto agli anni precedenti. È uno dei dati dal bilancio consuntivo 2017 dell’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico centro-settentrionale approvato all’unanimità dal comitato di gestione nei giorni scorsi insieme alla relazione annuale sull’attività dell’ente.

«L’esercizio finanziario appena concluso – si legge in una nota diffusa alla stampa – è stato caratterizzato anche da una positiva crescita delle entrate correnti, ammontanti ad oltre 24 milioni di euro, più 4 percento rispetto all’analogo dato 2016, cui si è accompagnato il massimo rigore possibile nella voce delle spese propriamente di funzionamento nel rispetto delle diverse norme di contenimento della spesa».

La nota di Via Antico Squero prosegue ricordando che «a fronte di questo sforzo di contenimento della spesa corrente, si continua a registrare nel bilancio, il dato importante delle somme significative destinate ad investimenti considerati prioritari per lo sviluppo del Porto, sia attraverso la progettazione e realizzazione di opere infrastrutturali, per la sicurezza del lavoro, la security portuale e la salvaguardia dell’ambiente, sia per il mantenimento delle attuali prestazioni delle strutture portuali stesse, basti pensare alle manutenzioni ordinarie e straordinarie delle parti comuni in ambito portuale per un valore complessivo di 9,4 milioni di euro».

Il Comune è ambizioso: «Un parco archeologico nell’ex caserma di via Bixio»

L’amministrazione pubblica è proprietaria di tutta l’area tranne l’edificio passato alla Cassa Depositi e Presti per farne un albergo. Palazzo Merlato dovrà fare la bonifica dall’amianto

CasermaIl 5 marzo 2018 è senza dubbio una data storica, se si pensa a quanti anni e promesse sono passati dai primi annunci o anche solo dalla firma del protocollo d’intesa con il ministero del dicembre 2010. Dal 5 marzo scorso, infatti, il Comune di Ravenna è diventato il proprietario di tutta l’area del comparto dell’ex caserma Alighieri di via Nino Bixio, fatta eccezione per l’edificio dell’ex caserma vera e propria, l’ex Collegio dei nobili, acquistato invece dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) con l’intenzione di realizzarvi un albergo da dare in gestione a privati (ci sarebbero già soggetti interessati). Il Comune ha ottenuto invece gratuitamente dal Demanio l’area restante, di circa 14mila metri quadrati, occupati per quasi la metà da piccole costruzioni utilizzate dai militari, le cosiddette “casermette”.

L’area ora dovrà essere bonificata dall’amianto presente in piccola parte nelle stesse casermette, a spese del Comune (gli uffici sono già al lavoro sul tema), che poi si occuperà anche della successiva demolizione, da completare entro la fine della legislatura, ci dice l’assessore al Patrimonio, Massimo Cameliani. Per questa operazione l’Amministrazione conta di poter utilizzare i fondi che arriveranno dal Demanio pari al 15% di quanto lo Stato ha incassato per la vendita del comparto a Cdp (ma a quanto ammonti la cifra ancora non è noto). Infine partirà la parte più interessante, quella relativa al progetto per un parco archeologico annunciato dal Comune pochi mesi fa poiché si tratta di un’area che custodisce i resti della città romana e preromana e dove un tempo, secondo le testimonianze di Andrea Agnello, sorgeva addirittura un anfiteatro.

«L’intenzione è quella di partire con i primi saggi esplorativi e di capire, sulla base anche di quello che si troverà, se poter realizzare un vero e proprio piccolo parco archeologico, come da previsioni urbanistiche. Naturalmente in stretto accordo con la Soprintendenza, che verrà coinvolta il prima possibile. In alternativa sarà comunque realizzato un parco pubblico». La Soprintendenza potrebbe però essere interpellata ancor prima dai tecnici che dovranno, in quell’area dalle grande potenzialità archeologiche, realizzare un albergo.

