Un grazie a Valerio Evangelisti

Valerio EvangelistiValerio Evangelisti non era di Ravenna eppure ha raccontato la storia di questa città come se ci fosse vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, dalle parti di quello che oggi è il borgo San Biagio. Tra i braccianti che lavoravano a giornata e che hanno dato vita alle prime cooperative.

Ha raccontato una Ravenna tra socialismo, anarchia e poi comunismo, ha parlato di conquiste sociali e regressioni, fatiche e passioni politiche, ha conferito alla nostra città la statura di terra natale di quel “Sol dell’avvenire” che dà il titolo alla sua monumentale trilogia che inizia nel borgo lungo la Faentina e poi si ramifica fino a Bagnacavallo e Conselice.

Ecco perché noi ravennati abbiamo una ragione in più per piangere la sua morte, avvenuta il 16 aprile a 69 anni. In questi anni lo avevamo più volte ascoltato ospite a Ravenna, dove sono in tanti a ricordarlo e a spendere parole per lui in questi giorni, e abbiamo avuto il piacere di intervistarlo prendendo spunto proprio dai suoi libri. Tra i tanti meriti di questo autore straordinario, c’è di sicuro quello di aver impastato impegno, ricerca e narrativa. Senza mai scendere a compromessi, con quella eleganza e cortesia che gli era propria e che si accompagnava a nettezza delle posizioni che certo non lo hanno fatto amare da tutti, basti pensare alle dure critiche che ha rivolto al movimento cooperativo odierno.

Uomo di sinistra, è riuscito a trasformare le lotte operaie in materia letteraria e a farci riscoprire l’aspetto forse oggi meno valorizzato nella nostra narrazione condivisa così incentrata sull’ormai remoto ruolo di capitale dell’impero che fu. Evangelisti non parla di potenti, ma di idee e lotte che partivano dal basso e che hanno fatto sì, per esempio, che qui il fascismo attecchisse in modo più debole che altrove e più tardi.

La sua è una narrativa dove però nemmeno gli eroi sono senza macchia: c’è passione vera, coraggio, ma anche vendetta, desiderio di rivalsa. «Mi ha sempre scandalizzato l’apologia del nuovo Risorgimento. Si è trattato di una guerra civile piuttosto selvaggia che andava raccontata e spiegata. – diceva nel 2016 – C’era una guerra in corso, i nemici si facevano sempre più sanguinari e c’era anche il ricordo di quello che era successo vent’anni prima, difficile dimenticare per chi aveva avuto un padre, un fratello ammazzato». Quando gli abbiamo chiesto se di tutto questo c’è sufficiente memoria ci ha risposto: «No, non credo proprio. La memoria viene coltivata solo dagli specialisti, per questo ho scelto di scrivere un romanzo e non un saggio».

E così oggi, oltre all’indimenticabile Eymerich, ai romanzi di fantascienza per cui era noto ai più e alla sua vasta opera, anche questo pezzo della nostra storia rimarrà nella memoria di tanti. Impossibile non essergliene grati.

MAR MOSTRA SALGADO BILLB 15 – 21 04 24
NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24