mercoledì
20 Agosto 2025

La Pigna: «La piscina ha bisogno di lavori, serve un bando di project financing»

La proposta della lista civica in vista della scadenza del contratto di gestione che dura da 15 anni

Federici 1c0Alla fine del 2018 scade il contratto di quindici anni per la gestione della piscina comunale Gambi di Ravenna e la lista civica La Pigna propone di procedere con una gara di project financing, sulla base di un progetto di ristrutturazione e di adeguamento tecnico da realizzare entro pochi mesi. Va ricordato che circa un anno fa il Comune aveva reso nota l’intenzione di voler finanziare un intervento di riqualificazione complessiva da circa 6-7 milioni entro il primo mandato di De Pascale. «Il bando – si legge nella proposta della Pigna – dovrà prevedere il finanziamento totale, o comunque della maggior parte degli interventi e delle opere, da parte del privato che se lo aggiudicherà con una durata della gestione che gli permetta di ottenere una giusta redditività»

La Pigna esprime inoltre la contrarietà all’ipotesi di procedere con una nuova gara di gestione fotocopia di quella arrivata a scadenza: «Il bando che affidò la gestione della piscina alla cooperativa Nuova Sportiva di Ferrara in Ati con la fallita Cmr, la stessa che realizzò Marinara e Porto Reno, era del tutto inadeguato – dice la consigliera comunale Veronica Verlicchi –. Le manutenzioni straordinarie previste dal bando e affidate al vincitore sono state esclusivamente a carico del Comune di Ravenna per un importo complessivo di oltre 6 milioni. Al contrario tutti gli incassi, al netto del 3 percento, sono stati appannaggio del gestore».

Sul bisogno di intervenire sull’impianto non sembrano esserci dubbi, anche fuori dalle fila dell’opposizione: «La piscina si presenta fatiscente con notevoli carenze di struttura e di adeguamento, a cominciare dagli impianti. Carenze che rischiano di paralizzarne a breve l’attività e che, negli anni, hanno impedito lo svolgimento di eventi di respiro nazionale. In questi 15 anni l’amministrazione a guida Pd avrebbe dovuto avviare la realizzazione di una nuova e moderna piscina, dotata di impianti innovativi ed efficienti per rispondere alle mutate esigenze dei fruitori. Nulla di questo è stato fatto. Anzi, di fronte alla critica situazione della nostra piscina, l’amministrazione De Pascale preferisce convogliare 16 milioni di euro in un nuovo palazzetto dello sport».

Ora la scadenza della gestione è distante pochi mesi, «non vi è certamente il tempo di progettare e realizzare un nuovo centro natatorio comunale e nel bilancio 2018 non risulta alcun stanziamento economico per la ristrutturazione e l’adeguamento tecnico della piscina comunale»

«Cagnoni fa da calamita per la nostra aggressività latente»

Lo psicologo Enrico Ravaglia segue il processo per uxoricidio e concentra la sua attenzione non solo sull’imputato ma anche sul numeroso pubblico che riempie l’aula. Il 13 aprile in programma la 22esima udienza con l’esame dei testi della difesa

Cagnoni ZaniEnrico Ravaglia, psicologo psicoterapeuta (autore della nostra rubrica quindicinale “La posta del cuore”), è tra coloro che stanno seguendo ogni venerdì o quasi le udienze del processo.

Dottor Ravaglia, perché segue il processo?
«Per osservare e cercare di capire. Forse con l’eccezione, rispetto ad altre persone in aula, che il mio sguardo non si ferma a Cagnoni. Mi interessano anche le dinamiche del pubblico, quanto mormora a bassa voce durante le udienze e che poi esplicita dopo, nelle pause. Frasi trattenute con fatica a causa del “religioso silenzio” che giustamente il presidente Schiaretti tenta di imporre ad un pubblico poco capace di trattenere un giudizio immediato».

