Sicurezza sul lavoro: ai giornalisti le scarpe di Diletta Leotta, e ai lavoratori?

Mentre un gruppo di giornalisti visitava un cantiere del rigassificatore, a pochi km di distanza un operaio moriva in un cantiere. Due episodi slegati ma che offrono una plastica rappresentazione tragicomica della sicurezza sul lavoro

IMG 5611Nelle campagne di San Michele, alle porte di Ravenna, una cinquantina di persone fra giornalisti, politici e manager si è bardata con scarpe antinfortunistica, gilet catarifrangenti, caschetti e guanti per affrontare l’ostica scalata di undici gradini in una visita guidata nel cantiere per il metanodotto del rigassificatore. Negli stessi minuti in un cantiere edile al petrolchimico di Ravenna un operaio di 59 anni è sceso dal suo escavatore ed è morto schiacciato da quello guidato da un collega. Non c’è alcun nesso di causalità tra i due episodi. Ma il caso ci ha messo lo zampino facendoli accadere in contemporaneità il 14 novembre e allora è difficile non vederci una plastica rappresentazione tragicomica della sicurezza sul lavoro.

Chi scrive era tra i visitatori del cantiere per il rigassificatore, luoghi che non frequenta abitualmente. Le norme prevedono obblighi severi. Giusto così: sottovalutare il rischio è una delle ragioni degli infortuni. Le ditte coinvolte non hanno badato a spese: dalle scarpe della marca di cui è testimonial Diletta Leotta fino ai gilet con taschine e cerniere, tutto nuovo di pacca e tutto poi lasciato in omaggio ai giornalisti. Prima di salire le scale anche un briefing per indicare gli eventuali punti di raccolta in caso di emergenza. Va però detto che la sensazione per molti è stata che la pericolosità di quella scala in legno, realizzata in maniera certosina da Snam per far salire la stampa e le autorità in cima a un terrapieno di un paio di metri creato per ammirare la posa di un tubo, non fosse così tanto più elevata di quella di accesso al municipio percorsa un’ora prima per la conferenza stampa iniziale.

LeottaNon sappiamo se nel cantiere Acmar al petrolchimico fosse tutto in regola. Lo accerteranno le autorità. Vista la dinamica dell’incidente, di certo non sarebbero bastate le scarpe di Diletta Leotta per salvare la vita di Stefano Poletti. Ma qualcos’altro doveva impedire la tragedia. I sindacati hanno evidenziato che ancora una volta si è in presenza di uno scenario con appalti e subappalti che complicano il trasferimento di informazioni e l’organizzazione fluida delle procedure di sicurezza. Stesso tema sottolineato dal direttore della Medicina del Lavoro che abbiamo intervistato nell’ultimo numero.

In provincia di Ravenna è l’ottavo lavoratore morto finora nel 2023, già quanti furono in tutto il 2022. In Italia si viaggia alla media di 80 al mese. E un altro esempio di quanti problemi abbia la sicurezza sul lavoro viene da altre due circostanze. La prima: mentre i giornalisti erano di fronte ai cancelli del petrolchimico in cerca di notizie, l’unica preoccupazione della direzione del sito è stata inviare due guardie giurate per invitare a non fotografare l’area che sarà sito sensibile, non si discute, ma forse non passa da quelle foto il rischio di attacchi. La seconda: solo i sindacati hanno inviato una nota alla stampa per il decesso. Dalle ditte coinvolte non una riga.

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