Spento l’incendio alla cava Zannona, il sindaco: «Polemiche strumentali»

L’azienda: «Bruciato solo legno vergine secco». Aperte tutte le piste: in  arrivo una denuncia contro ignoti

Copertura Terra

L’area come si presenta ora, con la terra che ha ricoperto la zona incendiata

Si stanno concludendo oggi (venerdì 10 agosto), in anticipo rispetto ai tempi previsti, le operazioni di spegnimento del grande incendio scoppiato lo scorso 3 agosto, che ha distrutto circa 12mila tonnellate di materiale legnoso  dell’azienda Recywood stoccato presso la cava Zannona in località Rivalta, a Faenza.

Sul posto, per motivi precauzionali, resterà ancora per 48 ore un presidio minimo dei Vigili del Fuoco – rivela il sindaco Giovanni Malpezzi – «ma le tonnellate di terra con cui sono stati ricoperti i cumuli di legna andati in fiamme, mettono definitivamente la parola fine a quanto accaduto. Il fuoco è stato completamente soffocato».

«Nonostante i disagi derivanti dai fumi di combustione riscontrati in questi giorni – continua il sindaco, esprimento anche un sentito ringraziamento a vigili del fuoco, operatori di Recter, Recywood, Astra, Arpae, Ausl, Unione dei Comuni e volontari della Protezione civile –, fortunatamente l’incendio non ha comportato gravi conseguenze per la cittadinanza e gli accertamenti effettuati dalle Autorità competenti hanno escluso condizioni di pericolosità per la salute. Dispiace constatare che nella nostra comunità – mentre i tecnici lavorano silenziosamente e incessantemente per la nostra sicurezza – c’è chi riesce comunque a fare polemica strumentale».

Ad andare a fuoco – sottolinea in una nota Recywood – solo legno vergine secco, stoccato all’aperto in più accumuli e destinato ad impiego energetico: alimentazione impianti a biomasse, produzione di cippati e pellet da riscaldamento, non riconducibile alla categoria rifiuti. Legno proveniente da pulizia fiumi, taglio boschi e agricoltura.

«L’attività – sottolinea il vicepresidente Recywood, Daniele Peroni – non è soggetta ad autorizzazioni trattandosi di un deposito all’aperto ad una distanza superiore a cento metri dalle abitazioni, così come previsto dalle norme vigenti». L’incendio – fa sapere ancora la proprietà in una nota – è stato immediatamente segnalato «e ci siamo subito attivati per lo spegnimento con mezzi e personale nostro, collaborando con i vigili del fuoco, le autorità e le istituzioni. Gli accertamenti hanno escluso condizioni di pericolosità per la salute».

Ad andare distrutte circa 12mila tonnellate di legna. Uno solo dei cumuli presenti si è salvato, in quanto costantemente bagnato dalle autobotti. «Improbabile l’autocombustione o l’impropria gestione perché il fuoco si è innescato di notte, nelle ore più fresche, ma esternamente ad un’unica catasta, da cui sono partiti dardi infuocati in direzione delle altre. Restano aperte tutte le piste: dolosa, incidentale, fortuita. Ci stiamo confrontando con carabinieri e vigili del fuoco per una denuncia contro ignoti e restiamo a disposizione dell’autorità giudiziaria per collaborare alla ricostruzione delle cause».

Le analisi di Arpae non evidenziano rischi particolari per la salute, i valori contenuti di diossine risultano sensibilmente in calo, comunque sempre inferiori al valore indicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanita.

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