mercoledì
20 Agosto 2025

Allarme smog, continuano le misure d’emergenza in tutta l’Emilia-Romagna

Nessuna tregua dallo smog in Emilia-Romagna dove ormai da circa dieci giorni sono in vigore le misure emergenziali per contenere i livelli di polveri sottili in atmosfera.

L’ultimo bollettino dell’Arpae comunica che l’allerta prosegue in tutta la regione fino a lunedì 24 gennaio, compreso.

Tra le disposizioni previste ci sono lo stop anche ai veicoli diesel Euro 4, riscaldamenti abbassati e limiti sulla combustione delle biomasse.

A questo link tutti i dettagli e le limitazioni previste.

Occupazione abusiva, salta da 4 metri per fuggire: ricovero in ospedale e denuncia

I carabinieri hanno trovato l’uomo dentro una casa estiva al mare. È una delle sei persone denunciate in una settimana

Carabinieri Via Staggi AggressioneDopo essere stato scoperto dai carabinieri in un’abitazione estiva occupata abusivamente, un uomo si è lanciato da 4 metri per fuggire: il risultato è stato ricovero in ospedale e denuncia. È successo nei giorni scorsi nel Cervese.

È una delle sei persone denunciate dai militari nei giorni scorsi. Particolare attenzione è stata rivolta alle località Pinarella e Tagliata dove, nelle giornate il 18 e il 20 gennaio, sono stati svolti mirati servizi straordinari di controllo del territorio. In particolare il 18 i controlli si sono concentrati sulle persone presenti all’interno della Pineta e in alcuni esercizi commerciali meta di alcuni soggetti pregiudicati. Il giorno 20, invece, l’attenzione è stata rivolta all’occupazione delle vecchie colonie abbandonate.

All’esito delle verifiche un cittadino tunisino, irregolare sul territorio italiano, è stato accompagnato al centro di permanenza temporanea di Gradisca d’Isonzo per essere rimpatriato. Una donna italiana e un cittadino marocchino sono stati, invece, deferiti in stato di libertà per occupazione abusiva di immobili. Gli stessi sono stati colti all’interno dello stabile di proprietà di un italiano. Nei confronti della donna, destinataria di foglio di via obbligatorio dal comune di Cervia, i carabinieri della Stazione di Cervia stanno procedendo anche per la violazione dell’art. 3 del codice antimafia.

Nella giornata di mercoledì, i carabinieri hanno proceduto al recupero di un monopattino il cui furto era stato denunciato giorni prima. Alla guida un italiano con precedenti: denunciato per ricettazione.

I carabinieri di San Pietro in Vincoli, nel corso degli ordinari controlli effettuati nei confronti dei detentori di armi, hanno deferito un cittadino italiano per omessa denuncia di armi. I militari durante l’ispezione hanno ritrovato nell’abitazione dell’indagato una pistola calibro 22 mai denunciata. All’uomo sono stati ritirate cautelativamente le armi.

Un incendio nello studio di un pittore, distrutte le opere

Fiamme nell’atelier di Fausto Fori in via Tombesi dall’Ova. Pompieri chiamati dai vicini che hanno visto uscire del fumo da sotto la saracinesca abbassata

Un incendio ha distrutto lo studio del pittore Fausto Fori a Ravenna nella serata di ieri, 20 gennaio. Le fiamme hanno mandato in fumo le opere contenute all’interno del piccolo atelier in via Tombesi dall’Ova. Non ci sono danni a persone: l’artista infatti non era più all’interno del locale – chiuso da una saracinesca che i pompieri hanno dovuto tagliare per intervenire e spegnere il rogo – ma era in strada ad assistere all’operazioni. L’allarme al 115 è arrivato da alcuni vicini di casa che hanno visto uscire del fumo dallo studio.

Farmacia inaugura in piena pandemia: «Avevamo fatto domanda quasi dieci anni fa»

I soci del nuovo punto vendita a Borgo Montone hanno lasciato i propri posti di lavoro da dipendenti: «Nel primo giorno di attività sette clienti su dieci sono entrati per un tampone. In calo gli acquisti per i raffreddori»

Farmacia Borgo MontoneAvviare un’attività di farmacia nel mezzo di una pandemia significa clientela assicurata ma poco tempo per il rodaggio. Lo sanno bene il 59enne Stefano Saltarelli e il 36enne Luca Benini, soci nel nuovo negozio a Borgo Montone, frazione di Ravenna alle porte della città: il 17 gennaio hanno tagliato il nastro insieme al sindaco e quello stesso giorno hanno fatto una cinquantina di tamponi. «Sette clienti su dieci sono entrati per un test. E il primo giorno ovviamente non avevamo prenotazioni. Ci aspettiamo che aumenti la richiesta e prenderemo gli appuntamenti per organizzare il servizio al meglio». Prezzo 15 euro, fissato dal commissario per l’e- mergenza. Il test fai da te da fare a casa invece viene venduto a 9 euro. «Lo strumento è lo stesso – spiega Santarelli – ma non c’è paragone sul livello di affidabilità perché è normale che ognuno sia meno deciso con se stesso».

