martedì
22 Luglio 2025

Il Ravenna al derby di Forlì accompagnato da oltre 600 tifosi

Mister Gadda: «Siamo contenti di aver risvegliato l’entusiasmo»

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Oltre 600 tifosi del Ravenna Fc saranno domenica 26 novembre a Forlì per il derby romagnolo più sentito del girone D del campionato di calcio di serie D.

Si sta risvegliando l’entusiasmo attorno al mondo del calcio locale, con i giallorossi primi in classifica e l’imminente cambio di proprietà.

Sarà però una partita molto difficile per i giallorossi, che si presenteranno a Forlì con molte defezioni. Squalificato Magnanini, ancora alle prese con il recupero dalla lesione muscolare al flessore Pavesi e con Paccagnini ancora out, il tecnico Gadda dovrà fare a meno anche di capitan Rrapaj che, uscito anzitempo nell’ultima partita, lamenta dei problemi al ginocchio che verosimilmente lo terranno lontano dai giochi per una ventina di giorni. Destano preoccupazioni anche le condizioni di Campagna che ha subito una forte contusione alla gamba destra e, pur convocato, difficilmente potrà prendere parte alla gara. Con 4 titolari fuori la formazione sarà tutta da inventare ma il tecnico giallorosso ha già più volte ribadito l’estrema fiducia nel valore dei suoi.

«Siamo contenti di avere risvegliato l’entusiasmo in città – commenta il tecnico Gadda -. Arriviamo a questo derby in una posizione insperata e lo affronteremo con serenità senza speculare sul risultato, è ancora presto per guardare la classifica. Sappiamo che il Forlì è una squadra molto forte e noi ci andremo a giocare la nostra gara come facciamo di solito, senza farci ingannare dai loro ultimi risultati. Ci teniamo a regalare una soddisfazione ai nostri tifosi».

Da gennaio il cantiere per il Bike Park: «Al lavoro per renderlo vivo e partecipato»

Ne parla la neonata associazione Amici del Ciclismo, che lancia un calendario per raccogliere fondi per attrezzare l’area mountain bike

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Martedì 21 novembre si è formalmente costituito in associazione il comitato Amici del Ciclismo di Ravenna che, dopo aver promosso nel febbraio 2021 la petizione per chiedere all’amministrazione comunale la realizzazione di un Bike Park in città, ora saluta l’entrata nel sodalizio di nuovi membri e si appresta a impegnarsi in nuovi progetti.

Ne abbiamo parlato con Emiliano Galanti, prima portavoce e ora presidente del comitato, che prima di tutto aggiorna il timing del progetto Bike Park. «L’Amministrazione ci ha comunicato che la progettazione esecutiva da parte della ditta appaltatrice è in corso e a gennaio dovrebbe aprire il cantiere all’ex ippodromo. Se tutto procederà senza problemi a inizio 2025 vedremo i primi ciclisti allenarsi. Noi vogliamo essere pronti a poter dare il nostro contributo per far sì che, una volta conclusi i lavori, il Bike Park possa essere uno spazio vivo, animato, divertente e partecipato, per il bene del ciclismo e della città intera».

La neonata associazione punta ad «avvicinare i giovani al ciclismo, aiutare a fare rete e ad avviare collaborazioni tra le diverse realtà del territorio. Per fare un esempio – continua Galanti -, ci piacerebbe riuscire a trasformare la crescente passione di molti per la bici in un supporto all’attività di base che ha molto bisogno di nuovi volontari, accompagnatori e allenatori. Anche il numero dei praticanti è in costante diminuzione da molti anni e noi crediamo che per tornare a crescere il ciclismo deve diventare uno sport più attraente, per i bambini e le bambine, ma anche per i loro genitori. Avere a disposizione una vera e propria palestra di ciclismo come il Bike Park potrà permettere di praticare oltre che ciclismo su strada, anche bmx, mountain bike e ciclocross, in uno spazio sicuro in cui multidisciplinarietà e comodità si tradurranno in più divertimento e quindi, siamo certi, più tesserati nella fascia 6-12 anni».

Il 2024 vedrà impegnati gli “Amici del Ciclismo” in una raccolta fondi allo scopo di attrezzare con ostacoli artificiali l’area mountain bike del futuro Bike Park. «Grazie ai rapporti personali del nostro vicepresidente Andrea Collinelli abbiamo ricevuto in omaggio dalla prestigiosa Sprint Cycling Agency del fotografo Roberto Bettini dodici foto dei più grandi campioni del ciclismo odierno che sono state utilizzate per la realizzazione di un bellissimo calendario. Questa è la prima iniziativa ma abbiamo in cantiere altri progetti in collaborazione con artisti locali che si sono già affezionati al progetto e vogliono dare il loro contributo».

Il calendario è visionabile al link https://bit.ly/calendario_ciclismo_2024: ogni copia costa 10 euro ed è prenotabile entro il 27 novembre scrivendo a comitatoamicidelciclismo.ra@gmail.com.

