venerdì
12 Settembre 2025

Il ponte sul Senio tra Lugo e Bagnacavallo riapre a doppio senso dopo otto mesi

Il cantiere era iniziato alla fine del 2022, da giugno 2023 semaforo per alternare il transito

ponte senio lugoDopo un anno e mezzo dall’apertura del cantiere, si concludono i lavori di manutenzione al ponte della strada provinciale 253 San Vitale sul fiume Senio tra Lugo e Bagnacavallo. La riapertura al traffico di entrambe le corsie (il senso unico alternato con semaforo era attivo da giugno 2023) è prevista domani, venerdì 23 febbraio, salvo maltempo. Resta per il momento valido il divieto per i mezzi di portata superiore a 44 tonnellate. I lavori di finitura continueranno nei prossimi giorni a strada aperta.

Lavori per il ponte Bailey provvisorio, cambia la viabilità in via Ugo Piazza

Da giovedì 22 febbraio cantiere in piazza Lanzoni e via Ugo Piazza per consentire alla ditta incaricata dei lavori della realizzazione del ponte di poter intervenire sull’argine destro del Lamone

Proseguono i lavori preparatori a Faenza per la posa del ponte Bailey sul fiume Lamone che consentirà il collegamento veicolare tra via Renaccio e il Borgo. Dopo il cantiere allestito nei giorni scorsi in piazza Lanzoni, da giovedì 22 febbraio si allestirà quello in piazza Lanzoni e via Ugo Piazza per consentire alla ditta incaricata dei lavori della realizzazione del ponte di poter intervenire sull’argine destro del Lamone per le opere preparatorie alla posa dell’impalcato.

La cosa comporterà, da giovedì 22 febbraio, la chiusura al traffico veicolare in piazza Lanzoni nel tratto compreso tra il ponte delle Grazie e via Ugo Piazza e nel tratto compreso tra via Ugo Piazza e via Torretta.

Queste le modifiche alla viabilità, adottate attraverso una ordinanza specifica, valide dal 22 febbraio fino al termine del cantiere:

  • nel tratto di piazza Lanzoni che costeggia il fiume, compreso tra corso Europa e via Torretta: divieto di transito e divieto di sosta con rimozione forzata per tutti i veicoli tranne i mezzi in servizio per il cantiere;
  • in via Ugo Piazza: divieto di transito e sosta per tutti i veicoli. Solo esclusi dal divieto: i mezzi in servizio nel cantiere, quelli di soccorso, di emergenza, quelli destinati al carico e scarico merci diretti in via Ugo Piazza o in piazza Lanzoni e quelli dei residenti di via Ugo Piazza o delle attività presenti in piazza Lanzoni; per la circolazione di questi veicoli viene istituito il doppio senso di circolazione con senso unico alternato per 30 metri a partire dall’intersezione con via Cimatti/via Silvio Pellico/via Torretta verso il Ponte delle Grazie, con diritto di precedenza per i veicoli che marciano con direzione Firenze-Ravenna;
  • per i veicoli provenienti da Porta delle Chiavi, che circolano in corso Europa, all’intersezione con piazza Lanzoni (Ponte delle Grazie): obbligo di svolta a destra verso via Casenuove;
  • nel tratto di corso Europa compreso tra il civico 15 e l’intersezione con via Brussi/via Di Sopra: divieto di fermata su entrambi i lati della carreggiata.

Gli automobilisti che dal Borgo dovranno recarsi in via Cimatti e al quartiere Santa Lucia potranno percorrere via di Sopra, proseguendo in via Silvio Pellico per poi immettersi in via Cimatti.

Per i residenti delle zone interessate dai cantieri, i cui stalli della sosta verranno temporaneamente eliminati, si consiglia di lasciare i mezzi nel parcheggio della Palestra Lucchesi.

Mentre nei giorni scorsi l’amministrazione ha incontrato i residenti e i titolari delle attività commerciali della zona interessata dal cantiere per illustrare le modifiche alla viabilità e accogliere suggerimenti, in queste ore gli uffici preposti sono al lavoro per predisporre cartelli con le indicazioni per raggiungere le abitazioni e le attività commerciali della zona.