Il rilascio della licenza per aprire l’attività è arrivato alla fine della scorsa estate: «Avevamo fatto domanda al concorso pubblico ormai 8-9 anni fa. Quando è arrivata la Pec con la comunicazione quasi non ci ricordavamo più. Nello scorrimento della graduatoria è arrivato il nostro turno. Tra i punti ancora disponibili in base alle liste fatte dai Comuni c’era Borgo Montone dove si era liberato un immobile adatto e abbiamo pensato fosse una posizione valida». E così entrambi i farmacisti si sono licenziati dai propri posti di lavoro da dipendenti – Saltarelli dal 2005 era direttore della farma- cia di Santa Teresa e Benini era a Punta Marina dove lavorava anche Michela Tartaull che ora è una collaboratrice dei due soci – e sono diventati imprenditori.

«È tutto diverso – riconosce Benini –. C’è tutta una parte di lavoro organizzativo e gestionale che aumenta la complessità delle cose». Qualche dettaglio lo fornisce il collega Saltarelli: «Nel settore dei farmaci distribuiamo quello che viene prescritto al cliente. Ma è nel campo degli integratori che bisogna coniugare le esi- genze commerciali con le conoscenze scientifiche: diventa fondamentale la capacità di individuare prodotti di qualità, magari non i soliti più pubblicizzati ma anche qualcosa di nicchia per soddisfare il cliente. Se devi dare un consiglio, devi farlo per qualcosa che ritieni efficace».

Su questo aspetto forse ha avuto più ricadute il Covid: «Prima della pandemia il farmacista veniva visto più come un commerciante, adesso c’è una percezione più professionale della nostra attività e siamo sempre più una figura sanitaria completa, capace di fornire farmaci ma soprattutto servizi». Anche in quest’ottica Benini ha seguito il corso teorico e pratico per la sommini- strazione dei vaccini.

Ma la pandemia ha cambiato molto le vendite al banco. «È aumentata tantissimo l’attenzione delle persone per il rafforzamento del sistema immunitario – spiega Saltarelli –. Lattoferrina e betaglucani sono diventati prodotti molto più usati. Così come la vitamina C, in molteplici formulazioni. Al tempo stesso sono calati gli acquisti legati alle patologie invernali: i raffreddori, ad esempio, sono praticamente scomparsi perché avevano la stessa modalità di trasmissione del Covid e quindi distanziamento, mascherine e minore circolazione delle persone hanno ridotto questi malanni. Questo ci dimostra che sarebbe opportuno portarci dietro qualcuno di questi accorgimenti anche quando un giorno la pandemia non sarà più un’emergenza: ad esempio, non sa- rebbe una brutta abitudine girare con la mascherina quando si ha un raffreddore».

Addio a Danilo Naglia, decano dell’architettura moderna a Ravenna

Aveva 93 anni. La sua opera rievocata in alcuni testi dei nostri collaboratori Alberto G. Cassani e Paolo Bolzani

Banca Popolare Architetto Naglia
Scorcio della sede della Banca Popolare in piazza Arcivescovado a Ravenna progettata dall’architetto Danilo Naglia

È morto Danilo Naglia, decano ravennate dell’architettura moderna e intellettuale “scomodo” e polemico, anche per le sue battaglie ambientaliste. Ha progettato, lasciando un segno importante e d’autore nel tessuto urbano della città, diversi edifici pubblici e privati, il cui stile è stato citato e apprezzato anche al di fuori dei confini provinciali.

Il progettista è stato commemorato con una nota inviata dall’Ordine degli Architetti di Ravenna in cui si legge «Con la scomparsa dell’architetto Danilo Naglia, e quella dell’architetto Lorenzo Pezzele nel 2020, si conclude un preciso periodo architettonico-urbanistico per Ravenna. Naglia, classe 1928, n. 3 nell’Albo degli Architetti della provincia di Ravenna, uscì assieme a Lorenzo Pezzele e Gino Gamberini (scomparso prematuramente) dall’Università di Architettura di Venezia alla fine degli anni 50, condotta da Samonà e con insegnanti come Astengo, Albini, Scarpa, Bruno Zevi: i tre ne hanno sempre seguito gli insegnamenti, uniti dalle stesse affinità elettive, da quello che lo stesso Naglia definiva il “primato dell’architettura organica”. Per Samonà lo studente di architettura, futuro architetto impegnato nella ricostruzione del Paese, doveva formarsi “per un edificare che meglio corrisponda alle esigenze umane”, superando gli “schemi astratti del razionalismo”, misurandosi sui problemi reali. Naglia e i suoi colleghi sono stati professionisti completi, quindi, che pensavano al progetto nei minimi dettagli, guardando al futuro e alla qualità dell’abitare. Da sempre amici, con caratteri fortemente diversi ma un unico obiettivo – la qualità del progetto – hanno lasciato un segno fondamentale nella nostra città che ci auguriamo di essere in grado di raccogliere».