In centinaia in corteo in centro per dire no alla violenza sulle donne – FOTO

Il sindaco ha invitato gli uomini ad assumersi le proprie responsabilità

Centinaia di persone hanno sfilato a Ravenna nella mattinata di oggi, 25 novembre, al corteo di “uomini in scarpe rosse” organizzato in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

A questo link la nostra intervista all’ideatore dell’evento.

Il corteo, formato anche da donne e persone di ogni età, ha percorso le vie del centro e, dopo le previste soste in omaggio al monumento alle vittime di femminicidio, ha raggiunto la piazzetta Unità d’Italia per assistere alla performance a cura di Lady Godiva Teatro.

Alla testa del corteo il sindaco Michele de Pascale, l’assessora per le Politiche e cultura di genere Federica Moschini insieme ad autorità, rappresentanti delle istituzioni, del mondo della scuola e dell’associazionismo.

Numerosi gli studenti e le studentesse delle scuole che hanno sfilato composti ma determinati a far sentire la propria voce, attraverso slogan e stringendo cartelli, ulteriormente scossi dall’ultimo tragico evento di femminicidio che ha riguardato la giovanissima Giulia Cecchettin.

Una giornata dunque dedicata a dire no al maltrattamento fisico e psicologico che molte donne nel mondo e nel nostro Paese subiscono e che per essere contrastato «ha bisogno soprattutto della partecipazione degli uomini», come ha sottolineato il sindaco de Pascale nel discorso che ha chiuso la manifestazione.

 

Rifiuti, gli accertatori di Hera a Cervia hanno fatto 58 multe (da 104 a 400 euro)

Ad attività economiche e utenze domestiche per smaltimento non corretto e abbandoni

Rifiuti DifferenziataSono 58 i verbali effettuati dagli agenti accertatori di Hera nel comune di Cervia.

Dall’inizio dell’estate a contestare le violazioni a chi non rispetta le regole della raccolta differenziata o a chi abbandona i rifiuti sono appunto gli agenti accertatori Hera, opportunamente formati e nominati dal sindaco, ai sensi del regolamento Atersir.

Attivi su tutto il territorio comunale, gli accertatori sono 7 e nell’ultimo periodo hanno contestato diverse violazioni in flagranza, con sanzioni amministrative che vanno da 104 a 400 euro ciascuna, più spese di notifica.

Nel territorio di Milano Marittima, dove il servizio di raccolta è stato attivato nel mese di maggio 2021, sono stati eseguiti 37 verbali, mentre nei territori dove la raccolta è attiva dal 2022 sono stati effettuati in totale 21 verbali. Nello specifico, 5 a Cervia, 4 a Pinarella, 5 a Tagliata e 7 nel forese.

Sul totale dei verbali, ben 51 hanno riguardato attività economiche (29 a stabilimenti balneari che hanno esposto in modo errato i contenitori domiciliari, 12 a negozi, 4 a hotel e 3 bar e 2 a ristoranti), mentre 7 sono stati notificati a utenze domestiche, sanzionate principalmente per abbandoni.

Le violazioni accertate hanno riguardato diversi articoli del regolamento Atersir e dell’Ordinanza Comunale: 10 verbali hanno riguardato l’abbandono di materiale, 32 per esposizione dei contenitori errata, per esempio in giornate o in orari diversi da quelli specificati da calendario di raccolta; 14 per uso non corretto dei contenitori della carta e cartone posti sul territorio, da parte di attività economiche ubicate in zone dov’è presente una raccolta di cartone selettivo dedicata; 2 verbali per mancata pulizia della postazione dedicata.

Andrea Delogu porta a teatro i suoi 40 anni: «Chiedere aiuto non è da deboli»

Conduttrice radiofonica, presentatrice tv, autrice di libri: «Il mio mestiere è la comunicazione, in tutte le sue forme». A Faenza lo spettacolo in cui si racconta: «Vivo da dio la mia età». La ricetta per i social: «Blocco i maleducati»

DELOGU

Chiedere aiuto è fondamentale per vivere bene, ma è difficile perché è visto come una cosa da deboli per una generazione, quella dei 40enni di oggi, che è cresciuta con cartoni animati dove non c’era spazio per la debolezza. È il pensiero di Andrea Delogu, 41 anni, personaggio artistico con mille facce: conduttrice tv e radiofonica, scrittrice, influencer. E ora attrice a teatro con “40 e sto” al Masini di Faenza il 26 novembre.

Faenza è Romagna e quindi per una nata a Cesena e cresciuta a Rimini vuol dire aria di casa. Cambia qualcosa salire sul palco da queste parti?
«Nello spettacolo parlo molto della mia terra perché parlo di me e il luogo dove cresci ti regala sempre una parte del tuo Dna. Quindi per il pubblico di queste zone è più facile seguirmi, la sintonia è più immediata quando hai di fronte gente che sa benissimo a cosa ti riferisci quando parli di passatelli e invece in tante parti d’Italia non li conoscono».

Grave mancanza. Sta facendo divulgazione?
«Alla grande».

