Donati candidato sindaco: «Ravenna ha perso smalto. Campagna elettorale col sorriso»

L’albergatore esordisce in politica con una lista civica e l’appoggio di una parte del centrodestra: «Porte aperte a chiunque voglia portare idee». La replica a chi lo accusa di essere stato finora allineato al Pd: «Quando ho dato un mano l’ho sempre fatto per chi era contro il sistema di governo locale».

 ANG5091«Da anni provo a dare suggerimenti a chi governa la città ma finora sono stato sempre ignorato. A questo punto ho deciso di fare da solo». Filippo Donati si candida a sindaco di Ravenna perché dice che non ne può più del clima di stanchezza e pigrizia che avvolge la sua città, dove è nato, dove vive e dove lavora come albergatore con il suo Hotel Diana. «Vogliamo dare nuovo smalto alla città – dice Donati presentandosi alla stampa –. I prossimi anni sono cruciali per il rilancio di Ravenna dove la pandemia ha solo accentuato problemi economici già presenti»

Nella corsa a Palazzo Merlato si presenta con una lista civica personale – «Ci saranno persone che non vengono dalla politica» – supportata da Lega e Fratelli d’Italia. La coalizione si chiama Cantiere Ravenna ma le porte sono ancora aperte: «Ho fatto le mie proposte e per il momento ho trovato il sostegno di questi due partiti. Stiamo lavorando da 40 giorni per imbastire il nostro progetto, la nostra visione della città. Ma c’è spazio per chiunque voglia portare proposte». Con una linea d’azione ben precisa: «Una campagna elettorale con il sorriso, non contro qualcuno, ma a favore di qualcuno e cioè dei ravennati».

Dell’alleanza fa parte anche Massimiliano Alberghini, il commercialista che cinque anni fa arrivò al ballottaggio contro Michele de Pascale: «Mi darà una mano importante perché ha già vissuto qualcosa che io non conosco». Rispetto alla coalizione di centrodestra del 2016 al momento mancano Forza Italia e Lista per Ravenna. In particolare il consigliere forzista Alberto Ancarani ha accusato Donati di essere stato da sempre affine al sistema di governo locale: «Ho avuto incarichi in Confesercenti e ho dovuto trattare con chi rappresentava l’amministrazione, a qualunque livello.  Il ruolo che ho avuto nella Fondazione del Monte è previsto dallo statuto che attribuisce un posto alle associazione economiche. Fu la giunta Mercatali a chiedere a Confesercenti di indicare un nome». Ma c’è un messaggio a chi lo giudica troppo vicino al Pd: «Non ho mai fatto politica ma ho dato una mano più volte in qualità di civico. Ogni volta l’ho fatto con realtà che andavano contro il sistema costituito (alle ultime amministrative ha collaborato con lo staff del Movimento Cambierà, ndr). In città se non sei nel cerchio magico non vieni ascoltato».

Jacopo Morrone, segretario della Lega in Romagna, guarda anche nell’altra metà campo: «A Forlì i Repubblicani sono venuti con noi e sappiamo che ha vinto Zattini. Anche a Ravenna farebbero bene a pensare di venire con noi se vogliono vincere».

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