Il percorso di rinnovo dei simboli comunali ha avuto inizio a marzo del 2022. Araldi e gonfalone verranno presentati alla cittadinanza sabato 16 dicembre alla Rocca
Il Comune di Lugo adotterà un nuovo stemma e un nuovo gonfalone riportanti gli ornamenti tipici dei Comuni che hanno ricevuto il titolo onorifico di “Città”. Il percorso di rinnovo dei simboli lughesi ha avuto inizio a marzo dello scorso anno e si è concluso con la decisione unanime da parte del consiglio comunale. Presentazione ufficiale dei nuovi emblemi araldici sabato 16 dicembre in mattinata nella sala Estense della Rocca, in un incontro aperto alla cittadinanza. Nella stessa occasione verrà presentato anche il libro “Storia di Lugo”, scritto da Leardo Mascanzoni, già disponibile in libreria dalla fine di novembre.
La mattinata prevede, dalle 9.30, l’intervento del prof. Enrico Angiolini, docente di archivistica, paleografia e diplomatica presso gli Archivi di Stato di Modena e di Parma e autore di numerose pubblicazioni a carattere storico-archivistico, che illustrerà al pubblico il risultato degli studi condotti partendo dal carteggio ottocentesco conservato presso l’Archivio Storico Comunale. Tali studi hanno consentito di ricostruire le vicende legate al ricevimento da parte della Città di Lugo del titolo di città nel 1817 da Papa Pio VII e il plurisecolare percorso evolutivo subito dagli emblemi cittadini dalle prime rappresentazioni grafiche a quelle attuali del recente statuto comunale.
A seguire, il prof. Leardo Mascanzoni, docente di Storia Medievale dell’Università di Bologna e autore di numerose pubblicazioni scientifiche, terrà una lectio magistralis a partire dal suo recentissimo libro “Storia di Lugo” edito da “Il Ponte Vecchio” di Cesena che conclude così la collana della casa editrice dedicata alla storia delle città romagnole.
Il crollo dell’argine del Santerno a maggio 2023 aveva distrutto la strada provinciale 26
L’ex mulino di San Lorenzo di Lugo distrutto dalla piena del fiume Santerno che ha rotto l’argine
Sono partiti oggi, 12 dicembre, i lavori per il rifacimento della strada provinciale 26 (via Fiumazzo) a Cà di Lugo, nel comune di Lugo, distrutta sette mesi fa dall’alluvione. Alle porte della piccola frazione aveva ceduto l’argine del fiume Santerno causando il crollo di una casa e la distruzione della strada.
L’intervento avrà un costo complessivo di 150.000 euro e il termine lavori è previsto entro 60 giorni. La Regione Emilia-Romagna ha posto il sedime della strada a servizio dell’intervento strutturale per il ripristino degli argini crollati del fiume Santerno. Con il termine dell’area di cantiere regionale, è stato possibile disporre l’inizio dei lavori di ricostruzione del tratto di strada. Parallelamente la Provincia di Ravenna sta eseguendo i lavori di ripristino lungo la strada provinciale 26, in località San Lorenzo.
«Dopo l’alluvione in pianura – dichiarano il presidente della Provincia Michele de Pascale e il consigliere delegato per le strade e la viabilità Nicola Pasi – è stata data priorità al ripristino degli argini distrutti. Il cantiere approntato dalla Regione a Cà di Lugo ha operato in questo senso su un tratto fluviale molto esteso. Per accelerare i lavori la Provincia di Ravenna ha convenuto di mettere a disposizione del cantiere un tratto della strada provinciale 26 che, ora che sono conclusi gli interventi sugli argini, procederemo speditamente a ripristinare. I lavori proseguiranno in coordinamento con il Comune di Lugo relativamente al raccordo con le strade comunali afferenti».
Sull’avvio del cantiere in via Fiumazzo la dichiarazione dell’assessora ai Lavori Pubblici Veronica Valmori: «Un cantiere veramente importante in uno dei punti di Lugo più feriti dall’alluvione. Ringraziamo la Provincia di Ravenna che ha avviato l’intervento appena ne ha avuto la possibilità al termine dei lavori dell’Agenzia Regionale della sicurezza territoriale e della Protezione Civile. La strada Fiumazzo è un’arteria fondamentale e come il suo ripristino. Il Comune di Lugo è coordinato con la Provincia per fornire il supporto necessario».