Ok, ma team brodo o team asciutti?
«Brodo, non litighiamo eh…»

Avremmo litigato se avesse detto il contrario. A proposito di Romagna, Cervia è stata uno dei suoi primi lavori in tv vent’anni fa ai tempi del reality di calcio Campioni…
«È vero! Avevo già fatto la letteronza a “Mai dire domenica” e c’era stato Match Music, ma quando sentii parlare della possibilità di lavorare in zona accettai subito. Con qualche collega di quel lavoro sono ancora in contatto».

Anche quella piccola esperienza ha avuto un ruolo nella costruzione di chi è la 40enne che oggi racconta sul palco?
«Tutto quello che sono lo devo alle piccole esperienze iniziali, anche quando facevo la vocalist nei locali della riviera. Mi hanno fatto capire che potevo “tenere botta” alla grande».

Lo spettacolo è nei teatri da un anno e replica dopo replica ha subito anche delle modifiche in base alle risposte del pubblico. Anche lei è cambiata a forza di raccontarsi?
«Quando racconti la tua storia davanti alla gente tutto sembra molto meno grave perché ti accorgi che non sei l’unica a vivere certe situazioni e lo capisci dai messaggi che mi arrivano da chi è stato a teatro. È tutta una questione di empatia e voglia di raccontarsi».

Un tema dello spettacolo è l’importanza di chiedere aiuto e la difficoltà nel farlo. Perché è così difficile?
«Perché siamo cresciuti con l’idea che essere deboli è un difetto. Forse in questo io vedo un ruolo anche dei manga: la mia generazione è cresciuta guardando cartoni che proponevano l’idea del martirio come qualcosa di giusto, da “Lady Oscar” in poi. Il personaggio Julian Ross di “Holly e Benji” soffriva di cuore e quando si fermava in campo veniva insultato perché doveva continuare e lui continuava…».

La difficoltà di chiedere aiuto si lega al tema della violenza di genere?
«Apriamo la parentesi del patriarcato che è enorme. Come donne siamo cresciute per secoli con l’idea che la famiglia fosse un contesto protetto e quando una donna sta male deve chiudersi in camera perché ci penserà qualcun altro per lei. Non è così, non apparteniamo a nessuno e dobbiamo capire, non solo le donne, che quando c’è un problema ci sono i professionisti a cui rivolgersi, non bastano “gli amici che sanno ascoltare”. La mente è delicata, ci vogliono anni di studi per maneggiarla».

I suoi 40 anni li vive così bene come va raccontando?
«Da dio».

Non c’è mai stato un momento in cui quel numero la spaventava?
«Non mi hanno mai spaventato perché forse la mia generazione non ha avuto la concezione dell’età, ma magari è così solo nella mia bolla di amicizie. Sentivo dire che arrivare ai 40 è una figata ma non mi rendevo conto di quanto potesse esserlo: a questa età hai una consapevolezza che ti fa perdere meno energie nel cercare di capire dove vuoi andare. E se non l’hai capito si è fatto tardi…».

La Delogu 41enne cosa direbbe alla Delogu ventenne?
«Mangia sano perché poi ne paghi le conseguenze».

Tutto qua?
«Sono quella che sono e sono soddisfatta perché ho fatto un sacco di cazzate. Non vorrei darmi consigli per evitare di rifarle. Io ho guadagnato tanto anche dal mio divorzio perché sono in buonissimi rapporti con il mio ex marito e se non ci fosse stato il divorzio non avrei cambiato vita e messo in discussione cose che avevo ma non mi rendevano felice. Sbagliare è fondamentale».

Arriva a teatro ma nel cv ha già radio, tv, libri, social… qual è il suo mestiere?
«Io comunico. Il mio lavoro sta sotto il grande cappello della comunicazione e uso tutte le possibilità esistenti».

I social network sono una fetta importante della sua comunicazione. Come si vive tra hater e like?
«Mia madre è scriteriata e si mette a discutere con i miei hater e quando succede le telefono e mi dice che non può stare zitta. Io invece ho un altro approccio: blocco chi è maleducato o cerca solo lo scontro per dimostrare di esistere. Le critiche e le opinioni sono libere e non potrebbe essere diversamente visto che ho scelto un lavoro dove la mia immagine è necessariamente pubblica».

Le querele servono?
«Non ne ho mai avuto bisogno. Ma chi ha scelto di farle ha fatto bene: i social siamo noi, non sono un mondo a parte».

In carcere a Ravenna corsi di formazione per il reinserimento dei detenuti

Fiore all’occhiello quelli sulla ristorazione. Il nuovo direttore: «Al lavoro per portare avanti i progetti»

Carcere Casa Circondariale Ravenna
Il carcere di Ravenna

«Vogliamo diffondere il senso della solidarietà». A parlare è Oscar, pizzaiolo in pensione che insegna nei corsi di formazione per detenuti nel carcere di Ravenna. E le sue parole danno il senso dell’impegno dei volontari che nell’istituto romagnolo operano affinché l’avviamento al lavoro sia un modo per reinserire i detenuti nella società dopo la fine della loro pena.

