Provincia dimezzata, i dipendenti: «Noi che fine faremo? E il piano rurale?»

L’assessore: «Misure abnormi per chi, come noi, ha già tagliato»
Il presidente Casadio: «Insopportabile, intervenga la Regione»

Tra i primi a lanciare l’allarme del dimezzamento del costo del lavoro a cui andrà incontro anche la Provincia di Ravenna (vedi articoli correlati) ci sono alcuni dipendenti del settore Agricoltura e Sviluppo rurale, che in seguito all’incontro a fine anno con il presidente dell’ente di piazza Caduti, Claudio Casadio, hanno espresso le loro preoccupazioni in una lettera inviata alla nostra redazione dove esemplificano quali servizi sarebbero a rischio.

«Parliamo della chiusura del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 e della gestione del nuovo Piano 2014-2020 – scrivono – Un piano, quello appena chiuso, che ha permesso di liquidare alle aziende agricole ravennati 84 milioni di euro per circa 10mila domande di aiuto e, attraverso la gestione del rilascio del carburante agricolo agevolato, che annualmente autorizza il prelievo a circa 6mila aziende per un totale di 46 milioni di litri di carburante, determinare uno sgravio fiscale di 15 milioni di euro. Il nuovo piano, invece, prevede l’erogazione di contributi dall’Unione Europea».

Tra i servizi offerti dal settore vi sono poi le liquidazioni di 5 milioni di euro all’anno a favore della riconversione dei vigneti, obbligatorie per legge per le oltre 6mila aziende vitivinicole ravennati, e gli ulteriori 5 milioni erogati nel 2014 a quei produttori che, per la crisi del mercato, sono stati obbligati a ritirare i prodotti invenduti per destinarli a mercati benefici.

Accanto ai timori per il futuro di questi servizi, c’è inoltre la preoccupazione per il proprio posto di lavoro: «A oggi non sappiamo cosa ci aspetta. I cittadini rischiano di vedere scomparse alcune funzioni e noi rischiamo di non essere pagati. Si pensa sempre che quando il Governo apporta dei tagli sia una scelta esclusivamente positiva, ma in pochi sanno cosa realmente comporti, in questo caso, l’abolizione delle Province».

L’assessore. «Abnorme» è il termine che utilizza l’assessore al Personale Paolo Valenti per definire la richiesta di risorse (10 milioni di euro, vedi articoli correlati) da parte del Governo alle Province che di fatto renderà impossibile o quasi garantire i servizi e chiudere i bilanci in pareggio, anche ammesso che metà del personale venga effettivamente preso in carico per quanto riguarda i costi da altri. «Il punto è che queste persone lavorano e debbono continuare a farlo perché non c’è stata una riforma che abbia semplicemente eliminato le loro funzioni. Queste restano tutte. Sono solo venute meno le risorse attraverso cui venivano retribuite e garantite, risorse del territorio che ora finiscono a Roma e che non tornano sotto altra forma».

Valenti mette in luce alcune discordanze della legge e critica la misura presa dal segretario nazionale nonché presidente del consiglio Matteo Renzi. Anche se l’impressione è che se a chiedere un sacrificio simile fosse stato Berlusconi le reazioni politiche sarebbero state ben diverse. «Mah, per la verità tutti i rappresentanti degli enti locali, come Piero Fassino o Sergio Chiamparino, hanno detto che la situazione non è sostenibile e hanno criticato la misura. A livello locale stiamo ragionando e cercando anche noi di fare pressioni con i parlamentari e in Regione. Quello che vorrei davvero che venisse fatto e invece non è stato fatto è l’analisi delle diverse situazioni delle diverse Province, in fondo sono cento in tutta Italia. I calcoli del governo sono lineari, non tengono conto degli elementi virtuosi e si basano su dati del 2012, ormai superati».

Il presidente. «Si tratta di una situazione insopportabile – a parlare è il presidente della Provincia Claudio Casadio – che si ripercuoterà sui servizi offerti e sugli stipendi del personale. Occorre l’intervento della Regione. Diversamente, la nostra Provincia, così come tutte le altre, faticherà a pagare i servizi e il personale durante l’anno e diventerà praticamente impossibile nel 2016».

Tra gli articoli correlati anche il nostro editoriale sul tema dal titolo “Province: ma siamo certi che alla fine ci convenga?”.

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