R&D vuole ricordarne il profilo umano, professionale e le opere pubblicando di seguito alcuni dei testi dedicati a Naglia apparsi sulle nostre riviste  fra il lontano 1998 e il 2015, a firma degli studiosi ed esperti di architettura Alberto Giorgio Cassani e Paolo Bolzani.

High-Tech ravennate
di Alberto Giorgio Cassani

«La grandezza di un architetto non consiste nello “stile” da ripetersi come un sigillo o un’impronta sempre uguale (il che però frutta “identità” e “riconoscibilità”), ma nel sapersi rinnovare nel tempo.
 Danilo Naglia, partito dalla scuola di Ignazio Gardella e Carlo Scarpa e segnato certamente dalla figura del Maestro Frank Lloyd Wright, ha progettato case e ville che sono state molto apprezzate dallo “scorbutico” (e rimpianto) Bruno Zevi, che le ha ospitate spesso sulle pagine della sua rivista “L’architettura: cronache e storia” (titolo quanto mai emblematico: dell’architettura del passato, essendoci la distanza critica, si può fare “storia”; di quella contemporanea solo, e a fatica, “cronaca”).
 Chi l’avrebbe dunque detto – ma solo quelli che non hanno studiato il tragitto dello stesso Wright, giunto in tarda età ad immaginare grandiose astronavi pop: il Guggenheim di New York – che Naglia avrebbe finito col progettare il più bell’edificio high-tech di Ravenna, con una spruzzata di Ludwig Mies van der Rohe, di Charles Eames e dell’utopismo degli Archigram: la sede della Banca Popolare in Piazza dell’Arcivescovado (ex Istituto Bancario San Paolo di Torino).
 Ho citato non a caso Mies van der Rohe, forse il più grande architetto del secolo scorso, perché Naglia ha ben capito che, come sosteneva il maestro tedesco, “il buon dio sta nei particolari”: e proprio all’angolo, luogo decisivo per Mies – variamente declinato in tutti i suoi edifici – Naglia ha dedicato le maggiori attenzioni (vedi anche il Condominio di piazza Marsala). Peccato ci siano così poche occasioni per vederlo e goderne tutta la bellezza.
 Con Morigia, il più grande architetto di Ravenna».
Pubblicato sulla rivista “Casa Premium”, settembre 2015.

Architetto Naglia Palazzo In Piazza Marsala Ravenna

Un palazzo moderno in piazza Marsala
di Paolo Bolzani

«[…] Danilo Naglia, classe 1928, [è] personaggio che non ha bisogno di presentazioni. Architetto-artigiano, come ama definirsi egli stesso, ha legato il proprio nome a numerose e significative architetture ravennati, per cui ritorneremo su di lui in futuro. Oggi l’attenzione verte su un edificio realizzato nel 1981 su piazza Marsala. Si tratta di un intervento di restauro urbano che rivela un’attenta rilettura dei segni della città: il palazzo signorile, la preziosità nell’uso del mattone, il ruolo di quinta di pregio allo spazio urbano. Progettato su un planivolumetrico di riferimento, mostra grande maestria polifonica, verosimilmente eredità della scuola veneziana dei Gardella, degli Albini e degli Scarpa. Naglia risolve particolari significativi reinventando il tema del partito architettonico del palazzo: attacco a terra senza portici, ma risolto con un basamento staccato, sviluppo dell’ordine articolato sulla ricca cortina muraria a più ricorsi orizzontali, libera composizione delle finestrature «senza ricorrere a simmetrie elementari», «formalizzazione» del coronamento con cornicione libero e leggero, soluzione d’angolo come negazione dello spigolo».
Articolo del marzo 1998, dal volume antologico Cronache e racconti di architettura, edizioni Reclam.

