La Regione e i sindaci chiedono più fondi per l’accoglienza e meglio ripartiti

Un documento condiviso dagli amministratori dell’Emilia-Romagna e discusso con il ministro dell’Interno: no ai grandi centri che concentrano gli immigrati

De Rosa Portcorsini

La giunta regionale dell’Emilia-Romagna e i sindaci delle nove città capoluogo hanno definito un documento condiviso per ribadire al governo Meloni le richieste già avanzate nei mesi scorsi in tema di accoglienza dei migranti. Nei giorni scorsi il documento è stato presentato al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Sette i punti principali: l’istituzione di un tavolo tra Stato e Regioni per condividere informazioni e attività necessarie a fronteggiare lo stato di emergenza e il coordinamento regionale con prefetti e Comuni; il ripristino e la salvaguardia di un’equa distribuzione dei migranti sul territorio nazionale come previsto dall’accordo tra Stato, Regioni ed enti locali del 2014 e riconfermato nel 2016; la riaffermazione della piena centralità e il conseguente potenziamento del sistema dell’accoglienza diffusa (Cas e Sai) a partire dall’adeguamento dei contenuti economici dei capitolati di gara per i posti Cas (con un incremento pari ad almeno il 50 percento).

E ancora una netta opposizione all’allestimento di grandi centri di accoglienza. Per gli amministratori dell’Emilia-Romagna, così come quelli di altre regioni che hanno già espresso opinioni simili, i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) non sono la risposta ai problemi della gestione degli ingressi né a quelli dell’accoglienza, che hanno portato il Governo a proclamare lo stato di emergenza nazionale. Particolare urgenza richiede infine il rafforzamento del sostegno economico ai Comuni per l’assistenza ai minori non accompagnati.

Secondo il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, è necessario proseguire su un modello di accoglienza diffusa: «Va potenziata, mettendo le risorse necessarie affinché i capitolati siano economicamente sostenibili. Oggi le gare per la gestione vanno deserte perché i capitolati sono totalmente inadeguati sia per reperire gli spazi, sia per erogare i servizi indispensabili affinché ci possa essere un minimo di integrazione nel territorio. Se non si fa questo poi si arriva alle tendopoli e noi qui non le vogliamo».

Riguardo ai Cpr, Bonaccini ha sottolineato come lo stesso ministro abbia chiarito nei giorni scorsi che non sono pensati per accogliere: «Dunque nulla c’entrano con i problemi che stiamo affrontando nelle città».

Infine, la richiesta di un’equa distribuzione dei migranti sui territori: «L’Emilia-Romagna fa la propria parte, come ha sempre fatto. Ma se a oggi stiamo accogliendo il numero più alto di persone in relazione alla popolazione, e nonostante la drammatica alluvione di maggio, ci chiediamo se questo vuol dire però che qualche altra Regione non stia facendo lo stesso sforzo. Il Governo ha il dovere di riequilibrare la distribuzione nei territori, anche a livello di singole Province e singoli Comuni».

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