Quella di Ravenna è una struttura carceraria di piccole dimensioni, con una sezione di semiliberi. I detenuti, tutti uomini, arrivano appena a 83 (dati aggiornati al 31 ottobre), di cui 45 cittadini stranieri. Una struttura piccola, ma dove non mancano iniziative perché il periodo detentivo sia davvero un momento di rieducazione e di reinserimento nella società, a partire dal lavoro.

A parlare, nel corso di un incontro organizzato proprio nel carcere romagnolo dal Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri, è stata la funzionaria giuridico pedagogica Daniela Bevilacqua: «La struttura è di piccole dimensioni, c’è quindi un problema di spazi. Inoltre, c’è un importante turnover fra i detenuti, che rende complicato attivare progetti di lunga durata».

«Per le caratteristiche del nostro territorio – ha precisato entrando nello specifico dei progetti – ci rivolgiamo principalmente al settore del turismo, questo per favorire anche il reinserimento dei nostri ospiti una volta usciti. Il fiore all’occhiello sono i progetti sulla ristorazione (con corsi finanziati dalla Regione Emilia-Romagna), organizzati in collaborazione con l’istituto turistico e alberghiero di Cervia: ad esempio, per panificazione, pizzeria, sala bar e cucina di base».

«Sono attivi – ha aggiunto Bevilacqua – percorsi per il tempo libero, come il laboratorio teatrale (con la collaborazione del regista Eugenio Sideri), quello di lettura, di scrittura creativa e quello di fotografia (con la collaborazione del fotografo Giampiero Corelli). Viene poi realizzato – ha concluso la funzionaria – un giornalino interno (con la collaborazione della giornalista del Carlino Annamaria Corrado). Prende il nome dall’indirizzo del carcere, Port’Aurea 57, esce quattro volte all’anno, sono 500 le copie di ogni numero, e viene distribuito in città».

La volontaria attiva nel carcere, Flavia Sansoni, ha spiegato che «in una parte di questi corsi viene rilasciato un regolare attestato che può essere speso dal detenuto dopo la pena. Questo per favorire il reinserimento sociale senza che ci siano riferimenti alla casa circondariale».

«Abbiamo voluto mescolare le carte – ha sottolineato il garante dei detenuti, Roberto Cavalieri, parlando dell’incontro tenutosi in carcere – portando in questa struttura le numerose esperienze positive attive nelle diverse strutture carcerarie. L’obiettivo è quello di incentivare la diffusione di idee ed esperienze. Vogliamo sviluppare la connessione fra queste associazioni, affinché facciano rete. Il lavoro da fare è enorme, se pensiamo che nell’arco di un solo anno passano dalle carceri della regione circa 9mila persone, in certi casi la detenzione è solo di poche ore».

«La casa circondariale ravennate si trova nel centro della città ed è stata costruita nel 1909. Lo spazio più ampio è il refettorio, che i detenuti, occupatisi della ristrutturazione, hanno voluto chiamare, con un gioco di parole, “GabbiaNO” – ha ricordato la direttrice uscente Carmela De Lorenzo, che già dirige il carcere di Forlì -. È fondamentale tenere vivo il confronto, fare conoscere all’esterno le attività che facciamo all’interno della casa circondariale. Lavoriamo ogni giorno per migliorare le condizioni dei detenuti, con l’obiettivo di tenerli occupati il più possibile. Qui dentro è fondamentale impiegare il tempo in modo costruttivo e in questo percorso diventa centrale il volontariato. Anche il territorio ci sta aiutando tanto». Sulla stessa linea il nuovo direttore della casa circondariale, appena insediatosi, Stefano Di Lena: «Raccolgo un testimone importante e assicuro l’impegno nel portare avanti i tanti progetti attivati nella struttura in questi anni».

Un fondo di investimento americano ha comprato il 70 percento della Setramar

Siglato l’accordo con Davidson Kempner: «Daremo un impulso all’intero settore»

PORTO DI RAVENNA

La Davidson Kempner ha comprato il 70 percento dello storico gruppo portuale ravennate Setramar, della famiglia Poggiali. Si tratta di una società globale di gestione degli investimenti americana, che ha raggiunto l’accordo tramite One33, il suo partner operativo per l’Italia.

Accordo raggiunto – si legge in una nota – «in sintonia con gli attuali azionisti di Gruppo Setramar», che deterranno alla chiusura dell’operazione di ristrutturazione il 30 percento del capitale della divisione portuale del Gruppo.

«La partnership tra i soci di Gruppo Setramar e Davidson Kempner – continua la nota inviata alla stampa – apre un nuovo capitolo per la società e conferma la centralità strategica del porto di Ravenna nell’Alto Adriatico. La società sarà ora in grado di focalizzarsi sulla propria strategia di crescita sia nel porto di Ravenna sia a livello nazionale, con l’obiettivo di sviluppare una piattaforma integrata nell’ambito dell’economia del mare italiana».

