Ecco la conferenza sulle fonti rinnovabili «Il gas metano è ancora fondamentale»

Nanni (Roca): «Col blocco alle estrazioni a rischio 2.500 posti»

È in corso di svolgimento al Grand Hotel Mattei di Ravenna (il 9 e il 10 marzo) Rem (Renewable Energy Mediterranean Conference&Exhibition), la conferenza del Mediterraneo dedicata all’energia rinnovabile, con l’alto patrocinio dei Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.

«Occorre investire sulla valorizzazione delle risorse nazionali, in particolare del gas naturale, di cui l’Italia, e soprattutto Ravenna, è ricca, e su un distretto energetico, che da oltre 50 anni si distingue per la capacità di innovazione e tecnologia. Ravenna è la dimostrazione non solo della compatibilità fra Oil&Gas, turismo, pesca e agricoltura, ma anche della possibile integrazione fra diverse fonti. Nei prossimi decenni avremmo ancora bisogno delle fonti fossili per questo bisogna orientarsi verso quelle a più basse emissione di CO2 come il gas metano». Lo ha ribadito il Presidente di Rem, Innocenzo Titone aprendo i lavori dell’edizione 2016.

La viceministro Teresa Bellanova nel suo messaggio di saluto ha sottolineato l’importanza delle azioni messe in campo dall’Italia per rispondere ai nuovi indirizzi europei in campo energetico. «L’Italia – ha ribadito – vanta ottime credenziali per guidare il gruppo delle Nazioni impegnate nella sfida contro i cambiamenti climatici. Il nostro Paese, infatti, rappresenta livelli di eccellenza nello sviluppo di soluzioni per il riciclo dei prodotti delle lavorazioni da parte di aziende italiane ed è inoltre all’avanguardia nel settore dell’efficienza energetica. Questo significa che l’Italia può giocare un ruolo da protagonista nel contesto dell’economia circolare al fine di porre al centro la sostenibilità del sistema e il costante riutilizzo delle materie».

Da Ravenna anche l’impegno della Regione Emilia Romagna. «Stiamo lavorando – ha ribadito l’assessore Palma Costi – per ultimare la preparazione del nostro nuovo Piano Energetico Regionale, che sarà fortemente basato sull’idea della transizione verso una low carbon economy, e su un approccio di tipo integrato, sotto diversi punti di vista che concretizza l’idea dell’economia circolare».

«Un primato tecnologico – ha detto il Presidente di Confindustria Energia, Giuseppe Tannoia – che si rischia di perdere se si dovesse rinunciare alla produzione domestica. L’Italia storicamente è leader nello sviluppo di tecnologie all’avanguardia, che hanno consentito la crescita di intere filiere produttive, dall’idroelettrico alla geotermia, dal solare all’eolico, dal petrolio al gas naturale. Rinunciare all’industria italiana significa delocalizzare la produzione di energia in paesi esteri con il conseguente impoverimento tecnologico e appesantimento della bilancia dei pagamenti. La filiera tecnologica legata al settore energetico in Italia vale più di 130 miliardi di euro, quella legata al settore della produzione oil& gas vale circa 22 miliardi di euro all’anno che vengono investiti per oltre il 90% esportazioni, per cui l’Italia esporta 20 miliardi di prodotti».

A fornire numeri dettagliati sul settore dell’offshore ravennate è stato Franco Nanni, presidente Roca (Ravenna Offshore Contractors Association): sono 50 le aziende, con 6.700 dipendenti, di questi 900 avrebbero già perso il lavoro o sarebbero stati spostati in altri Paesi dalle multinazionali. «Ma 2.500 potrebbero perdere il lavoro a breve se ci sarà il blocco definitivo delle estrazioni», dichiara Nanni sulle pagine del Carlino. Il riferimento è naturalmente anche al referendum sulle attività offshore del 17 aprile, contro il quale al Grand Hotel Mattei è stato anche esposto uno striscione di protesta: “Dal gas l’energia pulita: No ai No Triv, Sì al lavoro”.

Qui sotto il programma di Rem 2016, manifestazione che si alterna ogni due anni con Omc (Offshore Mediterranean Conference & Exhibition).

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