L’iniziativa è destinata a ventuno nuclei famigliari residenti nei Comuni della Bassa Romagna e rientra nel progetto Sos-Spesa della fondazione Francesca Rava
In vista delle festività natalizie, Fondazione Francesca Rava (nata nel 2000 per aiutare l’infanzia e l’adolescenza in condizioni di disagio, le mamme e le donne fragili in Italia, Haiti e nel mondo) e Coop Alleanza 3.0 consegnano buoni spesa alle famiglie colpite dall’alluvione.
La consegna dei buoni è stata possibile grazie alla collaborazione tra le due realtà, ed è destinata a ventuno famiglie in difficoltà residenti nei Comuni alluvionati di Lugo, Sant’Agata, Bagnocavallo, Conselice, Fusignano e Massa Lombarda, individuate da Unione Comuni Bassa Romagna attraverso i propri servizi sociali e dall’Associazione “I Ragazzi di Via Angiolina”.
La donazione dei buoni spesa rientra nel più ampio intervento della Fondazione Francesca Rava che, fin dai primi giorni dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna, si è attivata in collaborazione con le istituzioni per individuare le prime principali emergenze e fa parte del progetto Sos-Spesa “la spesa per chi ha bisogno”.
«Continuiamo ad essere vicini con tutto il cuore ai bambini e alle famiglie colpite dall’alluvione, affinché questa donazione arrivi come una carezza in vista delle festività natalizie», commenta Elisabetta Strada, responsabile progetti Italia della Fondazione Francesca Rava.
Lo scrive oggi il Manifesto che riporta di una versione particolare dell’incidente come emersa da alcune chat dei macchinisti.
«La presenza dell’ad di Rfi sull’Etr 600 – si legge – ha portato a risolvere nel più breve tempo possibile il guasto (per il quale la Freccia era ferma, ndr) con l’intervento della sala operativa che avrebbe richiesto l’applicazione di una procedura che prevede un intervento agli organi esterni del treno: una particolare pressione che potrebbe aver indotto in errore il macchinista unico».
Contattata dal Manifesto, Rfi ha confermato la presenza sul treno di Strisciuglio precisando però che «lo stesso ad non ha palesato a Trenitalia la sua presenza sul treno».
Trenitalia ha spiegato che «c’è un’indagine in corso: sulle cause della retrocessione (del Frecciarossa, ndr) sono in corso approfondimenti». (fonte Ansa.it)
Maria Pia Timo parla del suo nuovo spettacolo scritto con la consulenza di una banking trainer: «Mi piace affidarmi agli esperti per dare veridicità ai testi»
un ritratto di Maria Pia Timo (foto Elena Bandini)
I soldi, in Italia, sembrano essere un argomento tabù. Ci si pensa spesso (forse più del voluto), ma se ne parla sempre malvolentieri. Il nuovo lavoro di Maria Pia Timo, Sol di Soldi, nasce per scardinare questo imbarazzo, indagando con ironia il mondo finanziario, i suoi sprechi e le sue contraddizioni.
Lo spettacolo dell’attrice e comica faentina (in scena alla sala del Carmine di Massa Lombarda il 16 dicembre, al teatro di Cervia l’11 gennaio e al Masini di Faenza il 16 gennaio) è realizzato in collaborazione con una banking trainer e nasce per ridere di un argomento strettamente umano, delicato e controverso che, nonostante tocchi in maniera trasversale l’intera società, nasconde aspetti che vengono spesso dati per scontati, ripudiati o completamente ignorati.
Com’è nato lo spettacolo?
«Con l’idea di parlare di qualcosa che interessi alla gente. I soldi toccano in maniera trasversale tutti quanti, ma si è pudici nel parlarne, almeno in Italia. Anche la percezione della società verso il denaro è cambiata: non guadagniamo per spendere, ma per accumulare. È assurdo poi pensare quanto poco conosciamo del mondo finanziario, quanto diamo per scontato o decidiamo di ignorare nella nostra quotidianità. Chi legge davvero le lettere della banca ad esempio? Io una volta credo di aver buttato via una carta di credito senza accorgermene!».