«Siamo veramente felici di aver raggiunto un accordo con un investitore internazionale come Davidson Kempner, che ha compreso il valore e le potenzialità di Gruppo Setramar – ha detto Nicolò Poggiali, amministratore delegato di Gruppo Setramar -. In questo nuovo contesto, crediamo fortemente che la nostra conoscenza dell’industria e dello scenario locale contribuirà all’ulteriore sviluppo della divisione logistica del Gruppo, creando allo stesso tempo valore per il territorio. L’accordo darà inoltre impulso all’intero settore, rafforzando la filiera di approvvigionamento e distribuzione del sistema industriale nazionale nel suo complesso».

Davidson Kempner ha circa 37 miliardi di dollari di asset in gestione e oltre 500 dipendenti in sette uffici: New York, Philadelphia, Londra, Dublino, Hong Kong, Shenzhen e Mumbai.

Fondato nel 1967, invece, il Gruppo Setramar opera nei settori della logistica portuale, del trading, dell’energia, dell’agrifood e dell’immobiliare. Nel settore della logistica e dei servizi portuali è il primo operatore privato italiano per merci dry bulk. Operante nel porto di Ravenna attraverso 4 terminal portuali multipurpose, aree di proprietà di oltre 600 mila metri quadrati, circa 2 km di banchine e 20 gru portuali, con oltre 200 dipendenti è in grado di movimentare fino a 7 milioni di tonnellate di prodotti siderurgici, cereali e sfarinati, agroalimentari in genere, fertilizzanti, minerali, inerti, prodotti forestali, merci varie e in colli, project cargo e container.

Dopo l’alluvione, a Faenza un festival sull’utilizzo del digitale nelle emergenze

Sarà presentato anche un portale per mettere in contatto chi ha bisogno con i donatori

Burdel Paciug Volontari Faenza

Come investire sul digitale per migliorare la gestione delle emergenze? A questa e altre domande cercherà di rispondere il festival After Off che si terrà a Faenza il 30 novembre e il 1° dicembre. Si tratta di un evento speciale, legato all’attualità, che non rientra nella tradizionale programmazione di After, la manifestazione che Regione Emilia-Romagna dedica alla diffusione della cultura digitale: da qui la definizione “Off”. I due giorni di incontri sono organizzati in collaborazione con l’Unione della Romagna Faentina.

In particolare, nel corso dei lavori previsti per il pomeriggio del 1° dicembre, al Ridotto del Teatro Masini di Faenza, si mostrerà per esempio come droni e satelliti possano agevolare il monitoraggio del territorio durante un’emergenza, o come sensori collegati a Internet siano in grado di semplificare la gestione dei reticoli idraulici.

Altro tema rilevante è quello della solidarietà: si racconterà la storia di Volontari Sos, un’applicazione nata dall’adattamento dell’app di Rockin 1000, usata per la realizzazione di concerti rock, che opportunamente modificata è stata adottata da 18 amministrazioni romagnole per coordinare al meglio la disponibilità dei tanti che hanno voluto dare una mano e raccogliere segnalazioni di bisogno: oltre 30mila i volontari coinvolti.

Sarà poi presentato il portale setiserve.it, nato per mettere in contatto le persone o le attività colpite dall’alluvione con donatori che, tramite questa piattaforma online, hanno messo a disposizione gratuitamente mobili, oggetti o servizi di diversa natura.

Nel corso dell’incontro verranno inoltre presentati i racconti diretti di alcuni enti e territori della Regione, e interverrà anche il Dipartimento di Informatica dell’Università di Bologna

«Durante i terribili giorni dell’alluvione è stato quasi istintivo rivolgersi alle tecnologie digitali – commenta l’assessora all’Agenda digitale e scuola, Paola Salomoni -. Quando molte strade diventano impercorribili e diverse aree pubbliche inaccessibili, è attraverso uno spazio digitale che ci si muove per avvisare la popolazione o coordinare gli aiuti tecnici. È necessario fare tesoro di quell’esperienza e riflettere su come le tecnologie adottate per la gestione dell’ordinario e la prevenzione possano rivelarsi utili anche in situazioni straordinarie. After Off nasce con questo preciso obiettivo».

Info e iscrizioni: https://regioneer.it/jl678n1h

Al palazzetto si parla dell’alluvione: «Daremo nuova sicurezza al territorio»

Il 29 novembre con esponenti di Regione, Comune, Hera e Consorzio di Bonifica

Sopralluogo
Un sopralluogo della vice presidente Priolo a Lugo, con lei il sindaco Ranalli e l’assessora Veronica Valmori

Un incontro pubblico al Palazzetto dello Sport di via Sabin per andare “Oltre l’alluvione”. Si intitola così l’appuntamento che l’Amministrazione Comunale di Lugo ha organizzato mercoledì 29 novembre alle 18.30 con la partecipazione della vice presidente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo, di Hera, del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale oltre che del Comune.

Un momento di confronto e approfondimento che ha l’obiettivo di analizzare quello che è accaduto nei giorni drammatici dell’alluvione di maggio per andare appunto oltre, ossia a un progetto futuro di messa in sicurezza del territorio rispetto a fenomeni sempre più estremi e che hanno un tempo di ritorno che gli scienziati sono concordi nel definire più breve.

