Pronto soccorso, l’obiettivo della Regione: non più di 6 ore di permanenza

Piano di investimento da 7 milioni di euro dell’Emilia-Romagna per nuove assunzioni e riorganizzazione dell’attività interna: i codici di ingresso passano da quattro a cinque con l’aggiunta del “blu”. Per migliorare il comfort dei pazienti maggiore attenzione a luci e colori degli ambienti

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Un rendering del modello dei nuovi pronto soccorso in Regione

La permanenza di un paziente al pronto soccorso non dovrà superare le sei ore. È il traguardo a cui punta la Regione Emilia-Romagna per i suoi ospedali con un piano dedicato basato su diverse linee d’azione. Obiettivi e contenuti della riorganizzazione sono stati illustrati oggi in Regione dal presidente e dall’assessore alle Politiche per la salute in occasione del convegno “Nuovi standard per i Pronto soccorso della Regione Emilia-Romagna”. L’impegno prevede 7 milioni di euro per qualificare di più il personale sanitario e potenziarlo attraverso 130 nuove assunzioni (tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari); una ridistribuzione dell’attività interna attraverso percorsi definiti, con cinque codici per il triage (ai 4 attuali si aggiunge il colore blu) e tre livelli di intensità e una maggior efficienza nelle consulenze, negli esami e nell’invio diretto agli specialisti, oltre che nella gestione dei posti letto. E ancora: interventi strutturali per ridisegnare gli ambienti sia nelle costruzioni ex novo che nelle riqualificazioni, per aumentare il comfort dei pazienti e la funzionalità degli spazi di lavoro.

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Un rendering del modello dei nuovi pronto soccorso in Regione

La permanenza nei pronto soccorso dovrà rispettare standard precisi: al massimo sei ore, con massimo un’ora in più per i casi di maggiore complessità, in cui ad esempio siano necessarie numerose prestazioni e consulenze o un’osservazione temporanea. Il tempo di permanenza è considerato, a livello internazionale, una misura utile per valutare, e quindi migliorare, le performance dell’intero processo di emergenza. Di fatto, è il tempo che intercorre tra l’accesso del paziente in Pronto soccorso (registrazione) e l’uscita (chiusura del caso); racchiude, quindi, tutti i passaggi e le relative attese intermedie.
 A livello nazionale è in discussione da diversi anni uno standard di 8 ore. 
In Emilia-Romagna circa l’85 percento – secondo quanto fa sapere la Regione – già si conclude in media in meno di 6 ore. L’obiettivo è quello di garantirlo per tutti. Nelle situazioni in cui dovessero permanere casi di particolare complessità, il tempo di permanenza oltre le 6 ore non potrà comunque superare un’ulteriore ora aggiuntiva.

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Un rendering del modello dei nuovi pronto soccorso in Regione

Cambierà la funzione di triage, cioè la valutazione della condizione clinica dei pazienti e del loro rischio. Ciò avverrà attraverso l’attribuzione di una scala di codici colore volta a definire la priorità di trattamento, che passa da 4 a 5 codici (si aggiunge il blu) per differenziare meglio i pazienti, in particolare quelli a complessità intermedia, e avviarli al percorso più appropriato. 
Nella cosiddetta “complessità alta” confluiranno i pazienti con codice rosso, in quella “intermedia” i codici giallo e verde e in quella “bassa” i pazienti con codice blu e bianco.

I nuovi standard per i Pronto soccorso individuati dalla Regione prevedono anche interventi strutturali, sia nelle costruzioni ex novo che nelle riqualificazioni.
Ad esempio, la realizzazione delle “camere calde” (ambienti nei quali accedono i mezzi di soccorso) in modo tale che possano consentire l’accesso di più di un mezzo di soccorso contemporaneamente; l’allestimento di aree per le attese dimensionate in base al numero dei pazienti; un’attenzione particolare alle luci e all’utilizzo dei colori.

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