Il candidato sindaco del Mama’s «Queste sono le primarie vere…»

Dieci nomi in gara. Danilo Montanari, tra i promotori, critica la politica: «Cittadini esclusi dalle decisioni sia grandi che piccole»

L’iniziativa lanciata dal Mama’s a dicembre 2014 a metà tra il serio e il faceto, come stimolo e provocazione politica, ha dato i suoi frutti e venerdì 6 marzo alle 21 il circolo eleggerà il proprio candidato sindaco tra i dieci selezionati (vedi schede in fondo all’articolo).

Lo scrutinio sarà palese: dopo la presentazione e il giro di domande poste dai cinque giornalisti presenti, gli elettori (la serata è aperta a tutti) potranno votare con la seguente modalità: un cartoncino bianco che vale un punto, un cartoncino rosso che vale due punti, un cartoncino verde che vale tre punti. Il candidato che otterrà il maggior numero di voti sarà insignito ufficialmente della candidatura a sindaco di Ravenna dalla commissione delle primarie composta da Italo Arfelli, Danilo Montanari e Riccardo Zoffoli. Sono stati loro tre a scremare i dieci finalisti tra la ventina di candidature arrivate. I criteri? Montanari ci ha spiegato «che si è tenuto conto di chi mostrava una visione politica, più o meno condivisibile; altre candidature ci erano apparse eccessivamente naif».

In generale la giuria è stata molto soddisfatta dell’esito di questa esperienza: «Non ci aspettavamo che aderissero così tanti, e ci sono alcuni nomi che potrebbero anche essere effettivamente candidabili». Da bravo giurato non si sbilancia alla vigilia delle elezioni.

I dieci sono quasi tutti a digiuno di esperienze amministrative e questo potrebbe essere, secondo Montanari, anche sintomo di freschezza e di un possibile ritorno al contatto con i cittadini «contatto che – dice Montanari (specificando di parlare a titolo personale) – è venuto completamente a mancare soprattutto negli ultimi dieci anni. I cittadini sono esclusi dalle decisioni sia grandi che piccole e anche i progetti di democrazia partecipata che abbiamo visto sono solo palliativi: nella sostanza si è visto che questi meccanismi non producono nulla e qualora la producessero sarebbero ignorati».

Ecco allora che questo progetto di “primarie” potrebbe indicare, se non un’effettiva candidatura a sindaco, magari una candidatura a consigliere a disposizione di chi volesse farla propria. Per quanto, al momento, nessuno tra chi si sta muovendo più o meno apertamente per il 2016 si è avvicinato al progetto del circolo. «Forse avevano paura di perdere – dice Montanari – o forse non ci hanno preso sul serio». E invece questa esperienza è una cosa seria? «Beh, certo noi abbiamo giocato, però queste sono le primarie così come dovrebbero essere fatte e non come quelle le false primarie che in genere vengono fatte dove si sa già chi vince e chi perde e chi perde sa già che verrà premiato». Unico neo, alla vigilia peraltro dell’otto marzo: la bassa partecipazione femminile (un po’ come nella politica vera).

Ecco i candidati.

Claudio Aguzzi. 46 anni il prossimo maggio, artigiano con la terza media come titolo di studio, legge il Carlino, si dedica al running, non ama particolarmente la lettura, il teatro o il cinema. La sua intenzione è quella, se fosse eletto, di mandare a quel paese (ma lo dice con espressione meno elegante) Matteucci.

Andrea Bassi. Docente universitario di sociologia, nato nel 1964 alla voce quotidiani ha indicato, in quest’ordine: Il Manifesto, L’Avvenire e la Repubblica. Si dice troppo vecchio per i blog e ama il beccacino. Al suo primo posto nella to-do-list del futuro sindaco: “apertura delle scuole (di pertinenza comunale) 16 ore al giorno (Progetto scuole aperte”). Tra le ragioni per cui pensa di dover essere scelto anche il fatto di avere due figlie femmine.