La sceneggiatura è stata scritta con la consulenza di una banking trainer, com’è nata questa collaborazione?
«Spesso il teatro comico viene visto come poco impegnato, ma io non credo che debba essere così. È importante far ridere e svagare le persone, ma voglio farlo in maniera intelligente, lasciando un messaggio. Solitamente scrivo insieme a mio marito, Roberto Pozzi, mio autore da sempre, oltre che regista di questo spettacolo. Quando scelgo di rappresentare un argomento che non mi appartiene ritengo però giusto affidarmi anche a un esperto, per dare la giusta tridimensionalità e veridicità ai testi. Qualche tempo fa, partecipai a una lezione sulla finanza della banking trainer Daniela Lorizzo che mi fece riflettere su questo microcosmo, così ho chiesto il suo aiuto per poter ridere su questi temi in maniera puntuale. Anche uno dei miei ultimi spettacoli, Una donna di prim’ordine, che tratta del disordine che pervade le nostre vite, è stato scritto in collaborazione con Sabrina Toscani, professional organizer ravennate».
Oltre agli spettacoli teatrali, anche cinema e tanta televisione, tra cui Zelig, Colorado e Quelli che il calcio. Quando è iniziata la carriera da comica?
«Ho iniziato girando per festival e sagre locali, esibendomi ogni volta che potevo. La Romagna, per fortuna, offre molto da questo punto di vista. Durante uno di questi spettacoli, sono stata notata da un’agenzia bolognese. Da lì il debutto in televisione nel 2003, nella prima edizione di Bulldozer, programma satirico condotto da Federica Panicucci. Prima dell’avvento dei social, del digitale terrestre e delle piattaforme streaming, il piccolo schermo era una cassa di risonanza fortissima, che mi ha permesso di cambiare la mia vita, dedicandomi alla mia passione. Non bisogna pensare però che il mio sia un lavoro semplice, fatto di solo divertimento e risate. I ritmi e le tournée possono essere sfiancanti».
È stato difficile muovere i primi passi in un periodo in cui la figura del comico era legata principalmente a personaggi maschili?
«Difficile, come lo sarebbe ora. Credo che anche oggi una comica donna venga percepita diversamente da un uomo, una sorta di retaggio maschilista comune a molti campi, tra cui il mondo dello spettacolo. Un tempo, quando dilagava la comicità di pancia e l’utilizzo clownesco del corpo, per una comica era più difficile emergere, risultando in contraddizione con l’idea angelica che si aveva della figura femminile. Oggi, con la diffusione della stand-up comedy e di un tipo di comicità perlopiù dialettica, una comica può far ridere come e più di un uomo».
Quale forma di espressione si addice di più alla sua comicità?
«Personalmente, continuo ad apprezzare la comicità corporale unita a quella dialettica, utilizzo molto il mio corpo e la mia espressività durante i miei monologhi. Più in generale, posso dire di preferire l’esperienza dal vivo rispetto a quella cinematografica e televisiva. Sono un po’ pigra e detesto spostarmi per lavoro, ma l’alchimia che si crea con gli spettatori durante la performance live è magica, capace di ripagare qualsiasi fatica. Posso dire che è un po’ come fare l’amore. Dopotutto, uno spettacolo teatrale si costruisce in due: da una parte io sul palco, dall’altra il pubblico e le sue reazioni. Un altro aspetto emozionante del teatro è sicuramente la sua intensità: il cinema ti obbliga a trattenerti, a conservare le energie per il ciack successivo e per quello dopo ancora. Il teatro invece ti chiede il massimo, sempre».
la comica faentina in una scena del “Pinocchio” di Garrone in cui interpreta, quasi irriconoscibile dal trucco, la Lumaca
Tra i ruoli cinematografici più noti, quello della Lumaca nel Pinocchio di Matteo Garrone, com’è stata questa esperienza?
