domenica
24 Agosto 2025

Pd tradito dal forese. Fdi: 19mila voti, un anno fa 5mila alle Comunali

L’analisi dei flussi elettorali nel confronto tra le ultime Politiche, le Amministrative di un anno fa e le Politiche 2018. Emerge che, forse per una dispersione tra tante liste civiche, il centrodestra è di fatto sottorappresentato in Comune rispetto alla fotografia di questa tornata elettorale

11Ultimo in ordine di tempo ad aver votato per le Amministrative (ottobre 2021), il comune di Ravenna è l’unico in provincia in cui è possibile – per quanto non proprio ortodosso visti i due sistemi elettorali diversi, il diverso peso dei candidati e soprattutto le differenze di simboli – mettere a confronto i dati elettorali delle Politiche del 25 settembre con un’altra tornata elettorale relativamente recente e già post pandemia. Così come è doveroso fare il confronto con le ultime Politiche 2018, per vedere in quattro anni cosa e quanto si è mosso.

Nel comune capoluogo vediamo addirittura il Pd guadagnare qualcosa, forse proprio quei voti di Art. 1 che alle Amministrative erano confluiti in Ravenna Coraggiosa, ma soprattutto si vede letteralmente esplodere Fratelli d’Italia che da 5.589 voti, già sufficienti per essere i primi della coalizione e il secondo partito in generale, passa a quasi 19mila.

Stabile la Lega, in netta crescita Forza Italia (che dodici mesi fa correva da sola). Il Movimento 5 stelle supera il 10 percento correndo da solo, mentre in coalizione con il Pd a ottobre scorso non era arrivato al 4 percento. Un recupero notevole ma che resta lontanissimo dal sorpasso storico del 2018 quando nel comune di Ravenna risultarono in assoluto i più votati.

4Calenda sfiora i settemila voti, ma qui poteva contare sul sostegno del Pri che da solo alle Amministrative ne aveva presi 3.250 e quelli della lista civica di ispirazione renziana (Ravenna in campo) che ne aveva raccolti 1.226.

Dati interessanti a livello locale che fanno intravedere come, forse per una dispersione tra tante liste civiche, il centrodestra sia di fatto sottorappresentato in Comune rispetto alla fotografia emersa in questa tornata elettorale.

In linea generale, poi, se si va ad analizzare il voto delle diverse circoscrizioni si vede come, anche in questo, secondo un trend riscontrato un po’ ovunque in Italia, il voto al centrosinistra si concentri soprattutto nel territorio urbano (in tutte e tre le circoscrizioni del capoluogo il centrosinistra vince sul centrodestra) mentre le periferie, il nostro cosiddetto forese, si stanno spostando progressivamente a destra. Un fatto questo in controtendenza rispetto al passato quando il radicamento sul territorio degli eredi del Pci, i circoli di partito e le attività ad esso connessi, avevano sempre garantito invece una base solida su cui contare al centrosinistra.

13In particolare, emblematico appare il dato di Sant’Alberto, dove la candidata di Fratelli d’Italia ha preso ben 130 voti in più di quella del Pd o a Castiglione dove il vantaggio per il centrodestra è stato di 350 voti. Più risicato lo scarto a Piangipane (17 voti) ma comunque a favore della candidata di Meloni. Prevedibile, in base al dato storico, il risultato nella circoscrizione del Mare anche se forse non nelle proporzioni: con 871 voti di scarto, il vantaggio del centrodestra supera il 10 percento, e poco sotto è lo scarto a Roncalceci in termini percentuali. Unici due territori del forese a non aver “tradito” il Pd sono San Pietro in Vincoli e Mezzano.

Davvero molto su cui riflettere per i vertici del Partito democratico locale che fino a questo punto avevano inanellato (quasi) solo vittorie.

Alle ex cantine Valli vestiti e mobili per le persone in difficoltà

Il progetto dell’associazione Melograno sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte

Raffaele Clò Al Centro Con I Volontari Del MelogranoUn progetto promosso dall’associazione “Il Melograno” di Lugo per la sistemazione di un locale nel quale esporre capi di vestiario e mobili per il fabbisogno abitativo delle persone in difficoltà, ha riscosso l’interesse della Fondazione Cassa di Risparmio e Banca del Monte e stamani, 1 ottobre, in occasione della Giornata Europea delle Fondazioni sono stati inaugurati gli spazi nelle ex cantine Valli di via Felisio.

All’interno del magazzino gestito da “Il Melograno” anche grazie a contributi della Fondazione, i beni ritirati perché non più utilizzati dai rispettivi proprietari (mobilio, batterie da cucina, capi di vestiario invernali, ecc…), sono ceduti gratuitamente alle persone in difficoltà, con la sola richiesta di un’offerta a chi ne ha la possibilità previa verifica delle condizioni economiche.

Inoltre, grazie al contributo della Fondazione, l’Associazione ha intenzione di effettuare interventi di adeguamento dell’impianto elettrico, di sostituzione della caldaia e di riparazione delle docce dell’appartamento attiguo alla cantina, in cui sono ospitati transitoriamente persone senza dimora.

Ingresso Esterno Oggi 2L’inaugurazione odierna è avvenuta alla presenza dell’assessora alle Politiche sanitarie del comune di Lugo, Maria Pia Galletti, del vicepresidente della Fondazione Avv. Luigi Capucci, del Presidente onorario della Fondazione Raffaele Clò, del Prevosto della Collegiata di Lugo Don Leonardo Poli, del presidente de Il Melograno Tobia Bazzocchi, Maddalena Tassinari e Giovanni Sali responsabili del reparto casalinghi e riuso oltre a tanti volontari.

Inaugurata Via de Pianeti: a Faenza un sistema solare in scala 1:1 miliardo

L’idea nasce da un astrofilo del gruppo locale: la rappresentazione dei modelli dei pianeti e del Sole con codici Qr per ulteriori informazioni

Faenza ha la riproduzione del sistema solare in scala 1:1 miliardo. Si è conclusa recentemente l’ultima fase della realizzazione della “Via dei pianeti” con una installazione lungo la pista ciclopedonale di via Firenze. Alla Punta degli Orti è stata inaugurata ieri mattina, 30 settembre, l’iniziativa partita alcuni anni fa da un’idea del socio del Gruppo Astrofili Faenza, Sergio Sangiorgi.