In particolare, ai residenti di via Ugo Piazza e alle attività economiche di piazza Lanzoni, saranno consentiti la sosta e il transito in via Ugo Piazza con l’istituzione del doppio senso di circolazione. Per ottenere l’autorizzazione, gli interessati saranno direttamente contattati dagli uffici comunali.

Sarà cura dell’amministrazione comunicare per tempo le successive fasi del cantiere per la posa del ponte e le conseguenti modifiche alla viabilità.

Quasi 500mila visitatori nel 2023 ai monumenti della diocesi, nonostante l’alluvione

Un dato vicino a quello record del 2019 e in crescita del 20 percento rispetto al 2022

Basilica San Vitale

Nonostante l’alluvione, i visitatori ai monumenti Unesco della diocesi di Ravenna nel 2023 sono stati 495.725, un dato vicino al record assoluto del 2019 (quando furono oltre 509mila i biglietti staccati) e in crescita del 19,6 percento rispetto al 2022 (+81.153 ingressi).

I dati ufficiali li riporta l’avvocato Enrico Maria Saviotti, portavoce della Curia, sul giornale della stessa diocesi, Risveglio 2000, dove sottolinea come senza gli eventi alluvionali il 2023 avrebbe molto probabilmente fatto segnare il record assoluto. Dati molto positivi, rispetto al 2022, si sono registrati in particolare nei mesi invernali: gennaio, febbraio, novembre e dicembre.

I dati, come ormai noto, si riferiscono al biglietto unico della diocesi (venduto al costo di 10,50 euro) che consente l’accesso alle basiliche di San Vitale e di Sant’Apollinare Nuovo e al Museo e alla Cappella Arcivescovile (con un supplemento di 2 euro è poi possibile acquistare il tagliando cumulativo per entrare anche al Mausoleo di Galla Placidia e al Battistero Neoniano).

Una raccolta fondi per una nuova ambulanza veterinaria dopo l’incendio

Iniziativa promossa dalla organizzazione Animal Rescue Team Italia per aiutare la Clinica di Russi

Una organizzazione di volontariato senza fini di lucro dedicata al soccorso e al salvataggio degli animali in difficoltà, Animal Rescue Team Italia, ha lanciato una raccolta fondi online per l’acquisto di una nuova ambulanza per la Clinica Veterinaria di Russi per sostituire il veicolo di soccorso distrutto da un incendio divampato la notte tra il 17 e il 18 febbraio su cui sono in corso indagini per accertare le cause. L’obiettivo fissato è 21mila euro.

Il dottor Matteo Galliani, legale rappresentante dell’associazione. dichiara: «Desideriamo ringraziare sin da ora coloro che vorranno contribuire a questa causa fondamentale per noi e per tanti animali. Ogni donazione, anche la più piccola, è un passo avanti nel nostro impegno continuo nel soccorrere gli animali bisognosi».

Il mezzo ha svolto un ruolo fondamentale nel salvare centinaia di animali in situazioni di emergenza, molti dei quali anche durante l’alluvione in Romagna del maggio 2023. Animal Rescue Team Italia Odv è determinata a riprendere immediatamente le proprie attività di salvataggio, ma l’acquisto di una nuova ambulanza è essenziale per garantire che possano continuare a raggiungere gli animali in difficoltà e fornire loro le cure necessarie. Il mezzo che è andato distrutto non era assicurato ed è andata perduta anche tutta l’attrezzatura veterinaria che era al suo interno.

Il Niballo in un gioco da tavolo: presentazione pubblica e partite di prova

La White Line Edizioni di Faenza ha realizzato il gioco in scatola “Giostre Cavalleresche d’Itallia” che comprende anche il Niballo: il 24 febbraio la presentazione

20231118 092017 MIl palio del Niballo di Faenza è una delle contese che fa parte di Giostre Cavalleresche d’Italia, un nuovo gioco da tavolo che verrà presentato sabato 24 febbraio dalle 15 al salone delle Feste di Palazzo Laderchi del Museo del Risorgimento e dell’Età Contemporanea (corso Garibaldi).

