La petizione femminista online per cacciare Cagnoni da Ravenna supera 50mila firme

Promossa dalle avvocate delle associazioni costituitesi parti civili nel processo di primo grado che ha condannato all’ergastolo il dermatologo per l’uccisione della moglie per chiedere che venga revocato il trasferimento alla casa circondariale di Port’Aurea

Fiaccolata Cagnoni BallestriIn venti giorni dal lancio sulla piattaforma online Change.org sono più di 50mila le adesioni raccolte dalla petizione promossa dalle associazioni femministe ravennati Unione donne in Italia (Udi), Linea Rosa, Dalla parte dei minori, Casa delle donne per chiedere la revoca del trasferimento dal carcere di Bologna alla casa circondariale di Ravenna di Matteo Cagnoni, condannato all’ergastolo a giugno 2018 per l’omicidio della moglie Giulia Ballestri a settembre 2016. L’appello al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato predisposto dalle avvocate delle associazioni che, insieme ai familiari della vittima e al Comune, erano state ammesse come parti civili nel processo: Sonia Lama per l’Udi, Cristina Magnani per Linea Rosa, Antonella Monteleone per Dalla parte dei minori.

«Come dimostrano le decine di migliaia di firme raccolte – scrive chi ha promosso l’iniziativa –, la decisione ha ferito e turbato la comunità tutta, perché ritenuta un atto di profonda ingiustizia, di lesione del diritto di uguaglianza di tutti i cittadini e, soprattutto, causa di grave e ulteriore turbamento per i figli e la famiglia di Giulia». Secondo l’opinione delle avvocate «il provvedimento davvero inusuale risulta ancor più inspiegabile se si considera da un lato, il suo stato di condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo, dall’altro la peculiarità dell’istituto penitenziario di Ravenna che prevede la presenza di detenuti in attesa di giudizio o condannati ad una pena non superiore ai 5 anni o con un residuo di pena inferiore ai 5 anni». Insomma, un trasferimento giudicato inspiegabile: «Non certo, come pare abbia affermato uno dei legali del dermatologo, per l’aumento dei suoi attacchi di panico e per stare vicino ai propri familiari, nessuno dei quali, peraltro, risiede a Ravenna. A Ravenna risiedono invece i familiari e i tre figli minorenni di Giulia Ballestri, di cui lo stesso ha perso la potestà genitoriale».

Le associazioni promotrici dell’appello ringraziano tutti coloro che hanno condiviso la mobilitazione: «In attesa della risposta da parte del dipartimento la raccolta delle firme su Change.org continua».

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