«Travolgente. È stata la mia agenzia a propormi, sapevamo che Garrone stava cercando un’attrice per la Lumaca in tutta fretta a causa della difficoltà di realizzazione del costume, ma non mi aspettavo di ritrovarmi a provare sul set di Londra dopo sole due settimane dal provino. L’esperienza è stata meravigliosa, lavorare in un set internazionale, capace di lasciare spazio all’improvvisazione, mi ha trasmesso il sapore del cinema vero, molto lontano dal cinema brillante italiano. Il costume però si è rivelato essere davvero un problema: ingessata al suo interno faticavo a muovere viso e corpo e, a causa del suo peso, ho dovuto rivolgermi a un osteopata una volta terminate le riprese».
In settembre ha presentato “Me la Sfango go go” lo spettacolo allestito nella piazza di Faenza per celebrare la ripartenza della Romagna dopo le alluvioni della scorsa primavera. Da Faentina, come ha vissuto il dramma delle inondazioni?
«Io sono stata fortunata, ma parte della mia famiglia è stata colpita in prima persona. Vedere la propria città coperta di fango e i propri amici sott’acqua, ti segna in modo indelebile. In quei mesi parlavo dell’alluvione continuamente, inserivo il tema in ogni mio spettacolo, per dare valore a ciò che stavamo attraversando come regione. Io e mio marito abbiamo scritto anche un pezzo al riguardo, l’abbiamo portato in giro per le zone alluvionate, per dare un po’ di leggerezza alle persone. Ridere su un argomento simile sembra difficile, ma non lo è: quando a farti i complimenti è qualcuno che ha appena perso la casa, o la macchina, significa che hai toccato le corde giuste. L’evento del 22 settembre è stato molto emozionante. La piazza era gremita, tra il pubblico c’erano ventenni scatenati e ottantenni con la seggiola portata da casa. Sul palco, icone dell’Emilia-Romagna come Mirko Casadei, Modena City Ramblers e Nomadi. Presentare questa serata è stato un onore, mi ha trasmesso quella sensazione di vicinanza, unione e calore che noi romagnoli abbiamo scoperto grazie all’alluvione, o forse, che avevamo solo dimenticato»
Maria Pia Timo (con Neri Marcoré) sul palco dell’evento organizzato in piazza a Faenza per ringraziare tutti i volontari post alluvione (foto Stefano Tedioli)
Per raccogliere testimonianze e mettere in guardia sui «rischi e i pericoli che sta producendo il Governo»
Accompagnata dal messaggio “Stesso Paese, stessi diritti”, la carovana dei diritti della Flc Cgil prosegue nel suo viaggio lungo l’Italia e giovedì 14 dicembre farà sosta a Faenza e a Ravenna.
La prima tappa sarà nella città manfreda, alle 9,30, in piazza della Libertà dove è prevista la partecipazione speciale dell’artista Maria Pia Timo. Il camper farà, inoltre, tappa davanti ai principali istituti secondari di secondo grado del territorio.
Nella stessa giornata, alle 15, la carovana arriverà a Ravenna in piazza Marsala, dove è prevista la partecipazione di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, Maria Paola Patuelli di Salviamo la Costituzione, Roberto Giunchi di Libera dalle mafie, Alessandra Bagnara di Linea Rosa, Massimiliano Galanti, presidente della sezione Resistenza e Libertà di Anpi Ravenna, Margherita Guglielmino, docente e scrittrice, Luca Rosetti, docente e attore di teatro, Martina Zama del coordinamento giovani Cgil Ravenna, Marinella Melandri, segretaria generale Cgil Ravenna, Monica Ottaviani, segretaria generale Flc Cgil Emilia Romagna, e Sara Errani, segretaria generale Flc Cgil Ravenna.
Sia a Faenza che a Ravenna, saranno raccolte testimonianze e segnalazioni e distribuiti materiali informativi «per costruire una narrazione diversa e per informare e orientare sui rischi e i pericoli che questo Governo sta producendo per i lavoratori e le lavoratrici e in generale per il futuro del Paese», si legge in una nota del sindacato.
