Grandi opere, Pagani (Pd): «Le indagini mostreranno correttezza di Fiammenghi»

E l’ex capogruppo dem critica Matteucci: «Il sindaco di tutti non può esprimere solidarietà all’indagato di turno». Paglia (Sel): «Stop E55»

In merito alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’ex consigliere regionale Miro Fiammenghi (Pd), indagato nell’inchiesta su un presunto sistema corruttivo per la gestione degli appalti per le grandi opere tra cui anche l’autostrada Cispadana Reggio-Ferrara, il deputato ravennate Alberto Pagani ha dichiarato: «Sono convinto che le indagini in corso sapranno dimostrare la totale correttezza di Fiammenghi e l’assoluta buona fede con la quale, nel corso di questi anni, ha svolto il proprio operato. Non nutro il minimo dubbio sulla sua onestà e sul suo rigore». Dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia dalla procura di Firenze, Fiammenghi aveva subito specificato di considerarsi estraneo ai fatti in quanto non si era mai occupato della gara di appalto.

E prima di Pagani erano stati anche il segretario provinciale Pd a Ravenna Michele de Pascale e il sindaco Fabrizio Matteucci a esprimere solidarietà definendosi certi dell’onestà del collega di partito. L’uscita del primo cittadino non è piaciuta all’avvocato Andrea Maestri, ex capogruppo del Pd in consiglio comunale e oggi fuori dal partito e a capo dell’associazione Libera che si presenterà alle amministrative 2016 con «una alternativa al Pd»: «Come nel caso di Errani, l’indagato è un galantuomo e un presunto innocente fino a condanna definitiva. Questo sacro principio di garanzia non autorizza però il sindaco di tutti a esprimere solidarietà all’indagato di turno. È sbagliato, è sconveniente e dà plasticamente l’idea che il Pd locale sia diventato un fortino inespugnabile in cui i dirigenti hanno firmato un patto di sangue per proteggersi a vicenda. Da cosa? E contro chi? La responsabilità penale è sempre personale e allora perché un amministratore pubblico si sente in dovere di esporsi così per un socio della stessa ditta, lessico bersaniano, e tace o interviene tardivamente su temi importanti per lo sviluppo della città sui quali sono insorti conflitti mai visti prima?».

La Cispadana e la nuova E45 sono tra le opere finite al centro delle indagini. Secondo Giovanni Paglia, deputato ravennate di Sel, «esistevano ottime e abbondanti ragioni di sostenibilità ambientale ed economica per non procedere alla loro realizzazione, ora il buon senso vorrebbe che ci si fermasse. Si comincia a capire meglio perché si insista da anni nel chiedere opere inutili e intanto a buttare via soldi in studi e progettazione. Peccato che come sempre debba essere la magistratura a intervenire e la politica a tacere o a insistere nel difendere l’indifendibile». A stretto giro di posta la replica di Giannantonio Mingozzi, vicesindaco Pri a Ravenna da sempre favorevole alla E55: «Quegli appalti, lavori e grandi opere indispensabili per la crescita ed il futuro dell’economia ravennate e non solo debbano continuare ad essere una priorità degli interventi pubblici. Rinunciarvi sarebbe come dire aboliamo il denaro perché qualcuno lo ruba».

Sulla stessa linea di Paglia si assesta anche il Movimento 5 Stelle in Regione: congelare l’iter di approvazione e i lavori della Cispadana almeno fino a quando le inchieste giudiziarie che riguardano la realizzazione dell’autostrada regionale non saranno concluse, è questa la richiesta del gruppo assembleare grillino in Viale Aldo Moro dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che sta mettendo sotto la lente degli inquirenti gli intrecci tra politica e appalti per la realizzazione dell’opera che dovrebbe attraversare per 67 km la Bassa emiliana, da Reggio Emilia a Ferrara.

L’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini, esprime «totale fiducia nel lavoro dei magistrati e il convincimento che Alfredo Peri, ex assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia-Romagna, Miro Fiammenghi, ex consigliere regionale, e Graziano Patuzzi, presidente di Arc (Autostrada Regionale Cispadana), possano dimostrare la loro estraneità dalle accuse contestategli e l’assoluta correttezza dei comportamenti tenuti nello svolgimento dei loro incarichi. Consideriamo la Cispadana un’opera strategica. Confermiamo il nostro impegno e la nostra determinazione a seguire le procedure per la sua realizzazione, nel rispetto della massima trasparenza e legalità».

Non è meno critica l’Altra Emilia Romagna: «Di strategico in queste grandi opere c’è solo la speculazione sulle aree, che grazie a questi politici compiacenti lievitano di valore, e la speculazione finanziaria, che sta prendendo d’assalto il territorio ed i beni comuni – dice Cristina Quintavalla portavoce Aer –. Abbiamo bisogno della mazzetta per indignarci? I fenomeni corruttivi sono solo l’effetto più odioso di un sistema radicato di governo del territorio, consegnato agli assalti della speculazione finanziaria e immobiliare più devastante». Anche Aer critica la volontà di realizzare la nuova E45 che attraversa l’Italia da Orte a Mestre passando per il territorio ravennate.

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