Secondo lei, perché suscita tanto interesse in tante persone?
«Ci sono più ragioni. Credo purtroppo che le meno abbiano a che fare con la vittima, con sentimenti di vera vicinanza nei suoi confronti. Per il pubblico il protagonista è Cagnoni, non Giulia, è brutto dirlo, ma mi pare di percepire questo. Il voyerismo è sicuramente tra le ragioni che contribuiscono a riempire l’aula. Faccio un esempio che sembra distante ma penso pertinente alla situazione: quando c’è un incidente in strada le code si formano soprattutto perché le persone rallentano a guardare, protette dall’abitacolo della propria auto integra, dettaglio non marginale. Poi il pubblico, prevalentemente femminile, ha eletto Cagnoni fin dall’inizio come “uomo del male” a sintesi e rappresentazione delle proprie esperienze negative, più o meno importanti, con il genere maschile che ogni donna ha inevitabilmente vissuto nella propria vita. Ad oggi gli elementi che indirizzano alla colpevolezza dell’imputato sono molti ma questa dinamica compariva già della prima udienza. Cagnoni ha anche un’altra funzione: fa da calamita per la nostra aggressività latente».

Si è fatto un’idea del profilo psicologico della vittima, sulle basi delle testimonianze?
«Una persona normale. Desidero esprimere tutta la solidarietà possibile per quanto è successo alla signora Ballestri, ma se vogliamo dare un giudizio obbiettivo non dobbiamo cadere in quella dinamica per cui le persone morte diventano sempre migliori rispetto a quanto erano in vita. Probabilmente era una donna che cercava di conciliare il suo ruolo di madre con le proprie esigenze affettive ed identitarie. Si ritrovava a dover mediare tra un uomo con cui non voleva più stare, il desiderio di una nuova realtà affettiva e l’affermazione di un proprio ruolo autonomo. Ma anche una donna sofferente e spaventata, perché “fabulante”, come la definisce Cagnoni in aula, o meno, inviava messaggi disperati e pieni di terrore».

Rava
Enrico Ravaglia

E dell’imputato?
«È certamente un uomo complesso e dalle molte sfaccettature. Stiamo con quanto si è visto in aula per essere i più neutrali possibile. Cagnoni è lo stesso che si è sentito dire dall’avvocato Scudellari, legale per la famiglia Ballastri “lei scrive molto bene e parla ancora meglio”, ma è anche quello che ha dato della “vacca”, in un’altra udienza, alla madre di Giulia. È quello che in un’aula strapiena di persone, tutte per ascoltarlo con attenzione estrema, a partire dai giudici e dal pm, situazione che avrebbe intimorito chiunque, chiede di togliere il microfono dall’asta e inizia a parlare con una padronanza superiore a quella di un giornalista televisivo. Ma è anche quello che fugge dalla finestra, quello che soffre di attacchi di panico, di momenti di irragionevole paura. Sicuramente il carcere non piace a nessuno, ma probabilmente Cagnoni lo sopporta peggio degli altri. Non so se le tante lettere scritte dalla cella agli amici siano state un tentativo per depistare, credo certamente servissero per mantenere un percepito legame, anche se virtuale, con il “mondo di prima”. E, seppur nella drammaticità della questione, mi sono fatto l’idea che il venerdì, il giorno dell’udienza, possa essere per lui un giorno gradito, dove può indossare i vestiti eleganti che vestiva prima, dove è indiscusso protagonista, e dove, più che parlare con un altro carcerato, si può confrontare con una serie di persone di alto livello, a partire dal pm, anche se questi argomenta per convincere la corte a dargli l’ergastolo».

I rei di femminicidio che tratti psicologici hanno in comune?
«Li accomuna il fallimento della metafora. La tensione emotiva di queste persone non può essere più padroneggiata e gestita con la metafora, cioè il simbolico. È come che venga a mancare un apparato capace di metabolizzare e mentalizzare. L’agito violento diventa quindi l’unica alternativa».

Alla Campaza tra corsa, escursioni e cicogne: una giornata di sport e benessere

Il programma della manifestazione di giovedì 12 aprile, con tante iniziative anche per i più piccoli

Lagocicogna
Il villaggio delle cicogne alla Campaza

Al via giovedì 12 aprile la “Giornata dello sport e del benessere, Corsa della Cicogna”, organizzata dal gruppo La Campaza nel villaggio dell’omonimo ristorante a Fosso Ghiaia.

