Pensare al futuro per avere vantaggi già da oggi: il riscatto della laurea e la previdenza complementare

Nuova puntata con lo studio di consulenza Martini Luca di Cervia sui benefit per i lavoratori che fanno bene anche alle aziende

LaureaCome abbiamo visto grazie alla consulenza dello studio Martini Luca di Cervia, il welfare aziendale può cambiare la vita dei lavoratori in termini di tempo libero e sostegno familiare e garantire subito una migliore qualità della vita e quindi del lavoro. Ma oggi scopriamo che il welfare aziendale può anche guardare avanti, non riguardare il qui e ora ma il momento in cui il lavoratore andrà in pensione. «In questo caso si tratta di investimenti importanti, per aziende con figure di medio-alto livello, stipendi e formazione importante e ha soprattutto lo scopo di aumentare la fidelizzazione di questi lavoratori e aumentare l’attrattività dell’azienda in un certo mercato del lavoro», spiega Luca Martini, fondatore e titolare dell’omonimo studio.

Ma al solito, accanto a un vantaggio fondamentale per l’azienda ma immateriale, ce n’è anche uno molto concreto in termini di vantaggi fiscali. Tra queste possibilità forse la meno nota è quella che riguarda il riscatto della laurea. «Si tratta di una misura che esiste da tempo per i laureati, ma poco praticata perché spesso è un macigno in termini economici. In genere ci si laurea intorno ai 25 anni, ma si comincia a valutare il possibile riscatto intorno ai 35 o 40 anni quando si ha ormai una posizione matura sul lavoro e poiché il calcolo del riscatto viene effettuato sulla base della retribuzione e quindi della contribuzione percepita al momento della richiesta. Ecco allora che un’azienda che voglia attrarre o fidelizzare professionisti, figure dirigenziali con stipendi che partano dai duemila euro netti, può offrire il riscatto che può arrivare a cifre importanti e può essere rateizzato. Si tratta di somme che non sono calcolate come reddito e che non vengono tassate né per il lavoratore, né per l’azienda, assicurando quindi al lavoratore la possibilità di aumentare sensibilmente gli anni di contribuzione ma anche di percepire, al momento opportuno, una pensione più sostanziosa». Ecco il suggerimento di Martini per le aziende. A un giovane tecnico specializzato si potrebbe proporre un patto: ti pago il riscatto di laurea ma tu ti impegni a restare qui per almeno i cinque anni della rateizzazione.

RiscattolaureaUn vantaggio che può sommarsi a quelli, immediati e futuri, di un’altra misura che riguarda la pensione, quella della previdenza complementare. In questo caso l’azienda decide di versare fino a cinquemila euro circa all’anno che sono detassati e che non solo non costituiscono reddito per il lavoratore, ma che possono essere dedotti dalla base imponibile. Questo significa, per esempio, che per un lavoratore che percepisce uno stipendio intorno ai 40mila euro annui, si ha subito un beneficio fiscale di duemila euro, oltre al beneficio che si otterrà una volta in pensione, quando si avrà un assegno più pesante tassato al massimo al 15 percento (ma la percentuale si abbassa al crescere degli anni di contribuzione) invece del 23 percento del normale Tfr. «Anche in questo caso, gli ostacoli a scelte di questo genere sono soprattutto culturali, ma la convenienza è autentica sia per il lavoratore, sia per l’azienda e riguarda il presente così come il futuro. Certo entrambe le soluzioni richiedono molto lungimiranza da parte di tutti gli attori coinvolti».

 

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