Sala D'Attore A Casa Melandri Architetto Naglia

Venti anni orsono nasceva Sala Melandri
di Paolo Bolzani

«Il ‘98 è denso di anniversari: nel 1598 nasceva il Cavaliere Luca Danese da Ravenna, architetto e idraulico, nel 1698 moriva Francesco Negri, esploratore anch’egli ravennate, nel 1898 nasceva Hugo Alvar Henrik Aalto, a Kuortane, in Finlandia, architetto euro-organico di fama internazionale e sul quale torneremo. Oggi proponiamo una data più “domestica”. Ravenna, 1978: si pone la prima pietra dei quella che sarà nota come “Sala Melandri”, proprio quest’anno reintitolata al compianto Sindaco Pierpaolo D’Attorre. Il progetto è di Danilo Naglia, architetto che rivela nel suo “fare artigiano”, qui in collaborazione con Renzo Strumìa, una naturale propensione all’architettura organica: massima attenzione all’ambiente; culto del rapporto spazio-oggetto risolto a favore di un interno che si dipana, avvolge, protegge, giustifica; amore per i materiali, usati “al naturale” (mattone, legno, cemento armato), da toccare. Il sito è suggestivo: si tratta di occupare uno slargo interno adibito ad officina, che occupa l’area retrostante al portico rinascimentale di Casa Melandri, un fabbricato d’epoca veneziana (1441-1509), rimaneggiato in facciata nel 1905. La suggestione deriva inoltre dalla presenza, “minacciosa”, della mole della Torre Civica di Ravenna, un parallelepipedo a base 6,70×6,70, alto quasi 40 metri, con un fuori piombo superiore ai 2 metri nell’angolo rivolto verso nord-ovest, che si appoggia con il lato pendente al portico della Casa. Ultima notazione sul sito: Casa Melandri sorge nei pressi dell’alveo del Padenna, il fiume che attraversava Ravenna in senso nord-su, di cui rimane memoria nel nome, significativo, della via (Ponte Marino). Naglia aveva redatto il progetto della sala nel 1974, per vederla ultimata nel 1982. Il tema è «lo Spazio come protagonista dell’architettura». Corollario: «Nell’atto progettuale ogni elemento deve essere studiato in modo tale da essere in grado di esprimere il massimo: nulla di più e nulla di meno, sia che si parli di strutture, sia di finiture»; «impiantistica dichiarata (tubi del condizionamento e canalette per l’impianto elettrico a vista, ma in modo studiato all’interno della composizione dello spazio)». Forma e spazio coincidono e raggiungono l’acme nell’articolazione studiata per il collegamento tra parte conservata e l’ampia sala riunioni, parzialmente interrata, che nel tempo è divenuta cara ai ravennati».
Articolo dell’ottobre 1998, dal volume antologico Cronache e racconti di architettura, edizioni Reclam.

Un’abitazione progettata dal “decano” Danilo Naglia alla fine degli anni Sessanta
di Paolo Bolzani

«Periferia meridionale della città [di Ravenna]. Nel 1969 l’architetto Danilo Naglia – classe 1928 e decano degli architetti ravennati – progetta questa villa, che verrà realizzata nel biennio 1970-71. Il corpo di fabbrica si caratterizza per la forma allineata lungo il lotto, arretrato di circa una decina di metri dal confine con la strada, cui si mostra con il lato minore. A un primo sguardo la villa si rivela articolata in due corpi – cui corrispondono due unità edilizie, la maggiore dei quali destinata ad abitazione dei proprietari, la minore ora a deposito per la prima – ben identificati dalla composizione gerarchica dei volumi e ulteriormente giocati con lo sfalso di cornicioni molto sporgenti che ricordano influssi di Wright, mentre l’utilizzo del mattone a faccia vista liscia, disposto in chiave per mostrare nella tessitura la sola testa, il dialogo da questo intessuto con architravi e cordoli in cemento armato, davanzali in travertino e finestrature lignee bianche a tutta altezza di piano, che si dispongono sul partito architettonico «senza ricorrere a simmetrie elementari» evocano la memoria di Kahn. In particolare, la soluzione dell’unità secondaria a ingresso nascosto, con scala esterna parallela al vialetto carrabile fiancheggiante il corpo di fabbrica e segnalata da un binato di colonnine di ferro tinte verde pastello, sembra anticipare il palazzo urbano realizzato da Naglia nel 1981 nel lato settentrionale di piazza Marsala, dove giungono a compimento alcuni dei temi accennati in questa villa, dal mattone posato secondo vari magisteri fino ad arrivare, buon ultimo, all’uso del serramento a persianella pieghevole in abete di Douglas, qui presente solo nel soggiorno […]».
Articolo del marzo 2006, dal volume antologico Cronache e racconti di architettura, edizioni Reclam.

I centri antiviolenza: «Ci sorprende la mitezza della pena per il reo confesso»

Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna con alcune considerazioni in merito all’entità della pena (24 anni), comminata dalla recente sentenza dalla corte d’assise del tribunale di Ravenna a Riccardo Pondi per l’omicidio della moglie Elisa Bravi nella notte del 19 dicembre 2019 a Glorie.