La manifestazione, al quinto anno consecutivo, ha subìto modifiche rispetto alle precedenti edizioni grazie al crescente numero di partecipanti, più di mille nell’ultima, spingendo i promotori a un rinnovamento inteso a declinare sport, natura, benessere e territorio.

L’obiettivo degli organizzatori è quello di legare la località alle sue principali caratteristiche ambientali, alle potenzialità di crescita del turismo naturalistico ed enogastronomico, dell’agricoltura e di altri settori economici.

La manifestazione nella sua nuova veste coinvolge diverse realtà, circa una quarantina, tra palestre, negozi di articoli sportivi, erboristerie e società sportive che si presenteranno con esibizioni e performance in tutte le aree del parco.

Un’importante novità riguarda l’inserimento del percorso in bicicletta con partenza dal villaggio fino alle valli Ortazzo e Ortazzino in collaborazione con la Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta onlus).

Saranno attrezzati alcuni spazi nella “Terrazza dei sogni” lungolago, sotto la tensostruttura di circa 500 mq, nell’area Parco dei fenicotteri e nel piazzale del ristorante, per la presentazione da parte delle società sportive, a partire dalla 14.30, di lezioni a porte aperte, servizi, articoli e prodotti.

Un’attenzione particolare sarà rivolta ai più piccoli: dalle 16 si terrà “Tutti in sella e animazione” by Fiabilandia e Zoo Safari; alle 16.30 Caccia al tesoro promossa dall’associazione genitori di Fosso Ghiaia; sempre dalle 16.30 merenda offerta da Natura nuova; alle 17 “Riconosci gli ingredienti”, gioco per bambini e genitori by Push the green e alle 18 partenza de “La Corsa dei Cicognini”, lungo un percorso di 600 metri.

Alle 19 il via alla vera e propria gara, dove ognuno dei partecipanti potrà scegliere quale percorso (se 2, 6, 8, 10 km) e la modalità con la quale intraprenderla, in base alle proprie capacità.

L’iscrizione alla podistica, possibile dalle 14 del giorno stesso, sarà di 2 euro a partecipante; l’importo andrà ai Podisti di Porto Fuori i quali provvederanno alla premiazione. Saranno premiate le società o gruppi sportivi con maggior numero di iscritti. La Campaza offre a tutti i partecipanti il pacco gara, composto da biscotti artigianali e miele biologico di pineta; lungo il percorso saranno allestiti punti di ristoro.

Al traguardo dei 10 km, chi vorrà potrà fermarsi a mangiare in compagnia potrà gustare un menu Run for eat ispirato alle tradizioni locali.

Per informazioni: 0544/560294 – www.lacampaza.com

La Provincia taglia le sedi: risparmi gestionali per ventimila euro all’anno

Il personale di via di Roma trasloca in piazza Caduti. Gran parte delle economie dovute alle minori spese per pulizia e riscaldamento

Palazzo Provincia RavennaLiberare, centralizzare, accorpare, vendere. Quattro verbi che possono essere riassunti in uno solo: risparmiare. Per la Provincia i tempi non sono dei migliori, l’organico è stato ridotto sia dalle riforme sia dal blocco delle assunzioni. Così l’ente accentrerà i lavoratori nella sede centrale di piazza Caduti in modo da liberare gli altri uffici periferici e, se possibile, venderli. Le misure sono previste nel nuovo piano di razionalizzazione dei servizi.

Per farlo ci sarà prima di tutto uno spostamento di personale da un piano all’altro che consentirà di svuotare completamente il piano ammezzato del palazzo. Qui è previsto il  trasloco di tutto il personale tecnico-amministrativo del settore Lavori Pubblici attualmente ubicato in via di Roma 118. Questo immobile non potrà però essere liberato completamente: dovranno continuare ad essere utilizzati i locali ad uso spogliatoio e deposito attrezzature per gli addetti della squadra tecnologica nonché i locali utilizzati come archivio ed autorimessa per le auto a guida libera.

Tra il 2019 e il 2020, dovrebbe essere completata la nuova sede di Arpae, dove si trasferirà il personale dipendente dell’Agenzia per l’Ambiente che attualmente occupa gli uffici del secondo piano. Solo in quel momento la Provincia valuterà  una migliore distribuzione degli uffici del settore Lavori Pubblici nonché la possibilità di liberare completamente l’immobile di via di Roma.