L’opera consiste nella rappresentazione in scala ridotta (1:1 miliardo) degli oggetti del Sistema Solare. I modelli dei pianeti e del Sole si trovano esposti stabilmente nel cortile della Palestra della Scienza in via Cavour 7, mentre lungo la ciclabile di via Firenze sono state cementate “raso terra” le piastrelle corrispondenti, rispettando distanze e dimensioni nella stessa scala. Sulle piastrelle, oltre alla rappresentazione bidimensionale del pianeta in scala, vi è impresso un QR code, che consente di ottenere maggiori informazioni sull’opera e sui pianeti.

L’opera è patrocinata e sostenuta dall’amministrazione comunale che ne ha curato la progettazione e l’installazione attraverso l’ufficio dei Lavori Pubblici dell’Unione della Romagna Faentina.

Fagnani e Govoni (terzo polo): «Siamo la nuova casa dei riformisti»

I segretari provinciali di Italia Viva e Azione che hanno dato vita a una lista unitaria (con il Pri) promettono un impegno per il progetto. E Casadio (ex presidente Sapir) applaude

RobertoFagnani FilippoGovoni
Roberto Fagnani e Filippo Govoni

«Queste elezioni sono state l’occasione per accelerare la creazione di una nuova casa per i riformisti». È la dichiarazione congiunta di Filippo Govoni e Roberto Fagnani, segretari provinciali rispettivamente di Azione e Italia Viva che alla recente tornata elettorale hanno costituito il cosiddetto terzo polo.

Il risultato elettorale dice che la lista Calenda-Renzi (appoggiata anche dal Pri) si è affermata come quarto partito in provincia (così come in Italia) e terzo partito in alcune zone come Ravenna città, Lugo e il Faentino. A livello nazionale è arrivato un 7,8 percento, nel Ravennate un 8,7.

«Fin dall’inizio della campagna elettorale – proseguono Govoni e Fagnani – abbiamo messo in evidenza che la nostra lista non era solo un’unione finalizzata all’appuntamento del 25 settembre, ma era un progetto di prospettiva. Una casa per chi non si riconosce nei conservatorismi di destra e sinistra , per chi non si riconosce nei partiti della “Decrescita Felice”, e nemmeno nei “partiti del No”. Una casa che predilige lo sviluppo ai sussidi, che ha a cuore i valori liberali, europei e atlantisti».

Per i due segretari il risultato ottenuto è l’inizio di un nuovo progetto politico che unisce i tanti volontari e attivisti di Azione e Italia Viva: «Vogliamo rappresentare il sistema produttivo che genera ricchezza e benessere, in quanto l’unico modo per difendere il lavoro e dare serenità alle famiglie, alle prese con le difficoltà attuali. Vogliamo inoltre garantire equità generazionale e salvaguardare il futuro dei giovani, che il nostro impegno su questo tema lo hanno capito, costruendo con loro programmi sostenibili e di prospettiva, sia dal punto di vista economico che ambientale. Certo, non sono giorni di trionfalismo, purtroppo ha vinto di nuovo il populismo, che ha cambiato abito ma non la sostanza. Noi guardiamo avanti, partendo dall’ 8 % Nazionale e dal 9% locale con la responsabilità di formare un partito liberale, riformista e popolare che guarda al futuro».

Le parole di Fagnani e Govoni sono piaciute a Matteo Casadio, ex presidente di Sapir che dopo sei anni di lontananza dalla politica aveva annunciato il suo voto per il terzo polo: «Govoni e Fagnani si sono esposti con così tanta convinzione per il superamento dei partiti che essi stessi rappresentano e che hanno contribuito a fondare a livello locale e per la nascita del nuovo partito dei riformisti italiani. Chiedo ad entrambi che si facciano sentire per accelerare la fase costituente, convocare al più presto in tutte le province assemblee pubbliche di elettori e simpatizzanti di questo nuovo progetto politico con l’auspicio che in molti, finalmente, mettano anche la faccia e siano disponibili ad impegnarsi in prima persona e senza paura, per rilanciare insieme le proposte referendarie del 2016 e quelle serie e di buon senso del programma elettorale del Terzo Polo. Sono sicuro che il preannunciato terremoto che porterà al superamento definitivo del Pd e l’inconsistenza della classe politica della destra di fronte alla complessità dei problemi del paese, trasformerà il nuovo partito dei riformisti in un approdo sicuro e affidabile».

Inaugurato il museo di don Lolli, fondatore di Santa Teresa: «Un regalo alla città»

Il Mudal è negli spazi dell’Opera: ricostruito l’alloggio del prete morto più di sessant’anni fa

Mudal Griglia EsternaL’Opera Santa Teresa del Bambino Gesù di Ravenna ha inaugurato stamani, 1 ottobre, il Mudal, museo dedicato alla vita e alla missione del suo fondatore, don Angelo Lolli.

Il percorso di visita inizia già dall’esterno grazie a una griglia in metallo, dove si trovano collocate le prime opere, che permettono un avvicinamento graduale del visitatore verso l’ingresso del museo vero e proprio. La parte interna è concepita come un susseguirsi di più sezioni.

Il primo ambiente è la cappella dalla quale si accede alle due sezioni successive, sale espositive allestite con pannelli e teche, in cui infine il visitatore può soffermarsi a guardare un video proiettato che racconta le altre opere compiute da Don Lolli. Nell’ultima sezione, invece, si assiste alla ricostruzione dell’alloggio privato del sacerdote, dove sono collocati gli arredi originari della sua abitazione e gli oggetti personali. Concluso il giro, si ritorna all’esterno per ripercorre il “camminamento”, che chiude la mostra e accompagna il visitatore verso l’uscita. Questa coincide con lo spazio da cui l’esperienza è iniziata.