Abbiamo letto le motivazioni, recentemente depositate dalla Corte d’Assise di Ravenna, della sentenza di condanna di un uomo, reo confesso del femminicidio della giovane moglie, strozzata la notte del 19 dicembre 2019, tra le pareti domestiche. Nel processo si era costituita parte civile l’Associazione Demetra Donne in Aiuto, di Lugo, che aderisce a questo Coordinamento. Il caso è stato seguito, con particolare partecipazione, anche da Linea Rosa, pure nostra associata, che opera a Ravenna, città di provenienza della donna uccisa.

Da subito, la sentenza ci aveva sorprese per la mitezza della pena: ventiquattro anni di reclusione, a fronte di quella, edittale, dell’ergastolo (artt. 575- 577 c. 1 n. 1 c.p.).

Leggiamo che la Corte d’Assise ravennate ha riconosciuto al reo le circostanze attenuanti generiche (ravvisate, sostanzialmente, nell’asserito pentimento, nella corretta condotta processuale, nell’incensuratezza e nel fatto che, nel corso del processo, egli avesse donato i propri beni alle figlie) e le abbia ritenute equivalenti a tutte le aggravanti contestategli (lo status di coniuge della vittima, la violenza assistita alle figlie minori, la minorata difesa della vittima, perché l’aggressione avveniva di notte, in luogo isolato). Per effetto del bilanciamento, la pena dell’ergastolo è stata ridotta a ventiquattro anni di reclusione.

Al di fuori dei tecnicismi giuridici che intervengono nel calcolo della pena, non riteniamo condivisibile che un femminicidio, consapevole e volontario, così come riconosciuto dalla Corte d’Assise, possa essere punito con soli ventiquattro anni di reclusione. Dov’è il sacrificio della vita di una giovane donna e delle sue figlie, orfane? Non crediamo che l’enorme sofferenza di due bambine, in tenera età, nel vedere la propria madre morire, strozzata dalle mani del padre, possa esse ritenuta, anche solo ai fini della pena, equivalente al pentimento del padre, vero o presunto che sia, alla buona condotta processuale, ecc.

Per la Corte d’Assise questo femminicidio sarebbe conseguenza della rabbia del marito, dovuta alla “compromissione della quiete familiare”. Compromissione che lo stesso, preso da cieca ed ingiustificata gelosia, imputava vanamente alla moglie. La morte sarebbe dovuta, secondo le motivazioni della sentenza, alla carica di rabbia di quest’uomo, derivata dalla resistenza della moglie alle proprie insistenze ed esacerbata dallo sfogo verbale di quest’ultima.

Avremmo voluto che si andasse alle radici della rabbia provata dall’assassino che, come tutti gli autori di femminicidio, non tollera che la compagna sfugga al controllo e non si subordini, nè si pieghi ai propri bisogni.

La narrazione della responsabilità del femminicida ci appare sfumata nelle motivazioni della sentenza. Il rischio è quello di lasciare ricadere le ombre della violenza maschile su colei che quella violenza subisce, fino a morirne.

Il “Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria”, approvato il 17 giugno scorso dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, ha denunciato la sottovalutazione dei fenomeni di violenza di genere e domestica, che non viene letta correttamente nelle aule di giustizia.

I nostri Centri Antiviolenza accolgono, ogni anno, centinaia di donne vittime di violenza. Sappiamo quanto sia importante non perdere fiducia della rete, per uscire dalla violenza. Il ruolo della Giustizia è fondamentale nel mantenere questa fiducia.

In libreria una graphic novel su Zaki disegnata dal ravennate Costantini

Il 3 febbraio esce “Una storia egiziana” realizzato dall’attivista e disegnatore con i testi della giornalista Laura Cappon

Costantini ZakiÈ del ravennate Gianluca Costantini, fumettista e storico collaboratore di R&D, la mano che illustra “Una storia egiziana”, la graphic novel con i testi della giornalista Laura Cappon in uscita il 3 febbraio per Feltrinelli Comics, con il patrocinio di Amnesty International Italia, con il racconto della vicenda umana e giudiziaria di Patrik Zaki. Il 30enne egiziano, studente dell’università di Bologna, è stato rilasciato dal carcere al Cairo a dicembre 2021 dopo 22 mesi di detenzione preventiva con le accuse di istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo e gestione di un account social che punta a minare la sicurezza pubblica. Il volume firmato Cappon-Costantini arriverà in libreria due giorni dopo la prossima udienza prevista l’1 febbraio, che dovrà decidere le sorti del giovane. Zaki infatti è stato scarcerato ma non assolto.

«Grazie per la dedizione e l’impegno che avete dedicato al mio caso e per essere stati la mia voce – è il commento di Zaki che si legge sul sito dell’agenzia Ansa per ringraziare gli autori del libro –. L’arte e la letteratura sono un’ancora di salvezza per molti detenuti politici che altrimenti verrebbero dimenticati. Vorrei ringraziare Gianluca e Laura per il loro attivismo negli ultimi due anni e per il loro sostegno. Spero che continuino a usare il loro talento per liberare altri prigionieri di coscienza».