Dalle amiche di Fanny & Alexander alla dolente Maryam delle Albe

Il titolo dell’edizione del Ravenna Festival del 2018 è “I have a drem – A jo fat un sogn”: si parte il 14 giugno all’Alighieri

MaryamChe sogno e teatro abbiano molto in comune è un’intuizione che attraversa la cultura occidentale almeno da quando, in piena epoca barocca, un mondo antico ritenuto eterno non cominciò a sfaldarsi, stingendo come un sogno nel mattino. I personaggi di Calderón e di Shakespeare, di Cervantes e di Bruno, furono gli attoniti testimoni di questa rivoluzione, a bocca aperta davanti a mondi nuovi che si svelavano allora per la prima volta, come Miranda alla fine de La tempesta. Il teatro s’imparentava al sogno: due metafore dell’esistenza umana, in bilico fra due crinali di nulla. D’altra parte, lo stesso Freud, in un altro secolo di crisi, chiamerà il sogno “dramma onirico”: la rappresentazione allestita dall’inconscio per dar corpo alle nostre pulsioni più profonde. Tutto ciò per dire che il titolo dell’edizione del Ravenna Festival di quest’anno, “I have a drem – A jo fat un sogn”, intende molto più di quanto non si potrebbe immaginare a tutta prima, promettendo una programmazione teatrale di tutto rispetto.

Si parte il 14 giugno all’Alighieri con un’anteprima assoluta, Lettere a Nour. Scritto nel 2016 dall’islamologo franco-marocchino Rachid Benzine, questo libro ricostruisce un dialogo epistolare fittizio fra un padre, filosofo mussulmano e progressista, e la figlia Nour, che decide di raggiungere in Siria l’uomo che ama, un jihadista dell’Isis. Com’è possibile che la stessa fede possa giustificare due vite tanto differenti? Questo è il doloroso pungolo alla base dell’opera, portata a teatro per la prima volta dal regista Giorgio Sangati, che vede la partecipazione di un mostro sacro del teatro italiano, Franco Branciaroli, e una giovane promessa, Marina Occhionero.

Si continua con la Sinfonia Beckettiana di Nerval Teatro, la compagnia di Elisa Pol e Maurizio Lupinelli, in scena il 23 giugno all’Alighieri, che omaggia due grandi del Novecento europeo: Samuel Beckett e Alberto Giacometti. Amici e collaboratori, i due artisti sono accomunati da poetiche per molti aspetti vicine: i personaggi tentennanti del primo sembrano rispecchiarsi nelle statue del secondo. Cinque attori diversamente abili, provenienti dai laboratori che da anni Nerval Teatro porta avanti con l’associazione Armunia, saranno accompagnati da un valente musicista come Matteo Ramon Arevalos, che interpreterà le musiche di Arvo Pärt e Valentin Silvestrov.

Fanny E AleSara quindi la volta di due compagnie ravennati, che presenteranno per la prima volta ai loro concittadini due nuove produzioni. Parliamo di Fanny & Alexander, in scena il 5 luglio all’Alighieri con Storia di un’amicizia. Dirette da Luigi de Angelis, Chiara Lagani e Fiorenza Menni saranno le due protagoniste della fortunatissima saga L’amica geniale di Elena Ferrante, Lenù e Lila. L’autrice più chiacchierata del nostro paese troverà per la prima volta un adattamento teatrale.

Dal 6 al 7 luglio all’Alighieri sarà in scena Maryam, monologo dello scrittore Luca Doninelli scritto per il Teatro delle Albe. Ermanna Montanari darà voce a tre donne palestinesi, colpite dalle atrocità della guerra in modo diverso ma accomunate dalla loro preghiera a Maryam, la Maria dell’Islam. Portatrice del dolore di tutte le madri del mondo, Maryam diventa corpo per un nuovo dialogo fra culture diverse.

Il dolore di una donna sarà al centro dell’ultimo spettacolo, in scena il 10 e l’11 luglio all’Antico Porto di Classe. Elena Bucci e Marco Sgrosso, de Le Belle Bandiere, nel loro Antigone Quartet Concerto affronteranno un classico senza tempo della drammaturgia occidentale. L’Antigone sofoclea è l’eroina della contraddizione che passa fra morale e diritto: in mezzo al suggestivo parco archeologico i due attori di Russi interpreteranno tutti i personaggi della tragedia, accompagnati dalle musiche di Raffaele Bassetti e Dimitri Sillato.

Ravenna di nuovo regina in Europa, le emozioni di chi ha vissuto i trionfi passati

La doppia vittoria contro l’Olympiacos ha portato la Challenge Cup nella bacheca della Bunge. La gioia degli ex, da Gardini a Rosalba a Brusi che hanno compiuto imprese simili

Bunge4L’impresa della Bunge, capace di mettere la mani su un trofeo continentale a 21 anni di distanza dall’ultimo grande successo, ha riportato il volley ravennate nel gotha del movimento italiano ed europeo. La doppia affermazione sui greci dell’Olympiacos (3-1 al Pala De Andrè e 1-3 ad Atene davanti a 12mila tifosi biancorossi ammutoliti) è stata l’ultima grande gioia di una stagione ricca di soddisfazioni, caratterizzata anche dalla partecipazione ai playoff scudetto.

