Adolescente respinto da un locale perchè nero …o in una “lista nera”

L’episodio al Marina Bay di Marina di Ravenna denunciato su Facebook, con l’intenzione di un esposto in Procura per discriminazione a sfondo razziale. Il locale respinge le accuse e minaccia querela per diffamazione

Capo Plaza Concerto

il rapper Capo Plaza durante un concerto

Per Ferragosto ha tenuto banco sui media locali e creato discussione sui social la denuncia di un presunto caso di discriminazione a sfondo razziale accaduto ai danni di un adolescente di colore all’ingresso del locale Marina Bay di Marina di Ravenna, in occasione del concerto in programma il 12 agosto scorso del rapper Capo Plaza. Il caso si è aperto dopo la pubblicazione su Facebook della madre del ragazzo Biniyam – Gabriella Nobile che è anche fondatrice e attivista dell’associazione “Mamme per la pelle” – del racconto della serata incriminata.

«Concerto di Capo Plaza del 12 agosto. Biniyam ha 16 anni – scrive la Nobile sul post –. Non sta più nella pelle, il suo idolo è in concerto vicino casa sua. Ha preso il biglietto mesi prima, sa tutte le canzoni a memoria, si organizza con gli amici, convince mamma e papà ad andare anche se è tardi la sera.  Arrivano alle 23.15 al Marina Bay, a Marina di Ravenna ma qualcosa va storto. Entrano tutti i suoi amici (bianchi) e lui resta fuori senza nessuna motivazione. Chiama i genitori che si recano sul posto e fermano una volante per raccontare l’accaduto. “Ci spiace signora il locale può fare quello che vuole – speigano i poliziotti – è un luogo privato”. Insieme a Biniyam restano fuori anche un gruppo di nordafricani. Biniyam torna a casa pieno di rabbia e dolore: ‘Mamma perché?”».

«Faremo un esposto in Procura – ha dichiarato Gabriella Nobile all’agenzia di stampa Ansa – mi sono sentita con la legale che prenderà in mano questa cosa, l’avvocato Alessandra Ballerini. Dopo Ferragosto ci daremo da fare già il fatto che abbia preso a cuore questa cosa mi fa molto felice perchè lei è un po’ il baluardo di queste cause assurde, di questi atti assurdi. Quindi si procederemo con un esposto in Procura e speriamo che il locale possa chiudere per un po’…».

Ma i titolari del locale non ci stanno ad essere additati come razzisti e replicano alle accuse tramite gli avvocati Paola Bravi e Emanuele Fregola: «È vero che il ragazzo di 16 anni non è stato fatto entrare il 12 agosto ma nulla c’entra il colore della sua pelle. Non era gradito perché era inserito in una lista di soggetti che hanno creato problemi al locale qualche tempo prima: in modo particolare due settimane fa, è arrivato con alcuni suoi amici in stato alcolemico alterato. Inizialmente lo staff all’ingresso lo ha bloccato perché visibilmente alterato poi lui ha insistito e lo hanno fatto entrare. Più tardi i componenti dello staff lo hanno trovato nel piazzale davanti al locale con una bottiglia di prosecco dalla quale stava bevendo. A quel punto gli è stato impedito di rientrare al Marina Bay perché già aveva creato problemi. Quindi la discriminazione è una accusa diffamatoria per cui il Marina Bay farà sicuramente querela verso questa ricostruzione totalmente strumentale e parziale. Probabilmente l’inserimento in quella lista è stato il motivo che ha fatto scaturire la rabbia del ragazzo e probabilmente anche la versione data alla madre può essere una versione parziale».

Insomma, il caso, aldilà dei punti di vista e delle opinioni e resta aperto e forse viste esposti legali e querele incrociate non è detto che non finisca in tribunale.

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