Il Pri si spacca, la capogruppo si dimette «contro i soliti noti». «Poca democrazia»

Repubblicani divisi alla vigilia del congresso. Le accuse della consigliera Francesconi

Chiara Francesconi

Chiara Francesconi

Il Partito Repubblicano di Ravenna si spacca e l’attuale capogruppo in consiglio comunale, Chiara Francesconi, si dimette (restando comunque in consiglio comunale).

È quanto succede alla vigilia dei congressi del Pri, con due minoranze in aperta polemica contro il segretario provinciale – il vicesindaco Eugenio Fusignani – e il cosiddetto “triumvirato” che gestisce la segreteria comunale, formato da Mingozzi, Camprini e Gamberini. L’accusa è quella di emarginare le minoranze, con la capogruppo Francesconi che in una nota inviata alla stampa spiega le sue ragioni.

«Io più che mai – scrive Francesconi – ero convinta che il buon risultato conseguito dal Pri alle elezioni amministrative di ottobre 2021, nonostante il commissariamento dell’Unione Comunale, potesse aprire una stagione unitaria nel Partito con la celebrazione dei Congressi di questo e del prossimo fine settimana. Per tale motivo insieme ad altri iscritti e dirigenti del Pri avevamo preparato una proposta al triumvirato che regge dal 15 febbraio 2020 l’Unione Comunale di Ravenna incentrata su alcuni punti politici, programmatici e gestionali, quale contributo al percorso unitario che auspicavamo. Chi attualmente gestisce il Partito ha rifiutato finanche di entrare nel merito dei punti presentati e ci ha quindi di fatto emarginati da qualsiasi ruolo futuro possibile».

Francesconi entra poi nel merito della situazione affermando che «ormai è da più di un anno che avverto un’emergenza: una carenza di democrazia nel Pri, non certo a livello formale ma piuttosto sostanziale. Le mie dimissioni ne sono la inevitabile conseguenza, anche perché quello di capogruppo è e resta un ruolo al quale mi sono dedicata tanto e a cui dedico fin dal 2017 molto del mio tempo e della mia passione. Tuttavia fra le persone che sono state escluse – me compresa – ci sono proprio molti di quei Repubblicani che in qualche modo hanno ruoli e professionalità all’interno della società civile ed economica per loro competenze e non per incarichi di partito e sono proprio queste persone che spesso animano il dibattito interno al Pri sui temi emergenti della città e che si sono sempre distinte per la correttezza dei metodi oltre che per la qualità dei loro contenuti politici».

«Rassegnando le dimissioni – continua la consigliera – io mi metto comunque a disposizione di ogni tipo di confronto di partito, sia di metodo che politico, ma vorrei avere interlocutori che siano in grado come me di dimettersi dagli incarichi pubblici e di affrontare una discussione per il bene del partito, scevra da interessi personali e senza che qualcuno reclami “rendite di posizione”. È infatti indubbio che il Pri conta nelle sue fila uomini e donne competenti anche al di fuori dei “soliti noti”, che potrebbero sicuramente essere in grado di dare un valore aggiunto al governo della città».

 

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