«La carovana – spiega Sara Errani – compie un percorso a tappe attraverso tutte le regioni d’Italia per affrontare alcuni temi fondamentali e critici, non solo per i settori dell’istruzione e della ricerca, quali: la questione di genere e il dibattito sull’educazione affettiva nelle scuole, i bassi salari nei settori pubblici e privati, la precarizzazione, la privatizzazione e il definanziamento dei settori della conoscenza, l’autonomia differenziata prevista nel Ddl Calderoli, riforma che se attuata demolisce l’architettura costituzionale dello Stato e la visione stessa del futuro dell’Italia».
La società di calcio Ravenna Fc non ha pagato le bollette di luce e acqua e la tassa rifiuti (Tari) dello stadio di casa per dieci anni. Debito totale di circa mezzo milione di euro, il creditore è il Comune. L’assessore spiega che è stato un difetto di comunicazione tra uffici pubblici
Per dieci anni la società di calcio Ravenna Fc non ha pagato le bollette di luce e acqua e la tassa rifiuti (Tari) per lo stadio Bruno Benelli che ha in concessione dal Comune. Per luce e acqua da agosto 2013 a dicembre 2022 il Ravenna Fc, come già emerso di recente, ora deve versare 429mila euro. Ma ora è noto anche il debito Tari, appreso dalla stessa società giallorossa che ha risposto a una nostra richiesta: 32mila euro. Se si tiene conto che manca ancora il conto del 2023 di luce e acqua, si può considerare un debito totale che arriva a mezzo milione di euro. Ed è un debito verso la pubblica amministrazione, quindi in buona sostanza verso la collettività.
Per luce e acqua il creditore dei giallorossi infatti è il Comune di Ravenna e non le aziende Hera e Edison che non hanno mai staccato le utenze proprio perché i pagamenti sono sempre stati saldati dall’amministrazione pubblica che era formalmente intestataria delle fatture.
Secondo la prassi, le utenze degli impianti sportivi ravennati di proprietà comunale dovrebbero essere intestate ai rispettivi concessionari (di fatto tutte le strutture sportive sono date in gestione a società sportive che pagano un canone). Quando il vecchio Ravenna fallì nel 2012, e ancora non c’era un nuovo soggetto per il calcio cittadino, le utenze del Benelli passarono al Comune. La nuova compagine societaria sportiva, nata dopo il crac e ora in procinto di cedere le quote al gruppo Cipriani, non subentrò al posto del Comune nell’intestazione delle utenze (solo il gas risulta intestato al club calcistico). In pratica non venne fatta la cosiddetta “voltura”, una procedura nota a chi abbia mai avuto per le mani un immobile, anche un semplice appartamento. Situazione analoga per la tassa sui rifuti: non è stata dichiarata la posizione Tari a carico della società nata nel 2012.
Ravenna Fc e Comune hanno sottoscritto da poco un piano di rientro del debito di luce e acqua spalmato sui prossimi sei anni con 36 rate bimestrali a cominciare dal prossimo 1 gennaio: il totale di 429mila euro è dato dai 328mila euro di credito a cui sono stati aggiunti Iva e interessi. «La Tari sarà pagata a termini di legge», fanno sapere dal Ravenna Fc.
Per la tassa rifiuti c’è da tenere in considerazione un possibile risvolto giudiziario sul lato comunale. È un tributo locale che prevede una prescrizione di cinque anni. Questo determina il fatto che non potranno essere incassati gli importi oltre tale periodo e che, a meno di un riconoscimento e versamento da parte del Ravenna Football Club, tali importi non incassati potrebbero rappresentare un danno erariale per il Comune. Su questo aspetto vuole avere maggiori informazioni il consigliere comunale Gianfilippo Nicola Rolando (Lega) che ha inviato una comunicazione al collegio dei revisori dei conti del Comune per le valutazioni e azioni di sua competenza.
È stato il leghista a rendere nota all’opinione pubblica il 10 settembre scorso la circostanza dei mancati pagamenti. Il Comune ha mosso la prima contestazione al Ravenna Fc con una Pec il 13 giugno scorso ma non ne ha dato notizia agli organi di stampa.