C9821d18 C4f4 4bef B369 D5e5459f99ceCappon è giornalista esperta di vicende egiziane, Costantini è attivista e fumettista, nonché autore dell’immagine più iconica e diffusa di Patrick Zaki. La vicenda narrata dagli autori inizia proprio a partire da quel 7 febbraio 2020, quando lo studente egiziano, iscritto a un master in Studi di genere all’Università di Bologna e collaboratore di Eipr, l’Egyptian Initiative for Personal Rights, viene fermato dalla polizia egiziana all’aeroporto del Cairo, mentre sta tornando a casa. Per lui i capi d’accusa sono cinque e tutti gravissimi. Le prove sarebbero dieci post pubblicati su Facebook che inciterebbero alla rivolta, ritenuti però non autentici dagli avvocati dello studente.

«Cappon e Costantini – si legge dal sito dell’Ansa – si concentrano sul dramma personale e i risvolti politici di questa storia (non mancano ovviamente i riferimenti anche all’uccisione di Giulio Regeni), spiegando anche molti dettagli sui mezzi e gli espedienti giuridici usati dalla dittatura di Abdel Fattah el-Sisi nel perseguire dissidenti e attivisti (si conta che siano almeno 60.000 i detenuti politici). Ma grande parte è occupata dal racconto emozionante dell’unico sostegno a cui Patrick ha potuto appigliarsi nel corso di questi due anni, quello della sua famiglia e degli amici, molti dei quali attivisti come lui, e quello di una incredibile mobilitazione internazionale da parte di intellettuali, politici, giornalisti e associazioni umanitarie e di tantissimi cittadini, tra cui una marea di giovani. Una campagna di grande impatto, che ha fatto il giro del mondo e in cui l’Italia è stata in prima linea».

Un corso gratuito online per genitori sui rischi e le opportunità di web e videogame

Promosso dal servizio Esc e dal centro per le famiglie dei comuni di Russi, Ravenna e Cervia. Due incontri di 90 minuti in febbraio

Pexels Photo 442576Sono aperte le iscrizioni per un corso di formazione gratuito rivolto a genitori di Ravenna, Cervia e Russi dedicato ai rischi, ma anche delle opportunità, del web e dei videogiochi. Il corso si svolgerà online e si compone di due incontri di 90 minuti (10 e 17 febbraio dalle 20.30) ed è organizzato dallo sportello Esc per giocatori d’azzardo e familiari in collaborazione con il Centro per le Famiglie. Entrambi sono servizi dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi. È possibile iscriversi a informafamiglie@comune.ravenna.it entro martedì 8 febbraio.

Il primo incontro si terrà giovedì 10 febbraio su “Iperconnessione e videogiochi tra rischi ed opportunità”. Sarà condotto da Chiara Pracucci, psicologa, e da Fabio Bianchetti, educatore ludico. Il secondo incontro si svolgerà giovedì 17 febbraio sul tema “Possibili reati commessi o subiti in rete. Tutela e responsabilità genitoriale verso i figli minorenni” e sarà condotto da Giordana Pasini, avvocato.

Il corso è già stato realizzato nel 2021 per dare risposte e permettere ai genitori di confrontarsi con dei professionisti su alcune tematiche di interesse comune. L’abitudine di giocare ai videogiochi e di stare connessi per tanto tempo non è nuova, ma i periodi di quarantena hanno fatto emergere da parte dei genitori il bisogno di capire e in alcuni casi di intervenire nel modo migliore in caso di iperconnessioni e prevenire i rischi derivanti dall’abuso di videogiochi o di altre applicazioni. Ma il web e i videogiochi stessi non comportano solo rischi, sono anche opportunità per i loro utilizzatori. Sempre nel 2021, e tuttora, in seguito al corso, alcune persone sono poi state seguite dallo Sportello ESC per consulenze di tipo psicologico per la gestione di relative problematiche.

«Mi preme sottolineare l’importanza delle iniziative promosse dallo Sportello Esc – sostiene Gianandrea Baroncini, assessore alle Politiche sociali – nell’ambito delle iperconnessioni dei minori e delle ludopatie, problematiche acuite dalla pandemia e dal conseguente lockdown. Nello specifico si tratta di corsi utili alle famiglie con minori per costruire un bagaglio di conoscenze e informazioni affatto scontate, e, grazie alla presenza di esperti, sviluppare uno scambio e un confronto di esperienze e soluzioni di valido aiuto e supporto».

