Nelle discariche di rifiuti ci sono voti da conquistare

Alessandro MontanariÈ passato un po’ in sordina a Ravenna la questione della chiusura della discarica Tre Monti, situata a cavallo tra il territorio Imolese e il Faentino. Si tratta però di una questione decisiva per il territorio regionale. La discarica, una delle più importanti in Emilia-Romagna, è stata infatti chiusa in seguito alla decisione del Tar che ne ha bocciato, a gennaio, l’ampliamento. Una sopraelevazione, nello specifico, che a suo tempo fu contestata anche in Provincia di Ravenna, competente sul tema insieme agli enti locali bolognesi e imolesi. Nei giorni scorsi gli ambientalisti hanno segnato il secondo punto al Consiglio di Stato che ha negato la sospensiva del provvedimento in vista della sentenza, prevista a fine anno.

Quella della gestione dei rifiuti, e delle società ad essa connesse, è questione che è ormai al centro delle strategie di diverse città romagnole. A Forlì, ad esempio, i sindaci del comprensorio – quasi tutti del Pd – hanno lanciato ad inizio anno Alea, società “in house” per la gestione (con gli impianti di smaltimento che sono invece rimasti in mano alla multiutility) tornando di fatto al passato. Rimini ha venduto molte azioni Hera per riparare i buchi nelle strade.

Populismo, direbbe qualcuno, se non fosse che il Comune della città malatestiana è in mano ai Dem che, evidentemente, hanno pensato che molti cittadini firmerebbero per uno scambio tra azionariato pubblico e asfalto. E Ravenna? A dicembre si è aperta la gara europea di Atersir da un miliardo di euro per la gestione dei rifiuti (in provincia e nel Cesenate che non ha sposato la strada Alea): i concorrenti avevano sei mesi per presentare la domanda e quindi tra qualche settimana sapremo chi gestirà il servizio nei prossimi quindici anni. Hera, una delle maggiori aziende a livello europeo, sembra naturalmente ben attrezzata per vincere il bando. Vedremo se si riuscirà a non ricadere in certi abbagli del passato sui subappalti e, magari, se ci sarà modo di abbassare le tariffe.

Detto questo, la politica farebbe bene a non prendere sotto gamba la questione dei siti di smaltimento. A Imola, dove il 10 giugno si vota, il Movimento 5 Stelle ha già annunciato che l’ampliamento della discarica, qualunque cosa dica il Consiglio di Stato, sarà fermato e verrà studiata una società propria per la gestione dei rifiuti. Da noi le elezioni (per fortuna dei Democratici) sono ancora lontane ma è evidente che in regione il tema è molto sentito e presente nel dibattito. Sulla provincia di Ravenna, oltre all’inceneritore che in teoria dovrebbe essere spento nel 2020, insistono due delle tre discariche che dovrebbero restare aperte in regione anche dopo quell’anno, sempre che la Tre Monti non chiuda prima per motivi politici.
In ogni caso il partito di governo farebbe bene ad attrezzarsi da subito per dare risposte ai cittadini, magari anche con uno sguardo oltre la provincia. Altrimenti potrebbe arrivare qualche populista a proporre di chiudere tutto.

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