Marco Beneventi. Classe 1981, professione pasticcere,  l’attaccamento alla sua città, che vorrebbe, far tornare testualmente “a essere la città principale”  almeno della Romagna, alla tv guarda preferibilmente programmi su Ravenna e l’ultimo libro letto è La parrocchia di San Giuseppe a firma del ravennate Pericle Stoppa. Prima misura da eventuale sindaco: “Eliminare le strisce blu dal parcheggio dell’ospedale”.

Glaviano Giunchedi. Impiegato di banca in proncinto di compiere 52 anni, Giunchedi alla voce titolo di studio scrive: “Istituto tecnico commerciale + Economica e commercio (-1 esame dalla tesi)”. Tanti gli interessi culturali, appassionato di viaggi e scrittura, promette di voler studiare a fondo il bilancio, una volta eletto sindaco, per reperire risorse e rendere efficiente la macchina burocratica e una volta al mese vorrebbe aprire un canale di comunicazione diretto con i concittadini.

Massimo Marendon. Vigile del fuoco in pensione (ma ha solo 56 anni ancora da compiere) è un perito industriale che pratica la lotta greco romana, non guarda tv da quattro anni ed è stato coordinatore nazionale del sindacato di base VV.FF. La prima cosa che farebbe da sindaco? Occupare spazi vuoti per il sociale.

Aida Morelli. Architetto con un’esperienza nel direttivo di Sinistra ecologista e ha una “passione/perversione a dire poco curiosa: «Quando mi presentano uno snob, mentre gli parlo non vedo l’ora di mettere nel dialogo la parola merda» e una volta sindaco per prima cosa intende ringraziare la commissione del Mama’s.

Oscar Pezzi. Ragioniere, classe 1959, legge i quotidiani e guarda la tv, non va a teatro e ammette di leggere poco ma ha una passione per l’ippica. Sostiene di essere la persona anticonformista di cui la città avrebbe bisogno e per prima cosa, da sindaco, abolirebbe la tassa di soggiorno.

Rita Rambelli. Iscritta al Pd dalla sua fondazione, non vi ha mai ricoperto alcun incarico. Laureata in sociologia, classe 1948, partecip a Rocca Lovers e di recente ha letto Il sole dell’avvenire, tra le passioni al cinema anche Walt Disney, Totò e il neorealismo. Unica dei dieci ad avere un suo blog “Oltre l’età” nel sito www.perlungavita.it. Da sindaco creerebbe una serie di gruppi di stakeholder per definire visione e priorità sui vari campi, dalla sicurezza al turismo, dal porto al tempo libero. Tra i suoi pregi mette la capacità di circondarsi di persone competenti e il suo faro sono le direttive Ue in tema di innovazione e ambiente.

Nevio Salimbeni. Unico dei dieci candidati a vantare un’esperienza amministrativa alle spalle (è stato assessore al turismo a Cervia) e un ruolo politico (fu segretario della Fgci nel secolo scorso), Nevio Salimbeni, del 1962, coltiva molti interessi culturali e vorrebbe cominciare dal cambiare tutti i quadri alle pareti dell’ufficio dell’attuale sindaco, prima di fare un giro per scuole, case di riposo, postriboli, circoli arci e piccole imprese artigiane per capire il sentimento della città. Tra i suoi pregi mette la pragmaticità e la capacità di «pratica il culto della realtà».

Pierpaolo Zoffoli. Nato nel 1982 alla voce professione scrive “impiegato/libero professionista” e vanta gusti culturali quanto mai vari dal fantasy a Shakespeare, da Zerocalcare allo sport. Nessun legame con qualche partito, ha un’idea piuttosto originale del sistema rappresentativo basato sulle elezioni e promette, se fosse sindaco, di “imporre il bipolarismo e l’alternanza di governo” costringendo dopo otto anni di governo di una parte (4+4) almeno quattro anni all’altra parte.

 

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