In soldoni, il risparmio per quanto riguarda le economie gestionali saranno di circa 23mila euro a cui vanno sottratti circa 12mila euro di interventi nel 2018. Per il primo anno il risparmio sarà quindi di 11mila euro che diventeranno ventimila l’anno successivo. Il risparmio è dovuto in gran parte alle pulizie e alle minori spese di riscaldamento, quantificate rispettivamente in 12mila e cinquemila euro annui.

 

Turismo, quattro province unite nella Destinazione Romagna. «Ma ora i collegamenti»

Presentata l’attività del soggetto pubblico che ha preso il posto di Province e Unioni di prodotto nel campo della promo-commercializzazione

Gnassi Corsini
Il sindaco di Rimini e presidente della Destinazione Romagna Andrea Gnassi (a sinistra) con l’assessore regionale al Turismo, il ravennate Andrea Corsini

“Romagna. Lo dici e sorridi”, è lo slogan che introduce il video sulla Destinazione Turistica Romagna proiettato in apertura dell’incontro svoltosi a Palazzo Rasponi, a Ravenna, per presentare le prime azioni poste in essere dal nuovo soggetto previsto dalla legge regionale sull’ordinamento turistico. Si tratta di un ente pubblico nato con l’obiettivo di sviluppare iniziative di promozione e valorizzazione dei territori e sostenere azioni promo-commerciali realizzate dagli operatori privati, assumendo di fatto le funzioni esercitate in passato dalle Province e dalle quattro Unioni di prodotto, ora abrogate.

Destinazione Turistica Romagna è formata dai territori di quattro province (Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) che nel 2017 hanno totalizzato circa 31 milioni di presenze turistiche e 6,9 milioni di arrivi all’anno. Da questo dato è partita l’analisi del presidente della destinazione e sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
«La nuova legge regionale – ha dichiarato Gnassi – ci consente oggi di mixare prodotti e destinazioni, turismo con territorio, immettendo, attraverso un modello nuovo di gestione turistica territoriale, nuova linfa all’innovazione del prodotto e alla promo-commercializzazione, all’integrazione tra pubblico e privato, elemento che continuerà ad essere l’asse portante della nostra programmazione. Occorre lavorare sui sistemi integrati di accoglienza, sul rinnovamento del prodotto, sul rilancio strutturale».

Alla base delle azioni della Destinazione – continua Gnassi – «c’è la volontà di passare dalla frammentazione all’integrazione di territorio e prodotto, creando una rete di servizi fra loro connessi di prodotti turistici trasversali e tematici. Obiettivi principali saranno la crescita del numero atteso di turisti e l’incremento dei flussi, il riposizionamento dei mercati, l’approccio a nuovi mercati, l’incremento del valore aggiunto delle attività economiche del territorio, l’incremento della notorietà della destinazione, la valorizzazione delle esperienze turistiche, dei prodotti turistici consolidati attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, la creazione di maggiore notorietà e visibilità sul web della destinazione, la creazione di un sentimento positivo verso le proposte turistiche della destinazione, il consolidamento dei prodotti turistici esistenti, la creazione e lo sviluppo di nuovi prodotti turistici trasversali e tematici, l’incremento dell’immagine della destinazione turistica come accessibile adatto a tutte le domande turistiche. I prodotti della destinazione dovranno essere fruibili e comunicati a tutti, divenendo strumento di inclusione e coesione territoriale, permettendo i collegamenti tra territori».

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha evidenziato anche l’importanza dei trasporti. «Oggi la mobilità e il trasporto delle persone dentro la destinazione e verso la destinazione – sono state le sue dichiarazioni –, e in particolare le connessioni con Bologna e con le linee di alta velocità che portano a Milano, Firenze, Roma e Venezia, sono l’elemento centrale per il successo di questa destinazione turistica. Dunque ora l’impegno di tutti, oltre che continuare a investire in promozione, deve essere quello di migliorare le connessioni dei trasporti».