Visibili in streaming anche le riunioni delle commissioni consiliari

Sono state introdotte nuove modalità visto il protrarsi dello stato di emergenza

Il Comune di Cervia rafforza trasparenza e partecipazione grazie alla trasmissione in streaming delle commissioni consiliari così come già avviene per il consiglio comunale.

Sono state introdotte nuove modalità procedurali inerenti la pubblicità delle commissioni consiliari, in quanto articolazioni del consiglio Comunale, visto il protrarsi dello stato di emergenza, in attesa dell’approvazione di apposito “Regolamento per lo svolgimento delle sedute degli organi in modalità telematica e trasmissione in streaming” attualmente in discussione.

Il nuovo Decreto nasce anche grazie alle discussioni intervenute nella prima commissione consiliare, nonché nella Conferenza dei Capigruppo e prevede che i Presidenti delle Commissioni Consiliari diano per approvata la pubblicità alla riunione in streaming il giorno dopo la seduta, salvo diversi motivi di impedimento.

Il Presidente del Consiglio Comunale di Cervia, Gianni Grandu, ha dichiarato: «Esprimo un sentito ringraziamento per la preziosa collaborazione ai gruppi consiliari e ai componenti delle cinque commissioni, su temi così importanti di trasparenza e di partecipazione alla vita politica,  in quanto, come in questo caso, la condivisione è un segnale importante per tutti i cittadini. Da quest’anno abbiamo uno strumento in più per conoscere e approfondire l’attività amministrativa. Inoltre ringrazio per la massima disponibilità il personale degli uffici interessati, che si è attivato per consentire lo svolgimento in streaming già a partire dalla prima seduta di Commissione del 2022».

Export provinciale: i primi 9 mesi del 2021 sono migliori dello stesso periodo 2019

Le vendite all’estero valgono 3,8 miliardi di euro, l’1 percento del totale nazionale. La media ravennate è migliore della regione e del Paese

Foto Gdf RaTra gennaio e settembre del 2021, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, le esportazioni delle imprese ravennati sono aumentate del 24 percento. In valore sono salite a 3.759 milioni di euro e l’aumento tendenziale vale circa 728,5 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Se il termine di paragone diventa il 2019, prima che l’emergenza sanitaria colpisse, la variazione percentuale è pari a +7,7 percento. Inoltre, l’andamento dell’export in provincia di Ravenna è risultato migliore dell’andamento medio del commercio con l’estero rilevato per la regione Emilia-Romagna e per l’Italia (rispettivamente +18,7 e +20,1 nei confronti del gennaio-settembre 2020). Nel periodo considerato, superando la soglia dell’1 percento sull’export italiano (1,01), Ravenna consolida il 33esimo posto nella graduatoria nazionale delle province esportatrici, guadagnando due posizioni rispetto all’anno 2020 e una rispetto all’anno pre-Covid. Gli indicatori del commercio estero sono elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sulla base delle informazioni diffuse da Istat.

L’Europa si conferma il mercato fondamentale per l’export ravennate, sfiorando la quota del 77% (76,7%) e le vendite sui mercati europei hanno messo a segno un incremento che arriva quasi a +25%, rispetto all’analogo periodo del 2020. Per il mercato più vasto, cioè la Germania (con quota pari a 15,6%), la crescita è arrivata al +49% (grazie ai prodotti della metallurgia ed apparecchiature elettriche). Non sfuggono invece al segno negativo solo i traffici ravennati verso gli altri Paesi asiatici: verso il Medio Oriente con un -42,7% (i cui passati picchi positivi erano dovuti a particolari commesse verso il Qatar), a cui si accompagna l’Oceania (-35,9%). Nel consolidamento della nuova realtà post-Brexit, cedono anche le vendite verso i Paesi europei non Ue (-17,3%), al cui interno continua la discesa delle vendite verso il Regno Unito (-53,5%), che avevano mantenuto il passo positivo fino all’ultimo trimestre del 2020.

Per quanto riguarda i prodotti esportati, nel periodo gennaio-settembre 2021, il segno positivo ha prevalso in tutti i settori di maggior specializzazione della provincia di Ravenna: i primi cinque hanno messo a segno ottimi incrementi a due cifre. In pool position per crescita, l’export degli apparecchi elettrici (+42,7%; percentuale su export complessivo pari a 9,2%), a cui si accoda quello dei prodotti alimentari (+42,4%; quota 13,5%); seguono i beni esportati della chimica (+30,3%) che nella classifica dei principali settori di esportazione, nel periodo in esame, con il 18,5% occupano il primo posto.

