Disabili, sostegno scolastico: la gara d’appalto che preoccupa educatori e famiglie

A bando il servizio all’interno delle scuole. Le ore passeranno da 80mila a 121mila. Nell’anno appena concluso ha coinvolto 160 lavoratori e 300 bambini

Sindaco Discute Coi Familiari Degli Alunni Disabili Nella Sala A Fianco Del Consiglio ComunaeIl tema è quanto mai delicato e sta suscitando grandi preoccupazioni tra le famiglie che hanno bambini con disabilità nelle scuole. È infatti in corso un’importante gara d’appalto per i servizi degli educatori che nella scuola integrano il lavoro degli insegnanti di sostegno. Il timore di genitori e lavoratori è che Progetto Crescita, la cooperativa che gestisce il servizio da decenni, possa perdere la gara con inevitabili cambiamenti nella gestione del servizio, mettendo a repentaglio soprattutto la continuità dei rapporti educatori-ragazzi. Tra chi in consiglio comunale si è fatto portavoce di questi timori c’è in particolare Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna.

I numeri
si parla di un appalto da 2.700.000 euro l’anno per due anni, rinnovabili per altri due. Dalle 80mila ore previste dal precedente appalto si passa a 121mila ore l’anno, dato anche il numero in costante aumento dei ragazzi: si è passati dai 135 dell’anno 2011/2012 ai 300 di quello appena concluso che sono stati seguiti da 160 educatori.

Il servizio
Si tratta di un supporto che il Comune offre a fronte di una carenza della scuola e dello Stato che in teoria dovrebbe fornire il numero di insegnanti di sostegno necessari all’assistenza ai bambini certificati per legge. Ma poiché il personale statale è carente, storicamente i Comuni, in particolare dell’Emilia Romagna, intervengono a tamponare la situazione per consentire un tempo scuola effettivo a tutti, che altrimenti potrebbe non essere garantito. Non solo, il Comune di Ravenna in particolare, a differenza di realtà anche vicine, ha da sempre preteso dalle cooperative l’impiego di educatrici qualificate (in questo bando per esempio sono 121mila ore di educatori contro appena 500 di Oss, che hanno un costo orario inferiore). «So di non poter essere smentito se dico che il Comune di Ravenna è quello che impiega più risorse per questo servizio, perché per noi è una sfida educative irrinunciabile, non a caso il servizio con il nuovo bando sarà potenziato», dice il sindaco De Pascale.

Il punteggio e i dettagli della gara
Non sarà una gara semplicemente al massimo ribasso perché l’80 percento del punteggio sarà attribuito sulla base del progetto presentato, e saranno comunque escluse le offerte anormalmente basse. La base d’asta è di 21,43 euro l’ora (di cui solo una parte va al lavoratore). A garanzia della continuità lavorativa del personale, specificano dal Comune, ci sarà la clausola sociale che impone al vincitore del bando di rivolgersi prioritariamente ai lavoratori che già operano nel settore. A decidere è una commissione tecnica interna al Comune di cui non fanno parte sindaco e assessore e che è al lavoro proprio in qeusti giorni.

I timori delle famiglie (e dei sindacati)
La clausola sociale non vincola il vincitore a mantenere l’organizzazione del lavoro così come è stata strutturata fino a oggi, anche per il semplice motivo che si presume il progetto presentato sarà diverso da quello che è stato finora in vigore. Da qui nascono i timori delle famiglie: il lavoratore a cui non saranno assicurate condizioni accettabili per ragioni di orari, ruoli, retribuzione, potrebbe decidere di fare altre scelte, mettendo così a repentaglio la continuità nel rapporto con l’utente che sta seguendo adesso.

L’obbligo di legge
Il sindacato Sgb ha addirittura chiesto che venga revocata la gara d’appalto, ma un servizio così oneroso, spiegano dal Comune, non può essere affidato in modo diretto. E il timore è addirittura quello di poter esercitare “turbative o influenze” sullo svolgimento della gara. Per questo non sarebbe stato ammesso in consiglio comunale il question time di Ancisi. Non era possibile quindi nemmeno “suddiverlo” in lotti più piccoli per evitare la gara europea? Il sindaco non ha dubbi: «Sarebbe un reato». Ma perché allora non assumere direttamente questi lavoratori dal Comune? «In linea di principio – ci dice De Pascale ­ potrei essere d’accordo, ma ce lo impedisce la legge che oggi prevede un turnover al 75 percento. Inoltre, va considerato che ci sono persone che lavorano in quei servizi da venti o trent’anni e che con l’appalto hanno la garanzia della clausola sociale, ma se si dovesse fare un concorso il rischio di perdere il lavoro sarebbe alto, perché naturalmente concorrerebbero moltissime persone. Infine, per questo caso in particolare, dove noi di fatto compensiamo una mancanza dello Stato, sarebbe per noi particolarmente complicato assumere 160 persone per un servizio che magari, se mai lo Stato si decidesse a fare la sua parte, in futuro non starebbe più a noi garantire».

La vigilanza del Comune
Quello che potrà fare l’Amministrazione, come faceva in precedenza del resto, è vigilare oltre che naturalmente sull’applicazione della “clausola sociale” che obbliga il vincitore ad assumere prioritariamente i lavoratori già impegnati nel servizio, anche che vengano assegnati gli educatori sulla base delle diverse necessità dei bambini, sempre in accordo con le scuole e la Neuropsichiatria infantile.

Le rassicurazioni alle famiglie
Le famiglie si sono presentate a Palazzo Merlato durante il consiglio comunale di martedì 19 giugno e il sindaco e l’assessore le hanno ricevute nella sala preconsiliare, un gesto e una disponibilità apprezzati da molti. Qui almeno una parte delle famiglie hanno ricevuto risposte convincenti e rassicuranti e un impegno dal sindaco. I problemi di queste famiglie, ci spiegano infatti alcuni di loro, non riguardano necessariamente il servizio educativo, ma piuttosto il complesso dei servizi per i bambini disabili con difficoltà, peraltro note da tempo, soprattutto con l’Ausl. A bando chiuso, il sindaco si è impegnato a incontrare alcune di loro per ascoltare e approfondire le questioni critiche alla ricerca di possibili soluzioni. Un impegno importante che ha generato naturalmente molte aspettative. Restano tuttavia per molte altre le preoccupazioni espresse, ma è evidente che a questo punto dei giochi, la questione si potrà di fatto riaprire solo a chiusura della gara. Che, peraltro, nulla esclude al momento che possa essere vinta anche dallo stesso Progetto Crescita, che ha naturalmente partecipato.

Il sindacato di base continua la protesta
Chi invece non è stato rassicurato dalle parole di Sindaco e Assessore è il sindacato di base Sgb che contesta diversi punti del capitolato che riguardano per esempio la copertura delle ore di lavoro non con i ragazzi o il mancato pagamento degli educatori in caso di assenze degli allievi, condizioni già oggi in vigore. Secrive Sgb: «Il capitolato previsto dalla gara di appalto è condizione di per sé di non garanzia delle tutele, dei diritti dei lavoratori impegnati e non vi può essere qualità del servizio senza qualità del lavoro. L’iniziativa di Sgb non si fermerà, né durante la procedura di affidamento del servizio, neppure dopo la sua aggiudicazione e durante la sua esecuzione. Una lotta che continuerà a fianco delle famiglie degli alunni». O almeno a parte di quelle famiglie.

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