In municipio si parlerà della nuova sede di via Umago dopo le discussioni dei giorni scorsi. Il primo giugno c’è stata una manifestazione degli studenti
Venerdì 9 giugno prossimo alle 15, nel salone del consiglio comunale, le commissioni consiliari Sanità Pubblica, presieduta da Alvaro Ancisi, e Istruzione, presieduta da Chiara Francesconi, discuteranno del trasferimento dell’Istituto professionale Olivetti dalla sede di via Nino Bixio alla sede di via Umago dell’ Istituto Callegari, con particolare riferimento alla qualità dell’accoglienza degli allievi in possesso di disabilità.
Sull’argomento, oggetto di ampie discussioni in città e già trattato sinteticamente in consiglio comunale il 16 maggio con un question time tra Ancisi stesso e il sindaco De Pascale, si è svolta il primo giugno una manifestazione pubblica degli studenti dell’ Olivetti.
Alla seduta di commissione del 9 giugno interverrà il sindaco, mentre è invitata una rappresentanza delle istanze scolastiche e sociali interessate. Tra queste, hanno già assicurato la loro partecipazione al dibattito l’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (ANMIC) e la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND).
La presidente di Aid Ravenna su difficoltà, ostacoli e progressi: «Non serve un sostegno ma professori adeguati»
Anna Maria Dalla Valle, presidente Aid
Aid è l’associazione di famiglie con figli dislessici nata nel 1997 e nuovamente attiva a Ravenna dal 2013, accreditata dal Miur per offrire formazione ai docenti nelle scuole. Tra gli ultimi progetti che ha messo in campo c’è “Dislessia amica”, un corso di e-learning cui si sono iscritti 33 istituti e 770 docenti in provincia, e da anni organizza mensilmente presso il Cmp momenti di incontro per i genitori, consulenze e consigli tramite una help line, uno sportello aperto una volta al mese al liceo Artistico (dove la presenza di ragazzi con Dsa è particolarmente importante, si parla di circa 90 iscritti), incontri tra famiglie insieme ai figli, dove può accadere che i più grandi ormai adolescenti aiutino i più piccoli. Insomma, un punto di riferimento per le oltre trecento famiglie associate e non solo, visto l’impegno dell’associazione a diffondere buone prassi, consapevolezza, al fine di avere una maggiore conoscenza del fenomeno per far cadere resistenze e barriere verso questi ragazzi. La presidente è Anna Maria Dalla Valle con cui abbiamo chiacchierato a lungo per capire meglio la realtà che vivono oggi a Ravenna i ragazzi con diagnosi Dsa e le loro famiglie che abbiamo incontrato.
Presidente, in questo momento quali sono i punti critici sul territorio per chi ha figli Dsa?
«Sicuramente i tempi richiesti per una diagnosi da parte dell’Asl, per cui può servire anche un anno. Sappiamo che non dipende dalla buona volontà di chi opera sul territorio, ma che è un problema di risorse disponibili. Anche perché sono molto aumentate le persone a cui viene consigliato di farsi fare la diagnosi ma per chi risulta positivo il rischio è perdere mesi cruciali. E alla fine siamo alle solite: chi può permetterselo si rivolge a un privato e con 300 euro ottiene in un mese ciò che l’Ausl rilascia in un anno. Non solo, la diagnosi dell’Ausl non è “parlante”, cioé è scritta in un linguaggio eccessivamente tecnico e sintetico per l’utilizzo quotidiano a supporto sia dei genitori che degli insegnanti; perché dobbiamo sempre ricordarci che ogni Dsa è diverso dall’altro. Una diagnosi più chiara sarebbe utile a insegnanti e famiglie».
E così chi può si rivolge al privato. Un figlio con Dsa può rappresentare quindi anche un costo?
«Sì, ci sono spese che vanno dalla diagnosi alla logopedia, fino alla necessità di un doposcuola o qualcuno, specializzato, che aiuti il ragazzo quando in famiglia nessun altro lo può fare».
Ma cosa succede in una famiglia quando arriva una diagnosi?
«Dipende, le reazioni possono essere diverse. C’è chi prova sollievo perché finalmente può trovare una spiegazione a ripetuti fallimenti scolastici difficili da capire a fronte di performance più che normali in qualsiasi altro contesto non scolastico, ma c’è anche chi la rifiuta e la nega. Sicuramente una diagnosi Dsa comporta un enorme stress per l’intero nucleo familiare che deve riorganizzarsi. Sarebbe importante che i genitori fossero concordi tra loro nell’affrontare le difficoltà poste dalla dislessia».