Un trionfo accolto con grande felicità da alcuni grandi protagonisti del volley del passato e del presente a Ravenna, a partire dallo storico dirigente del Messaggero, Giuseppe Brusi. «Una vittoria importantissima per la città e per lo sport cittadino e spero che in futuro non esistano più rivalità inutili e dannose. Mi auguro quindi che la città risponda al meglio e che tutti diano una mano, a partire dall’amministrazione comunale. Tra Teodora e volley maschile, Ravenna ama la pallavolo come il suo mare e non ha nulla da invidiare a nessuno. Non abbiamo bisogno di prendere gente da fuori, anche perché Bonitta è un grande dirigente e ha la capacità per far crescere in modo ulteriore il Porto Robur Costa. Dobbiamo però creare anche un nocciolo duro composto da giocatori del territorio e per riuscire in questo bisogna far tornare a casa dei giovani prospettiva come i ‘figli d’arte’ Margutti, Recine e Gardini».

Un grande applauso alla Bunge arriva dalla Polonia: Andrea Gardini, tra i migliori centrali della storia del volley, con il Zaksa è approdato alla Final Four di Champions League, ma dimostra di avere sempre nel cuore la sua città. «È stata una cosa fantastica vincere la Challenge Cup, tra l’altro in un ambiente così difficile e caldo, riportando il nome di Ravenna ai vertici internazionali. Noi allenatori siamo sempre giudicati dai risultati e posso quindi dire che Soli ha svolto un lavoro eccezionale, vincendo la finale con grande autorità e sicurezza. Sono contento per lui e per i giocatori, perché anche io ho vinto ad Atene e porto il ricordo dell’impresa del Messaggero (successo nel ’92 proprio contro l’Olympiacos, ndr) tra i più belli della mia carriera».

Qualche anno dopo Gardini è stato il momento di Simone Rosalba a sollevare la coppa. Nel ’97, infatti, il giovanissimo schiacciatore calabrese, ma ravennate d’adozione, fu tra i protagonisti dell’ultimo grande trionfo, la vittoria della Cev Cup. «Faccio i miei complimenti a tutti i giocatori e in particolare a Orduna, che ha condotto benissimo la Bunge per tutta la stagione. Per due anni abbiamo vestito assieme la maglia del Città di Castello e in lui ho sempre visto grandissime qualità, che nel tempo sono migliorate in modo ulteriore con l’esperienza. Il loro successo mi ha fatto tornare in mente il mio primo grande alloro, a Ginevra. Il nostro era un gruppo giovanissimo, con un Bovolenta solo 23enne ma già grande trascinatore».

Un altro coach che ha dato un fondamentale contributo è Nino Beccari, che negli anni in cui i riflettori erano spenti ha guidato la poco più che neonata Robur Costa nei duri anni della Serie B, ponendo le basi per il ritorno in Serie A. «La Bunge ha saputo esprimere come squadra un rendimento più alto di quello che sono i valori dei singoli giocatori sommati tra di loro. Questo significa che il vero valore aggiunto lo ha portato Soli. Il tecnico è stato poi bravissimo a superare anche momenti molto difficili, causati dagli infortuni, tenendo sempre in pugno la squadra e tirando fuori il meglio anche dalle seconde linee».

Non nasconde l’orgoglio per l’affermazione della Bunge l’ex palleggiatore lughese Giacomo Sintini, cresciuto nel vivaio ravennate. «In questi ultimi anni si vedeva che la società stava lavorando bene, programmando al meglio la sua attività non per ‘vivacchiare’, ma per costruire qualcosa di importante e duraturo. In più è arrivata questa occasione, magari anche prima del tempo, ed è stata bravissima a coglierla al volo. È bello ricominciare a mettere delle coppe nella bacheca: si tratta di un punto di partenza per conquistare altri trofei anche nel prossimo futuro».

