Nursind: «Il 25 e 26 dicembre il 118 non aveva la dotazione di personale standard»

La segnalazione del sindacato infemieristico: carenza di personale, scarsa attenzione al problema delle aggressioni, assunzioni ancora bloccate

«Nonostante gli sforzi del coordinamento 118, il 25 e 26 dicembre scorsi la cittadinanza ravennate è stata privata della dotazione standard prevista per i mezzi di soccorso, causa l’impossibilità a reperire un infermiere per la copertura del turno. Un unico infermiere si alternava su 2 postazioni di lavoro diverse, elisoccorso e centrale operativa 118». La segnalazione del sindacato infemieristico Nursind vuole rimarcare la carenza organica di personale dell’Ausl Romagna.

Il segretario territoriale di Ravenna, Luca Fusaroli, pone l’accento su una serie di problemi già evidenziati e «ai quali l’Azienda della Romagna a tutt’oggi non ha ancora dato risposta».

L’automedicalizzata è priva del personale infermieristico diversamente presente in tutto il restante territorio dell’Ausl Romagna (Forlì, Cesena e Rimini): «Per quale motivo la cittadinanza ravennate deve essere privata e penalizzata su tale mezzo che dovrebbe garantire la massima risposta assistenziale in emergenza urgenza sul territorio, dalla mancanza di un infermiere adeguatamente formato? L’ultimo episodio accaduto nel territorio faentino a dicembre: l’automedica è intervenuta su una emergenza pediatrica e il medico ha dovuto gestire il soccorso con il solo autista, non essendo disponibili ambulanze con infermiere nell’immediato».

Sulle carenze organiche: «Verosimilmente provocate dal prolungato blocco delle assunzioni, ma ad oggi superabili grazie al concorso che nel 2019 ha individuato 3.282 candidati infermieri idonei all’assunzione. L’azienda non può continuare a sostenere l’adeguatezza delle piante organiche quando nei fatti richiama continuamente i dipendenti in servizio o li costringe a prolungare il turno oltre l’orario. In assenza di una adeguata politica del personale da parte dell’Azienda, questo sindacato non può che rimarcare le conseguenze sugli operatori in termini di stress lavoro correlato, aumento del rischio clinico con potenziali ricadute sulla qualità dell’assistenza ai cittadini»

C’è poi il capitolo delle aggressioni al personale sanitario: «Diversi episodi negli ultimi anni ma le Aziende non hanno ancora provveduto ad individuare soluzioni. Riteniamo non più prorogabile la gestione la tutela della sicurezza degli operatori e dei cittadini».

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