La scuola rappresenta per molti un’altra nota dolente.
«Per fortuna le cose stanno cambiando soprattutto nelle primarie pubbliche dove viene effettuato uno screening mirato all’individuazione di possibili Dsa, grazie all’impegno del Comune e dell’associazione Dalla Parte dei Minori, e dove sempre più insegnanti si impegnano anche in formazione specifica, pur non avendone l’obbligo. Dalla Regione potrebbe arrivare a breve un accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale per estendere la pratica a tutte le scuole della Regione. Sarebbe davvero l’anno zero».
Ma cosa succede alle scuole medie e alle superiori? Ci risulta che ci siano situazioni anche di tensione e difficoltà lamentate dalle famiglie.
«Sì, la situazione è diversa: gli insegnanti sono tanti e non è sempre facile cambiare il proprio approccio rispetto all’insegnamento. A volte sono più attrezzate le scuole professionali, più abituate ad accogliere questo tipo di studenti rispetto a certi licei dove i Dsa stanno iniziando da poco a iscriversi. Per questo sono ottimista, le cose stanno cambiando, man mano che sempre più ragazzi dislessici e discalculici affronteranno fin da piccoli un percorso adeguato, capiranno di avere le stesse capacità degli altri, anzi a volte anche maggiori e aumenteranno gli iscritti nei licei. Perché gran parte delle persone con Dsa hanno quozienti intellettivi superiori alla media e molti sono portati per discipline artistiche o materie astratte, anche perché riescono spesso a mantenere il cosiddetto pensiero “divergente” anche da adulti, sono creativi e portati per il problem solving e possono diventare risorse che la nostra società non può permettersi di perdere. Ma perché questo accada devono avere fiducia in se stessi ed è in questo che gli insegnanti hanno un ruolo fondamentale e possono fare la differenza. Un buon insegnante può salvare un ragazzino che altrimenti rischia l’abbandono scolastico con ciò che ne consegue».
Almeno nei casi più gravi, non sarebbe d’aiuto un sostegno adeguato?
«No, non serve, servono buoni insegnanti e a loro, se mi fosse possibile, vorrei dire questo: so che a volte anche i genitori possono sembrare polemici, ma per le famiglie un figlio Dsa è un impegno enorme e i ragazzi arrivano alle superiori dopo anni di fatiche e battaglie fisiche e psicologiche, e abbiamo tutti bisogno della collaborazione della scuola. Oggi, grazie alla tecnologia, sono possibili risultati prima impensabili. Uno studente Dsa può rappresentare un’occasione per mettersi in discussione, per cambiare. Peraltro ci sono ausili pensati per loro, come le mappe concettuali, che possono essere utili per insegnare a tutti».
L’università è ancora un miraggio per tanti di questi ragazzi?
«I test di ingresso sono un problema, così come la mancanza di testi che possono essere letti con sintesi vocale. Aid si sta impegnando perché gli strumenti compensativi previsti dalla legge siano concessi anche in ambito universitario. Del resto, anche gli occhiali sono un metodo di compensazione per chi non vede. A chi verrebbe in mente di non farli usare a un miope? La calcolatrice per un discalculico è la stessa cosa».
E come si svolge la vita quotidiana in casa?
«Come dicevo ogni ragazzo Dsa lo è a modo suo, ma gran parte di loro ha una brevissima memoria di lavoro e si dimentica facilmente anche le mansioni più semplici, faticano a concentrarsi, si distraggono facilmente. Hanno problemi ad allacciarsi le scarpe, per esempio, perché per loro nessuna routine diventa automatica. E questo a volte può diventare molto faticoso anche per chi vive con loro, serve quindi grande armonia all’interno del nucleo famigliare. Ma come cerchiamo sempre di far emergere nelle nostre campagne di informazione, essere Dsa non significa valere di meno, ci sono tantissime storie di successo di Dsa, a cominciare da quella di Albert Einstein, ma serve impegno e consapevolezza…».