Il gioco, edito dalla White Line Edizioni di Faenza, è realizzato dallo storico locale ed esperto di war games Aldo Ghetti e dal cavaliere Willer Giacomoni, plurivincitore di molte giostre d’Italia.

Il gioco da tavolo è stato realizzato per coinvolgere e far divertire con poche e semplici regole un ampio pubblico. Nel dettaglio i partecipanti, da un minimo di due a un massimo di nove, potranno di decidere di interpretare diverse figure: Cavaliere, Terziere, Sestiere, Borgo o Rione, a seconda della tipologia di Giostra e di riprodurre integralmente la giostra del Niballo – Palio di Faenza (in questo caso si potrà giocare in un massimo di cinque concorrenti), la Corsa all’anello di Narni, la Giostra Cavalleresca di Sulmona o più genericamente di cimentarsi nella Giostra ‘al Buratto o Saraceno’. Ogni giocatore dispone di un mazzo di ‘carte movimento’ attraverso il quale dovrà muovere il proprio cavaliere facendogli percorrere nel miglior modo il campo di gara, realizzato su una plancia a esagoni, per colpire per primo il bersaglio. Il gioco unisce il mondo della rievocazione storica a quello dei giochi da tavolo.

Sabato pomeriggio, dopo i saluti introduttivi da parte dell’amministrazione comunale, Gian Carlo Ceccoli, scrittore, storico e studioso di giochi da tavolo, illustrerà la capacità dei giochi di divulgazione didattica della Storia. Ghetti e Giacomoni presenteranno il gioco Giostre Cavalleresche d’Italia.

Alle 16 si gioca: quanti vorranno partecipare potranno liberamente impersonare un Rione, giocando una serie di sfide al Niballo.

Un dibattito sui traffici di armi al porto e un corteo per il cessate il fuoco

Sabato 24 febbraio a Ravenna, con l’osservatorio “the Weapon Watch”

Striscione Stop Armi
Uno striscione al porto di Ravenna durante una protesta delle scorse settimane

Il 24 febbraio ricorre la giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il cessate il fuoco in Palestina e Ucraina. A Ravenna la ricorrenza sarà caratterizzata dall’iniziativa “Tutte le guerre passano dai porti – Accendere Fari di Pace per svelare i traffici di armi e gli interessi che preparano e alimentano le guerre”.

È previsto prima un incontro pubblico, alle ore 15, alla sala convegni dell’Autorità Portuale, in via Antico Squero 31, a cui interverranno Daniele Rossi, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, Carlo Tombola (Weapon Watch), Raffaele Spiga (Bds), Annarita Cenacchi (consigliera nazionale di Pax Christi Italia), Milad Basir (comunità palestinese Emilia-Romagna). Coordina Marcella D’Angelo, della segreteria della Cgil di Ravenna.

Successivamente, alle 17,30, partirà un corteo dalla stazione, in viale Farini, che giungerà in piazza del Popolo.

L’iniziativa pubblica è organizzata da Pax Christi Italia e dall’osservatorio the Weapon Watch, e promossa da Acli, Anpi, Arci, Arcigay, Auser, BDS Ravenna, Casa delle donne, Cgil, Comitato per il ritiro di ogni Autonomia Differenziata Ravenna, Comitato in difesa della Costituzione Ravenna, Comitato per la difesa e la valorizzazione della Costituzione Faenza, Comitato Salviamo la Costituzione, Coordinamento per la pace Bagnacavallo, Coordinamento per la democrazia costituzionale prov. Ravenna, Dalla parte dei minori, Donne in nero, Federconsumatori, Femminile maschile plurale, Educazione alla pace e alla nonviolenta, Emergency, Il terzo mondo ODV, Legambiente Lamone Faenza, Libera, Libertà e giustizia, Linea Rosa, Movimento consumatori, OverAll Faenza, Pax Christi, Psicologia Urbana Creativa, Rete restiamo umani Bagnacavallo, Sunia, Udi Ravenna, Weapon Watch, R.I.T.I, Associazione di amicizia Italia Cuba circolo ravennate, Ora e sempre Resistenza OdV, Anpi Solarolo, Sinistra Italiana Ravenna, associazione Life Onlus, Tenda della Pace di Villanova di Bagnacavallo, Partito della Rifondazione Comunista della Federazione di Ravenna, coordinamento Italiano Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza,Laboratorio Ravennate di Unione Popolare LABOR-UP.

