Parole e immagini dalla rivoluzione a Dante, dall’India al mosaico

Pubblicato il libro-catalogo che intreccia, con testi e opere visuali d’autore, i vari temi dell’edizione 2017

Studenti Artistico Mosaico

Studenti del Liceo Artistico Nervi-Severini con il mosaico realizzato per il Ravenna Festival 2017

Ogni edizione del Ravenna Festival è accompagnata da un corposo volume che costituisce una preziosa guida-catalogo, un sussidiario o meglio «un vero e proprio libro da leggere – precisa il curatore Franco Masotti, direttore artistico del Festival – che aiuta il lettore e/o spettatore a orientarsi nei nodi tematici, quest’anno ben tre, mettendo in luce connessioni e analogie insospettabili e rilevatrici». All’interno di questa XVIII edizione dal titolo “Il rumore del tempo”, innanzitutto si impone il tema della “rivoluzione” per via di una ineludibile ricorrenza storica: lo scoppio nel 1917 della Rivoluzione Russa, la prima del «secolo breve» che in dieci giorni, scrisse il giornalista americano John Reed, «sconvolse il mondo»; gli altri due nuclei tematici, indagati sempre con varietà di accenti e approcci, sono l’India, a 70 anni dalla sua indipendenza, e Dante, il poeta per eccellenza legato alla città di Ravenna.

Se è vero che la Rivoluzione Russa fu un’esplosione con tratti libertari, è vero anche che in breve tempo si trasformò in una plumbea e inesorabile repressione liberticida. Il catalogo si apre con due tavole commissionate all’artista ravennate Gianluca Costantini, che mettono a raffronto 1917 e 2017, alle quali seguono gli ampi saggi del grande poeta russo Aleksandr Blok (che tra l’altro dedicò una poesia a Ravenna, da lui visitata), del giornalista Domenico Quirico e del grande intellettuale Tzvetan Todorov, recentemente scomparso. Non poteva mancare lo scritto del poeta russo Osip Mandel’stam, tratto proprio dalla raccolte di prose che ha prestato il titolo al Festival di quest’anno. Gli studiosi Michaela Böhmig e Eugene Ostashevsky dedicano due saggi all’opera futurista russa Vittoria sul sole, che nonostante risalga al 1913 viene presentata dal Festival in prima assoluta italiana il 21 giugno prossimo; sempre due sono i contributi “storici“ sul futurismo italiano e russo firmati da Lev Trocki e Antonio Gramsci, mentre uno dei massimi specialisti di letteratura russa del ’900, Fausto Malcovati, parla dei grandi poeti “compagni di strada” della Rivoluzione. È possibile leggere un omaggio, scritto dal suo massimo esegeta e biografo italiano Natalino Valentini, a Pavel Florenskij, straordinaria figura – teologo, scienziato, studioso di estetica ecc. – che come Mandel’stam fu vittima delle atrocità dello stalinismo. Non sono poi state trascurate vicende locali che ci parlano di figure a vario titolo rivoluzionarie e che vanno dalla “protofemminista” romagnola Luisa Minguzzi (il cui profilo è tratteggiato da Laura Orlandini) al mosaicista partigiano Sauro Ballardini (Guido Pasi), passando per il breve ma intenso racconto sulla Resistenza di Matteo Cavezzali e le appassionanti rievocazioni degli alberi della libertà a fine ’700 e della Settimana Rossa del 1914 (rispettivamente di Giovanni Fanti e Alessandro Luparini). Gli altri due grandi temi del Festival, Dante e l’India, sono stati indagati e approfonditi dall’intervista di Iacopo Gardelli a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, incentrata sullo spettacolo Inferno, e dai saggi di Ananda Coomaraswami sulla musica indiana, di Linda Cimardi sulla figura di Alain Daniélou e di Pierfrancesco Pacoda sulla scoperta dell’India negli anni della rivoluzione psichedelica, a 50 anni esatti dall’uscita di Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

Libro Ravenna Festival 2017Parte importante del catalogo è la sezione iconografica dedicata interamente al mosaico, un lungo filo rosso che identifica in maniera peculiare la città di Ravenna, dal suo antico passato di Capitale Bizantina sino ai giorni nostri. Grazie alla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, il commento visivo del libro si raccorda anche con la Biennale del Mosaico, prevista per ottobre e novembre prossimi, imbastendo un racconto che parte dai Maestri Mosaicisti, definizione cara a Severini, per coinvolgere i loro allievi; sfogliando il catalogo sarà quindi possibile ammirare quindici opere mosaicate raccontate e interpretate da Linda Kniffitz.
È stata rivolta grande attenzione anche alla fotografia, arte per eccellenza della modernità, dedicando ampio spazio ai fotografi del nostro territorio che si sono fatti conoscere nel mondo. Tre di essi, quest’anno i protagonisti del Festival sono tre: il sodalizio Lelli e Masotti e Alex Maioli; a scandire le pagine del catalogo ci sono gli storici scatti della coppia di fotografi di origine ravennate, tratte dalla mostra Musiche allestita al Mar e interpretate dal filosofo e musicologo Carlo Serra.

La presentazione del libro-catalogo è stata anche l’occasione per mostrare al pubblico alcune opere realizzate da studenti del Liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna, scaturite da una fruttuosa collaborazione con il Ravenna Festival nata lo scorso anno. Le opere in questione sono il Trono scomodo, un’opera in mosaico, dai colori brillanti, ispirata al quadro futurista del povero Taglialegna di Malevič, eseguito nel 1912; Tra evoluzione e rivoluzione, un dipinto a olio in cui, su un’unica tela, gli studenti raccontano la continua rivoluzione delle varie forme e correnti artistiche; infine, una serie di incisioni d’arte ispirate al futurismo russo.

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