Attesa al pronto soccorso, il 19 per cento dei pazienti non esce prima delle sei ore

L’Ausl ha fornito i dati: l’ospedale di Ravenna nonostante l’aumento del personale è in difficoltà per il grande numero di accessi. Il rimedio: lavorare ancora di più sulla medicina di prossimità e sulle case della salute

10 05 2012 Operativitˆ Nuovo Pronto Soccorso RavennaUno dei problemi dell’ospedale di Ravenna riguarda i tempi di attesa al Pronto Soccorso. È quanto emerge dall’audizione dei vertici dell’Ausl Romagna in consiglio comunale, una seduta richiesta dall’opposizione. Stefano Busetti, direttore sanitario dell’Ausl Romagna, ha introdotto alcuni numeri dell’azienda a livello regionale e sul comparto ravennate che ne sottolineano un andamento tutto sommato positivo. In particolare è emerso come il numero di posti letto sia rimasto sostanzialmente invariato dal 2014 ad oggi (una trentina in meno) e il personale abbia ormai superato le cinquemila unità rispetto alle 4.795 che erano in forze nello stesso anno.

Il problema su Ravenna riguarda però il grande numero di accessi alle corsie, come spiega lo stesso direttore, sottolineando in particolare un ricorso al pronto soccorso che – rispetto al numero di abitanti – è il più alto dell’intera azienda sanitaria. Ne derivano tempi di attesa in alcuni casi piuttosto lunghi: «In regione in media l’84 per cento dei pazienti esce entro sei ore dal pronto soccorso che è il tempo di attesa massimo indicato dai parametri sanitari. A Ravenna siamo attorno all’81 per cento. Non si è lontanissimi dal 90 per cento che è quanto raccomandato ma è chiaro che su questo fronte si debba ancora lavorare».

Decisivo sarà dunque lo sviluppo delle cure di prossimità, il cui stato dell’arte è stato illustrato dalla direttrice di Distretto Roberta Mazzoni. A marzo è prevista l’apertura della Casa di Salute di Lido Adriano che permetterà una continuità assistenziale di otto ore. Niente da fare invece per una struttura a Marina di Ravenna che permetterebbe l’accesso alle cure anche ai residenti nei lidi nord, da Casal Borsetti a Porto Corsini. «Non risulta – ha spiegato Mazzoni – in questa fase ipotizzabile una progettualità in questo senso». Non ci sono infatti strutture adatte sul territorio ad ospitare una casa delle salute, anche se l’ipotesi non è del tutto accantonata.

«Restano e sono in corso di definizione la Casa della salute di Castiglione e contestualmente avvieremo lo studio di fattibilità della casa della salute nell’area urbana, che sarà posizionata nel lato opposto rispetto al CMP, ovvero in zona Darsena». L’Ausl sottolinea che l’obiettivo principale è quello di sgravare pronto soccorso e ospedali sulle cure dovute a patologie croniche: «Sono uno degli elementi che più caratterizzano i tema dei ricoveri in pronto soccorso, attualmente in tutte le case delle salute e nel nucleo strutturato di Ravvenna abbiamo 700 utenti in carico con un totale di 2.500 accessi nel 2019».

Il sindaco sui temi delle attesa al pronto soccorso ha fatto qualche precisazione: in particolare ha ricordato che «di certo l’obiettivo deve essere arrivare al 93 per cento delle risposte entro le sei ore, come avviene a Cesena. Generalizzare è però sbagliato: ci sono situazioni di anziani o persone che hanno bisogno che necessitano di una risposta rapida. Ci sono però anche persone che se, ad esempio, hanno bisogno di una lastra anziché fare richiesta al proprio medico e seguire l’iter si mette in fila con un codice “bianco” al pronto soccorso, ed inevitabilmente la prestazione arriverà dopo molte ore. Queste sono situazioni a cui è bene, come istituzione, non “lisciare il pelo” al cittadino ma ricordargli che la lunga fila da lui fatta al pronto soccorso è figlio di un iter sbagliato per avere una determinata prestazione».

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