La tragedia della Mecnavi sempre attuale «Perché di lavoro non si può morire»

In piazza, 28 anni dopo, i sindaci di Ravenna e Bertinoro e i sindacati

Oggi, 13 marzo, ricorre il 28esimo anniversario della strage della Mecnavi. L’incidente si verificò nel 1987 nei cantieri navali del porto di Ravenna e vi persero la vita 13 operai, asfissiati all’interno della nave gasiera “Elisabetta Montanari”.

Le vittime sono state ricordate come tradizione in una cerimonia di commemorazione in piazza del Popolo. Dopo avere ricordato il nome dei 13 morti, il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci ha sottolineato come quella tragedia impone di mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza «perchè di lavoro non si può morire».

«Oggi – ha detto Matteucci – adempiamo al dovere di rendere omaggio, come facciamo da ventotto anni, a questi morti sul lavoro, di stringerci con affetto ai loro famigliari. Ma facciamo anche in modo che questo momento sia l’occasione per affrontare una riflessione a tutto campo sul tema del lavoro e dei diritti».

Ha preso poi la parola, a nome dei tre sindacati confederali, il segretario provinciale della Uil, Riberto Neri. «Non rinunceremo mai a ribadire – ha detto fra l’altro Neri – con sempre maggiore convinzione che per noi il 13 marzo non rappresenta unicamente una ricorrenza, un evento commemorativo, ma un appuntamento nel quale concentrare l’attenzione sulle cose fatte e su quelle su cui ancora concentrare l’azione per garantire e tutelare l’incolumità fisica dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Un’azione che getti le basi per un’iniziativa complessiva e costante, proiettata nel futuro ed in grado di coinvolgere tutte le parti interessate. Partendo dalla convinzione che anche in questi ultimi anni con il coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali, sociali ed economici, è stato possibile compiere passi in avanti nella giusta direzione».

La cerimonia è stata infine conclusa da Nevio Zaccarelli, sindaco di Bertinoro, paese di residenza di cinque delle tredici vittime. «Tragedia come queste – ha affermato – segnano profondamente la vita di una comunità. Oggi sono qui in doppia veste: come sindaco di una piccola comunità e come protagonista di una tragedia che ho vissuto a 16 anni, quando una mattina mio padre partì per andare al lavoro e non tornò più. Qualche giorno fa un ragazzo di 29 anni, di Fratta Terme, è morto folgorato. Ha lasciato un bimbo di 5 anni. Ogni sera mi chiedo: facciamo abbastanza? Possiamo fare di più? Siamo un Paese che ha bisogno di ritrovare il senso del rispetto delle regole e della legalità. Ho provato a discutere di questo con i ragazzi delle medie. Ripartiamo da qui dai nostri ragazzi. Investire sulla scuola significa investire sul nostro futuro».

La commemorazione dei caduti della Mecnavi è poi proseguita alla sala D’Attorre dove si è svolta una tavola rotonda su “Salute e sicurezza sul lavoro in tempo di crisi”.

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