Il post razzista e gli amici che si fidavano

Non che fossero proprio tanti ma qualcuno che gli aveva creduto c’era pure: impossibile che avesse scritto lui quelle robacce, doveva essere andata per forza come aveva spiegato dal suo profilo Facebook e cioè il brutto scherzo di un gruppo di bulletti adolescenti (che erano andati a fargli visita in ospedale in occasione della nascita del figlio ma non trovandolo in stanza avevano preso il suo telefonino dimenticato e l’avevano usato per andare sul profilo social e scrivere porcherie razziste poi scovate e denunciate da Selvaggia Lucarelli). Chi gli credeva lo aveva pure scritto tra i commenti del post dicendo che uno come lui non è certo tipo da scrivere ‘ste cose. Adesso invece salta fuori che le aveva scritto proprio lui. E la storia del furto del telefono era una balla inventata. Gli amici traditi non potranno però lamentarsi online perché il neo babbo ha ritenuto fosse il caso di chiudere il profilo. L’alternativa c’è: il diretto interessato non dovrebbe restari male se gli amici andranno sul gruppo Pastorizia Never Dies per fare su di lui «infido e nefasto black humor», come lo definisce egli stesso.

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