«Le proteste delle lavoratrici e dei lavoratori, anche nel porto di Ravenna – commentano i promotori dell’incontro pubblico e del corteo del 24 febbraio -, hanno reso evidente quello che i Governi ci vogliono nascondere: il sostegno al commercio delle armi verso i Paesi coinvolti in conflitti armati e nei quali si commettono gravi crimini contro i civili. Anche il nostro Paese è implicato. Il commercio e il transito attraverso il territorio nazionale di armi utilizzabili per violare i diritti umani, è esplicitamente vietato dalla legge 185 del 1990 e dal Trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali. Pertanto, i governi e le autorità dello Stato devono tornare a operare entro la cornice della legalità, che è la loro stessa ragione d’essere. Si deve rispettare l’articolo 11 della Costituzione, da cui discende la legge 185/90 e ridare vigore all’azione mediatrice delle Nazioni Unite, interrompendo tutti i legami affaristici con i regimi autoritari e con i signori di tutte le guerre».

Ravenna – continua la nota dei promotori – «si colloca in alto nella classifica italiana del traffico mercantile marittimo: al sesto posto per tonnellate, al decimo per container, ed è l’unico sbocco portuale dell’Emilia-Romagna, regione importante nell’industria militare italiana. L’osservatorio the Weapon Watch ha individuato oltre sessanta aziende legate al settore bellico con sede in Emilia-Romagna, di cui la metà entro un raggio di 100 chilometri dal porto ravennate. Ravenna e il suo porto sembrano avere un ruolo marginale nel commercio degli armamenti. Considerato che Ravenna è però un porto di seconda categoria e di prima classe, può essere utilizzato per imbarcare armi e munizioni, situazione per noi assolutamente inaccettabile qualora si effettui in violazione delle leggi e dei trattati. Nel maggio 2021, infatti, mentre Gaza era sotto le bombe israeliane dell’operazione “Guardiani delle mura”, nel porto di Ravenna venne annunciato un container di bombe da imbarcare sulla nave “Asiatic Island” diretta in Israele: la pronta reazione dei sindacati portuali con l’immediata proclamazione dello sciopero impedì di fatto la stessa presentazione della merce a Ravenna».

Alberghiero, studenti in sciopero: «Fornelli accesi per scaldarci e cibo scaduto»

Un gruppo di iscritti al “Tonino Guerra” promuove uno sciopero per il 23 febbraio per chiedere che la preside risolva le situazioni di degrado: bagni senza carta igienica, muffa sui muri, cucine sporche, termosifoni che perdono

Un gruppo di studenti dell’istituto alberghiero di Cervia lancia uno sciopero per protestare contro alcune situazioni all’interno del “Tonino Guerra”, in particolare le condizioni di bagni, spogliatoi e cucine; la mancanza di materiale per le attività di laboratorio e la ripartizione delle ore di pratica. In una email inviata alle redazioni si parla di norme igieniche non rispettate, di carta igienica che manca, di fornelli tenuti accesi per riscaldare gli ambienti freddi durante le lezioni, di professori che portano a loro spese gli ingredienti per le ricette da eseguire nelle ore scolastiche, di ambienti con muffa alle pareti.

Un primo tentativo di sciopero è già andato in scena, con scarsa adesione, il 19 febbraio. E così gli studenti ci riprovano domani, 23 febbraio, contando anche sul supporto organizzativo dell’associazione Osa, Opposizione Studentesca d’Alternativa. Con i megafoni, nei pressi del cortile scolastico, i promotori della protesta inviteranno i compagni di scuola a sostenere la causa per chiedere un intervento della preside Scilla Reali, considerata poco sensibile alle rimostranze già portate a sua conoscenza: «Abbiamo già cercato più volte un confronto con la dirigente – scrive una studentessa in rappresentanza dei manifestanti –, ma senza alcun riscontro e ha inoltre negato moltissimi di questi problemi nonostante ci siano le prove». Il riferimento è alle fotografie scattate nella scuola e pubblicate in questa pagina.

