Legge sulla cittadinanza, l’avvocato immigrazionista: «Una discriminazione»

Il deputato ravennate Maestri si astiene in aula, Paglia di Sel
vota a favore senza entusiasmo. E il sindaco esulta su Facebook

Il deputato ravennate Andrea Maestri si è astenuto nella votazione che ha sancito il via libera della Camera dei Deputati alla nuova legge sulla cittadinanza. Il testo passerà ora al Senato. Il disegno di legge introduce in Italia il cosiddetto ius soli temperato: avranno la cittadinanza – sintetizza un’agenzia dell’Ansa – i figli degli immigrati, ma dovranno aver frequentato un ciclo scolastico e uno dei genitori essere in possesso di un permesso di soggiorno di lunga durata.

Per Maestri – ora deputato del Gruppo Misto avendo aderito al movimento Possibile di Pippo Civati (con lui nella foto), fuoriuscito dal Pd – si è trattato di un voto particolarmente sofferto, essendo lui da anni avvocato immigrazionista e quindi un vero e proprio “addetto ai lavori”, come ha sottolineato nel suo intervento. «Ho dedicato tutta la mia vita professionale alla promozione del diritto di cittadinanza quale strumento principe per la costruzione di una nuova comunità laica, aperta, multietnica, multireligiosa, solidale, inclusiva e pluralistica», ha detto Maestri, sottolineando come il progetto di legge si sia allontanato «dal sentiero virtuoso in cui il dibattito nel paese, nella società e nelle istituzioni, si era incamminato».

«Questa legge – ha proseguito Maestri –, che non ha la dignità di una vera riforma della cittadinanza, non parla affatto di un diritto soggettivo pieno ma parla ancora il linguaggio antico, melmoso, burocratico, grigio e compromissorio dei diritti octroyes, dei diritti concessi dall’alto, dal nuovo sovrano poco illuminato che oggi siede a palazzo».

«Con questa legge – ha concluso il deputato ravennate – escludiamo dall’accesso alla cittadinanza centinaia di migliaia di bambine e bambini, discriminando il loro diritto in base al censo dei genitori, sì, perché ancorare il diritto dei bambini nati in Italia alla titolarità del permesso di soggiorno di lungo periodo da parte dei genitori significa sottomettere quel diritto alla sussistenza dei requisiti di reddito. Introduciamo un diritto a metà, un diritto zoppo, un diritto condizionato, uno ius soli talmente temperato che lo ius scompare nelle nebbie del basso, mediocre compromesso tra Pd e Ncd e rimane solo il suolo, quello su cui tutti cadremo al risveglio da un sogno che questo governo e la sua maggioranza hanno tradito».

Il testo di legge è stato approvato con 310 sì, 66 no e 83 astenuti in un’aula semideserta. Al voto finale si sono astenuti i deputati del Movimento 5 Stelle mentre contro il testo hanno votato i parlamentari di Lega Nord, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Al momento del verdetto, i parlamentari del Pd hanno applaudito mentre i leghisti hanno gridato: «Vergogna».

A votare a favore anche il deputato ravennate di Sel, Giovanni Paglia. «Una legge fragilina, per usare un eufemismo, che non suscita entusiasmo – ha commentato – ma che è oggettivamente un passo in avanti. Non è ius soli dal mio punto di vista, ma sarà comunque più facile di prima avere la cittadinanza italiana. Poi permangono discriminazioni, soprattutto relative alle condizioni dei famigliari, e questo per me é sbagliato».

Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha esultato su Facebook semplificando parecchio il concetto: «I bambini nati in Italia sono italiani», ha scritto postando una foto, utilizzata già in passato, che lo ritrae con in braccio un bambino dalla pelle nera.

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