Più parcheggi, fibra ottica, luci a led: 8 mesi di lavori sul Circondario ponente

Dal 9 aprile il cantiere che costerà 400mila euro. Il sindaco: «Miglioreranno la viabilità e la vivibilità»

CircondarioCosteranno 400mila euro e dureranno otto mesi i lavori cominciati oggi, 9 aprile, per la ristrutturazione di via Circondario Ponente a Lugo: riorganizzazione dei parcheggi con la realizzazione di posti regolari, adeguamento dei sottoservizi con la stesura della fibra ottica, sostituzione dei lampioni esistenti sul lato ovest con lampade a led, aggiunta delle protezioni anti calpestio per gli alberi con un anello in ghisa. Particolare attenzione verrà rivolta all’abbattimento delle barriere architettoniche, in particolare negli incroci e in corrispondenza degli attraversamenti pedonali.

Gli interventi si sono resi necessari a causa delle condizioni di degrado in cui si trova via Circondario Ponente, in particolare per quanto riguarda il lato adiacente ai fabbricati del centro storico, privo di illuminazione pubblica. Durante il cantiere gli operatori cercheranno di contenere il più possibile i disagi per i residenti, limitando il passaggio e la sosta delle auto solo nei tempi strettamente necessari ai lavori da compiere e non ostacolare, altrimenti, la qualità e la buona esecuzione delle opere previste.

«I lavori permetteranno di migliorare la viabilità e la vivibilità di una parte importante di Lugo – ha dichiarato il sindaco Davide Ranalli –. Gli interventi permetteranno, tra gli altri, di riorganizzare i parcheggi su questa via in modo da non sottrarre posti auto alle attività commerciali e ai residenti. La riorganizzazione dei parcheggi, inoltre, permette di regolamentare questi spazi e dotare il Comune di un numero superiori di posti auto».

Nessun nuovo caso o ricadute di parvovirosi, riapertura parziale del canile comunale

Contenuta la diffusione dell’infezione, dal 16 aprile la struttura torna verso la normalità anche per il cantiere che dovrà migliorare l’impianto

CanileÈ programmata per lunedì 16 aprilea una parziale riapertura al pubblico del canile municipale di Ravenna, se saranno confermati i risultati finora emersi per evitare il diffondersi della parvovirosi da alcuni cuccioli infetti. Si tratterà di una riapertura parziale per garantire, oltre alla normalizzazione sanitaria, anche la sicurezza del cantiere, per lavori di miglioramento della struttura già programmati, che si concentrerà nella prima fase sulla zona cuccioli per poi spostarsi all’esterno.

Il Comune fa sapere che prosegue la tendenza al miglioramento della situazione: «Ad oggi nessuno dei cani ospitati presenta sintomi riconducibili a nuovi casi o ricadute dell’infezione, ed è terminato il trattamento di disinfezione delle aree coinvolte». Dopo le analisi su un primo lotto di campioni biologici che avevano rilevato la presenza di Parvovirus e Coronavirus, si è proceduto a un secondo campionamento: nei prossimi giorni l’Ausl invierà i risultati degli esami su questo secondo campionamento, che dovrebbero confermare la soluzione del problema.

Nate altre due tigri al parco Safari di Mirabilandia: si chiamano Rey e Ethan

Sono sei i cuccioli partoriti da Nuvola. Questi, a differenza degli altri quattro, vengono allattati dalla mamma

AttachmentDopo la nascita di Shiba e Conan alla fine della stagione 2017, sono nati altre due tigri al parco Safari di Ravenna. Si chiamano Rey e Ethan, sempre figli di Nuvola. I tigrotti hanno due mesi Diverse però questa volta le dinamiche legate all’accudimento dei due cuccioli da parte della mamma. Già nel 2013 con Sandra e Thor e pochi mesi fa con Conan e Shiba, il team di Keeper e veterinari del Parco, sono dovuti intervenire in modo tempestivo per provvedere all’accudimento e alla crescita dei due cuccioli “rifiutati” dalla loro mamma che gli aveva abbandonati mostrando atteggiamenti di non curanza, trascurandoli e non allattandoli. Questa volta i cuccioli sono con mamma Nuvola e pur non mostrando una particolare attenzione e premura, non si sottrae all’allattamento dei cuccioli che crescono in modo ottimale.