La dirigenza giallorossa ha commentato la vicenda delle bollette con un comunicato a fine settembre: “Lo scopo primario della scrivente società è sempre stato quello di tutelare il patrimonio calcistico cittadino nel migliore dei modi, occupandosi in prevalenza di sport e degli aspetti tecnici e gestionali connessi, con la ferma volontà di rimanere totalmente estranea alle dinamiche di natura politica. Tutti coloro che hanno agito a favore di Ravenna Football Club 1913 sono stati mossi da massima trasparenza e buona fede. Una volta emersa la situazione su segnalazione dell’amministrazione comunale, la società si è immediatamente attivata per rimuovere il problema sino ad allora rimasto sconosciuto”.
Secondo quanto risulta a Ravenna&Dintorni, la questione bollette sarebbe emersa a Palazzo Merlato solo a gennaio 2023 grazie a una perdita di acqua nella zona degli spogliatoi dello stadio. In municipio è arrivata una fattura di Hera da settemila euro ed è stata una sorpresa per tutti. Come è potuto accadere che per dieci anni il Comune non si sia accorto di niente?
Giacomo Costantini, assessore comunale dal 2016 e titolare della delega Sport dal 2021, spiega la genesi dell’errore: «Le utenze degli impianti sportivi sono abitualmente intestate ai rispettivi concessionari. A causa del fallimento del Ravenna nel 2012 le utenze dello stadio furono “volturate” al Comune per non interrompere i contratti». E poi è rimasto tutto così. «Provo a sintetizzare la procedura – continua Costantini –. Per il Comune avere in carico le utenze dello stadio, così come quelle di una scuola o di un ufficio, significa che la prassi dei pagamenti non è seguita dall’ufficio responsabile del contratto di gestione, in questo caso l’ufficio Sport, bensì dall’ufficio del provveditorato che segue centinaia di utenze. Nel 2013 fu dato tempo per la voltura delle utenze, dando per scontato che il passaggio ci fosse stato. Gli attori del 2013 sono poi cambiati da entrambe le parti e il fatto che gli uffici che governano il contratto sono diversi da quelli che verificano i pagamenti ha favorito tale errore. Un errore sul controllo determinato da un lato dall’alternarsi di intestazioni delle volture e dal consistente numero di contatori in gestione e dall’altro lato dal rapporto continuativo con i gestori».
L’assessore assicura che esistono tutte le procedure necessarie negli uffici comunali per accertare errori del genere anche qualora imputabili solo a distrazioni: «Del mancato pagamento delle utenze dello stadio ce ne siamo accorti internamente ben prima degli articoli comparsi sulla stampa (ma il Comune non l’ha reso noto alla stampa, ndr). Da quando ho la delega allo Sport ho stabilito che all’avvicinarsi della scadenza di ogni concessione venga effettuata una severa prassi di controllo sulla gestione uscente del bene comunale, sia che si rinnovi la concessione sia che passi ad un altro soggetto. Infatti da gennaio 2023 abbiamo iniziato a fare tutte le verifiche sulla concessione del Benelli che scadrà il 31 dicembre 2023».
Il mancato adempimento del subentro nelle utenze non è una condizione sufficiente per la decadenza della concessione dello stadio: «A seguito della contestazione dell’ufficio è stato riconosciuto il debito e poi sottoscritto un accordo per il piano di rientro».
Legittimo chiedersi se possano essere sfuggite altre situazioni come quella del Benelli: «È praticamente impossibile – assicura l’assessore – perché o l’impianto/edificio è in uso al Comune e quindi ne paga le utenze o le concessioni sono intestate a privati che per forza devono volturare dal precedente concessionario».
La decisione delle autorità per un locale di Russi dove le forze dell’ordine hanno eseguito diversi controlli
Dopo molteplici controlli e interventi delle forze dell’ordine, un bar di Russi si è rivelato ritrovo di persone con precedenti e teatro di liti e risse. Valutato che la situazione poteva mettere in pericolo l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, le autorità hanno decretato la sospensione della licenza dell’esercizio pubblico e il locale dovrà restare chiuso per quindici giorni dall’11 dicembre, quando è stato notificato il provvedimento. Le autorità non hanno divulgato il nome dell’attività.
