Il primo segretario della Lega Nord Romagna attacca Pini e difende il dimissionario Guerra

L’ex sindaco di Castrocaro Metri, espulso dal Carroccio, contro il deputato
ravennate: «Vuole un partito a sua immagine. Ma forse dimentica le inchieste…

Se la notizia del giorno in vista della campagna elettorale è l’ufficialità della spaccatura all’interno del Movimento 5 Stelle ravennate, certo non se la passa tanto meglio la Lega Nord, ancora alle prese con le polemiche dopo le dimissioni del consigliere comunale Paolo Guerra e all’abbandono di alcuni militanti ed ex dirigenti storici (vedi articoli correlati).

A Palazzo Merlato al posto di Guerra entrerà in questi ultimi mesi di legislatura Alberto Donini (nella foto con il neosegretario nazionale della Lega Nord Romagna, Jacopo Morrone, che gli ha fatto i complimenti nei giorni scorsi) ma continua il fuoco amico nei confronti dei vertici o comunque della linea dettata (alleanza con Lista per Ravenna di Alvaro Ancisi compresa) dal deputato Gianluca Pini.

A esprimere solidarietà ai dissidenti ravennati Guerra, Calisesi e Pezzi è infatti ora Corrado Metri, ex deputato, ex sindaco di Castrocaro e tra i fondatori (nonché segretario per i primi sei anni) del movimento della Lega Nord Romagna negli anni novanta.

«Ritengo giusto dire la mia a proposito della conduzione del Movimento in Romagna da parte dell’onorevole Pini: disincentivare brave persone, militanti attivi e capaci, fino a portarli alla decisione di andarsene dalla Lega, oppure cacciarle direttamente è il sistema, credo comune un po’ a tutti i partiti, per configurare a propria immagine e somiglianza una compagine politica. Gli amici di Ravenna hanno capito in tempo che era ora di andarsene, per interrompere una situazione umiliante prima di essere sanzionati, io li capisco perchè a me è capitato di peggio».

«Purtroppo – continua Metri – ho visto annientare le sezioni della provincia di Rimini, oggi il comunale del capoluogo conta la bellezza di 1 militante, forse 2; ho visto congelare la militanza di Ravenna ed aumentare in maniera spropositata il numero di militanti da congresso del forlivese, col l’ovvio obiettivo di controllare la Romagna. Chi non era d’accordo è stato eliminato in qualche modo, io sono stato espulso senza una motivazione concreta, un fatto specifico. L’aspetto più singolare però è dato da una delle motivazioni, sempre generiche e non provate, ossia che avrei ‘portato danno all’immagine della Lega’. Accusa che viene da chi, Pini, è stato condannato in primo grado a 2 anni per ‘millantato credito’, per aver, come cita la sentenza, ricevuto 15 mila euro per far vincere un concorso da notaio, e da una persona, sempre Pini, che è tuttora all’attenzione di alcune inchieste della magistratura, una di queste, per dichiarazione dei giudici riportata dai quotidiani locali, dovrebbe vedere un processo proprio in questo mese di gennaio, perciò mi chiedo e chiedo agli altri: chi porta danno all’immagine del Movimento?»

«Al mio caso e ad altri simili si aggiunge l’opera di mortificazione e inibizione operata nei confronti della sezione di Castrocaro, commissariata per ‘non aver lavorato negli ultimi 12 mesi’, nonostante tutto il lavoro espresso, superiore a qualsiasi altra sezione, comprese quelle provinciali, e i risultati elettorali di tipo ‘lombardo’, ad esempio il 33% delle ultime elezioni regionali, l’unica sezione che rispettava il parametro del tesseramento di 3 sostenitori per ogni militante, quella che faceva feste con partecipazioni superiori a qualsiasi altra, nonostante l’assenza sistematica di personaggi noti, quella che raccoglieva firme come tutto il resto della provincia. A fronte di questa ennesima provocazione ed offesa tutti gli iscritti di Castrocaro se ne sono andati. Per tutto questo ritengo giusto esprimere, a nome mio e di tutta la ex sezione di Castrocaro, sentimenti di solidarietà e amicizia degli amici di Ravenna, Paolo Guerra, Giovanni Calisesi e Orazio Pezzi. Calisesi è uno dei più anziani militanti della Romagna, dal 1990, ha ricoperto diversi ruoli interni ed istituzionali, tra i quali capogruppo in Consiglio Comunale a Ravenna, mentre Paolo Guerra è stato consigliere comunale di Ravenna, si è dimesso in questa occasione con una dignità inusuale nell’ambiente politico, e ha portato avanti il suo ruolo pubblico con capacità e continuità ammirevoli, portando lustro alla Lega, ma purtroppo molta invidia al suo interno».

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