Gli studenti ritengono che non siano rispettate le norme Haccp, sigla che indica l’insieme di procedure, mirate a garantire la salubrità degli alimenti, basate sulla prevenzione: «I laboratori sono sporchi, abbiamo trovato cibo scaduto e non c’è il riscaldamento. I professori devono tenere tutti i fornelli accesi durante la lezione per far stare al caldo i ragazzi, cosa pericolosissima».

In generale più di un ambiente presenta segni di degrado: «I termosifoni perdono, gli spogliatoi cadono a pezzi, nei bagni mancano carta igienica e sapone, abbiamo la muffa sui muri, le porte distrutte e i dispositivi di emergenza rotti. All’interno della scuola sono presenti 15 bagni ma ne vengono tenuti aperti solo 5/6 perché gli altri dichiarati fuori servizio».

L’orario scolastico divide le ore di pratica su più giorni, non più 5 attaccate in una giornata sola: «Così viene meno la possibilità di fare delle lezioni decenti perché ovviamente in due o tre ore non hai la possibilità di cucinare come si deve».

Tornano i Lòm a Mêrz, oltre trenta appuntamenti in campagna

Il filo conduttore di quest’anno sarà “Abitare la terra”. Oltre alle tradizionali focarine, anche un incontro e una mostra fotografica a Faenza sul tema delle antiche case contadine e sul recupero delle strutture

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Tornano gli appuntamenti con i “Lòm a Mêrz”, le tradizionali focarine propiziatorie per celebrare l’arrivo della primavera. L’edizione 2024  è ispirata al tema “Abitare la terra, le antiche case custodiscono i ricordi”, come naturale proseguimento di quello della “Mezzadria”, scelto per l’edizione 2023.

Il programma prevede oltre trenta eventi che si svolgeranno durante le giornate dedicate ai Fuochi (da lunedì 26 febbraio a domenica 3 marzo) nelle aie di aziende agricole, agriturismi e in ristoranti e altri luoghi della cultura rurale in diversi comuni della Romagna. È possibile consultare il calendario completo sul sito: illavorodeicontadini.org

«La casa colonica, sentimento di un tempo che custodisce ricordi, diventa spunto per una riflessione di coerenza tra presente, passato e futuro del territorio agricolo della Romagna; e quindi per noi è l’ occasione per lanciare un piccolo appello alla riflessione su come mantenere e recuperare il patrimonio rurale della Romagna, in alcuni casi svilito da discutibili interventi umani e recentemente purtroppo e profondamente segnato dalla forza devastante della natura. – commenta Lea Gardi, presidente dell’associazione il lavoro dei contadini, associazione che dal 2000 si occupa dell’organizzazione delle focarine. – La nostra iniziativa non ha certo lì ambizione e la forza di trovare soluzioni, vuole essere uno stimolo propositivo a “ripensare”, attraverso ciò che resta di queste case, spesso ruderi ,alle pratiche consolidate nei secoli di dinamiche di vita, di mantenimento di paesaggio e di manutenzione dei territori coltivati, che più che mai devono ritrovare l’equilibrio di salvaguardia e rispetto, che spesso sembrano sfuggiti di mano».

Quella del 2024 è un’edizione che vuole muoversi tra i ricordi del passato, quando la casa rurale era ambasciatrice del ciclo di nascita, vita e morte dei suoi occupanti e l’aia era un luogo d’incontro, uno spazio vitale di lavoro, riposo ma anche di svago, vestendosi a festa in occasione di trebbi e veglie, come appunto in occasione delle focarine.

L’agricoltura, come molte altre attività “all’aperto” era, ed è tutt’ora, soggetta alle avversità metereologiche. Così la tradizione contadina del passato voleva che per scongiurare la malasorte venissero fatti dei riti propiziatori, come i fuochi magici dei “Lòm a Mêrz” (i lumi di marzo). L’accensione di falò propiziatori intendeva celebrare l’arrivo della primavera e invocare un’annata favorevole per il raccolto nei campi, ricacciando il freddo e il rigore dell’inverno. Il suo significato era quello d’incoraggiare e salutare l’arrivo della bella stagione, bruciando i rami secchi e i resti delle potature. Per questa occasione, negli ultimi tre giorni di febbraio e nei primi tre di marzo, ci si radunava nelle aie, si intonavano canti e si danzava intorno ai fuochi (al fugarèn), mangiando, bevendo e soprattutto divertendosi.