«In questo momento – si legge in una nota del Parco – , il nostro team di veterinari è impegnato ad osservare e confrontare le varie dinamiche accadute rispetto alle precedenti nascite. Possiamo affermare agevolmente che l’atteggiamento della mamma è influenzato anche da fattori stagionali: le nascite avvenute durante i mesi più caldi portano ad una maggiore disattenzione da parte della mamma che, unitamente al gruppo, trascorre molte ore all’aperto e non si dedica ai cuccioli. Nei mesi più freddi, durante i quali si trascorrono più ore negli appositi ricoveri riscaldati, il comportamento è differente e pur non essendo particolarmente “materna” non si sottrae alle richieste di allattamento da parte dei due tigrotti». La differenza di allattamento influisce anche sulla crescita degli animali:  «Rey e Eathan, ad un mese dalla nascita, hanno dimensioni paragonabili a quelli di Conan e Shiba a circa 3 mesi. Anche nel caso dei felini dunque, come per gli umani del resto, il latte materno resta di certo l’alimento più completo e indicato.» conclude.

Tigri nate al parco safariIl parco sottolinea «quanto la nascita di tigri sia considerato un successo che va nella direzione della tutela di specie in via di estinzione, particolarmente vero nel caso di questi esemplari. Questi infatti scompaiono giorno dopo giorno e nel XX secolo si sono del tutto estinte tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali. Nel 2010 da un primo censimento svolto in India, Russia, Nepal, Bangladesh and Bhutan risultavano esserci soltanto 3.200 tigri in natura, oltre il 97% in meno rispetto alla fine del secolo scorso. Nel 2016 si è però registrato un dato incoraggiante: il numero globale di tigri, che non registrava un incremento da oltre cento anni, è cresciuto arrivando a 3890, proprio grazie a politiche volte alla conservazione e attuate in giardini zoologici o in contesti di cattività».

Nuovo Esp, il bilancio Igd: «A 10 mesi dall’ampliamento clientela aumentata del 30%»

I dati diffusi in occasione della vincita di un premio architettonico in cui si sottolinea l’attenzione alla sostenibilità energetica

IMG 0925Il centro commerciale Esp di Ravenna è stato premiato con il “Cncc Design Award” per la categoria “Refurbishment” nel corso del Convegno che si è tenuto a Milano in data 5 aprile dal titolo “Deep Renovation”. Obiettivo del riconoscimento: premiare, fra gli  associati al Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) le nuove realizzazioni e ristrutturazioni che si sono contraddistinte per il valore architettonico, tecnico e della sostenibilità. Nello specifico la giuria ha analizzato criteri quali architettura, tecnica (relativa agli impianti meccanici, elettrici, di trasporto, illuminotecnici, sonori) e sostenibilità economica, energetica e sociale.

Due i capisaldi del progetto riconosciuti dalla giuria del premio. Si legge in una nota che a convincere è stato in particolare  «il linguaggio architettonico utilizzato e l’attenzione alla sostenibilità». Secondo la nota inviata da Igd, a dieci mesi dall’apertura, il nuovo Esp «ha visto crescere il numero dei propri visitatori di oltre il 30% e registrato ottime performance in termini di efficienza energetica».

Questo il commento di Roberto Zoia, direttore Patrimonio e Sviluppo dell’azienda: «Negli ultimi anni abbiamo seguito un impegnativo programma di lavori per aggiornare il nostro patrimonio di Centri Commerciali e renderli sempre più attraenti per i visitatori, con attività di restyling, refurbishment, ed ampliamenti. Oltre ai buoni risultati commerciali che stiamo ottenendo, fa piacere ricevere riconoscimenti come questo».

In consiglio comunale i grillini lasciano Cambierà e formano il gruppo misto

Maiolini e Panizza se ne vanno dalla lista nata nel 2016 dopo la mancata concessione del simbolo pentastellato alle elezioni comunali. Resta solo Tardi che ha già abbandonato l’M5s

Da sinistra Emanuele Panizza, Marco Maiolini, Samantha Tardi

L’anima grillina abbandona il movimento civico Cambierà in consiglio comunale a Ravenna: due dei tre rappresentanti della lista – che nacque nella campagna elettorale per le comunali del 2016 dopo la mancata concessione del simbolo pentastellato e candidò Michela Guerra a sindaco – annunciano il passaggio al gruppo misto. Ad andarsene sono Marco Maiolini e Emanuele Panizza (quest’ultimo entrato a gennaio dopo le dimissioni di Guerra), rimane solo Samantha Tardi che di recente ha annunciato il suo addio al Movimento 5 Stelle.