Daniele Ossani era partito per guardare la finale di Champions nel maxischermo ma è stato travolto dalla folla presa dal panico. «In quei momenti ho pensato di tutto»
Era partito con altri tre amici sperando di tornare festeggiando la vittoria della Juventus dopo qualche giorno insieme passato a Torino. Si ritrova invece la domenica mattina in ospedale, con la sconfitta dei bianconeri vista come il male minore, dopo la terribile serata passata in piazza San Carlo, nel piemontese. Daniele Ossani, 25enne di Godo, era andato lì a seguire sul maxischermo la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid ed è tra il migliaio di feriti provocati dal panico in piazza.
Tutto è iniziato dopo il terzo gol del Real Madrid che ha mandato in fumo i sogni dei tifosi bianconeri. A Torino per la delusione sportiva c’è stato poco tempo: «Ero a metà della piazza, vicino al monumento – racconta Daniele -, e dalla sinistra ho visto arrivare come un’ondata di persone che correva. A quel punto mi sono messo a correre anche io, anche perché non c’era scelta se non si voleva essere travolti». Durante l’ondata di panico il 25enne pensa di tutto, ovviamente anche all’attentato terroristico, poi cade e a quel punto si ferisce: «C’erano dei pezzi di vetro a terra, bottiglie di birra rotte, e mi sono tagliato alle mani e alle ginocchia. La vera fortuna però è che sono riuscito ad alzarmi subito, senza essere calpestato, è stata una sensazione terribile».
Nella corsa i quattro amici si perdono e si ritrovano in hotel. Stanno tutti bene, il più ammaccato è Daniele. «Nessuno sapeva cosa fosse successo esattamente, lo abbiamo scoperto poi dai siti web». L’ondata di panico era dovuta ad un botto che si è udito dal parcheggio sotterraneo della piazza. I tifosi hanno pensato ad un’esplosione, in realtà si trattava di una ringhiera che ha ceduto e, cadendo, ha provocato il rumore. Dopo l’accaduto gli amici accompagnano il giovane al pronto soccorso piemontese ma lì la situazione è di emergenza: «Il medico – racconta Daniele – mi ha consigliato di tornare a Ravenna a farmi medicare perché a Torino avrei dovuto aspettare fino a domenica pomeriggio». Proprio mentre è in attesa di cure in ospedale il ragazzo racconta al telefono quei terribili momenti di paura. Nella testa ancora quella «sensazione bruttissima» con scarpe, zainie gente per terra che stava male dopo essere uscita di casa con la segreta speranza di una festa sportiva.
Il diverbio tra i due nella mattinata di venerdì, poi il regolamento di conti e lo sparo. La polizia ha già sequestrato l’arma
Prima la lite, poi il regolamento di conti con tanto di pistola. Questa in estrema sintesi la dinamica dell’episodio su cui la polizia sta indagando e che potrebbe portare nelle prossime ore al fermo di due persone. A raccontare la vicenda è il Corriere di Romagna oggi in edicola.
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano la lite tra un napoletano e un tunisino, poi finito al pronto soccorso, sarebbe avvenuta venerdì mattina. Dopo il diverbio il primo è andato a cercare l’altro, questa volta armato, e la scheggia di un proiettile avrebbe ferito il tunisino che – nella serata di venerdì – si è recato al pronto soccorso. E’ stato il personale medico ed infermieristico ad accorgersi dell’accaduto e ad avvertire la polizia che ora sta portando avanti le indagini del caso. La polizia, sempre secondo quanto riferito dal quotidiano, avrebbe già trovato e sequestrato l’arma, non denunciata
Bookshop chiusi e biglietterie in difficoltà a causa di un contenzioso. LpRa: «Il Comune intervenga a favore dei dipenenti che rischiano il posto»
Sant’Apollinare in Classe
I problemi organizzativi nei monumenti Unesco gestiti dallo Stato arrivano poco dopo l’accordo firmato tra il Ministero dei Benu Culturali e il Comune di Ravenna. A farlo notare in una nota è Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, che parla di una «situazione kafkiana» che – secondo quanto ricostruito – deriverebbe da un contenzioso tra la società privata che ha in gestione i servizi di bookshop e biglietteria e il Ministero.
L’accordo firmato tra Stato ed enti locali era stato «esaltato alle stelle, anche se alquanto fumoso e sottoscritto dal sindaco all’insaputa del consiglio comunale, senza il cui voto non può essere attuato». Secondo questo accordo dal primo novembre i servizi saranno affidati dal Comune e dovrebbero essere gestiti da Ravennantica. Degli attuali disagi, però, «l’assessore alla Cultura non sa nulla».