L’incontro si focalizzerà in particolare sulla rete scolante e sulla rete fognaria e la presenza della vice presidente Priolo è utile per contestualizzare il tutto in un ripensamento generale del territorio.

«Intendiamo parlare di come daremo nuova sicurezza alle città e al territorio – dichiara il sindaco Davide Ranalli -. Lo abbiamo già fatto nell’incontro di San Lorenzo quando abbiamo parlato dei fiumi. Il luogo scelto, il Palazzetto, intende favorire la più ampia partecipazione dei cittadini per un momento che sia di vero approfondimento, confronto e condivisione di conoscenze».

«L’unico tratto comune tra i femminicidi sono i segnali di allarme sottovalutati»

L’avvocato Scudellari ha difeso sia imputati che familiari delle vittime: «Ancora tanti pregiudizi nelle sentenze, ma abbiamo fatto passi avanti»

RAVENNA 15/12/2017. PROCESSO CAGNONI, ACCUSATO DELL’ OMICIDIO DELLA MOGLIE GIULIA BALLESTRI.
L’avvocato Scudellari durante il processo Cagnoni con la madre e il fratello della vittima, Giulia Ballestri

«L’unico aspetto che vedo ricorrente in tutti i femminicidi di cui mi sono occupato è che sono sempre stati preceduti da segnali che qualcuno ha sottovalutato». All’avvocato Giovanni Scudellari non manca un bagaglio di esperienze in tribunale: una trentina i processi seguiti in corte d’assise, di cui diversi per l’omicidio di una donna per mano di qualcuno che diceva di amarla. «Uomini di qualunque contesto che non potevi che ritenere persone normali, per quello che può significare. Per questo davvero non ha alcun senso dire “a lui può succedere e a me no”».

 Il legale ravennate è stato su entrambi i fronti dell’aula: sia accanto ai familiari della vittima come parte civile (ad esempio con il fratello e la madre di Giulia Ballestri) e sia in difesa dell’imputato (ad esempio con Marco Cantini). Da una parte o dall’altra non è la stessa cosa: «L’avvocato dovrebbe essere sempre distaccato per concentrarsi sugli aspetti tecnici, dovrebbe essere come un chirurgo che nemmeno vede in volto il paziente, ma la reazione emotiva è diversa quando in studio entrano i familiari di una donna uccisa». Però in un Stato di diritto anche un imputato di omicidio merita un’assistenza legale: «Purtroppo si finisce per sovrapporre l’accusato all’avvocato che invece sta solo facendo il suo lavoro. Quando mi sono trovato in quella posizione mi è capitato anche di ricevere lettere anonime di minacce con l’augurio di fare la stessa fine delle donna uccisa. Sono reati considerati schifosi dall’opinione pubblica e schifoso è considerato chi ne è accusato e chi gli è vicino. Per questo capisco chi rinuncia a quell’incarico se non si sente a posto con la sua coscienza o se ha paura per la sua incolumità. Su questo aspetto bisogna maturare molto perché fa parte dei passi necessari per migliorare in generale».

Tante altre sono le cose che vanno cambiate e Scudellari è convinto che l’esempio del passato mostri come i cambiamenti siano possibili: «Non possiamo dimenticare che fino al 1981 esistevano ancora il delitto d’onore e il matrimonio riparatore. Lo stupratore sposava la vittima per riparare al reato e lei doveva accettarlo. Le arringhe erano piene di frasi come “il disonore rende folli gli uomini”: le pene partivano da tre anni, le difese trovavano sempre una provocazione da attribuire alla vittima e si ottenevano le attenuanti generiche che portavano a sentenze così leggere da non finire mai in carcere». E quante volte la gelosia veniva portata in aula come giustificazione perché collegabile a uno stato emotivo passionale: «Ora la gelosia è diventata un aggravante perché uccidere per gelosia è equiparato a un motivo futile».

Ma la giurisprudenza è lenta a cambiare. I pregiudizi sono duri da sradicare. Le tracce emergono ancora, anche in sentenze recenti: «Nel 2020 una pronuncia della Cassazione ha stabilito che un tradimento non giustifica un tentato omicidio. E non è passato molto tempo da sentenze in cui si leggeva che l’offesa sessuale era da considerare minore perché l’aggressore indossava il preservativo o perché la vittima non ha urlato e quindi si poteva interpretare come un consenso. Ora si sta facendo largo la consapevolezza che una donna abusata può reagire in molti modi diversi». Molte difese fanno leva sui tempi: «Nonostante il Codice Rosso del 2019 che riorganizza le leggi in materia conceda un anno di tempo per presentare querela per stupro, sentiamo ancora disquisire sulla credibilità di una denuncia perché è arrivata un mese dopo il fatto. Questo non significa che ogni denuncia vada accettata acriticamente senza doverose verifiche, ma i tempi non possono essere un argomento».