Queste le motivazioni, secondo una breve nota inviata alla stampa dai due fuoriusciti: «Recenti confronti sui programmi futuri all’interno di Cambierà, hanno evidenziato una divergenza di opinioni e intenti, che non ci permettono più di portare avanti quei principi e quelle idee ispirate al M5s, per le quali siamo stati votati e sediamo in consiglio comunale. Per rispetto della nostra integrità e dei nostri elettori, che riteniamo essere per la stragrande maggioranza pentastellati, ci vediamo costretti ad uscire da Cambierà ed entrare nel gruppo misto».

Maiolini e Panizza hanno ben chiaro l’obiettivo su cui lavorare: «Questo nuovo gruppo si metterà da subito a disposizione delle associazioni e dei singoli cittadini presenti nel territorio che vogliono attivarsi e lavorare per riportare il simbolo del Movimento Cinque Stelle nella nostra città. Per quanto concerne il nostro lavoro in seno al consiglio comunale continuerà con rinnovate energie e impegno, nel pieno rispetto dei cittadini di Ravenna che rappresentiamo».

Bici Obike pesanti e lente, il responsabile: «Per non correre e scoraggiare i ladri»

La startup asiatica è sbarcata con centinaia di velocipedi tra Ravenna e Cervia: «Nei primi giorni in media una corsa per ognuna». Ma nessun dettaglio sulla dimensione dell’azienda. Sul futuro: «Siamo in fase sperimentale, non possiamo sapere se reggerà il business»

ObikeCon il telefonino cerchi sulla mappa la bicicletta disponibile più vicina, sblocchi il lucchetto inquadrando con la fotocamera il codice a barre sul telaio, pedali per quanto ti serve e quando arrivi a destinazione chiudi il lucchetto per lasciare la bici ovunque a disposizione degli altri. Funziona così Obike, il servizio di condivisione bici operativo a Ravenna e Cervia dalla fine di marzo. In tutto circa seicento velocipedi grigi e gialli sparsi nei due comuni. Caratteristica peculiare è proprio l’assenza di stazioni dove collocare le bici nel periodo in cui non si utilizza: può essere lasciata ovunque, nel rispetto del codice della strada e della buona educazione. Obike è una startup nata a Singapore all’inizio del 2017 e si sta ampliando. Entra nelle città stringendo rapporti commerciali con aziende locali che conoscono il territorio. Il responsabile del ramo Italia è il 40enne milanese Andrea Crociani che nel 2012 partecipò allo sbarco italiano di Airb&b.

Crociani, che numeri sta facendo Obike? Quanti siete?
«È una startup ancora piccola ancora ma già con un approccio globale, siamo in oltre venti Paesi in tutto il mondo. La parte italiana è nata a luglio 2017 e io sono entrato a ottobre. Posso dire che i tassi di crescita sono molto elevati ma non posso dare numeri su fatturati, giro d’affari, dipendenti. La linea aziendale su questi temi è molto rigida».

Come è cominciata l’avventura ravennate?
«Nei primi tre giorni c’è stata una media di un corsa per ogni bicicletta distribuita sul territorio. Siamo soddisfatti dell’inizio».

Che rapporti avete con l’amministrazione comunale?
«Abbiamo avuto incontri con il sindaco e gli assessori per presentare il nostro progetto e abbiamo trovato grande incoraggiamento a portare avanti il progetto. Siamo una realtà privata, avviamo la nostra attività con una normale Scia e il rischio è tutto nostro. Ai Comuni chiediamo di sposare la mentalità dietro al bike sharing, magari promuovendo un uso consapevole della bici e del riposizionamento».