Caldaie da sostituire all’elementare Pascoli e alla materna Alessandrini
La scuola Pascoli
A Cervia la scuola elementare Pascoli e la materna Alessandrini oggi (12 dicembre) sono rimaste chiuse per un guasto all’impianto di riscaldamento. Il problema è emerso ieri, anche alla scuola primaria Spallicci, dove però è stato risolto nel giro di poco tempo. Nelle altre due scuole, invece, è necessario sostituire le caldaie (intervento già previsto per le vacanze natalizie) e quindi il Comune con un’ordinanza ha imposto la chiusura.
I bambini sono rimasti a casa, in quanto le lezioni non sono state spostate in altra sede.
Oggi resterà chiusa, sempre per i lavori all’impianto di riscaldamento, anche la biblioteca Maria Goia, che si trova nello stesso complesso.
Dal 14 al 24 dicembre all’Oriani due mostre con artisti di fama internazionale ed eventi
Marco Miccoli
Dal 14 al 24 dicembre Bonobolabo festeggia i suoi 10 anni di attività con mostre ed eventi alla Biblioteca Oriani di Ravenna. Bonobolabo nasce da un’idea di Marco Miccoli nel 2013; negozio di skate e spazio espositivo, negli anni si evolve e diventa un vero e proprio brand specializzato in merchandising d’autore: tavole da skate, serigrafie, stampe fine art, collaborazioni di ogni genere con artisti italiani e internazionali del mondo della street art, dell’illustrazione e del fumetto. Ericailcane, Milo Manara, Eron, Laurina Paperina, Ale Giorgini, Alvin, sono solo alcuni dei nomi con i quali Miccoli lavora in modo continuativo e da quest’anno le produzioni sono approdate nei bookshop di vari musei come Macro e Palazzo delle Esposizioni a Roma e Palazzo Strozzi a Firenze.
Si comincia giovedì 14 dicembre alle 18 con l’inaugurazione di due mostre, una che ripercorre il percorso di Bonobolabo dal 2013 ad oggi, l’altra degli Artisti del Cavolo, iniziativa che promuove le illustrazioni green che hanno scelto la strada del veganesimo e che ogni due settimane vengono pubblicate sulla pagina Instagram Ricette del cavolo. In più verrà inaugurata una rampa da skate nel giardino della biblioteca dove si potrà skatare liberamente.
Millo firma tavole da skate
Le tavole da skate della mostra “Miracolo a Milano” di Alvin, Nina Zilli e Raptuz saranno presenti assieme a quelle dei più importanti artisti della scena contemporanea.
Venerdì 15 alle 18 verrà presentato il libro “Nessuna regola. 40 anni di skateboard in Italia” di Lele Lutteri.
Sabato 16 invece verrà annunciato il vincitore del concorso di illustrazione nazionale, nato nel 2016, Sketch your bones deck.
Lunedì 18 ci si sposta al Mar, alle ore 12 per inaugurare il murales di Refreshink in occasione della VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo.
Mercoledì 20, sempre alle 18, presentazione di due libri: l’artbook di Stefano Babini “Femmes” e il romanzo “Le radici del buio” di Renato Gadda. Saranno presenti gli autori.
Venerdì 22 alle 16 arrivano gli Artisti del cavolo per presentare il libro “Ricette del cavolo” di Clonsi e Maicol&Mirco.
Sabato 23 dalle 16 alle 21 dj-set con “Geo from Hell and friends powered by Clichè”.
Il bookshop del museo Macro di Roma
Artisti in mostra: 108, 2501, About Ponny, Ale Giorgini, Alessandro Ripane, Alessandro Tricarico, Andrea Ravo Mattoni, Basik, Biancoshock, Camilla Falsini, Canemorto, Cibo, Codeczombie, Ericailcane, ERON, Fausto Gilberti, Giulio Alvigini, Giulio Vesprini, Giuseppe Veneziano, Hellsandro, Invader, Joys, Kaneda, Krisis, Laurina Paperina, LRNZ, Lucamaleonte, Marcantonio, Marco Lambertucci, Mauro Gatti, Millo, Milo Manara, Nemo’s, No Curves, PAO, Pixel Pancho, SeaCreative, Serena Riglietti, Truly Design, Van Orton Design, Zed1, Madmeg, Raptuz, Nina Zilli, Alvin, Sal Vaccaro, Gilas, Bisser, Alex Senna, Tommaso Buldini, Luca Barberini, Stikki Peaches, The_Oluk, DissensoCognitivo, Ben Zeno, Eliana Albertini, Lucia Biagi, Bruno Bozzetto, Claudio Cambiaghi, Adriano Carnevali, Adriano De Vincentiis, Martina Dirce Carcano, Edo 9000, Albhey Longo, Maicol & Mirco, Nives Manara, Kalina Muhova, Aurora Paccasassi, Vito Savino, Alessandro Scacchia, Alberto Talami, Noemi Vola, ZUZU.