La giustizia interviene quando il fatto è ormai accaduto e si cerca di punire il presunto autore. Ma la necessità contingente della società è intervenire a monte. Come? «Ben vengano corsi di educazione nelle scuole, purché fatti da persone qualificate. Così come di figure qualificate abbiamo bisogno tra i magistrati e nella polizia giudiziaria. Però è interessante leggere i risultati dei centri per uomini maltrattanti. Chi si è sottoposto a un percorso racconta che ne è uscito diverso: lo scatto di rabbia c’è ancora ma non sfocia in violenza e aggressività verso la donna. L’importante è che sia un percorso intrapreso con convinzione e non solo per ottenere i benefici concessi dal Codice Rosso».

E poi un plauso alle iniziative di sensibilizzazione portate avanti dagli uomini, come ad esempio il corteo delle scarpe rosse: «Purtroppo sono ancora poche, ma mi rendo conto che non è sempre facile partecipare e invece gli uomini devono essere accanto alle donne in questa battaglia».

Lugo, a Capodanno in piazza il concerto degli Extraliscio

Dal 25 novembre la pista del ghiaccio, il 2 dicembre l’accensione dell’albero

Mauro Ferrara Extraliscio
In primo piano Mauro Ferrara sul palco con gli Extraliscio a Sanremo 2021

A Lugo il Natale si accende in anticipo, il 2 dicembre, e termina il 14 gennaio con la Fiera dei saldi, tradizionale mercato dedicato alle occasioni da non perdere.

La pista del ghiaccio apre sabato 25 novembre, con l’orario extra large dalle 15 a mezzanotte, per pattinare fino al 14 gennaio.

Gli appuntamenti natalizi a Lugo e nelle frazioni sono molti e diffusi sul territorio, frutto anche dell’avviso pubblico rivolto alle associazioni e consorzi che ha finanziato sedici progetti.

Il grande concerto di Capodanno ha un cuore romagnolo perché in piazza Baracca arrivano gli Extraliscio. «Il vostro concittadino Mauro Ferrara – ha commentato in conferenza stampa il leader del gruppo Mirco Mariani – mi ha fatto promettere che faremo uno show strepitoso, essendo Lugo la sua città, quindi aspettatevi un Capodanno sopra le righe, imprevedibile come imprevedibili sono gli Extraliscio».

L’accensione dell’albero di Natale, donato da Romagna Acque, e delle luminarie è prevista il 2 dicembre alle 17 nel Pavaglione con la tradizionale distribuzione del panettone a cura dei volontari del centro sociale Il Tondo. Prima e dopo animazione e un appuntamento speciale, il Planetario Discovery – la grande cupola della scienza che, in piazza Mazzini, ha l’obiettivo di incuriosire i più piccoli dalle 14 alle 19 (informazioni su www.planetariotinerante.com). In centro storico la musica itinerante della RetroMarching Band.

Sempre sabato 2 dicembre, il Museo Baracca promuove due mostre fuori dal museo, in un luogo insolito come l’ex DiPiù in via Macello Vecchio dove il pittore Cesare Baracca allestisce “Silver” e alle Pescherie della Rocca dove Paolo Maggis espone con “Tremore”

Il 2 dicembre è anche il primo appuntamento con i mercatini Lugo Dona di Pro Loco sotto le logge del Pavaglione che si ripetono l’8, 9, 10, 16 e 23. Tante occasioni per i regali grazie ai volontari di Pro Loco per un’iniziativa che servirà a autofinanziare l’associazione dopo gli anni della pandemia e i danni subiti a causa dell’alluvione. Oltre a decine di nuovi creativi che espongono i volontari sono felici di annunciare che alcune date registrano già il tutto esaurito nel Pavaglione. Il 16 dicembre speciale apparizione di Babbo Natale ai mercatini. Per informazioni 324 5885511.

Nel Pavaglione per il periodo natalizio sarà attiva la filodiffusione.

Giovedì 7 dicembre il collettivo Orizzontale, che a Lugo si è fatto conoscere e apprezzare per l’installazione temporanea “Luogo” nel prato di fronte alla Rocca nell’estate 2022, inaugura una mostra dal titolo “Piazze. Fenomenologie dell’inatteso”. Appuntamento alle 16 nel cortile della Rocca Estense.

Venerdì 8 dicembre arrivano le “Magie di Luce” del Laser Show alle 17.30 al monumento di Baracca, uno spettacolo di colori in uno scenario suggestivo. Nello stesso pomeriggio parte alle 14.30 da Madonna delle Stuoie la “Xmas Run 2023” a cura della Polisportiva Dilettantistica Lugo1982 con l’arrivo in piazza Baracca previsto alle 17.15 di tanti podisti vestiti da Babbo Natale.

Alle 18.30 le logge del Pavaglione si accendono con luminarie speciali che, una volta al giorno, creano particolari giochi di colore.

Sabato 9 dicembre alle 16.30 nel Pavaglione un appuntamento speciale: la compagnia Cicogne Teatro presenta “Parole sulla sabbia”, un cantastorie che racconta avventure e favole con un occhio speciale ai bambini.

