Meningite: grave un quarantenne ricoverato all’ospedale di Ravenna

L’uomo in vacanza a Gambettola colpito da meningococco “Y”. La Regione: nessun allarme, vaccinazioni secondo il piano previsto

Mentre arriva la notizia di un quarantenne ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Ravenna per meningite, arrivano rassicurazioni dalla Regione Emilia Romagna. L’uomo ricoverato è un quarantenne calabrese che si è sentito male a Gambettola dove stanno trascorrendo le vacanze da alcuni parenti. Le analisi hanno rilevato nel paziente la presenza di meningococco di “tipo y”, uno dei quattro sierotipi contenuti nel vaccino in uso. Il servizio igiene pubblica sta ricostruendo la rete dei contatti dell’uomo e sta somministando i farmaci raccomandati per scopi preventivi.

E proprio a proposito di meningite e in particolare di vaccini, la regione Emilia Romagna invia una note per assicurare che non c’è alcuna epidemia in corso e nessun allarme e non è quindi necessario adottare una strategia vaccinale come quella adottata in Toscana, dove in alcune aree si registra, dal 2015, un aumento dei casi da meningococco C. La precisazione arriva dall’assessorato alla Salute della Regione Emilia-Romagna, in risposta ai dubbi e alle preoccupazioni che si sono manifestate a seguito del verificarsi, soprattutto in Toscana, di diversi casi di meningite da meningococco C.
La misura più efficace per contrastarne la diffusione – spiegano i sanitari della Regione – resta la
prevenzione attraverso la vaccinazione, ma rispettando i tempi, il calendario vaccinale e le indicazioni sui soggetti e sulle fasce di età da vaccinare.
La Regione, si legge sempre nella nota, è stata fra le prime in Italia a vaccinare contro il meningococco C nel 2006 proponendo la vaccinazione ai bimbi al 13°-15° mese di età e agli adolescenti. Nel corso del 2017, anno in cui si completerà la vaccinazione degli adolescenti con la chiamata dei nati nel 2004, si raggiungerà la copertura vaccinale completa di tutti i nati dal 1990 in poi.

Sempre dalla Regione spiegano che il meningicocco C da sempre colpisce principalmente i bambini più piccoli e gli adolescenti e le strategie vaccinali nazionali e regionali prevedono l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione a 13°-15° mese e a 13-14 anni, proprio per proteggere le fasce di età più a rischio. Inoltre i portatori sani del meningococco, che sostengono la trasmissione del batterio, sono più frequenti fra gli adolescenti/giovani (nell’età 10-20 anni) e solo raggiungendo una copertura molto elevata in questa fascia di età si può ottenere l’interruzione della catena di contagio.
Le elevate coperture vaccinali raggiunte (nel 2015: 87,4 % nei bambini di un anno, 82,9 % negli adolescenti) hanno consentito finora una buona protezione della nostra popolazione. Ma è importante – sottolineano i sanitari della Regione – migliorare ulteriormente le coperture vaccinali in queste fasce di età; si tratta di una strategia mirata, che agisce dove è utile per interrompere la circolazione del batterio.
Inoltre, dal 2015 viene offerta una seconda dose di rinforzo agli adolescenti che hanno fatto la prima dose nell’infanzia per conseguire una maggiore protezione.

I medici sottolineano che il verificarsi di casi sporadici di meningite C non devono portare a una irrazionale corsa al vaccino; in particolare gli adulti e gli anziani devono eseguire la vaccinazione contro il meningococco C solo in presenza di fattori di rischio, quali ad esempio determinate patologie croniche che comportano deficit immunitario (mancanza o malfunzionamento della milza, gravi emoglobinopatie, uso di anticorpi monoclonali ecc.) o il fatto di recarsi in maniera continuativa in Toscana per motivi di lavoro o studio.
Viceversa, per gli
anziani sono raccomandate la vaccinazione anti-influenzale e anti-pneumococco, malattie che possono colpirli molto più della meningite da meningococco.

In Emilia-Romagna, dopo l’introduzione della vaccinazione, si è avuta una riduzione del 65% dei casi e, mediamente, si registrano 3-4 casi all’anno. Non c’è stato in nessuna regione italiana un aumento dei casi da meningococco di tipo B, per il quale quindi non c’è alcun motivo di allarme. Il nuovo Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale prevede comunque anche questa vaccinazione per i nuovi nati. In Emilia-Romagna i nati dal 2017 verranno chiamati dai servizi vaccinali delle Ausl per eseguire questa vaccinazione secondo le tempistiche previste dal calendario.

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