Mudal Percorso Esterno 2Gli ambienti interni sono volutamente scuri e caratterizzati da colori sulle tonalità neutre. Anche l’illuminazione degli elementi espositivi ricopre un ruolo fondamentale, affidata a faretti orientabili su dei binari fissati al contro soffitto. In questo modo e in maniera puntuale, vengono illuminati i singoli oggetti d’interesse per conferire al museo un’atmosfera mistica e spirituale.

«Questa inaugurazione è un grande regalo fatto dall’Opera di Santa Teresa alla sua città – spiega nel discorso inaugurale don Alessandro Andreini della comunità di San Leolino di Panzano, che ha contribuito alla stesura della “positio” (raccolta ragionata dei documenti) per la causa di beatificazione di don Lolli –. Dopo più di 60 anni dalla morte di don Angelo Lolli, si offre così ai più giovani un luogo che ricordi la storia straordinaria di questo prete, tanto amato dalla sua comunità. Nell’ideazione del progetto siamo partiti proprio dalla figura dell’aviatore, spesso presente nei racconti e nelle parole di don Lolli. Come l’aviatore, infatti, che punta a volare in alto, così il fondatore dell’Opera di Santa Teresa lavorò coraggiosamente per perseguire il cambiamento, venendo incontro alle esigenze dei più deboli. Il Mudal vuole così ripercorre la sua vita e quella che fu la sua missione, rappresentata simbolicamente dalle tappe del decollo, volo e infine dall’atterraggio».

Sante Altizio è tra i curatori del museo: «Il mio interesse verso don Angelo Lolli ha origini più lontane. Venti anni vinsi il Premio Guidarello con il mio docudrama “L’angelo della città”, ispirato proprio a lui e che ripercorreva le tappe della sua vita. Poi realizzammo un breve cartone animato sull’Opera di Santa Teresa e le sue iniziative, che ancor oggi portano avanti il messaggio del suo fondatore, rivolgendo un’attenzione particolare alle nuove povertà. Mesi fa, infine, fui contattato per realizzare il percorso museale. Così trovai l’idea-guida, da cui partire, proprio nella metafora dell’aviatore. Una metafora che è di don Lolli, laica e molto forte. Per dedicarsi interamente all’accoglienza degli ultimi “ci vuole lo stesso coraggio dell’aviatore, che sale su un trabiccolo a motore e va dove lo porta più il cuore che la bussola».

Mudal Percorso Esterno 3Per tutto il mese di ottobre, il museo sarà aperto martedì, giovedì e sabato dalle 10 alle 12. In seguito solo su prenotazione.

Prima della cerimonia si è svolta la Messa Solenne alla chiesa di Santa Teresa tenuta dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, l’assessore alle politiche per le famiglie e infanzia, Livia Molducci, il consigliere regionale Gianni Bessi, l’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni, il direttore dell’Opera di Santa Teresa, don Alberto Graziani, il vice direttore Luciano Di Buò, oltre a Roberto Budassi e Giorgio Sarti della Fondazione “La Cassa” di Ravenna e ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Fugge dall’ospedale, 40enne trovato in strada con fratture al volto: aperta indagine

Paziente psichiatrico seguito dal centro di salute mentale, ricoverato dopo episodi aggressivi verso i genitori

Un uomo di 40 anni, paziente psichiatrico con problemi di abuso di alcol e stupefacenti, si è allontanato dall’ospedale di Ravenna dove era stato scortato dalla polizia locale su disposizione del centro di salute mentale e ieri mattina, 30 settembre, è stato trovato in strada nei pressi di una chiesa a poca distanza dal nosocomio in una pozza di sangue con numerose fratture al volto. L’uomo è stato ricoverato a Cesena e sottoposto a un’operazione chirurgica, intanto la procura ha aperto un fascicolo di indagine. La vicenda è riportata dai quotidiani locali, Corriere Romagna e Resto del Carlino.

Visto lo stato di ebbrezza accertato al momento del ricovero, non è da escludere che le fratture siano solo l’esito di una rovinoso caduta accidentale. Ma la gravita del quadro ha portato la procura a voler fare chiarezza, quantomeno per accertare come mai l’uomo si sia allontanato dall’ospedale.

Il 40enne era stato portato al nosocomio dopo episodi aggressivi nei confronti dei genitori. Per l’uomo era prevista la somministrazione di un trattamento sanitario obbligatorio (Tso).

 

Pillola abortiva Ru486 anche nei consultori, in Romagna si parte da Ravenna

Al momento il trattamento farmacologico per l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) era possibile solo in strutture sanitarie (in day hospital dal 2005 e da fine 2021 anche in regime ambulatoriale). Nel 2021 in regione meno di seimila Ivg, il numero più basso da 40 anni

Maxresdefault 1La pillola abortiva Ru486 in Emilia-Romagna verrà distribuita anche nei consultori. Si comincia dalla prima settimana di ottobre. Lo ha detto Stefano Bonaccini, presidente della Regione, ospite della trasmissione tv “Otto e Mezzo” su La7. La Regione ha fatto poi sapere che si inizierà a Parma, poi nelle settimane e mesi successivi sarà la volta di Modena e Carpi, Romagna (Ravenna la prima città), Bologna e via via tutte le altre province. La Ru486 (diversa dalla cosiddetta “pillola del giorno dopo”) al momento si può prendere solo in strutture sanitarie: in Emilia-Romagna in day hospital dal 2005 e da fine 2021 in ospedale anche in regime ambulatoriale.

Si amplia dunque la possibilità per le donne di ricorrere, per l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), al trattamento farmacologico: non più solo nei presidi ospedalieri, ma anche nei consultori familiari. Tra le condizioni per poter effettuare in consultorio l’Ivg con trattamento farmacologico ci sono, oltre alla maggiore età, il certificato rilasciato dal medico e firmato dalla donna, il consenso informato e la gravidanza con datazione ecografica inferiore o uguale a 49 giorni. Le Ivg farmacologiche entro il 63esimo giorno di età gestazionale saranno invece eseguite nei presidi ospedalieri.