Non ha infine bisogno di presentazioni la fuoriclasse degli anni ’80 e ’90 Manuela Benelli. «La cosa più bella è aver riportato nei giovani l’entusiasmo attorno alla pallavolo ravennate. Tutti i tesserati della mia società, infatti, non vedevano l’ora che la Bunge giocasse, per andare ad assistere alle partite e sostenere i giocatori, bravissimi durante la stagione a dare il massimo delle loro possibilità».

La storia: Tutto cominciò al ricreatorio, 15 trofei in 72 anni di storia
Il Porto Robur Costa riunisce dentro di sé tutta la gloriosa storia della pallavolo ravennate fin dagli anni Quaranta. L’anima più antica della attuale società è rappresentata dalla Robur, la cui sezione pallavolo viene fondata nel 1946, svolgendo la sua attività sportiva al Ricreatorio Arcivescovile in via Bixio. La squadra biancoblù, allenata da Angelo Costa, nello stesso anno vince il primo campionato nazionale, ripetendosi poi nel 1947 (proprio a Ravenna), nel 1948, nel 1949 e nel 1952. La seconda anima è il Porto, che negli anni Novanta riporta in alto il nome della città: nel periodo targato Messaggero centra la doppietta scudetto-Coppa Italia nel 1991, si laurea campione del mondo e di Europa nella stagione 1991-92, conquistando la Coppa dei Campioni anche nel ’93 e nel ’94, aggiudicandosi anche due Supercoppe Europee negli stessi anni. Uscito il Gruppo Ferruzzi dalla proprietà del club, negli anni successivi cambia più volte sponsor e nel ’97 l’Area vince la Coppa Cev. Abbandonata la Serie A1 nel 2000, Ravenna torna nel massimo campionato nel 2011 grazie alla Robur Angelo Costa, che nel 2013 effettua la storica fusione con il Porto, creando l’attuale Porto Robur Costa che quindi racchiude in sé ben 6 scudetti, 1 Coppa Italia, 3 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe Europee, 1 Coppa del mondo per club, 1 Coppa Cev, 1 Challenge Cup.

Cosplay, fumetti, giochi da tavolo e la scuola di Harry Potter: ecco Lugo Fantasy

Un weekend tra magia e divertimento tra Pavaglione e Rocca estense, animazioni per adulti e bambini dalle 10 alle 20

Harry PotterGli amanti del gioco, del fantasy, dell’avventura, delle atmosfere magiche e gotiche si ritroveranno sabato 28 e domenica 29 aprile a Lugo sotto il Pavaglione e nella Rocca estense. Arriva infatti in città la manifestazione “Lugo Fantasy” con iniziative pensate per adulti e bambini: spettacoli di magia, cosplay, fumetti e animazioni dalle 10 alle 20.

Nelle logge del Pavaglione l’appuntamento, con ingresso gratuito, sarà articolato in vari settori: cosplayers e fiera del gioco con animazioni e spettacoli di intrattenimento; “Lugo Comics” e “Lugo Disco”. Tra le attrazioni del fine settimana ci saranno infatti i cosplay, con il centro di Lugo che si colorerà con decine di ragazzi che si presenteranno vestiti come i personaggi dei fumetti e dei manga giapponesi o come gli eroi dei film, sfilando per tutte le vie. Gli appassionati si contenderanno inoltre diversi premi nella gara che assegnerà i titoli ai migliori costumi, votati da una giuria tecnica. In programma anche la Fiera del gioco con attività ludiche completamente gratuite, videogames, tornei ufficiali di giochi di ruolo e di miniature, di giochi da tavolo e giochi di carte collezionabili. Fumetti protagonisti del “Lugo comics” con la presenza di commercianti e collezionisti dei più celebrati fumetti, mentre il “Lugo Disco” è dedicato a dischi, vinili, cd e dvd. Non mancherà, infine, l’area dedicata allo street food.

In Rocca è in programma l’evento “Weekend Tutti i Gusti +1”, un percorso dedicato ad Harry Potter con scuola e dimostrazioni di magia e stregoneria. L’iniziativa, a cura di Feshion Eventi, prevede due giorni di magia, lezioni con i professori, giochi, Quidditch, duelli e intrattenimenti da vivere durante un percorso interattivo. Il percorso “Tutti i Gusti + 1” dura 90 minuti e si svolge nelle sale, nel giardino pensile e nel cortile della Rocca.  La partecipazione è su prenotazione e a pagamento. Il costo del biglietto è di 10 euro e comprende spilla di benvenuto, percorso interattivo e assaggio di Burrobirra artigianale (non alcolica). Verrà garantito l’ingresso a un massimo di 70 persone per ogni turno. Orari previsti di ingresso al percorso: 10; 11; 12; 14.30; 15.30; 16.30; 17.30; 18.30; 19.30. Chi lo desidera potrà anche far colazione (solo la domenica) o pranzare e cenare con i professori della scuola. Per ulteriori informazioni visitare il sito https://www.feshioncoupon.it/.