I mercati domenicali sono una delle tradizioni natalizie a Lugo e sono previsti il 10, 17 e 24 dicembre nel centro storico.

Sabato 23 dicembre, antivigilia di Natale, è il giorno di due appuntamenti speciali. Il presepe vivente che anima il centro storico con un accurato e speciale allestimento è realizzato dall’associazione Amici di Avsi e si può ammirare in piazza Trisi, largo Baruzzi e largo Calderoni dalle 16 alle 19.

Alle 17.30 nella Torre del Soccorso della Rocca l’associazione 12 Pollici Social Club apre la mostra espositiva dedicata ai cinquant’anni di un luogo culto per il divertimento e lo spettacolo a Lugo, il Baccara. La mostra si intitola “Baccara: 1973-2023”, fino al 29 dicembre. L’inaugurazione precede la proiezione del docufilm dedicato al locale e diretto dalla regista Francesca Zerbetto.

Fuori dal centro

Al Parco delle Lavandaie l’albero di Natale si accende l’8 dicembre alle 17, il 10 e 17 previsti i mercatini di Natale con vin brulè e cioccolata e l’arrivo di Babbo Natale per i bambini, il 6 gennaio dalle 10 del mattino si sta insieme per aspettare l’arrivo della Befana.

Palazzo San Giacomo diventa il Palazzo di Natale: degustazioni, musica, idee regalo

Tre domeniche di dicembre per tutto il giorno animazioni al piano terra dell’antica dimora dei Conti Rasponi per grandi e piccini

Palazzo San GiacomoIl Natale 2023 di Russi avrà una novità. Palazzo San Giacomo è pronto a trasformarsi nel “Palazzo di Natale” per inediti momenti di festa, aggregazione e condivisione per grandi e piccini. A dicembre la dimora storica che fu dei Conti Rasponi apre per la prima volta le sue porte in pieno inverno per tre domeniche di eventi dedicati alle feste con idee regalo contadine e artigianali, area food e mercato, degustazioni, visite guidate, laboratori, spettacoli.

Il 10, 17 e 24 dicembre il palazzo che domina la campagna di Russi a partire dalla seconda metà del Seicento si trasformerà in una piazza al coperto tutta addobbata a festa dove divertirsi con spettacoli, laboratori a tema, mercatini, degustazioni e tante iniziative pensate per tutta la famiglia.

Dalle 10 alle 20 (il 24 dicembre dalle 10 alle 16), il piano terra di San Giacomo sarà aperto per consumare una colazione contadina, sfogliare i quotidiani accompagnati da musica dal vivo, trovare originali idee regalo fatte a mano, comporre ceste e cassette dono, degustare un aperitivo, partecipare a percorsi sensoriali e del gusto dedicati a gin, vini autoctoni, birre agricole e olio extravergine, mettere le mani in pasta insieme ai cuochi contadini, visitare il Palazzo insieme ad una guida e non mancheranno spettacoli, concertini e laboratori d’arte, musica e mosaico per grandi e bambini.

Come ovviamente non mancherà Babbo Natale, che la mattinata della Vigilia arriverà a Palazzo con una sorpresa per tutti i bimbi presenti prima della grande asta del «regalo brutto», l’evento comico, ludico e solidale che chiuderà il «Palazzo di Natale».

Durante le tre giornate sarà sempre attivo il punto food «CiboGiusto» a cura dell’azienda agricola e bottega Pattuelli di Russi.

L’iniziativa è promossa dal Comune di Russi in collaborazione con Coldiretti Ravenna e Campagna Amica e col supporto della Camera di Commercio di Ravenna.

L’ingresso al Palazzo di Natale e le attività sono gratuite (per laboratori prenotazione consigliata al 347 8638450, anche WhatsApp). Visita guidata costo 10 euro a persona, gratuito fino ai 10 anni. Per prenotare, compila il modulo a questo link o contatta l’Ufficio Cultura del Comune di Russi mandando una mail a cultura@comune.russi.ra.it o chiamando il numero 0544 587642.

«Dopo il successo dei picnic estivi organizzati nel verde del giardino del Palazzo – spiega Andrea Conti, coordinatore provinciale di Campagna Amica-Coldiretti – abbiamo voluto dare continuità alla collaborazione con l’Amministrazione comunale, puntando nuovamente su San Giacomo, che il Comune desiderava valorizzare anche nei mesi invernali, ed è nato così il progetto del “Palazzo di Natale”, una grande piazza coperta tutta da vivere, che ad ogni ora della giornata proporrà qualcosa di nuovo».

«Ancora una volta Palazzo San Giacomo dimostra la sua versatilità, la sua capacità di reinventarsi, di ospitare eventi adatti a tutti, dai grandi ai piccoli – dichiara la Sindaca del Comune di Russi Valentina Palli -. Grazie alla collaborazione e sinergia con Coldiretti Ravenna e Campagna Amica, che renderà questo luogo la casa dei prodotti del territorio, vedremo il Palazzo in una veste diversa… sotto la luce del Natale e del clima festivo».

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