Il 2021 fa segnare il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza registrato annualmente in Emilia-Romagna dall’inizio della rilevazione, nel 1980: per la prima volta scendono sotto seimila, esattamente a 5.671, con un calo del 6 percento rispetto al 2020 e del 52 percento rispetto al 2004 (in cui avevano sfiorato quota 12mila). Contemporaneamente, si registra un sempre maggiore ricorso alla pillola Ru486 rispetto all’intervento chirurgico: lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, ovvero il 62%, sono state effettuate con questo trattamento.

Già a fine 2021 l’Emilia-Romagna aveva recepito, con un atto dell’assessorato regionale, le raccomandazioni nazionali del ministero della Salute: dare alle donne la possibilità di eseguire l’interruzione volontaria di gravidanza con trattamento farmacologico in regime ambulatoriale anche negli spazi dei consultori, che da sempre svolgono un ruolo fondamentale in tutte le fasi della vita riproduttiva femminile.

In questo anno le Aziende sanitarie hanno lavorato per individuare le strutture, riorganizzare e attrezzare dove necessario gli spazi, formare adeguatamente il personale, costituito da equipe multiprofessionali, e costruendo protocolli e accordi con gli ospedali di riferimento, in modo da accogliere e seguire le pazienti nei diversi momenti dell’Ivg farmacologica.

Non tutti i consultori, infatti, possono essere utilizzati  per la somministrazione della pillola Ru486: per garantire alle donne la massima sicurezza nell’assistenza, la Regione ha definito un protocollo sperimentale che sarà utilizzato unicamente dalle strutture che presentano determinate caratteristiche e autocertificate dalle Aziende sanitarie; tra i requisiti che rendono una struttura idonea c’è ad esempio la distanza ravvicinata (entro 30 minuti) da un presidio ospedaliero di riferimento, la presenza di un’equipe adeguatamente formata, la garanzia di un numero adeguato di personale ostetrico e ginecologico non obiettore, la presenza di attrezzature adeguate e rifornimenti farmacologici per gestire l’emergenza e il trattamento di effetti collaterali.

Un anno dopo la mostra su Dante, il Sacral entra nella collezione permanente del Mar

Il Museo d’Arte di Ravenna con il contributo di Marcegaglia ha acquisito l’opera di Tresoldi: era stata selezionata nell’esposizione “Un’Epopea Pop” per reinterpretare il Castello degli Spiriti di Magni nel IV canto dell’Inferno. Collocata nel chiostro, sarà visibile negli orari dei giorni di apertura

1 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteNella collezione permanente del Museo d’Arte della città di Ravenna (Mar) entra Sacral, l’installazione di Edoardo Tresoldi scelta per la mostra dantesca “Un’Epopea Pop” realizzata nel 2021 in occasione del VII centenario della morte di Dante Alighieri. Sacral è visibile nei giorni e negli orari di apertura del museo nel chiostro cinquecentesco dell’edificio, originariamente sede del monastero dei canonici di Santa Maria in Porto, dediti al culto della Madonna Greca che proprio Dante cita nel Paradiso, cantica conclusa durante gli anni ravennati.

Il Mar è la prima istituzione museale pubblica ad acquisire – con il contributo dell’azienda Marcegaglia – una delle opere di Tresoldi, definito l’artista della “materia assente” e delle cattedrali in rete metallica, e nominato da Forbes nel 2017 tra gli artisti europei under 30 più influenti d’Europa.

9 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteLa scultura di grandi dimensioni era stata selezionata nel percorso d’arte contemporanea dalla curatrice Giorgia Salerno per reinterpretare idealmente il Castello degli Spiriti di Magni, luogo emblematico che il Sommo Poeta descrive nel IV canto dell’Inferno come un nobile castello abitato da coloro che lasciarono onore e fama sulla terra, uomini e donne sommi per le loro qualità morali ma destinati alla sofferenza eterna perché privi delle virtù teologali.

Tresoldi afferma che «la storia di Sacral e quella del chiostro del Mar si sono incrociate in occasione della mostra dantesca e da subito è stato interessante individuare un senso di armonia nella contaminazione di due percorsi lontani».

Per Giorgia Salerno, conservatrice del Mar che ha selezionato l’artista e l’opera per la mostra dantesca, si tratta di un’opera diventata presto iconica e identitaria del percorso espositivo del museo: «La sua struttura, impalpabile ed eterea, che ben si accostava ad un’interpretazione ideale del Nobile Castello dantesco, dialoga sinergicamente con il chiostro del museo, ponendo perfettamente in relazione i diversi piani architettonici in un effetto di presenza e assenza, peculiare nelle opere di Edoardo Tresoldi, che rimanda ad un immaginario evocato e che ricongiunge storia, narrazione e contemporaneità. È un’acquisizione di grande valore che amplia la collezione d’arte contemporanea attestandola in un circuito sempre più internazionale».

4 Edoardo+Tresoldi Sacral Mar Ravenna++Roberto+ConteL’installazione di Edoardo Tresoldi si aggiunge, così, alle ultime acquisizioni e donazioni del patrimonio museale. «Sacral arricchisce la nostra offerta culturale rivestendo, nel contempo, un alto valore simbolico – ha evidenziato Roberto Cantagalli, direttore del Mar -. L’opera, collocata nel centro ideale del museo, è costantemente visibile dall’esterno e, come un faro, diffonde un fascio di luce verso la città, segnando la rotta verso un approdo sicuro. Una metafora che allude al ruolo del museo, cuore vivo e pulsante della comunità, luogo di aggregazione e strumento di coesione, rigenerazione e crescita».