Le mostre sono aperte tutti i giorni nei seguenti orari: giovedì 14 dicembre 17-19.30; venerdì 15 dicembre 10-13 e 15-19; sabato 16 dicembre 10-13 e 15-19; domenica 17 dicembre 15-19; lunedi 18 e martedì 19 dicembre 10-13; mercoledì 10-13 e 15-19:30; giovedì 10-13 e 15-18; venerdì 22 dicembre 15-19; sabato 23 dicembre 10-13 e 15-21; domenica 24 dicembre 10-13 e 15-19.
Colloqui il 20 e 21 dicembre per stilare una graduatoria da cui attingere per le pratiche
L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha aperto due bandi per la formazione di due graduatorie di figure professionali per l’aiuto nella ricostruzione post-alluvione.
Nello specifico, si tratta di 10 posti per istruttori digitali e 30 posti per istruttori tecnici, figure che avranno il compito di supportare i Comuni nelle istruttorie e nella verifica delle domande di contributi e ristori a privati e imprese per i danni derivanti dagli eventi calamitosi.
Per candidarsi è necessario essere in possesso del diploma di maturità; i candidati dovranno sostenere unicamente un colloquio nel Salone estense della Rocca di Lugo: mercoledì 20 dicembre alle 14 per gli istruttori digitali e giovedì 21 dicembre alle 8.30 per gli istruttori tecnici. Per partecipare è sufficiente inviare la propria candidatura sul portale www.inpa.gov.it, accedendo con Spid o Cie entro le 9.30 di lunedì 18 dicembre.
I candidati idonei saranno inseriti in graduatorie che rimarranno a disposizione dell’Unione della Bassa Romagna e dei nove Comuni aderenti per eventuali assunzioni a tempo determinato, compatibili, nel caso di contratti part-time al 50%, con l’esercizio della libera professione (purché non in conflitto con gli interessi dell’Amministrazione).
Per ogni altra eventuale informazione, consultare i bandi pubblicati sia sul portale delle candidature InPA, sia sul sito www.labassaromagna.it nella sezione Amministrazione trasparente.
I reperti verranno trasferiti al Classis. In futuro si pensa a un nuovo utilizzo in ambito culturale
A dodici anni dalla sua inaugurazione, a Ravenna chiude il museo Tamo, acronimo utilizzato per “Tutta l’Avventura del Mosaico”. Si tratta della mostra permanente dedicata appunto al mosaico, antico e contemporaneo, che ha sede nel complesso monumentale di San Nicolò, in via Rondinelli, a pochi passi dalla biblioteca Classense, in centro a Ravenna.
Ideato e gestito dalla fondazione Ravennantica, con l’apertura e lo sviluppo del museo Classis, Tamo è sembrato finire sempre più ai margini del progetto di valorizzazione del mosaico ravennate e gli ultimi annunci della stessa fondazione sulle riorganizzazioni interne resisi necessarie in seguito alle perdite di bilancio potevano far già prevedere il finale: fino al 22 dicembre il museo resterà aperto su prenotazione, poi chiuderà per sempre.
I reperti verranno trasferiti allo stesso Classis, mentre le attività didattiche spalmate su più sedi, dal Mar a Casa Dante.
L’obiettivo dell’Amministrazione è ora quello di poter riutilizzare lo spazio – la cui proprietà è condivisa tra Comune e Demanio – sempre all’insegna della cultura e della formazione.