Chiede Ancisi nella sua interrogazione come mai non ci sia stata comunicazione tra il Ministero e il Comune, inoltre «trattandosi di fronteggiare un’emergenza con risorse umane limitate, le istituzioni pubbliche e sociali e il volontariato della città non avrebbero potuto e potrebbero farsene carico transitoriamente?». Poi il capogruppo chiede quali siano i termini e le cause della contesa tra Ministero e società e «quali prospettive e tempi di soluzione» ci siano.
Infine, riguardo alla decina di dipendenti della società pubblica che rischiano il posto, «perdendo così il diritto di legge ad essere riassunti dal successivo gestore, che il sindaco ha politicamente designato nella persona di RavennAntica: essendo questa di proprietà maggioritaria (54,18%) del Comune di Ravenna, il sindaco può assicurare, sotto la sua parola, che comunque vada questi lavoratori saranno ugualmente ripresi in servizio e stabilizzati dalla nuova gestione?»
La Cooperativa Bagnini aiuterà economicamente i colleghi colpiti nella notte. «Combattiamo in tutti i modi questi comportamenti»
Un atto vandalico devastante per gli stabilimenti balneari quello che si è compiuto nella notte tra giovedì e venerdì a Pinarella di Cervia. Un migliaio di lettini e di ombrelloni sono stati tagliati in cinque stabilimenti balneari. Ad essere colpiti sono stati i bagni Vittoria, La Villa, Pineta, Italia e Giuliana. Secondo il consigliere della Coop Bagnini di Cervia, Bruno Piraccini, si tratta «di un’azione che preoccupa e che mette un certo allarme. Difficile pensare ad un atto vandalico, come può essere l’incendio ad un cassonetto, tutto fa presumere di essere davanti ad un’azione pensata, portata a termine alla vigilia di un ponte festivo, con conseguente danno economico».
La Cooperativa si è attivata da subito per sostenere i soci che si sono trovati ombrelloni e lettini tagliati il 2 giugno, con la spiaggia piena di turisti. Già dalla mattinatadi ieri il presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia, Fabio Ceccaroni, era già sul posto per dare solidarietà ai colleghi e per valutare i danni. Sono in corso le indagini delle forze dell’ordine e per la prossima settimana è stato indetto un cda straordinario della Coop Bagnini di Cervia.
La Cooperativa come detto darà il suo contributo per aiutare economicamente le imprese e permettere ai concessionari di continuare a gestire l’attività e garantire ai clienti e ai turisti i servizi di sempre. «Non possiamo che prendere atto del gesto vandalico e reagire perché tutto venga subito arginato e ripristinato a favore dei turisti – ha asserito Ceccaroni –. La Cooperativa è sempre pronta a sostenere immediatamente, sia moralmente che economicamente, gli associati. Questo è lo spirito cooperativo. Inoltre siamo accanto alle istituzioni e all’amministrazione comunale per contrastare con ogni mezzo chi pensa di utilizzare metodi illeciti e vandalici in città»
Tra le operazioni della Municipale anche un giovane pizzicato alla guida di un autocarro che stava correndo oltre 55 km/h oltre al limite: maximulta
Una scena del film Fast and Furious
La Bassa Romagna come Fast and Furious, il celebre film sulle corse clandestine. A sventarlo è stata la polizia municipale della Bassa Romagna che, alla fine di un’indagine, ha rintracciato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e partecipazione a corsa clandestina un venticinquenne lughese che, alla guida di una Volkswagen Golf, si era dato alla fuga dopo che gli agenti, nell’ottobre scorso, avevano interrotto una gara non autorizzata di accelerazione tra auto nella zona industriale di Lugo. Durante l’operazione, svolta nell’autunno scorso, la Pm aveva identificato e denunciato sul posto solo il conducente della prima vettura, una Bmw Serie 1.