Svelate le meraviglie artistiche della Domus dei Mille Mosaici

Ecco le prime sintetiche annotazioni e immagini di una ricerca inedita intrapresa nel sottosuolo di Ravenna che testimonia il valore di uno straordinario ritrovamento

Quale occasione più appropriata la prossima inaugurazione della Biennale del Mosaico a Ravenna per svelare una ricerca archeologica di lunga data, poco nota e ancora in corso di valutazione da parte delle autorità competenti, ricercatori e studiosi. Si tratterebbe di una grandiosa Domus Romana sepolta da ben oltre un millennio entro le mura della città, ricchissima di mirabili apparati di mosaici decorativi.
Grazie a una fonte autorevole che, prima di rivelazioni ufficiali, preferisce non essere citata, abbiamo ottenuto una nota sintetica delle vicende di questa scoperta archeologica – che pubblichiamo di seguito quasi integralmente – e che getta nuova luce sulla storia e in specifico sulla tradizione dell’arte del mosaico della Ravenna antica in epoca imperiale. Si tratta di rilievi, reperti e ricostruzioni che una volta confermati e resi pubblici dagli studi portati avanti in anni di pazienti lavori di analisi e restauri, potrebbero fare il pari (se non superare per meraviglia) con la nota “Domus dei Tappeti di Pietra”.
Ulteriori particolari del caso saranno pubblicati nei prossimi giorni nell’ambito delle serie di eventi dedicati alla Ravenna città del mosaico.

«Un magnifico complesso di edifici che circondano una Domus Romana coperta di mosaici, una delle scoperte di maggiore importanza archeologica degli ultimi decenni sepolto nel centro di Ravenna, sotto il cemento di un parcheggio ed un ex-cinema. Una serie di documenti ancora inediti e tenuti riservati per lungo tempo dagli addetti ai lavori, ripercorrono la straordinaria vicenda del complesso della “Domus dai Mille Mosaici” [così è stata denominata dai ricercatori], dai primi scavi agli studi recentissimi, con una ricostruzione del palazzo e della città antica che sorgeva intorno ad esso.

L’inizio di questa vicenda, durata più di quarant’anni, risale al 16 ottobre 1977: durante la demolizione di una vecchia casa, alcuni operai notarono una piccola apertura che conduceva a quello che in un primo momento fu scambiato per un bunker antiaereo della seconda guerra mondiale. Dopo una superficiale ricognizione in cui furono recuperati alcuni oggetti del V secolo, l’intera zona venne ricoperta da una colata di cemento che, in più occasioni tra il 1978 e il 1982, seppellì l’intero complesso. Solo dopo quasi dieci anni, all’inizio degli anni Novanta, il sito venne riscoperto nell’area di un ex cinema a poche decine di metri dal luogo dei primi ritrovamenti. Fu allora che la Soprintendenza Archeologica ordinò un primo sopralluogo.
La prima a sospettare la presenza di una Domus nel sottosuolo fu la professoressa Anna Maria Carpitella, ravennate ed insegnante di Storia dell’arte e archeologia presso l’Università di Padova dal 1986 al 2003.

I PRIMI SCAVI La professoressa Anna Maria Carpitella è stata un punto fermo per tutti gli studiosi che si sono occupati del sito e ha guidato il primissimo scavo archeologico nel 1993-1995 con l’intento di salvaguardare il complesso dalla cementificazione definitiva e di impedire che venisse completamente eroso e distrutto. Il progetto di recupero e valorizzazione fu approvato nel 1992, ma per diversi anni si continuano a incontrare impedimenti tecnici e burocratici.
Già dai primi scavi il porticato esterno, lungo circa 45 metri, fu portato allo scoperto. Le aree interne, ricche di mosaici ed oggetti preziosi, vennero però lasciate intatte poiché allagate e ricoperte da alghe verdastre. Furono necessari più di venti volontari ed un mese di lavoro per aspirare tutta l’acqua stagnante presente all’interno del sito. Nell’estate del 1994, dopo una serie di studi sulle forme architettoniche del palazzetto servile, si arriva alla conclusione dello studio preliminare [sull’edificio]: la struttura presentava tutte le caratteristiche tipiche degli edifici romani già rinvenuti nella stessa zona ed aveva le dimensioni necessarie per essere considerato a tutti gli effetti una Domus [di epoca tardo antica]. Gli studi successivi rivelarono che si trattava di uno degli edifici romani privati più grandiosi conosciuti finora.

LA RICOGNIZIONE DEL SITO Dal 1997 si è iniziato a scavare sotto il cemento che ricopre le terrazze della Domus e nell’aprile 2004 sono stati ultimati gli interventi archeologicamente più significativi: lo spoglio del pavimentazione superficiale su tutta la superficie esposta (circa 400 mq); l’individuazione ed il calcolo dell’estensione delle zone precedentemente indagate della struttura; la ricognizione della zona interna all’area pavimentata con la scoperta di altri due ambienti: il Salone degli Animali e la Sala delle Cinque Muraglie, dove è anche avvenuto il ritrovamento di due pregiate statue in terracotta. Nell’estate 2005 sotto le fondamenta dello spazio destinato al Salone degli Animali, vennero rinvenuti quasi duemila frammenti di sculture in terracotta e quintali di tessere di mosaici di ogni colore. Certo è che nessuno sa cosa accadde alle statue ed eventualmente agli originali mosaici: nell’arco di tempo compreso tra il 705 ed il 1676, Ravenna fu più volte saccheggiata da diversi eserciti. Viene ritenuto sicuro solo che gran parte dei reperti originali vennero distrutti prima del X secolo e secondariamente murati dietro una parete all’interno di una nicchia intorno al XIII secolo […].

LA STRUTTURA DELLA DOMUS L’edificio centrale, con un’area di circa 400 mq, era situato nel luogo più alto della città e molto probabilmente veniva utilizzato come residenza imperiale. Struttura di enorme prestigio, la Domus dei Mille Mosaici è caratterizzata da due colonne ioniche che si ergono all’ingresso. La struttura del palazzo si sviluppa su tre livelli: al piano terra l’atrio d’ingresso e le sale di rappresentanza per i dignitari esterni; al piano inferiore si trovano le stanze adibite a magazzini sul lato nord-est ed i servizi igienici sul lato sud-ovest; infine nell’ultimo livello le stanze private e le due sale: il Salone degli Animali e la Sala delle Cinque Muraglie. Queste sale hanno dimensioni simili ad altri ambienti di rappresentanza della Domus, per cui si può ipotizzare che anch’esse fossero destinate a ricevere dignitari esterni o riservate ad attività ricreative dell’imperatore.

IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE La datazione della Domus è un problema ancora aperto poiché, nonostante il ritrovamento di alcuni reperti databili con certezza al VI secolo, la maggior parte degli ambienti presenta elementi incompatibili con questa cronologia. In particolare, la data del Salone degli Animali è ancora incerta: gli studiosi ritengono che questo ambiente potrebbe essere stato realizzato in un secondo momento, forse nel VII secolo, e questo spiegherebbe la presenza di elementi anacronistici ed inusuali. Secondo la professoressa Claudia Carelli, “l’ipotesi più accreditata è che la Domus sia stata costruita nel tardo V secolo, mentre i mosaici del Salone degli Animali potrebbero risalire addirittura all’VIII-IX secolo o essere dei falsi di epoche più tarde. Ci sono però numerose incongruenze anche in questa teoria ed il dibattito è ancora aperto”.

IL MISTERO DEI MOSAICI Uno degli aspetti più affascinanti della Domus è costituito dalla decorazione musiva. Per numerosi studiosi i frammenti rinvenuti nella Domus rappresenterebbero il momento più alto del mosaico classico, ovverosia la fusione di intenzioni artistiche diverse che risultano in una struttura complessa, ricca e compositivamente armoniosa. Altri ritengono che le caratteristiche stravaganti dei reperti siano attribuibili ad interventi successivi all’epoca in cui la Domus fu costruita ed utilizzata come residenza.

Qualunque sia l’origine delle sue decorazioni, la Domus dei Mille Mosaici è considerata un laboratorio creativo dove per decenni furono sperimentate nuove tecniche artistiche con formule anche molto innovative. Si pensi ad esempio all’utilizzo di tessere di diverse dimensioni, delle decorazioni sulla parete a sinistra dell’ingresso con particolari modificazione geometrico-plastiche. Questi mosaici presentano forme molto diverse da quelle utilizzate negli altri mosaici della Domus e in generale nelle costruzioni di Ravenna dello stesso periodo.
I mosaici, realizzati con tessere di pietra, terracotta e vetro colorato, sono stati rinvenuti in tutte le stanze del complesso, anche nelle aree adibite a servizi igienici. La decorazione dei mosaici rispecchia le diverse funzioni degli ambienti: nell’atrio d’ingresso sono stati rinvenuti motivi floreali e nel Salone degli Animali sono stati ritro- vati mosaici con animali selvatici. Creature fantastiche di origine mitologica si mischiano ad animali realmente esistenti e rappresentazioni allegoriche.
Alcuni studiosi ipotizzano che questo genere di immaginario potrebbe essere dovuto all’influenza di diverse culture lontane dal mondo romano, mentre altri argomentano che si tratti di una manifestazione della cultura pagana precedente all’affermazione del cristianesimo. Un terzo filone ritiene che essi siano il risultato della ricerca di nuovi stimoli espressivi intrapresa in epoca tardo imperiale. I mosaici della Domus sono un’opera complessa, che ha influenzato in modi molto profondi tutta la produzione artistica romana. I loro significati possono essere ricercati anche attraverso le varie interpretazioni allegoriche proposte dalla tradizione vernacolare bizantina: il camaleonte utilizzato come simbolo delle trasformazioni sociali impreviste; la volpe come simbolo di astuzia; la lucertola-drago nell’ambito mitologico arabo è sempre stata associata all’illusionismo (alcuni sostengono che potrebbe esserci infatti stato un rapporto diretto tra questo animale fantastico e lo stile più evo- cativo del soffitto).
Ma a rendere ancora più difficile l’interpretazione, vi è la presenza nei mosaici di molti animali africani. Si tratta di rettili, felini ed altri mammiferi che non rimandano a nessun simbolo della tradizione bizantina. Questi animali sono stati probabilmente aggiunti a posteriori, fatto che li renderebbe una testimonianza storia di esotica bellezza. “Essendo il loro significato più difficile da decifrare – spiega Claudia Carelli – si potrebbero ipotizzare diverse interpretazioni: la mostruosità della diversità biologica; i selvaggi come protagonisti ideali del viaggio verso l’orizzontale (cosmogonico) e verticale (eternitario)”».

Le immagini della ricostruzione dei mosaici sono stata generate tramite IA, Dall-e 2 (OpenAl)

Fonte web: Domus of a Thousand Mosaics

Le elezioni viste da chi fa la tv: «Vittoria Fdi parte da scelta delle trasmissioni»

L’analisi di Claudio Ossani, giornalista faentino della Rai che ha seguito la campagna elettorale per La7: il successo di Fdi comincia con la scelta delle trasmissione televisive. «Che errore quella dichiarazione di Letta»

OssaniIl giornalista faentino Claudio Ossani – 38 anni, oggi redattore nel nuovo programma di Marco Damilano su Rai Tre – ha seguito la campagna elettorale in prima persona, come autore della parte politica de L’aria che tira – Estate, programma di approfondimento in onda su La7. Gli abbiamo chiesto un commento sulla tornata elettorale, in quanto addetto ai lavori.

Sorpreso dei risultati delle elezioni?
«No, in realtà erano piuttosto annunciati e non hanno fatto altro che confermare la capacità di leadership di Giorgia Meloni, al di là di Fratelli d’Italia. Credo sia stata una sua vittoria personale, costruita e gestita proprio durante la campagna elettorale. Scegliendo per esempio di andare solo in alcune trasmissioni televisive: “Porta a Porta”, una presenza da Lucia Annunziata, partecipazioni mirate in grado di dare sicurezza al proprio elettorato e una giusta dose di visibilità. E poi tante piazze e comizi».

E all’Aria che tira – Estate?
«Non è venuta, dall’ufficio stampa ci comunicavano di volta in volta che era impegnata, che era a quello o a quell’altro comizio. Una gestione delle partecipazioni televisive portata avanti anche in chiave politica. Piazza Pulita, per esempio, l’ha attaccata esplicitamente per queste scelte, lamentandosi della sua mancata partecipazione. Ma lei ha deciso di non andare evidentemente perché non era quello il suo pubblico».