Lunedì 26 febbraio, ore 18, alla Sala Bigari del Comune di Faenza si terrà un incontro alla presenza di relatori esperti per approfondire e riflettere sul tema dell’edizione, ragionando sul ‘dentro’ e il ‘fuori’ della casa contadina, sugli ambienti rurali e il loro utilizzo: al piano terra la stanza principale col grande focolare per ritrovarsi e consumare i pasti; la stanza del telaio e la stalla per i bovini, fondamentali strumenti di lavoro e indispensabili per il sostentamento della famiglia. La scala portava al primo piano per accedere alle stanze da letto, mentre nella parte più fredda della casa si conservavano i cibi e si custodiva il vino. Non mancavano all’esterno annessi come il pagliaio affiancato all’aia, la buca del letame, il pozzo, il forno per cuocere il pane, le modeste stie e gli “stalletti” per i maiali.

Dalla memoria di tali testimonianze emerge un insegnamento verso nuove idee di recupero che oltre a scopi abitativi può volgere lo sguardo verso soluzioni di ricettività e di turismo rurale comunque – come in passato – sempre in dialogo armonico col paesaggio agrario che le avvolge.  Alle 19, terminato l’incontro, sarà inaugurata alla Galleria d’Arte Molinella (Faenza) la mostra fotografica “Abitare la terra, le antiche case custodiscono i ricordi”, con immagini in bianco e nero delle diverse tipologie rurali alle province romagnole, analizzate dall’architetto Egidio Miserocchi. La mostra sarà anche occasione per apprezzare una sezione fotografica di alcuni scatti del geografo e storico Lucio Gambi (conservati nel Fondo omonimo alla Biblioteca Classense di Ravenna), in particolare quelli dedicati alla architettura rurale, raccolti nella pubblicazione “La casa rurale in Romagna negli anni Cinquanta”.

Lavori sulla tratta Castel Bolognese-Russi per tornare alle condizioni pre alluvione

L’annuncio dell’intervento di Rfi da 20 milioni di euro per migliorare l’affidabilità della linea Bologna-Ravenna che è tra le peggiori d’Italia per ritardi e cancellazioni. Intanto la Regione prenderà in considerazione le proposte dei comitati dei pendolari e nelle stazioni ci sarà personale per informare i viaggiatori

240523 Lavori Fra Faenza E Forlì (1)La tratta ferroviaria Castel Bolognese-Russi sarà interessata da lavori di Rfi del costo di 20 milioni di euro tra metà maggio e inizio agosto 2024 per il rinnovo dei binari su circa 24 km e altri miglioramenti per riportare la linea, dopo i danni causati dall’alluvione del maggio scorso, alle condizioni di affidabilità preesistenti. È l’annuncio che arriva dopo l’incontro convocato ieri sera, 21 febbraio, dall’assessore regionale a Trasporti e Infrastrutture, il cervese Andrea Corsini, per affrontare le criticità della linea Bologna-Ravenna che un report di Legambiente inserisce tra le peggiori d’italia con un treno su 5 in ritardo e uno su 10 soppresso.

Nella riunione è stato anche deciso di dislocare personale sui marciapiedi delle stazioni per dare informazioni ai viaggiatori in tempo reale quando si verificano ritardi e cancellazioni. Le istituzioni si impegnano a prendere in considerazione un’analisi delle proposte migliorative stilate dai comitati pendolari quali, ad esempio, la riprogrammazione degli orari di alcune corse.

L’incontro si è svolto alla presenza anche dell’assessore del Comune di Ravenna, Gianandrea Baroncini, dei vertici regionali di Trenitalia Tper, Rfi e dei rappresentanti dei comitati pendolari, Rombo e Crufer.