Altre due operazioni sono state portate a termine dalla polizia locale. Su via Trebeghino a Massa Lombarda, strada teatro di recente di gravi incidenti stradali, hanno fermato un autocarro Nissan guidato da un 26 enne massese. Il giovane, come verificato grazie al telelaser, stava percorrendo la Trebeghino a una velocità di 105 km/h, oltrepassando di 55 km/h il limite di 50km/h previsto in quella strada, larga poco più di 3 metri. Al ventiseienne, oltre alla sanzione pecuniaria di 532 euro, è stata ritirata la patente, ai fini della sospensione da 1 a 3 mesi
A Fusignano, durante un pattugliamento di controllo, gli agenti, con l’aiuto della pattuglia del nucleo di pronto intervento, hanno sequestrato un ciclomotore Yamaha Aerox condotto da un 50enne ravennate che dal controllo è risultato essere senza assicurazione, nonché senza targa idonea alla circolazione.
Il medico comparirà davanti al Gup. Di fronte a sé due strade, al momento sembra più probabile che si scelga il dibattimento davanti alla Corte
Matteo Cagnoni con Giulia Ballestri
Il 22 giugno si compirà il primo passaggio cruciale della vicenda giudiziaria di Matteo Cagnoni, il medico accusato di aver ucciso la moglie, Giulia Ballestri, lo scorso 16 settembre nella villa di via Padre Genocchi. Cagnoni, secondo quanto riportano oggi i quotidiani, comparirà davanti al gup e potrà decidere seandare al rito abbreviato o scegliere la via del dibattimento, in Assise. Il patteggiamento è infatti escluso nei casi di omicidio ed è quanto meno inverosimile che il gup, Antonella Guidomei, decida per il non luogo a procedere.
L’abbreviato porta allo sconto di un terzo della pena, in questo caso fino a trent’anni di carcere, ma il medico si è sempre detto innocente e vista la linea difensiva tenuta sinora sembra che il processo in Assise sia la via che con ogni probabilità di seguirà. In caso di condanna con aggravanti confermate (premeditazione e crudeltà) Cagnoni rischierebbe l’ergastolo.
Volley Serie A2 femminile / Nell’andata della finale playoff le ravennati provano a imitare le “cugine” della Teodora nella sfida contro le avellinesi dell’Acca. Primo match domani a Cassano Irpino. Coach Breviglieri: «Abbiamo il 50% delle possibilità di farcela»
Una esultanza delle giocatrici dell’Olimpia Cmc
Nel piccolo impianto di Cassano Irpino l’Olimpia Cmc affronta domani l’Acca Montella nella gara di andata della finale dei playoff per salire in Serie A2 (inizio ore 18, arbitri Fini e Scotti). A differenza dai due turni precedenti della post season, dove le ravennati hanno sconfitto Aprilia (nei quarti) e Perugia (in semifinale), la serie inizia in trasferta e, tra l’altro, in un ambiente molto caldo come quello avellinese. La gara di ritorno, invece, è in programma mercoledì sera (ore 20.30) al PalaCosta, mentre l’eventuale ‘bella’ si disputerà ancora in terra irpina, domenica 11 giugno.
Spinte da una serie di undici successi consecutivi, Babbi e compagne proveranno a partire con il piede giusto nella prima finale, confermando il buono stato di forma mostrato nei playoff. «Chiudere la serie con Perugia in due gare – inizia il tecnico Marco Breviglieri – è stato importante, così le ragazze hanno avuto la possibilità di riposarsi per un paio di giorni. Alle spalle abbiamo trenta partite giocate, con un campionato che dura da quasi otto mesi, ed è inevitabile che a questo punto dell’anno comincino ad affiorare gli acciacchi e la stanchezza. Noi in ogni caso stringiamo i denti, perché vogliamo chiudere la stagione nel migliore dei modi».
Se le forze fisiche non sono al top, non saranno certo le motivazioni a mancare in casa Olimpia Cmc. «Gli stimoli non ci mancano, in quanto abbiamo la possibilità di scendere in campo per raggiungere l’obiettivo prefissato a inizio stagione. Non ci aiuta il fatto di disputare il primo match in trasferta, in un ambiente che sarà di sicuro caldissimo, e non sarà facile vincere. Innanzitutto non dovremo farci condizionare dai fattori esterni, giocando con grande calma e concentrazione, pensando a mettere in pratica quello che sappiamo fare. C’è un fortino da espugnare almeno una volta, ma penso che abbiamo il 50% di possibilità di centrare la promozione».
