Rientra in Italia l’attivista ravennate espulsa da Israele per il visto scaduto

Samantha Comizzoli rimpatriata dopo l’arresto. Interrotto lo sciopero della fame iniziato in carcere. Nel 2011 si candidò a sindaco

Con un volo diretto da Tel Aviv a Roma è atteso per le 21.30 di oggi, 18 giugno, il rientro in Italia della ravennate Samantha Comizzoli: l’attivista, che nel 2011 si candidò a sindaco di Ravenna con una lista civica, è stata espulsa da Israele dopo essere stata arrestata e incarcerata perché in possesso di un visto scaduto da più di un anno. Da qualche anno vive nei territori palestinesi in veste di operatrice di una Ong e attivista dei diritti umani. Dalla Palestina, Samantha Comizzoli, attraverso i social network, un blog e alcuni docu-film, manda in Italia il reportage quotidiano della situazione palestinese.
Dopo il suo arresto, avvenuto a Nablus nel corso di una manifestazione pro Palestina, la 45enne di origine novarese ha scelto di non accettare l’espulsione e cominciare lo sciopero della fame per attirare l’attenzione sui bambini palestinesi attualmente detenuti nelle carceri israeliane ma lo sciopero della fame è durato solo poche ore perché la donna, messa sotto pressione e in isolamento, ha interrotto la protesta.
«Senza vittimizzarsi – dice l’avvocato Luca Bauccio che l’assiste dall’Italia –, lei ha commesso la violazione. È chiaro che per Samantha la violazione più grande l’ha commessa Israele che occupa la Palestina senza visti e senza autorizzazioni. Cioè in violazione delle risoluzioni Onu: il primo da espellere sarebbe Israele. Per questo ha rifiutato l’avvocato d’ufficio: non riconosce la giurisdizione di Israele. La sua posizione è coerente, ostinata, cocciuta. Samantha verrà espulsa, ma ha una sua forza morale e politica netta».

SABBIONI BILLB SYBY 18 03 – 07 04 24
SAFARI RAVENNA BILLB 14 03 – 03 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24