«Questo evento valorizza l’offerta culturale della città e il suo centro con l’obiettivo di coinvolgere tutta la cittadinanza – ha dichiarato Anna Giulia Gallegati, assessora comunale alla Cultura –. Il mondo del fantasy coinvolge da sempre persone di tutte le età e perciò quest’anno abbiamo deciso di organizzare un evento dedicato a questa realtà anche in primavera, in aggiunta agli appuntamenti letterari in autunno. Ci tengo a ringraziare gli organizzatori della manifestazione e l’Istituto Alberghiero “Artusi” di Riolo Terme, in particolare la dirigente scolastica Iole Matassoni e il tecnico dell’istituto Sergio Scalegni, per la collaborazione che hanno dimostrato per l’evento che si svolgerà in Rocca grazie alla presenza dei suoi studenti».

Per maggiori informazioni sull’evento contattare i numeri 348-9030832 e 0542-56194 o scrivere a info@expofiere.net.

Fiori, proiezioni, spettacoli, la memoria del Senio per ricordare la Liberazione

Tutti gli appuntamenti in provincia per celebrare il 25 aprile. Tornano le ormai tradizionali biciclettate e camminate

Festa A Ca MalancaIl 73esimo anniversario della Liberazione sarà celebrato in tutto il Ravennate con momenti ufficiali, messe, cortei ma anche con tante iniziative rivolte alla cittadinanza tutta e in particolare alle generazioni più giovani che utilizzano linguaggi diversi da quelli delle cerimonie ufficiali. Di seguito indichiamo i principali.

A Ravenna, in piazza del Popolo il 25 aprile ci sarà, dopo la deposizione delle corone e i discorsi delle autorità (alle 11), lo spettacolo “L’è e sù temp!” con un gruppo di venti giovani attori diretti da Lady Godiva Teatro declamerano piccole storie che hanno fatto la storia della Resistenza per una mezz’ora. In grande rilievo il ruolo delle donne nella Resistenza con “Ravenna della Memoria Femminile”, programma che vuole ricordare simbolicamente le 40 donne,  fra le 80 vittime civili di due stragi naziste nel ravennate con la Mostra “Non ti scordar di me, Fiori di carta per nomi di vita” a cura di alcuni studenti del Liceo Artistico Nervi-Severini visitabile fino al 25 aprile su prenotazione al 3406120316.  Giovedì 26 aprile, si parla ancora al femminile con l’incontro promosso da Udi che vede ospite all’Oriani alle 17.30 Laura Orlandini autrice del volume La democrazione delle donne. I Gruppi di difesa della Donna nella costruzione della Repubblica (1943-1945). 

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato gli appuntamenti nel forese. 

Nel Faentino, torna nel pomeriggio del 25 aprile la tradizone Festa a Ca’ di Malanca – Museo della Resistenza  con apertura dello stand gastronomico a partire dalle ore 12.30 e alle 14.30, lo spettacolo “Silenzio in trincea” del gruppo musicale Briabanda.

Nella Bassa Romagna giunge alla XV edizione l’iniziativa Nel Senio della Memoria,  la storica camminata  sull’argine del fiume Senio, tra Cotignola e Alfonsine, da compiere a piedi o in bicicletta. Lungo il percorso saranno proposte incursioni teatrali, musicali e narrazioni. Tra queste, a Lugo alle 10.30 verranno  deposte le corone al ponte della San Vitale dove Gianni Parmiani interpreta “I Partigèn” del poeta Nino Pedretti e dedica il suo scritto “Ai martiri del Senio”, accompagnato da Cecilia Ottaviani alla voce, Nicola Nieddu al violino e Davide Tardozzi alla chitarra. A Masiera alle 12.15,  in via Sottofiume, presso il cippo che ricorda la strage di Borgo Pignatta ci sarà il concerto per Celsa nella terra di nessuno, dedicato alla più piccola vittima di quella strage (Celsa aveva soltanto tre mesi). Il parco pubblico ospiterà dalle 13 un pranzo conviviale e la musica de L’apostrofo rosso con Luca Taddia e Fabio Cremonini.  A Rossetta, invece, alle 17, nel giardino del vecchio asilo  si terrà il concerto Music for Peace con l’orchestra Vbob della scuola di musica Vassura Baroncini di Imola diretta da Roberto Bartoli.