L’Acca Montella si è piazzata al secondo posto nel girone D e nella prima fase dei playoff è stata sconfitta in finale dalla Conad SiComputer, con le ravennati che si sono aggiudicate entrambi i match. Il tecnico Dino Guadalupi può contare su un roster completo e competitivo in ogni reparto, a partire dalla diagonale formata dalla palleggiatrice Saveriano e dall’opposto Mauriello. Il reparto bande è composto dalla ravennate Ventura (per lei esordio in A1 con la maglia dell’allora Mirabilandia) e da Boccia, con l’imolese Devetag primo cambio, mentre al centro di solito vengono schierate Piscopo e Diomede (il libero è Giacomel). «Si tratta di una formazione esperta e pericolosa, con un gioco diverso da quello di Perugia, meno fisico e più veloce. Fa leva su due buone centrali e un ampio ventaglio di variazioni in fase di attacco, per cui bisognerà prima di tutto rendere dura la vita alle avversarie con il servizio. Se riusciremo a mettere la stessa intensità vista nelle ultime uscite – termina Breviglieri – ce la giocheremo fino alla fine».
Il suo amore non era corrisposto e si era vendicato bruciano l’auto di una coppia di amici di lei. Dal carcere continuava a mandare lettere minatorie, per questo è tornato dentro cinque mesi dopo l’uscita
Un anno fa aveva dato fuoco ad auto e motocicli di due pensionati soltanto perché amici della donna di cui era innamorato. Era stato così arrestato dai carabinieri. Dodici mesi dopo torna in carcere perché i giudici lo considerano ancora “emotivamente coinvolto”. La vittima dello stalking è una 38enne faentina. Lui, 53enne, aveva cominciato a scriverle messaggi con avances che non erano però ricambiate. Aveva preso quindi di mira tutte le persone che avevano a che fare con la donna, fino ad arrivare a bruciare le auto dei suoi conoscenti. Era accaduto a Faenza, in zona Borgo Urbecco.
Dopo l’arresto eseguito dai carabinieri di Faenza, avvenuto in flagranza mentre stava recapitando delle lettere minatorie alla vittima, era rimasto in carcere fino a gennaio. Scarcerato e sottoposto all’obbligo di firma e al divieto di avvicinamento a tutte le persone coinvolte nella vicenda. La donna nel frattempo aveva ritirato la denuncia ma la serie di reati erano procedibili d’ufficio, visto la loro gravità, e il pm Antonio Bartolozzi aveva presentato ricorso contro la decisione del tribunale di Ravenna.
Il magistrato riteneva infatti l’uomo ancora pericoloso. Dal carcere infatti aveva inviato lettere, acquisite dai carabinieri, ai parenti dalle quali trapelava il suo rancore nei confronti della donna perché si era rivolta ai carabinieri. Il riesame a Bologna ha dato ragione alla procura: secondo i giudizi lo stalker non aveva maturato alcun distacco o pentimento per ciò che aveva fatto, anzi il parmanere del suo coinvogineto nei confronto della donna – hanno scritto i giudici – poteva essere pericoloso per qualsiasi persona lei frequentasse. Decisione impugnata dalla difesa ma respinta dalla Corte di Cassazione. A quel punto il 53enne è stato portato nuovamente in carcere
Pubblicato il libro-catalogo che intreccia, con testi e opere visuali d’autore, i vari temi dell’edizione 2017
Studenti del Liceo Artistico Nervi-Severini con il mosaico realizzato per il Ravenna Festival 2017
Ogni edizione del Ravenna Festival è accompagnata da un corposo volume che costituisce una preziosa guida-catalogo, un sussidiario o meglio «un vero e proprio libro da leggere – precisa il curatore Franco Masotti, direttore artistico del Festival – che aiuta il lettore e/o spettatore a orientarsi nei nodi tematici, quest’anno ben tre, mettendo in luce connessioni e analogie insospettabili e rilevatrici». All’interno di questa XVIII edizione dal titolo “Il rumore del tempo”, innanzitutto si impone il tema della “rivoluzione” per via di una ineludibile ricorrenza storica: lo scoppio nel 1917 della Rivoluzione Russa, la prima del «secolo breve» che in dieci giorni, scrisse il giornalista americano John Reed, «sconvolse il mondo»; gli altri due nuclei tematici, indagati sempre con varietà di accenti e approcci, sono l’India, a 70 anni dalla sua indipendenza, e Dante, il poeta per eccellenza legato alla città di Ravenna.