La pala di Rondinelli è al museo nazionale: fu confiscata da Napoleone nel 1798

L’opera del “Raffaello veneziano” arriva dalla Pinacoteca di Brera e farà parte della nuova sezione dedicata alla pittura in corso di allestimento

10Il quadro “San Giovanni Evangelista appare a Galla Placidia” (1497-1500) di Nicolò Rondinelli da oggi, 20 gennaio, è esposta al museo nazionale di Ravenna. Alle 11 la presentazione ufficiale alla stampa. L’opera su tavola, requisita dalle truppe napoleoniche, torna in città dopo più di 200 anni e trova collocazione al primo piano del complesso monastico di San Vitale, nelle sale prospicienti il “grande dormitorio”, un tempo destinate ad infermeria, foresteria e altri servizi.

Proveniente dalla prestigiosa Pinacoteca di Brera, l’opera è arrivata lo scorso 13 gennaio grazie all’iniziativa del ministero della Cultura “100 opere tornano a casa”, che promuove e valorizza il patrimonio storico artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei luoghi d’arte statali.

11La pala, realizzata agli inizi del XVI secolo per la basilica di San Giovanni Evangelista di Ravenna, celebra un miracolo legato alla consacrazione della chiesa, avvenuta all’epoca di Galla Placidia. L’episodio, raffigurato più volte in ambito ravennate, trova la più alta espressione per mano di Nicolò Rondinelli, formatosi a Venezia nella bottega di Giovanni Bellini.

«Oggi si aggiunge un altro anello alla catena di una storia lunga più di duecento anni – commenta Giorgio Cozzolino, direttore regionale dei Musei Emilia-Romagna –. Inizia nel 1796 con l’ingresso a Ravenna delle truppe francesi, prosegue nel 1798 con i provvedimenti di soppressione dei quattro monasteri ravennati e la confisca dei loro beni per fini di pubblica utilità; dopo il Congresso di Vienna e la Restaurazione, nel 1816, Ravenna ritorna entro i confini delle Stato Pontificio e solo l’impegno congiunto della Legazione e del Comune rese possibile il rientro di un ridotto nucleo di opere asportate e custodite nella Regia Galleria di Brera ma non del capolavoro del Rondinelli che ha dovuto invece aspettare più di duecento anni: la tela del cosiddetto “Raffaello veneziano” torna a dialogare con la cultura e la storia della città che l’aveva commissionato».

 ANG5163Il lavoro di Rondinelli andrà ad arricchire la nuova sezione destinata alla pittura che è in allestimento, come spiega Emanuela Fiori, direttrice del museo: «Le sale ospiteranno i dipinti del Museo Nazionale, offrendo un interessante excursus nella pittura romagnola dal tardo medioevo all’età moderna. Qui, in una posizione di dialogo con le lunette cinquecentesche con le Storie di Galla Placidia, affrescate da Francesco Longhi e con la tavola di Girolamo Marchesi da Cotignola raffigurante la Vergine e Santi anch’ esse un tempo nella chiesa di San Giovanni Evangelista, ha trovato collocazione la Pala Rondinelli. A metà febbraio, prosegue la direttrice, l’intero allestimento sarà completo e accessibile al pubblico. Sarà una nuova occasione per visitare il museo e la sua nuova veste».

La valorizzazione del progetto prevede, inoltre, la collaborazione con la Rai che, attraverso Rai Documentari, realizzerà un nuovo format, composto da un documentario breve e una serie di episodi in presa diretta che avranno come protagonista anche il Museo Nazionale di Ravenna.

Il punto tamponi drive through si amplia nei giorni e orari di maggiore afflusso

In largo Gramigna una linea aggiuntiva per ridurre attese e ricadute sul traffico. Si accede senza appuntamento solo se sintomatici con la prescrizione di un medico o pediatra

Foto Aeree File Tamponi, Lugo, 28 Dicembre 2021 (4)Si amplia il punto tamponi drive through di Lugo in largo Gramigna. Da lunedì 24 gennaio sarà operativa una linea aggiuntiva per l’esecuzione di test molecolari nei giorni  e negli orari di maggiore afflusso in modo da ridurre i tempi di attesa e decongestionare il traffico delle auto.

L’Ausl Romagna ritiene che le misure messe in campo dalla Regione Emilia Romagna, sia attraverso l’accordo con le farmacie, (effettuazione gratuita del test antigenico  alle persone asintomatiche per chiusura isolamento e quarantene) sia con l’introduzione dell’autotesting al domicilio (accertamento con tampone antigenico  positività e chiusura isolamento con caricamento su fascicolo sanitario alle persone con terza dose booster), possano ulteriormente contribuire a ridurre gli accessi.

Si ricorda che l’accesso senza appuntamento è consentito solo alle persone sintomatiche con prescrizione del medico di medicina generale o del pediatra. Per tutte le altre condizioni è indispensabile l’appuntamento sulla base della programmazione definita dai Servizi Igiene Pubblica senza la necessità di ricorrere al Medico curante. Per l’esecuzione del tampone occorre essere muniti di documento di identità e tessera sanitaria.

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