Corsini scriverà una nuova lettera al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, con la richiesta di dare copertura ai due accordi sottoscritti con la Regione nel 2020 e che il vicepremier, nell’incontro del 29 dicembre scorso a Roma alla presenza del presidente Bonaccini, si era impegnato a finanziare.

«Occorre dare risposte concrete ai viaggiatori perché i continui ritardi e le cancellazioni che abbiamo registrato nell’ultimo periodo non possono continuare – ha detto Corsini –. L’alluvione ha comportato senza dubbio un peggioramento del servizio che ancora non è stato completamente risolto, così come il nodo dei passaggi a livello con semibarriere che, con la nuova normativa per la sicurezza, impone un rallentamento dei convogli su una tratta a binario unico. Situazioni che solo attraverso opere infrastrutturali, quali il raddoppio della linea, e l’attuazione degli accordi sottoscritti col Governo potranno trovare una soluzione definitiva».

Parte la “Chiamata Pubblica” alla città per il Don Chisciotte delle Albe

La seconda parte del lavoro ispirato all’opera di Cervantes andrà in scena quest’estate al Ravenna Festival

Don Chisciotte Teatro Albe
Le prove del Don Chisciotte del 2023

Martedì 27 febbraio (ore 20.30), al teatro Rasi, si terrà la prima Chiamata Pubblica per il Don Chisciotte ad Ardere, opera in fieri 2024 di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, che vedrà cittadini andare in scena a fine giugno insieme agli attori delle Albe.

Il progetto, che si inserisce all’interno della programmazione del Ravenna Festival, è co-prodotto da Albe / Ravenna Teatro, Ravenna Festival e Teatro Alighieri.

All’incontro – insieme a Martinelli e Montanari, che riprenderanno il lavoro con le cittadine e i cittadini portato avanti in questi anni – saranno presenti Matteo Marelli (FilmTV e Filmmaker Festival) e Fulvio Baglivi (Rai3, Fuori Orario Cose(mai)viste) per proseguire il percorso di visioni e dialoghi sul Don Chisciotte tra teatro e cinema che accompagnerà la creazione dell’opera dei due direttori artistici. Partecipazione gratuita. Info: 0544 36239.

Per i 25 anni della Maratona di Ravenna una medaglia ispirata alla pace

I monili in mosaico sono realizzati nel laboratorio di Annafietta, e per l’edizione 2024 richiameranno i celebri scudi “Pax”, con colori e dimensioni differenti in base alla difficoltà delle corse

Medaglia Maratona Ra 2024 002

La maratona di Ravenna compie 25 anni e presenta le nuove medaglie destinate ai “finisher” della maratona, ovvero a tutti gli atleti che taglieranno il traguardo al termine della corsa. La tradizionale medaglia in mosaico sarà realizzata da Annafietta per il 13esimo anno consecutivo: dal 2011 infatti il laboratorio artigianale realizza a mano vere e proprie icone del mosaico ravennate che rappresentano uno degli elementi caratterizzanti della manifestazione organizzata da Ravenna Runners Club.

Dopo le “forme inusuali” utilizzate per le ultime edizioni, quest’anno si è scelto di tornare alla tipica forma ovale, ispirandosi a uno dei più celebri mosaici della Basilica di San Vitale, patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.
L’idea del nuovo monile nasce del celebre corteo di Giustiniano, raffigurato insieme ad alcuni notabili, tra cui Massimiano Vescovo di Ravenna, seguiti da un gruppo di guardie d’onore armate con lo scudo bizantino decorato con il Chrismon, una combinazione di lettere dell’alfabeto greco che formano l’abbreviazione del nome di Cristo.
Questo dettaglio che risale all’epoca di Costantino che, a causa di un sogno fatto prima di un’importante battaglia, volle apporre sugli scudi dei soldati un segno celeste.

Thumbnail Medaglia Maratona Ra 2024 001

L’importanza del simbolo divenne centrale, tanto da essere riportato in molte altre opere come “Pax”, pace, concetto quantomai attuale oggigiorno. L’ovale della medaglia 2024 è incorniciato da una greca tipica delle raffigurazioni bizantine. Infine, solo per la distanza regina, avrà al centro il numero romano XXV come riferimento alla 25esima edizione dell’evento.