Se è vero che la Rivoluzione Russa fu un’esplosione con tratti libertari, è vero anche che in breve tempo si trasformò in una plumbea e inesorabile repressione liberticida. Il catalogo si apre con due tavole commissionate all’artista ravennate Gianluca Costantini, che mettono a raffronto 1917 e 2017, alle quali seguono gli ampi saggi del grande poeta russo Aleksandr Blok (che tra l’altro dedicò una poesia a Ravenna, da lui visitata), del giornalista Domenico Quirico e del grande intellettuale Tzvetan Todorov, recentemente scomparso. Non poteva mancare lo scritto del poeta russo Osip Mandel’stam, tratto proprio dalla raccolte di prose che ha prestato il titolo al Festival di quest’anno. Gli studiosi Michaela Böhmig e Eugene Ostashevsky dedicano due saggi all’opera futurista russa Vittoria sul sole, che nonostante risalga al 1913 viene presentata dal Festival in prima assoluta italiana il 21 giugno prossimo; sempre due sono i contributi “storici“ sul futurismo italiano e russo firmati da Lev Trocki e Antonio Gramsci, mentre uno dei massimi specialisti di letteratura russa del ’900, Fausto Malcovati, parla dei grandi poeti “compagni di strada” della Rivoluzione. È possibile leggere un omaggio, scritto dal suo massimo esegeta e biografo italiano Natalino Valentini, a Pavel Florenskij, straordinaria figura – teologo, scienziato, studioso di estetica ecc. – che come Mandel’stam fu vittima delle atrocità dello stalinismo. Non sono poi state trascurate vicende locali che ci parlano di figure a vario titolo rivoluzionarie e che vanno dalla “protofemminista” romagnola Luisa Minguzzi (il cui profilo è tratteggiato da Laura Orlandini) al mosaicista partigiano Sauro Ballardini (Guido Pasi), passando per il breve ma intenso racconto sulla Resistenza di Matteo Cavezzali e le appassionanti rievocazioni degli alberi della libertà a fine ’700 e della Settimana Rossa del 1914 (rispettivamente di Giovanni Fanti e Alessandro Luparini). Gli altri due grandi temi del Festival, Dante e l’India, sono stati indagati e approfonditi dall’intervista di Iacopo Gardelli a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, incentrata sullo spettacolo Inferno, e dai saggi di Ananda Coomaraswami sulla musica indiana, di Linda Cimardi sulla figura di Alain Daniélou e di Pierfrancesco Pacoda sulla scoperta dell’India negli anni della rivoluzione psichedelica, a 50 anni esatti dall’uscita di Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band dei Beatles.
Parte importante del catalogo è la sezione iconografica dedicata interamente al mosaico, un lungo filo rosso che identifica in maniera peculiare la città di Ravenna, dal suo antico passato di Capitale Bizantina sino ai giorni nostri. Grazie alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, il commento visivo del libro si raccorda anche con la Biennale del Mosaico, prevista per ottobre e novembre prossimi, imbastendo un racconto che parte dai Maestri Mosaicisti, definizione cara a Severini, per coinvolgere i loro allievi; sfogliando il catalogo sarà quindi possibile ammirare quindici opere mosaicate raccontate e interpretate da Linda Kniffitz.
È stata rivolta grande attenzione anche alla fotografia, arte per eccellenza della modernità, dedicando ampio spazio ai fotografi del nostro territorio che si sono fatti conoscere nel mondo. Tre di essi, quest’anno i protagonisti del Festival sono tre: il sodalizio Lelli e Masotti e Alex Maioli; a scandire le pagine del catalogo ci sono gli storici scatti della coppia di fotografi di origine ravennate, tratte dalla mostra Musiche allestita al Mar e interpretate dal filosofo e musicologo Carlo Serra.
La presentazione del libro-catalogo è stata anche l’occasione per mostrare al pubblico alcune opere realizzate da studenti del Liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna, scaturite da una fruttuosa collaborazione con il Ravenna Festival nata lo scorso anno. Le opere in questione sono il Trono scomodo, un’opera in mosaico, dai colori brillanti, ispirata al quadro futurista del povero Taglialegna di Malevič, eseguito nel 1912; Tra evoluzione e rivoluzione, un dipinto a olio in cui, su un’unica tela, gli studenti raccontano la continua rivoluzione delle varie forme e correnti artistiche; infine, una serie di incisioni d’arte ispirate al futurismo russo.
