La sezione locale del Club alpino italiano ospita uno speleologo e due guide turistiche il 29 aprile e il 6 maggio per svelare le caratteristiche di una zona sugli appennini che è l’unica proposta italiana per il celebre riconoscimento

La Vena del Gesso romagnola è stata scelto come unica candidatura italiana al patrimonio mondiale dell’Unesco per il 2022 e la sezione di Lugo del Club alpino italiano (Cai) organizza due incontri pubblici per illustrare l’importanza naturalistica e culturale rivestita da quei luoghi sull’appennino.

Nella sala della biblioteca della collegiata (piazza Savonarola 3, Lugo, entrata dal parcheggio interno, ingresso libero) appuntamento il 29 aprile alle 21 con Massimo Ercolani, presidente della Federazione speleologica regionale dell’Emilia-Romagna, promotrice della candidatura. Il venerdì successivo, ancora alle 21, saranno ospiti invece Sara Cavina e Sara Zanni, due guide ambientali escursionistiche che presenteranno lo studio alla base del libro “La Via del Gesso e dei calanchi a piedi”: sette tappe da Bologna a Brisighella e Faenza.

«Il riconoscimento per il quale ci siamo impegnati e che ci auguriamo di poter festeggiare – si legge sulla rivista del Cai lughese – porta con sé un grande amore per il territorio, la necessità di averne cura e un suo utilizzo consapevole e sostenibile, come ne sono espressione le numerose azioni già realizzate in anni recenti, quali la creazione di nuovi sentieri, lo studio e la promozione di nuovi itinerari, di un turismo lento fortemente motivato ed interessato a camminare per conoscere».

La candidatura ha per oggetto non tanto un ambiente carsico di cui l’Unesco ricomprende nelle sue liste già 56 siti nel mondo, ma il carsico originato nelle evaporiti, di cui la Vena del Gesso romagnola è uno degli esempi migliori al mondo. Complessivamente si tratta di una candidatura ambientale che riguarda 7 aree carsiche in Emilia-Romagna.