E magari qualche ciclabile in più…
«Ho un altro modo di vedere le cose: non devono aumentare gli spazi riservati alle bici, vorrei che diminuissero quelli in cui è permesso l’accesso alle auto»

Chi usa la bici paga 50 centesimi ogni 30 minuti con varie formule di abbonamento. Il business regge solo sul pagamento delle corse?
«C’è anche la vendita di spazi pubblicitari sulle bici e a Ravenna abbiamo già un contratto di sponsor. Poi anche tramite l’app sul telefonino possono essere veicolati messaggi promozionali di terzi. Ma tutti i dati restano solo a Obike».

Il modello reggerà?
«Siamo ancora in fase sperimentale, non possiamo sapere se reggerà all’infinito. Dobbiamo arrivare almeno all’anno prossimo per capire come vanno le cose».

Vi sarete posti anche il problema di furti e vandalismo. Poche settimane fa un vostro competitor cinese, la Gobee, ha annunciato di abbandonare l’europa proprio per troppi danni subiti.
«Per scongiurarli si parte dalla scarsa appetibilità delle bici: pesano volutamente tanto, 22 kg, e anche i pezzi sono specifici in modo che non siano utilizzabili altrove. Bisogna mettere in conto comunque che una parte verranno rubate. Se i furti restano sotto al 10 percento della flotta diciamo che ci sono i margine per resistere».

Circolano lamentele di chi critica lentezza e pesantezza delle bici. Le abbiamo provate e in effetti il mezzo è stabile e silenzioso ma è richiesta una bella gamba per mandarlo avanti…
«Sono bici pesanti con gomme piene per ridurre la manutenzione, renderle meno appetibili per i ladri ed evitare che gli utenti sfreccino per le strade aumentando i rischi a loro carico».

Prima di entrare in una nuova città cosa si valuta?
«Si valuta la popolazione e il potenziale. In Romagna non c’è solo il residente ma anche il turista. E ovviamente si guarda quanto è pianeggiante il territorio, proprio per il discorso appena fatto sulla pesantezza dei mezzi. Bisognerebbe guardare anche la qualità delle strade ma ad esempio a Roma ci sono strade disastrose ma non essendoci altri sistemi di viabilità leggera, agli utenti Obike piace».

C’è anche una mentalità proiettata in ottica più green o è solo business?
«Vengo da Airb&b e dal mondo sharing, credo moltissimo nel lato non tanto ambientale ma in un cambio culturale degli usi e lo dico mentre rispondo al telefono da un’auto ibrida. Non ho problema a dire che Milano dove vivo e non c’è Obike utilizzo il bike sharing dei nostri concorrenti. Nei giorni in cui sono stato a Ravenna per il lancio di Obike, ad esempio, ho parcheggiato in albergo e non ho più spostato l’auto».

Il volto di Caterina Sforza dà il benvenuto ai visitatori su un muro di Bagnara

Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento

AttachmentDomenica 8 aprile è stato inaugurato a Bagnara di Romagna il nuovo murale intitolato “Caterina: tigre di Romagna”, collocato su un’ampia parete visibile sul circondario per chi arriva da via Garibaldi, nei pressi della Porta di Bagnara. Il partecipatissimo brindisi inaugurale è arrivato appena cinque gironi dopo l’inizio dell’opera, realizzata del giovane artista argentino Guido Palmadessa che ha ringraziato la comunità bagnarese per l’apprezzamento nei suoi confronti e l’accoglienza calorosa di questi giorni.

Il murale rappresenta Caterina Sforza, che fu Signora di Bagnara, con una spada in mano. Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento. La tigre ricorda il soprannome che le venne assegnato già nelle cronache rinascimentali, cui solo più tardi si aggiungerà quello di “leonessa”, entrambi segno di un carattere forte e coraggioso che le ha permesso di lasciare un segno importante nella storia.

“Questo splendida opera è per Bagnara un elemento che valorizza la nostra storia e la nostra cultura – ha dichiarato il sindaco Riccardo Francone -, attraverso la rappresentazione del personaggio più celebre legato al nostro borgo e della nostra Rocca, proprio nel decennale dell’inaugurazione del Museo del castello; rappresenta inoltre un formidabile strumento di promozione turistica dal forte impatto emotivo”. Il progetto è stato reso possibile dalla disponibilità dei proprietari della parete, i fratelli Platti, e dal supporto economico dell’Immobiliare Roma Srl e dello studio medico Arniani.

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