In campagna elettorale dovevate seguire una linea editoriale? Avete mai avuto imposizioni dall’alto?
«No, nella maniera più assoluta. La7 è una televisione commerciale che per funzionare deve lasciare il massimo della libertà e in effetti ci sono tantissime voci diverse. Ma devo dire che in 13 anni che faccio questo mestiere (su La7 ma anche in Rai, ndr) mi è capitato veramente solo un paio di volte di aver subìto un intervento dell’editore, su cose tra l’altro piuttosto marginali».

L’arrivo del centrodestra al Governo potrebbe avere ripercussioni “gravi” sulla gestione della Rai, come si preoccupa qualcuno?
«Penso e spero proprio di no. Potranno esserci nuove conduzioni, certo, nuovi programmi che racconteranno certi temi che magari negli ultimi anni erano stati lasciati più in disparte. Ma la Rai deve stare comunque sul mercato, raccogliere pubblicità. È la televisione di tutti e non la voce solo di qualcuno. Allo stesso tempo è ovvio che essendo una televisione pubblica di stato ci sia una parte di contenuti gestita da chi ha il potere: la Rai è sempre cambiata a seconda dei governi. Io ci sono entrato nel 2011 con Berlusconi e posso confermarlo. Ma è più un problema di costi, appalti, situazioni che vanno oltre i contenuti. Con tre reti televisive c’è sempre la possibilità di dare spazio a tutti».

WhatsApp Image 2022 09 30 At 18.35.53Com’è lo stato dell’informazione televisiva in Italia?
«La realtà è che è molto, molto libera. Anzi, tornando alla campagna elettorale, il paradosso è che le minoranze spesso sono sovrastimate. Pensa a no vax e no green pass: hanno goduto di una visibilità enorme, ma i risultati elettorali hanno dimostrato che non rappresentavano quasi nessuno. È una conseguenza della dinamica di polarizzazione che deve essere rispettata in tv. I programmi dove sono tutti d’accordo non funzionano, per costruire un parterre che interessi, invece, devi creare divergenze e così si finisce per dare spazio a posizioni divergenti, senza preoccuparsi in realtà di quanto peso abbiano in termini di rappresentanza».

Quanto pesa la tv, in una campagna elettorale ai tempi dei social?
«Per una determinata fascia di popolazione, dai 50 anni in su, la tv è ancora determinante. Contribuisce a formare un’opinione. Anche perché non dobbiamo dimenticarci che ci sono intere zone del Paese in cui internet nemmeno arriva. La tendenza, in generale, è quella di cercare leader, creati anche da tv e social: da Renzi passando per il Movimento 5 Stelle di Grillo, fino a Salvini e Meloni».

E tra i vari partiti, quanta attenzione c’è all’aspetto comunicativo? Quanto vogliono essere presenti in tv?
«Ogni decisione, in un partito politico, ha degli obiettivi molto più grandi rispetto alla semplice apparizione televisiva. Fa sempre sorridere, per esempio, dover spiegare a chi ci accusa di “non avere mai un ospite del Movimento 5 Stelle”, che le apparizioni dei 5 Stelle sono gestite da un unico ufficio stampa centralizzato, quello di Rocco Casalino per intenderci, che decide spesso di non mandare il proprio rappresentante in tv. Anche perché conviene ai 5 Stelle poi dire che “non ci invitano mai in televisione”, quando invece sono i primi a essere cercati. Un modo di gestire la comunicazione in effetti efficace, che fa parlare di loro anche quando non ci sono. Allo stesso tempo hai spesso a che fare con uffici stampa che chiamano in redazione per piazzare ospiti, volti nuovi. lanciare candidati di un collegio sperduto. E con partiti che mandano gli ospiti a seconda delle presenze femminili: “Quante donne avete? Nessuna? Allora non veniamo. Una? Allora ve ne mandiamo un’altra”. Ma così è evidente che è difficile costruire un parterre equilibrato. Decisivo, poi, è il rapporto di fiducia tra conduttori e politici, che è forse il primo passo per costruire la puntata di un talk show».

Un episodio della campagna elettorale che ha sorpreso voi addetti ai lavori?
«Beh, devo dire che tutti, ma davvero tutti, ci siamo stupiti del fatto che il segretario del principale partito della coalizione di centrosinistra sia andato al Corriere Tv a dichiarare che “mica ci devo governare” con gli alleati di Sinistra Italiana e Verdi. Una cosa clamorosa, soprattutto per un elettore in quei collegi in cui a guidare la coalizione era proprio uno dei Verdi o della Sinistra…».

Ecco, il Pd è accusato proprio di una scarsa capacità comunicativa. Quanto c’è di vero?
«Si può notare, magari, nei casi in cui hai aspettative verso una puntata, quando finalmente ti aspetti che dica qualcosa di forte e invece neanche quella volta capita. Ma è difficile avere un riscontro immediato dalla tv, dove comunque, come dicevamo prima, i racconti sono volutamente fortemente polarizzati, ci sono forzature giornalistiche. Il messaggio negativo, come quello di Letta di cui parlavamo prima, arriva invece subito…».

Vivi a Faenza, come giudichi il risultato delle elezioni nei nostri territori?
«La tenuta del centrosinistra, a Faenza, credo sia merito soprattutto di una candidata forte come Manuela Rontini (che ha perso la sfida all’uninominale contro il senatore uscente di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, ma in un collegio che vedeva quella di Ravenna accorpata alla provincia di Ferrara, ndr), lo si vede anche dalla differenza di voti tra Camera e Senato (dove era candidata, ndr). Le 49 preferenze in provincia di Ravenna che hanno invece permesso alla candidata del centrodestra di vincere su quella del Pd alla Camera mi hanno davvero sorpreso e credo che la colpa in quel caso sia davvero dei Dem: quando si perde di così poco in un territorio come quello di Ravenna c’è qualcuno che ha dato troppo per scontato alcune cose. Poi è ovvio che questa legge elettorale, senza preferenze, con collegi ridisegnati, ha fatto il resto; ma qui il Pd avrebbe potuto fare qualcosa prima, al Governo… L’impressione è che il voto nazionale sia davvero molto diverso da quello delle Amministrative, dove forse il centrosinistra riesce a essere più credibile».

