La “carovana dei diritti” della Cgil arriva a Faenza e Ravenna

Per raccogliere testimonianze e mettere in guardia sui «rischi e i pericoli che sta producendo il Governo»

Carovana Diritti Cgil

Accompagnata dal messaggio “Stesso Paese, stessi diritti”, la carovana dei diritti della Flc Cgil prosegue nel suo viaggio lungo l’Italia e giovedì 14 dicembre farà sosta a Faenza e a Ravenna.

La prima tappa sarà nella città manfreda, alle 9,30, in piazza della Libertà dove è prevista la partecipazione speciale dell’artista Maria Pia Timo. Il camper farà, inoltre, tappa davanti ai principali istituti secondari di secondo grado del territorio.

Nella stessa giornata, alle 15, la carovana arriverà a Ravenna in piazza Marsala, dove è prevista la partecipazione di Michele de Pascale, sindaco di Ravenna, Maria Paola Patuelli di Salviamo la Costituzione, Roberto Giunchi di Libera dalle mafie, Alessandra Bagnara di Linea Rosa, Massimiliano Galanti, presidente della sezione Resistenza e Libertà di Anpi Ravenna, Margherita Guglielmino, docente e scrittrice, Luca Rosetti, docente e attore di teatro, Martina Zama del coordinamento giovani Cgil Ravenna, Marinella Melandri, segretaria generale Cgil Ravenna, Monica Ottaviani, segretaria generale Flc Cgil Emilia Romagna, e Sara Errani, segretaria generale Flc Cgil Ravenna.

Sia a Faenza che a Ravenna, saranno raccolte testimonianze e segnalazioni e distribuiti materiali informativi «per costruire una narrazione diversa e per informare e orientare sui rischi e i pericoli che questo Governo sta producendo per i lavoratori e le lavoratrici e in generale per il futuro del Paese», si legge in una nota del sindacato.

«La carovana – spiega Sara Errani – compie un percorso a tappe attraverso tutte le regioni d’Italia per affrontare alcuni temi fondamentali e critici, non solo per i settori dell’istruzione e della ricerca, quali: la questione di genere e il dibattito sull’educazione affettiva nelle scuole, i bassi salari nei settori pubblici e privati, la precarizzazione, la privatizzazione e il definanziamento dei settori della conoscenza, l’autonomia differenziata prevista nel Ddl Calderoli, riforma che se attuata demolisce l’architettura costituzionale dello Stato e la visione stessa del futuro dell’Italia».

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