Come per le precedenti edizioni, la medaglia verrà proposta in tre tagli diversi, ma per la prima volta presenterà anche tre colori diversi. La più grande, destinata agli atleti della maratona di 42km sarà colorata d’oro, una versione leggermente più piccola e di colore argento toccherà ai runner della mezza maratona. Infine, la versione minore e di color bronzo sarà creata per la Martini Good Morning Ravenna di 10km. È prevista una nuova versione anche per la medaglia della “Dogs & Run”, la maratonina a sei zampe per cani e padroni. Il piccolo gioiello, realizzato sempre da Annafietta, raffigura un cagnolino seduto, arricchito da tessere di mosaico assemblate a mano.

«Ogni anno – spiega Annafietta – è sempre più emozionante dar vita a questo piccolo gioiello che poi attraverserà tutto il mondo per essere conservato nelle case di tanti finisher. Per il 2024 siamo tornati dentro la Basilica di San Vitale e abbiamo trasformato il famoso scudo Pax nella medaglia. E scegliendo lo scudo, siamo anche tornati a una forma geometrica pura come l’ovale. Inoltre, grazie alla decorazione in Chrismon, porta con sé un simbolo che ritrae la parola Pace. Un messaggio di estrema attualità, importante da veicolare anche grazie a manifestazioni sportive internazionali come la Maratona di Ravenna».

Si può eliminare l’erba tra i filari di peri per fermare la maculatura bruna

Anche per il 2024 valgono le disposizioni della Regione in difesa delle varietà di pero particolarmente sensibili agli attacchi del fungo: Abate fetel, Angelys, Conference, Decana del comizio, Falstaff, Kaiser, Passa crassana

Agriculture Backyard Blur Close Up 296230La difesa della coltivazione delle pere in Emilia-Romagna passa anche attraverso la lavorazione del terreno tra i filari, per rimuovere la vegetazione spontanea presente, attraverso la rottura del manto erboso. È infatti nella vegetazione graminacea che cresce tra i filari che può annidarsi il fungo responsabile della maculatura bruna, una delle più pericolose avversità del pero, in grado di causare danni economici rilevanti colpendo le foglie, i frutti, i piccioli e i rametti.

Le indicazioni messe a punto dalla Regione per la campagna produttiva 2024 in difesa delle varietà di pero sensibili agli attacchi del fungo Stemphylium vesicarium (maculatura bruna) contengono la disposizione per la rottura e l’interramento del tappeto erboso tra i filari dei pereti e il mantenimento, attraverso lavorazioni superficiali, del terreno del frutteto sgombro da erbe spontanee. «È un provvedimento vitale tra le misure agronomiche preventive – ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi – poiché l’inerbimento è considerato fonte di diffusione primaria della malattia.

La disposizione, temporanea, è indicata per la difesa delle varietà di pero Abate fetel, Angelys, Conference, Decana del comizio, Falstaff, Kaiser, Passa crassana, risultate particolarmente sensibili agli attacchi di maculatura bruna.

Le attività di ricerca e sperimentazione hanno evidenziato che la sola difesa con prodotti fitosanitari non garantisce di poter scongiurare il debellamento del patogeno fungino nelle varietà di pero suscettibili alla malattia, per le quali sono necessarie misure agronomiche preventive di sanificazione per ridurre il rischio infettivo.

Per prevenire le infezioni era stata emessa anche l’anno scorso la deroga per le aziende che aderiscono ai disciplinari di produzione integrata, che consente di effettuare la rottura del manto erboso della coltura del pero sull’intero territorio regionale. Ma l’abbattimento del patogeno per una singola stagione non è considerato sufficiente a garantire un efficace e duraturo controllo dell’avversità per la prossima stagione produttiva. Dunque, dato il carattere di eccezionalità delle infezioni causate dal microrganismo fungino Stemphylium vesicarium in Emilia-Romagna, e solo per le varietà di peri più soggette agli attacchi, tale intervento andrà rinnovato anche per la campagna produttiva 2024.

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