Al via il censimento della popolazione, in provincia coinvolti 9 comuni su 18

La nuova modalità elaborata da Istat prevede di selezionare famiglie a campione in numero ridotto di municipi italiani. Partecipare è un obbligo di legge, la violazione prevede una sanzione

Parte la nuova edizione del censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Dal 2018 Istat ha deciso di fare riferimento ad un nuovo modello di rilevazione, che sostituisce i censimenti generali effettuati su tutta la popolazione e che avevano cadenza decennale (l’ultimo si è svolto nel 2011). La metodologia statistica è caratterizza dall’esecuzione di due indagini campionarie annuali, che si svolgeranno da ottobre a dicembre. La rilevazione in tutta Italia coinvolgerà un campione di 1,3 milioni di famiglie residenti in 2.531 comuni (9 su 18 in provincia di Ravenna: Alfonsine, Cervia, Cotignola, Faenza, Lugo, Massa Lombarda, Ravenna, Russi, Sant’Agata).

Grazie all’integrazione dei dati raccolti dal Censimento – attraverso due diverse rilevazioni campionarie denominate “da Lista” e “Areale” – con quelli provenienti dalle fonti amministrative, l’Istat è in grado restituire informazioni continue e tempestive, rappresentative dell’intera popolazione, ma anche di garantire un forte contenimento dei costi e una riduzione del fastidio a carico delle famiglie.

La data di riferimento del Censimento è il 2 ottobre 2022, ossia le risposte ai quesiti inseriti nel questionario devono essere riferite a questa data. I primi risultati saranno invece diffusi a dicembre 2023.

Partecipare al Censimento, oltre a rappresentare un’importante opportunità, è un obbligo di legge, e la relativa violazione dell’obbligo di risposta prevede pertanto una sanzione.

La rilevazione per area ha prevalentemente lo scopo di verificare la popolazione dimorante abitualmente nelle aree campionate da Istat e di rilevare nelle medesime zone gli indirizzi, gli edifici e le abitazioni non occupate. A questo scopo, dal 30 settembre al 12 ottobre i rilevatori incaricati, muniti di tesserino di riconoscimento, provvederanno ad effettuare sopralluoghi presso gli edifici delle zone a loro assegnate e a lasciare nelle buchette della posta la documentazione informativa e un avviso utile per fissare un appuntamento. Dal 13 ottobre al 17 novembre si passerà alla fase di intervista (nel comune capoluogo verranno coinvolte circa 690 famiglie). L’intervista verrà effettuata dal rilevatore mediante la modalità classica del contatto “porta-a-porta”, nell’abitazione delle famiglie campionate, con l’ausilio di un computer portatile, senza questionario cartaceo.

La rilevazione da lista inizierà invece a partire dal 3 ottobre ed ha l’obiettivo di verificare le informazioni riguardanti la composizione delle famiglie, titoli di studio, occupazione, mobilità ecc. e punta prevalentemente sull’auto-compilazione di un questionario online da parte delle famiglie. A Ravenna l’indagine da lista coinvolgerà 3.527 famiglie che proprio in questi giorni stanno ricevendo le lettere personalizzate con cui Istat le invita a compilare il questionario via web e fornisce le relative istruzioni. Si tratta di una breve serie di domande – tempo stimato per le risposte circa 10 minuti – a cui le famiglie campione devono però obbligatoriamente rispondere: per questo, a partire da una certa data scatterà una fase di sollecito con l’invio di lettere, da parte dell’Istat, a quanti non avranno ancora risposto. Infine, dal 7 novembre, le famiglie che ancora non avranno risposto autonomamente, saranno contattati dai rilevatori incaricati dal Comune di Ravenna.

Le famiglie interessate potranno chiedere informazioni contattando il numero verde Istat 800188802  oppure  l’ufficio comunale di Censimento  costituito  nell’ufficio Studi e statistica: tel. 0544.482803-482809-482805)   mail: statistica@comune.ra.it

A Lugo i cittadini che dovessero avere difficoltà nella compilazione del questionario potranno rivolgersi all’ufficio comunale di censimento, posto al piano terra della Rocca di Lugo a fianco dell’ufficio di stato civile. Tel.0545 38452 o anagrafe@comune.lugo.ra.it. Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12.

Prc: «Finalmente la giunta ha capito che bisogna controllare le ztl e fare multe»

La sezione di Villa San Martino di Rifondazione comunista critica la festa della pedonalizzazione organizzata dal Comune: «Nessuna svolta epocale, solo che si faranno i controlli»

«La zona pedonale già esistente diventa zona pedonale con le telecamere. Questo succede dall’1 ottobre, niente che stravolga la vita umana». Da Rifondazione Comunista di Villa San Martino arriva una frecciata sarcastica all’indirizzo dell’amministrazione comunale di Lugo che ha organizzato per domani, primo giorno di ottobre, la festa della pedonalizzazione. «Ci fa piacere che la giunta di Lugo abbia scoperto con trent’anni di ritardo che le aree pedonali o ztl se non le sorvegli non serve a niente».

Per Prc la festa in piazza è solo un modo per coprire le domande dei cittadini: «Con il suono incessante dell’orchestra del Titanic non si sentiranno le domande del cittadino comune che si chieder come mai in tanti anni non abbiano punito i trasgressori».

La legge che regola le Ztl in Italia è del 1992, quella che regola le chiusure dei centri storici per le città dai 30mila abitanti in su (quindi di Lugo) è del 2010, l’ultimo aggiornamento del Piano dell’Aria Regionale è del 2020: «La Giunta non ha fatto altro che procrastinare fino all’ultimo possibile una cosa che doveva fare anni fa, consentendo a chiunque di entrare con le auto in mezzo alla gente, cose che ormai nel resto d’Italia non si vede più da decenni».

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi