Da Monica Bellucci a Naomi Campbell, dal 5 aprile le muse di Paolo Roversi al Mar

“Studio Luce” è la mostra personale allestita su tre piani dedicata al fotografo che ha firmato il calendario Pirelli 2020 e ha lavorato per marchi come Dior con modelle leggendarie tra cui anche Kate Moss

02 Paolo RoversiChe lavori a un servizio di moda, prepari un ritratto o componga una natura morta, Paolo Roversi tenta comunque di dar forma al mistero, di scoprirlo e di portarlo alla luce. Le opere del 73enne fotografo ravennate comporranno la personale “Studio Luce” al Museo d’arte di Ravenna dal 5 aprile al 5 luglio (vernice il 4 aprile alle 18): l’autore mette in mostra i suoi lavori più recenti, una selezione del calendario Pirelli 2020 e una serie di scatti di moda inediti, esposti qui per la prima volta, frutto del lavoro decennale per brand come Dior e Comme des Garcons e magazine come Vogue Italia, in una sequenza che arriva agli editoriali più recenti.

L’allestimento si sviluppa sui tre piani espositivi del Mar e comprende molte immagini diverse tra loro, in una serie di accostamenti e sovrapposizioni sorprendenti. Ad aprire il percorso, le prime fotografie di moda e i ritratti di amici e artisti come Robert Frank, Anton Corbijn e Peter Lindbergh che si alternano a still life di sgabelli raccolti in strada e immagini che ritraggono la Deardoff, macchina fotografica con cui Roversi scatta da sempre. In omaggio al settecentesimo anniversario della morte di Dante, sarà presente un’ampia selezione di scatti provenienti direttamente dall’archivio di Roversi che celebrano la figura della musa, la Beatrice cantata dal Poeta nella Divina Commedia, qui incarnata in donne leggendarie come Natalia Vodianova, Kate Moss, Naomi Campbell e Rihanna.

01 Paolo RoversiA parte rare eccezioni, Roversi lavora in studio, per lui spazio dalla duplice connotazione: da una parte infatti è un luogo fisico, un teatro essenziale e scarno dove mettere in scena i propri sogni e desideri; dall’altra è un luogo della mente, una sorta di contesto rituale che apre le porte ad una dimensione alternativa, la cui chiave è, da sempre, la luce. La mostra, a cura di Chiara Bardelli Nonino con le scenografie di Jean–Hugues de Chatillon, è pensata come un ritorno alle origini, tanto letterale quanto metaforico, ed è la prima esplorazione così approfondita di un universo visivo particolarmente ricco e complesso.

Paolo Roversi nasce a Ravenna nel 1947. Nel 1973 si trasferisce a Parigi, città dove ancora oggi vive e lavora nel suo atelier in Rue Paul Fort – lo “Studio Luce” che dà titolo alla mostra. Dell’infanzia ravennate porta con sé quasi tutto e, nonostante gran parte del suo lavoro si svolga oggi lontano dalla sua città, riconduce la sua ricerca di una bellezza pura, quasi spirituale, allo sfavillio dei mosaici di Sant’Apollinare, San Vitale e Galla Placidia, all’atmosfera rarefatta di un luogo pervaso da una bellezza serena, tersa, silenziosa e avvolto dalla nebbia. Non mancheranno quindi in mostra numerosi rimandi a Ravenna, la città che più di ogni altra ha plasmato il suo immaginario.

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