A Cotignola, da sabato 21 aprile la scuola media “Luigi Varoli” partecipa al progetto comunale “Dal museo al paesaggio”. I ragazzi delle terze, con il coordinamento artistico dello street artist About Ponny realizzano un murale dedicato all’operazione “Bandiera bianca”, avvenuta all’alba del 10 aprile 1945, che ha consentito di evtare un ultimo devastante bombardamento sul paese.

Tra gli altri appuntamenti, a Voltana alle 11 nella sala polivalente della casa del popolo ci sarà la proiezione di un filmato su Anna Frank, presentato da Giuseppe Masetti, direttore dell’Isrec di Ravenna e provincia.
A Cervia, infine, è stata inaugurata il 21 april  la mostra collettiva di pittura “L’arte è libertà” a cura di Luciano  Medri. La mostra è organizzata dall’Associazione culturale “Menocchio” alla  Sala Rubicone, alle 10 del 24 aprile ci sarà il Concerto del Corpo Bandistico “Città di Cervia” in Piazza  Garibaldi, mentre alle 10 del 25 aprile ci sarà l’inaugurazione del  monumento ai partigiani caduti di Castiglione.

Tre pedalate per celebrare la Resistenza e i Partigiani

Oltre ai 18 chilometri della “Memoria del Senio” sono ormai diventate tradizione anche le biciclettate per la Liberazione. Da Ravenna la partenza è alle 9.45 del 25 aprile dal Conad di via Galilei con arrivo previsto alle 12 a Ca’ Acquara in pineta, lungo il percorso sarà deposta una corona al parco pubblico di Classe.  A Russi, alle 14.30 Il Consiglio di Zona di San Pancrazio invita tutti alla “Pedalata della memoria”con partenza in bicicletta da Piazza Caduti per la Libertà. Infine, sulle due ruote anche a Massa Lombarda alle 15, infine, partirà da piazza Umberto Ricci “In bici nella memoria”, la biciclettata ai Cippi della Resistenza con breve esposizione dei fatti accaduti. Al termine ci sarà un piccolo buffet di ristoro per i partecipanti.

Bonaccini riceve la Bunge: «L’Emilia-Romagna vi ringrazia per la vittoria in coppa»

Il presidente della Regione ha incontrato la squadra che ha vinto la Challenge Cup ad Atene, nuovo trionfo europeo dopo 21 anni

IMG 20180424 123452«Per la nostra regione è motivo di soddisfazione: avete fatto una grande impresa, l’Emilia-Romagna vi ringrazia per questa coppa». Con queste parole il presidente Stefano Bonaccini ha ricevuto e premiato stamattina 24 aprile a Bologna, nella sede di viale Aldo Moro, la Bunge Porto Robur Costa che ad Atene ha recentemente conquistato la Challenge Cup, superando i greci dell’Olympiacos nella finale del terzo trofeo continentale per importanza.

Bonaccini ha ricordato come la giunta regionale abbia investito risorse significative nello sport, una delega che ha assunto in prima persona: «Vogliamo dare valore a un mondo trasversale che passa dalla sanità alla scuola, dove è prezioso il lavoro di tantissimi volontari che sono il motore di tante società sportive, anche piccole. Senza dimenticare il gran numero di strutture per praticare le diverse discipline». A questo proposito Bonaccini ha ricordato il bando regionale da 20 milioni di euro sull’impiantistica sportiva al quale, come ha sottolineato il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, ha partecipato anche l’amministrazione ravennate con un progetto per un nuovo palazzetto dello sport da seimila posti.

Bonaccini ha infine sottolineato come l’Emilia-Romagna stia sempre più recuperando un posto di primo piano nei più importanti eventi sportivi, da quelli di base alle grandi manifestazioni come è stato, per esempio, con l’Ironman di Cervia fino alla prossima fase finale del Campionato europeo di calcio Under 21, che interesserà quattro città in regione.

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