«La società Stepra voluta dal Pd è a rischio crac e nessuno fornisce spiegazioni»

La Pigna insiste sulle vicende della realtà a controllo pubblico partecipata dalle amministrazioni locali: in liquidazione da cinque anni, da due anni non vengono depositati i bilanci, una banca ha chiesto il fallimento, il tribunale deve decidere sulla richiesta di concordato

Palazzo Provincia Ravenna«Da luglio 2017 pende un’istanza di fallimento a carico della società Stepra, in liquidazione dal 2013, presentata da una delle banche creditrici ma Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e presidente della Provincia che sono tra i soci, non ha ancora detto una parola sulla drammatica situazione debitoria, finanziaria e patrimoniale in cui versa la società immobiliare». La lista civica la Pigna torna sulle vicende della società a controllo pubblico e lamenta una presunta mancanza di trasparenza da parte del primo cittadino.

La consigliera comunale Veronica Verlicchi mette in fila le tappe più recenti del caso: «Negli anni di attività, gli amministratori della Stepra hanno acquistato e urbanizzato terreni per insediamento di attività produttive per 909 mila metri quadrati vendendone fino al momento della liquidazione meno della metà, e cioè 395.190. Il 12 settembre 2018 il liquidatore Giovanni Nonni ha presentato una richiesta di concordato, 14 mesi dopo l’istanza di fallimento. I risultati economici dal 2013 al 2015 dimostrano come l’intero capitale sociale di 2,16 milioni di euro, composto tutto da soldi pubblici, sia stato bruciato. E i soci pubblici si permettono pure di non depositare i bilanci 2016 e 2017 impedendo così ai creditori, tra cui lo Stato, di conoscere la reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale di Stepra». C’è poi il ruolo del liquidatore: «Il mandato doveva concludersi nel 2017 e invece è ancora in corso con continue proroghe con un compenso di circa 30mila euro all’anno. La Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna, in data 10 aprile 2018, ha sollecitato il liquidatore ed i soci pubblici ad assumere le opportune iniziative per una rapida conclusione delle procedure di liquidazione».

La proposta di concordato preventivo, non ancora accettata dal Tribunale di Ravenna, «si basa sull’intervento di una società finanziaria che, nelle intenzioni, vorrebbe garantire i pagamenti ai creditori assegnando loro partecipazioni ad un fondo di investimento immobiliare creato allo scopo». Secondo Verlicchi si vuole scaricare il rischio su chi deve, da anni, essere pagato: «In pratica si propone ai creditori di diventare proprietari dei terreni invenduti da anni che sono stati acquisiti da Stepra grazie ai finanziamenti concessi dagli stessi. Una proposta che noi giudichiamo davvero vergognosa».

Secondo la Pigna sarebbe opportuno che «i soci pubblici, al fine di tutelare la società, avviino un’azione di responsabilità verso gli ex amministratori e verso il liquidatore. De Pascale va svegliato dal suo sonno e per farlo, abbiamo presentato al Consiglio comunale, una apposita mozione. Certo, ci rendiamo conto del suo fortissimo imbarazzo nel non andare ad accettare eventuali responsabilità nei confronti degli ex amministratori scelti dal Pd ma gli effetti del suo imbarazzo non devono gravare sulle tasche dei ravennati».

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