Basket Serie A2 / Termina con la terza sconfitta in altrettante partite la bellissima stagione dei giallorossi, che nella semifinale playoff di Forlì contro la Segafredo sono riusciti a stare in partita per tre quarti di gara. Finisce con una meritata ovazione per i giocatori, applauditi a lungo dai loro calorosi sostenitori
Con 13 punti Matteo Tambone è stato il top scorer dei giallorossi
Termina con una netta sconfitta la stagione dell’OraSì, ko per la terza volta di fila nella semifinale playoff per mano di una Virtus Bologna in grande forma. A tributare la meritata ovazione per una stagione fantastica è stato il pubblico giallorosso, che numeroso ha riempito le tribune del PalaGalassi di Forlì, “casa” purtroppo per una sola sera della formazione ravennate. La squadra di Martino combatte e fino all’intervallo mette in seria difficoltà la Segafredo, ma deve cedere alla maggior energia e lunghezza del roster delle “V Nere”, che con un secondo tempo da 24-52 porta a casa partita e serie. Clamorosa è la prestazione di un Kenny Lawson da 27 punti e 13 rimbalzi, mentre Ravenna, dopo un ottimo primo tempo, vede terminare prematuramente le proprie energie. Termina per Raschi e compagni una stagione dove le emozioni sono state incredibili e dove si è scritta la storia della pallacanestro giallorossa. E a fine partita tutto il pubblico ravennate, che ha sempre sostenuto la squadra, rende omaggio ai ragazzi e allo staff con un lungo ed emozionante applauso.
Il primo quarto parte in sostanziale equilibrio e con le difese protagoniste, la Virtus si porta sul 2-6 ma Ravenna pareggia subito, prima che il solito Lawson firmi la tripla del 6-9. La battaglia sotto canestro è serrata e il gioco da tre punti di Smith vale la parità a quota 11, mentre l’OraSì offre un’ottima prova difensiva. Allo scadere del primo periodo Ndoja guadagna due liberi su un’ingenuità di Sgorbati ma li sbaglia entrambi, lasciando il parziale sul 15 pari. I ragazzi di Coach Antimo Martino entrano in campo nel secondo quarto alzando bene il livello di energia e la schiacciata di Smith vale il 21-15 (6-0 il parziale). Bologna resta attaccata al match grazie ai soliti rimbalzi in attacco, mentre Ravenna sfrutta i tiri liberi guadagnati da Tambone per il 25-19 e allunga sul +7 sul 28-21 con la tripla di Sabatini. I giallorossi non abbassano l’intensità difensiva e allungano fino al +10 sul 33-23 grazie alla bomba di Tambone, prima che due liberi di Gentile facciano tornare le squadre negli spogliatoi sul 33-25.
In apertura del terzo periodo la Virtus ritrova l’intensità difensiva delle prime due gare e grazie ai recuperi torna subito a -2 sul 33-31, allungando il parziale a 0-8. L’ennesimo rimbalzo d’attacco di Lawson vale la parità a quota 35 e Ravenna continua a subire la difesa aggressiva delle V Nere e con la tripla di Ndoja trovano il sorpasso sul 37-38. L’OraSì reagisce con orgoglio e rimette la testa avanti sul 41-38, ma l’inerzia della partita è ormai nelle mani degli ospiti. Bologna prima pareggia con il canestro e fallo di Lawson (41-41), poi vola via con la seconda bomba di Ndoja e il canestro di Gentile in contropiede, che vale il 41-46. La tripla del solito Lawson segna il +6 ospite sul 45-51 e chiude un terzo quarto da incubo per i giallorossi (12-26). Le residue speranze ravennati si spengono in apertura di quarto quarto con la prima tripla di Rosselli per il +13 ospite sul 47-60, mentre il coach Martino prova a scuotere i suoi e a ottenere un metro arbitrale meno permissivo incassando un fallo tecnico. Il canestro di Lawson allo scadere dei 24’’ e la tripla di Umeh che risponde a tre liberi di Derrick Marks chiudono la partita sul 54-57, con Ravenna che regala la passerella di fine stagione anche ai più giovani. Seck segna il primo canestro della carriera nei playoff mentre il match termina sul massimo vantaggio di +20 per gli ospiti per 57-77 e il pubblico giallorosso regala un infinito applauso ai giocatori e allo staff.